Dal “falso invalido” al “falso cieco”‏

Quello del “falso invalido” è un tema troppo ghiotto per la politica e per i media nell’era della crisi, e non vi si può rinunciare perché esso definisce agli occhi dell’opinione pubblica uno dei “nemici”, “colpevoli della crisi stessa”. E quando arrivano i dati veri, meglio cambiare strategia e puntare allora sul “falso cieco”, per mantenere aperta una “caccia” che dura ormai da anni»

continua…

respinto il ricorso contro il licenziamento di Riccardo Antonini

E’ immensa l’indignazione di fronte all’ingiusta sentenza del giudice del lavoro di Lucca Nannipieri che ha respinto il ricorso di Riccardo Antonini per il reintegro nel suo posto di lavoro in ferrovia. Con questa vergognosa sentenza è stata scritta l’ennesima pagina antioperaia con la quale si è fatto strame dei diritti di libertà fondamentali ed indisponibili di ogni lavoratore, lavoratrice e cittadino/a.
Chiediamo agli eletti che fanno riferimento alla classe operaia – nelle istituzioni ad ogni livello, dal Comune di Viareggio al Parlamento nazionale a quello europeo, di denunciare il contenuto di questa sentenza antidemocratica, lesiva dei diritti umani, tramite interrogazioni nelle rispettive sedi istituzionali, con la richiesta al vertice delle Ferrovie dello Stato di revocare/annullare il licenziamento inflitto per rappresaglia a Riccardo Antonini con la contestuale Sua piena reintegra nel posto di lavoro e nella retribuzione.
Medicina Democratica nazionale, in accordo con la sua Sezione di Viareggio e con l’Assemblea 29 Giugno della stessa città, promuoverà una petizione nazionale, coinvolgendo la più ampia base
di lavoratori, lavoratrici, movimenti, associazioni, comitati, popolazioni autoorganizzate, per sostenere la predetta richiesta alla direzione delle F.S. di revoca/annullamento del licenziamento di
Riccardo Antonini. Sosterremo tutte le iniziative di mobilitazione e lotta per conseguire la reintegra nel lavoro e nella retribuzione del lavoratore Riccardo Antonini colpito in modo così grave ed indelebile, pena subire ulteriori attacchi ai diritti fondamentali di ogni lavoratore e lavoratrice. Sosterremo concretamente il lavoratore nell’impugnazione della sentenza avanti la Corte d’Appello di Firenze, Sezione Lavoro. La vergognosa sentenza subordina la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro a potenti e poteri forti. E’ una sorta di istigazione a penalizzare salute, sicurezza ed ambiente. E’ una sentenza che avrà pesanti responsabilità sulla vita dei lavoratori, dei viaggiatori e dei cittadini come le 32 Vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009.
Lo stillicidio di morti sui binari proseguirà incessantemente. Dal 2007 ad oggi sui binari sono morti 38 lavoratori: uno ogni due mesi! Si tratta di una vile aggressione all’attività dei ferrovieri
impegnati sulla sicurezza e in difesa della salute. Questo giudice si è assunto una responsabilità pesante come un macigno. Riverente e succube dei poteri forti, complice di “datori di lavoro” che sacrificano la sicurezza per il profitto. Abbiamo visto la vergogna dei periti nell’incidente probatorio della strage di Viareggio (sul libro paga delle ferrovie) smentiti dalla Commissione ministeriale rispetto alla foratura della cisterna; assisteremo anche alla vergogna delle falsità dei testimoni di Moretti addetti alla sua scorta (e sul libro paga delle ferrovie).

Comunicato stampa 4 giugno 2013: Sentenza a lutto!

Ieri mattina il giudice del lavoro del Tribunale di Lucca, Luigi Nannipieri, ha confermato il licenziamento di Riccardo. Di fronte al Tribunale vi è stato un presidio molto partecipato di familiari, cittadini, ferrovieri, lavoratori … Una partecipazione superiore a quella delle precedenti udienze. La decisione del giudice è semplicemente una sentenza ingiusta. Una sentenza “partigiana” schierata dalla parte sbagliata: quella dell’imputato cav. Moretti che anziché garantire la sicurezza di cui c’è bisogno in ferrovia, continua a ripetere che in ferrovia “non esiste un problema sicurezza”. In questo viene clamorosamente smentito anche dall’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria (Ansf) e dalla stessa Commissione investigativa del Ministero delle Infrastrutture che proprio in questi giorni “raccomanda” le ferrovie ad eliminare o sostituire i picchetti (elemento che ha forato la cisterna dalla quale è fuoriuscito il Gpl che ha provocato la strage). Quindi non sono solamente i ferrovieri, i familiari, i cittadini a rivendicare sicurezza e a puntare il dito sulle gravi responsabilità del gruppo dirigente delle ferrovie. Si è trattato di una sentenza complice con chi sacrifica la vita sull’altare del profitto. Una sentenza che oggettivamente istiga a penalizzare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e che, come conseguenza, rischia di avere pesanti responsabilità sulla vita dei lavoratori, dei viaggiatori e dei cittadini. Cittadini come erano le 32 Vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, uccisi/e mentre riposavano nelle proprie abitazioni credendo di essere nel luogo più sicuro della propria vita. Lo stillicidio di morti sui binari, già impressionante (dal 2007 ad oggi sono 38 i lavoratori morti: uno ogni due mesi!), rischia di appesantirsi enormemente. Per il semplice fatto che di fronte a pesanti sanzioni come sospensioni e licenziamenti a ferrovieri ed Rls impegnati a tutelare salute e sicurezza, sui binari non scorre solo il sangue, ma anche il terrore a causa dell’intimidazione, del ricatto, della minaccia …
Dopo aver assistito alla relazione-vergogna dei periti del Gip poi smentiti clamorosamente, oggi assistiamo ad una sentenza-vergogna. Periti e falsi testimoni (addetti alla scorta di Moretti) sul libro paga delle ferrovie. Noi non tolleriamo e non ci stiamo.
Lunedì 10 giugno ore 21.15 assemblea pubblica nella stazione di Viareggio.
Sabato 29 giugno, 4° anniversario della strage ferroviaria, giornata della memoria e di mobilitazione!
– Associazione “Il Mondo che vorrei”
– Assemblea 29 giugno
– Medicina democratica – Sez. Viareggio                                
Viareggio, 05 giugno 2013

Solvay prima nega poi ammette la fuga di gas denunciata da Medicina Democratica

E guarda caso, proprio mercoledì 5 giugno la centralina dell’Arpa situata nei pressi dello stabilimento e preposta ad analizzare l’aria, quel giorno, chissà per quale motivo era rotta e non trasmetteva i dati. Proprio al momento giusto. Rotta o bloccata da Solvay? E perchè l’Arpa non è intervenuta immediatamente? L’Arpa è caduta dalle nuvole alla denuncia di Medicina democratica. Infine ha precisato da vero scienziato alla Catalano: “non c’è alcun pericolo se il gas non è stato inalato”. E se è stato inalato? E’ tossico e cancerogeno. Ma non c’era nessuna centralina a stabilirlo. Guarda caso.
Clicca qui Oggi Cronaca (il cui titolo è sbagliato: l’azienda non aveva diramato nessun stato di allerta, tanto che ha negato la fuga per 36 ore)
Clicca qui Radio Gold  (in cui l’Arpa insiste a contraddire Solvay sul fuori uso della centralina)            
Clicca qui La Stampa “L’incidente di mercoledì l’azienda lo conferma, ma minimizza. Balza invece no”
Clicca qui Alessandrianews “Fuga di gas alla Solvay. L’azienda: nessun rischio”
Clicca qui Il Piccolo (il cui direttore torna alla consuetudine di fornire la versione Solvay e ignorare la denunciante Medicina democratica).

ennesima fuga di gas alla Solvay di Spinetta Marengo

I lavoratori ci segnalano, mercoledì mattina 5 giugno, una fuga del micidiale gas PFIB (perfluoroisobutilene), tossico e cancerogeno, al reparto Monomeri della Solvay di Spinetta Marengo (AL). La direzione avrebbe anche omesso di porre lo stabilimento in stato di emergenza. I lavoratori allarmati avrebbero avvertito, si presume in forma anonima dato l’alto rischio di ritorsioni, le autorità competenti, dunque l’ARPA e la stessa Procura della Repubblica. Si tratterebbe dell’ennesima fuga di gas e dell’ennesima omissione dell’emergenza.

Uno scandalo che deve finire. Non è ulteriormente tollerabile (addirittura con un processo in corso) che i lavoratori si allarmino di quello che avviene nello stabilimento, e che si rivolgano all’esterno per essere tranquillizzati, e verso esterno non possano usare canali ufficiali ma solo personali, perchè hanno paura di rappresaglie. E che, contemporaneamente, all’esterno della fabbrica le Autorità non sappiano niente degli incidenti, mentre le Direzioni aziendali negano che sia successo alcunchè di preoccupante. Non è ulteriormente tollerabile questo giochetto criminale. La parola deve essere data alle apparecchiature. In una fabbrica ad alto rischio devono esserci sistemi di controllo, gestiti dal pubblico e non dal privato, che monitorino minuto per minuto l’inquinamento. Politici e sindacalisti sono da sempre latitanti o peggio. Diventa allora responsabilità dell’insieme informativo alessandrino di farsi carico di questa questione.   

Clicca qui  Pennatagliente “nuova fuga di gas alla Solvay di Spinetta Marengo”
Clicca qui I cittadini prima di tutto “ennesima fuga di gas alla Solvay”

Confermata la storica sentenza di condanna per le morti di amianto Eternit

Ancora una volta la forte partecipazione e presenza dei lavoratori, dei cittadini e delle associazioni solidali che si battono da oltre trent’anni contro l’amianto ha contribuito ad una nuova vittoria: la conferma della condanna di Schmidheiny. Clicca qui il comunicato stampa di Medicina democratica e delle altre associazioni. In particolare noi insistiamo sul  finanziamento del Piano Nazionale Amianto e sulla proposta di legge n. 8 del 15 marzo 2013 del Sen. Casson; sulla petizione a livello europeo per l’eliminazione definitiva dell’amianto da tutti i paesi; sull’inaffidabilità assoluta dell’INAIL; sull’abolizione della prescrizione del reato presente nella legislazione che riguarda gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
Clicca qui Medicina Democratica ONLUS “Dispositivo sentenza d’appello Eternit”
Clicca qui Medicina Democratica ONLUS “Sentenza d’appello condannato a 18 anni Schmidheiny”
Clicca qui La Stampa on line “Eternit, 18 anni a Schmidheiny. A Comune e Regione 50 milioni”
Clicca qui La Stampa “Eternit, condanna storica”
Clicca qui La Stampa A. Gaino “Eternit, condanna più pesante in appello”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Commento alla sentenza dell’attrice Laura Curino”
Clicca qui La Stampa A. Gaino “Intervista a Guariniello”
Clicca qui La Stampa N. Zancan “Appello Eternit: commenti”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “La questione è farsi dare il denaro da Schmidheiny”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Sentenza per i vivi e per i morti”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Giustizia più forte dell’Eternit”
Clicca qui La Stampa “Tra i malati: più cittadini che operai”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Spinta alla ricerca”
Clicca qui La Stampa M. Brambilla “L’amianto uccide”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Battaglia per i risarcimenti”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Da contumace a latitante”
Clicca qui Pennatagliente “La sentenza d’appello al processo Eternit”
Clicca qui Giornal “Eternit. La giustizia alla lunga paga. I morti restano. Cavallera: continueremo con la bonifica ambientale.”
Clicca qui Ansa “Eternit: applausi a Napoli per sentenza”
Clicca qui La Repubblica “Sentenza Eternit, condanna a 18 anni per il magnate svizzero”
Clicca qui Il Corriere della Sera “Guariniello: La sentenza? Un inno alla vita”
Clicca qui Alessandria Oggi “Eternit: 18 anni a Schmidheiny e oltre 50 milioni di risarcimento”
Clicca qui Basta Morte sul Lavoro “La lotta all’amianto è ancora lunga”

Clicca qui  Pennatagliente “Opuscolo processo Eternit”

L’Istruzione è un diritto sancito dalla nostra Costituzione

Clicca qui  Pennatagliente “Diritto allo studio?”
Clicca qui  Corriereal “l’istruzione un diritto costituzionale”
Clicca qui Alessandria Oggi “Il diritto allo studio è sacro, ma Regione e Comune se lo sono dimenticato”
Clicca qui I cittadini prima di tutto “Diritto allo studio?”
Clicca qui Città futura on line “Diritto allo studio?”
Clicca qui Il Piccolo “A chi interessa il sacrosanto diritto allo studio?”
Clicca qui La stampa  “Scuola, nessun aiuto a chi ha meno soldi”

Diritto allo studio? Ma nessuno si è accorto che per quest’anno scolastico, ormai alla fine, non è stato indetto il bando per il contributo al diritto allo studio per i ragazzi delle famiglie meno abbienti?
Si tratta di un contributo pagato in parte dalla Regione Piemonte ed in parte dal Comune di residenza. Per quanto riguarda il Comune di Alessandria, i pagamenti sono in ritardo di almeno un anno, e anche la Regione non scherza, ma per quanto riguarda il Comune sappiamo benissimo che si tratta di un’amministrazione in dissesto economico e pertanto le famiglie rimangono pazienti in attesa, peccato che la stessa pazienza non la usi anche il Comune nei riguardi di queste famiglie che, invece puntualmente, si vedono costrette al pagamento delle tasse. Ma le famiglie sanno che la scuola è importante e sono disposte a sacrificarsi per il bene dei loro figli. L’Istruzione è  fondamentale per il loro futuro. Anche in questo caso, però, le Istituzioni non danno il buon esempio e la scuola pubblica è sempre più degradata e maltrattata, il personale costretto ormai a lavorare in condizioni non adeguate al proprio ruolo , con classi sempre più numerose, in locali che spesso non rispettano le più elementari norme di sicurezza. Per buona parte il personale è precario, non riuscendo suo malgrado a garantire un senso di continuità al ragazzo che ogni anno, nel migliore dei casi ma a volte il periodo è anche più breve, si ritrova con un nuovo insegnante da conoscere e viceversa, ricevendo didatticamente molto meno di ciò che sarebbero in grado di ricevere in un clima meno teso. Ancora e sempre lo Stato che, in questi casi dovrebbe farsi garante,  va ad intervenire sulle fasce più deboli della popolazione, quelle che non hanno voce per contrastare i soprusi e gli abusi, perché nessun politico li ascolta veramente.  L’Istruzione è un diritto sancito dalla nostra Costituzione, un diritto sacrosanto, ma a chi interessa?

Barbara Tartaglione
Medicina democratica movimento di lotta per la salute Sezione provinciale di Alessandria

 

Acceso dibattito sulla donazione degli organi

Le associazioni AIDO, ANED, ADMO, ACTI, AITF, FORUM, LIVER-POOL, ASS. Marta Russo, hanno indetto il 26 maggio una giornata per la promozione della donazione di organi finalizzata al trapianto:
clicca qui “La dichiarazione del Presidente Nazionale Passarelli sulla «Giornata Nazionale Donazione e Trapianto di Organi e Tessuti».
Polemica della Lega Antipredazione: clicca qui.

l’amianto e il caso Solvay al cinema

Lunedì 3 giugno, a Torino – lo stesso giorno atteso per la sentenza Eternit – il festival Cinemambiente proietterà alle h. 22.30 “Il fosso bianco”, di Tommaso Ausili e Vito Picchinenna sulla solvay di Rosignano
http://www.cinemambiente.it/film_ambiente/6762_Il_fosso_bianco.html
Il 4 e 5 giugno, al Centro Studi Sereno Regis di Torino si svolgerà una rassegna di documentari sull’amianto, intitolata “Da Casale a Mumbay”
http://serenoregis.org/2013/05/21/lamianto-e-il-mondo-da-casale-a-mumbay/

Processo Solvay udienza del 27 maggio 2013

Con la precedente normativa era previsto per la falsa testimonianza l’arresto in aula e anche il processo per direttissima. Ora l’azione deve essere promossa innanzitutto dal Pubblico Ministero, o per trasmissione dalla Corte, o anche dalle parti civili.
L’udienza odierna alla teste Cataruzza, in una interminabile sequenza di “non ricordo” è culminata nelle contestazioni a lei rivolte direttamente dalla Presidente della Corte d’Assise: lei, Cataruzza, ha scritto di suo pugno come manipolare i dati e le informazioni agli Enti pubblici. La teste ha avuto l’oltraggio di rispondere: “non ricordo”. La mossa degli abili avvocati Solvay e Ausimont è stata, come commentavamo per l’udienza precedente, di aver convinto la Cataruzza a trasformarsi da teste scomodo in coimputato che può negare gli scottanti interrogatori a suo tempo confessati e trincerarsi negli odierni “non ricordo” (sarebbe stato più dignitoso avvalersi della facoltà di non rispondere). Ebbene, non concordiamo anche questa volta con la decisione della Corte di aver consentito l’inutilizzabilità degli atti riguardanti questo testimone chiave, ma a questo punto quanto meno diventi imputata, come si merita, come ha scelto di essere.
Lino Balza Medicina democratica sezione provinciale di Alessandria
Clicca qui La Stampa “Solvay restituisca alla città quello che le fu tolto”
Clicca qui Silvana Mossano “Ai dirigenti fu detto di non bere l’acqua da quel rubinetto”
Clicca qui La Stampa “La Solvay e la giunta. Da Cinque stelle un invito ad una chiara presa di posizione”
Clicca qui Pier Carlo Lava “Le leggi ci sono, mancano i controlli”.
Clicca qui Pennatagliente “non so, non ricordo, mi pare, forse”
Clicca qui Monica Gasparini “Polo chimico sotto accusa. Spunta un cartello in toilette, acqua non potabile”

due anni di battaglie del Comitato anti wind ad Ovada

Il Comitato contro l’antenna cellulari Wind di corso Saracco ad Ovada è deciso a proseguire la lotta con un nuovo ricorso al Tar anche dopo l’OK rilasciato dal Comune e dall’Asl, mentre stanno iniziando i lavori preliminari di installazione del ripetitore da 100 watt di potenza per ognuno dei tre angoli di trasmissione.

Mirabello Monferrato il comune piemontese più virtuoso

Dove vogliono piazzare una discarica? Proprio a Mirabello Monferrato: il Comune più virtuoso verso Rifiuti zero e le altre pratiche ambientali. Infatti all’interno del progetto europeo “Innovazione energetica” è risultato il più degno di nota tra i Comuni del Piemonte. E’ stato scelto per rappresentare i Comuni nel convegno internazionale “Zero Emission Comunities”. Report su Rai Tre ha parlato proprio di Mirabello, per lo Sportello amianto e le bonifiche, ma anche per la fontana leggera, i detersivi alla spina, le stoviglie biodegradabili eccetera.

tutta la Valle Scrivia nel mirino di iniziative a rischio ambiente

I Comitati hanno scattato l’allarme in tutta la Valle Scrivia per il progetto di biodigestore (energia da rifiuti e fanghi chimici: 35 mila tonnellate) tra Tortona e Castelnuovo Scrivia. Tant’è che il sindaco di Tortona si è opposto. Intanto sulla zona incombe sempre l’incubo della centrale da 49 megawatt di Casei Gerola, in attesa del responso del Tar. Ma non è finita: a Pontecurone c’è il progetto di due cave per 400 mila metri cubi di smarino amiantifero scavato per il Tav Terzo Valico. Mentre a Isola Sant’Antonio si vuole realizzare un impianto (slovacco) di trattamento rifiuti per 70 tonnellate giornaliere.

Casale contro Mirabello

Il Comitato si era già costituito dieci anni fa per bloccare la discarica. Ora a Mirabello Monferrato si profila un nuovo contenzioso per una discarica di rifiuti speciali a cascina S. Lorenzo, peraltro sponsorizzata dal comune di Casale Monferrato. Il sindaco Luca Gioanola si oppone.

si respira zolfo

Situazione insopportabile per la Cementir di Arquata Scrivia, addirittura in pieno centro storico. L’innalzamento del camino non ha affatto eliminato l’inquinamento ma l’ha solo spostato, e il Comitato ritorna a protestare.

le iniziative di Medicina Democratica all’Assemblea Nazionale

L’assemblea generale ordinaria dei soci dell’Associazione Medicina Democratica – Onlus ha discusso a Firenze:

  1. bilancio d’esercizio 2012 e deliberazioni conseguenti;
  2. promozione di campagne nazionali di Medicina Democratica con particolare riguardo a iniziative comuni e condivise con i movimenti;
  3. rilancio della iniziativa per ricordare Michelangiolo Bolognini;
  4. valutazione dello stato della rivista “Medicina Democratica”
  5. valutazione sullo stato delle vertenze legali in corso

Promozione di campagne nazionali di Medicina Democratica con particolare riguardo a iniziative comuni e condivise con i movimenti;
Vengono ripresi i temi discussi nella precedente assemblea ordinaria che si ritengono idonei ma attuati solo in parte limitata nel corso dell’anno ed in particolare : – attività di formazione sui temi ambientali e della tutela della salute (università popolari, corsi per lavoratori); – iniziative sullo stato e sugli obiettivi del servizio sanitario nazionale e sulle diverse configurazioni territoriali, tutte convergenti sulla progressiva privatizzazione dei servizi e sulla differenziazione sociale delle prestazioni; – iniziative “dal basso” sotto forma di “sportelli salute” quali forme di contatto diretto con le persone e per meglio indirizzare verso la prevenzione evitando però una forma da “patronato” ma cogliere questi momenti per meglio comprendere cosa vi è da cambiare nella funzione del Servizio sanitario pubblico; – riprendere il tema del superamento delle barriere architettoniche anche sensoriali; – rapporto con i movimenti/comitati che superi il semplice sostegno da parte di MD e coinvolgimento delle realtà della associazioni nelle reti locali; – costituzione di gruppi “nazionali” sui temi di maggiore rilevanza sia per garantire dei referenti a tutti coloro si trovino nella necessità di avere informazioni sia per evitare la dispersione delle iniziative; – selezione tra le iniziative/progetti di interesse una campagna/evento da svolgere a livello nazionale ogni anno; – il tema della sanità mentale, in primis la corretta chiusura degli OPG con un percorso individualizzato di reinserimento nella società.
La discussione prosegue per identificare le cause del mancato sviluppo di tali iniziative e su come attivarle, con particolare riferimento a iniziative in grado di autofinanziare l’associazione quali:
– sottoscrizione straordinaria;
– sportelli salute;
– collaborazioni con Punto Rosso (attività formative);
– consulenze di esperti di MD per realtà ed enti locali contro le nocività;
La discussione verte anche su diverse iniziative possibili e/o in corso al fine di :
– aumentare il contatto con i giovani;
– differenziare l’approccio con l’esterno tenendo conto che le realtà sociali sono diversificate geograficamente, se MD è nata in un contesto operaio, per esempio il centro/sud presenta una struttura sociale differente e tale per cui i temi sociali (sanità, welfare) appaiono più interessanti rispetto a quelli della tutela del lavoro In ogni caso necessita che tutte le iniziative siano rivolte a abbiano come obiettivo l’incremento dei soci in quanto ciò rende possibile sia un aumento delle attività che del finanziamento.
Rilancio della iniziativa per ricordare Michelangiolo Bolognini.
Viene comunicato che, allo stato, la cifra raccolta per la costituzione della borsa di studio in ricordo del socio Michelangiolo Bolognini è attualmente pari a 3.073,00 euro. Da quanto riferito da diversi soci le maggiori difficoltà sembrano legate al “mondo medico” apparentemente meno disponibile. Si concorda che occorre puntare maggiormente e in modo sistematico sulle realtà locali (comitati) che per anni hanno tratto beneficio dalla disponibilità e dalla attività di Michelangiolo a sostegno delle lotte locali. Si provvederà a stilare un elenco di tali realtà e a indirizzare loro una comunicazione dedicata.
Valutazione dello stato della rivista “Medicina Democratica” e discussione su iniziative da promuovere per favorirne la diffusione e allargare la partecipazione redazionale delle sezioni
La comunicazione di Luigi Mara parte dalle motivazioni economiche/fiscali connesse alla cessione dalla Coop alla Onlus per passare alle motivazioni associative di tale scelta (sono peraltro ancora in corso sia il trasferimento della registrazione della testata alla Onlus che l’apertura di un conto corrente postale per rendere più agevole la gestione delle quote associative e delle sottoscrizioni alla Onlus). Sul tema la discussione parte da una valutazione dei costi e dei ricavi (numero di soci previsti) per il 2013 tenuto conto delle uscite preventivabili. Un aspetto da affrontare dovrà essere quello di convincere gli abbonati alla rivista a diventare soci, nel prossimo numero vi sarà una lettera che invita a ciò e ne spiega il senso, si garantirà comunque l’invio della rivista a chi non intende associarsi ma verserà una sottoscrizione. Si passa inoltre ad approfondire la possibilità di affiancare alla rivista cartacea una versione digitale per favorire il contatto mediante la rete con i più giovani. Si ritiene che ciò sia possibile riversando sul sito una maggiore quantità di informazioni e contributi dalle realtà locali nonché di riflessioni di valenza nazionale rimanendo la rivista cartacea il mezzo migliore per un contatto diretto con singoli e realtà esterne alla associazione. In ogni caso dal prossimo numero sarà disponibile il file della rivista da mettere a disposizione e utilizzare per pubblicizzarla anche sulla rete (sito nazionale e blog di MD di Alessandria). Risulta importante che siano fissati degli obiettivi e dei tempi di autofinanziamento su cui far convergere le iniziative locali come una “campagna di quattro mesi” contemporaneamente attivata dalle singole realtà. In ogni caso si ribadisce la importanza di svolgere iniziative ad ogni uscita della rivista e al ruolo fondamentale e più definito delle sezioni. Rimane importante avere un riscontro delle copie effettivamente vendute e l’impegno ai diffusori di farsi carico del pagamento anticipato delle copie ritirate .
Valutazione sullo stato delle vertenze legali in corso e sui modi del coinvolgimento degli associati per future iniziative giudiziarie;
Viene presentato lo stato delle vertenze in corso. Un elenco sommario ove MD è parte civile e attiva nei procedimenti può essere enunciato come segue tenuto conto anche dei diversi grado di giudizio. Apertura prossima del processo Thyssen Krupp in Corte d’Assise ove MD è l’unica parte civile rimasta come pure lo era nelle udienze di appello. E’ in corso il processo per inquinamento ambientale ad Alessandria ai vertici Solvay degli impianti di Spinetta Marengo. Molteplici sono i processi in corso e in fase iniziale per l’esposizione e la malattia per amianto, Franco Tosi/Ansaldo di Legnano, Enel Spa di Trubigo, Pirelli Bicocca di Milano; alla Marina Militare, a Padova; alla Fibronit di Broni; alla ILVA di Taranto. Da ultimo l’esposto-denuncia presentata ad aprile 2013 per lo stato di estremo rischio ambientale dell’area dell’ex stabilimento Materit s.r.l. di Macchia di Ferrandina (MT) Altri processi che hanno al centro la nocività sul lavoro sono quelli di Mantova (Petrolchimico), alla Marlane; alla Fincantieri di Palermo; per infortuni mortali alla Fonderia Anselmi di Castelfranco Veneto. A Brindisi è in corso il processo contro la centrale a carbone Enel per inquinamento ambientale. A metà giugno è inoltre prevista l’udienza in Cassazione per il primo processo per la clinica Santa Rita di Milano mentre è in corso il secondo procedimento (“Santa Rita bis”) davanti alla Corte di Assise. Il 20 maggio è prevista l’udienza finale del processo Teksid (ex Ferriere FIAT), il 3 giugno ci sarà la sentenza ETERNIT d’Appello. Si ribadisce che le attività legali di MD derivano da una precisa scelta di campo a favore dei lavoratori e delle lavoratrici nonché delle popolazioni esposte. MD spesso si trova a dover supplire alla assenza di realtà quali i sindacati o gli enti locali in particolare nelle fasi successive al primo giudizio. L’entità dei processi che si sono cumulati nel tempo determina forti difficoltà sia economiche che di impegno per seguire i procedimenti. In alcuni casi abbiamo dovuto subire delle sconfitte come nel caso dell’Eureco ove la costituzione di parte civile non è stata accettata o nel caso, in parte, della Montefibre di Verbania , segno peraltro di un arretramento culturale da parte di alcuni magistrati sui temi del diritto alla salute, alla sicurezza e all’ambiente salubre. Nella discussione che segue e che conferma l’impostazione vengono segnalate ulteriori situazioni che meritano approfondimenti.
Altre iniziative
Sul punto vengono fornite alcune informazioni e iniziative in corso. Si segnalano i contatti con i lavoratori del San Raffaele di Milano che lottano per la difesa del posto di lavoro e per una sanità pubblica. La iniziativa di presentazione della rivista prevista per il 17 maggio a Torino. Le pressioni nei confronti dell’INAIL per la realizzazione della “Casa di Gabriella” a Firenze nell’ambito del diritto alla qualità della vita delle persone tetraplegiche e per lo sviluppo delle unità spinali. La necessità di mettere in piedi una vertenza nei confronti del ruolo dell’INAIL come ente assicuratore interessato più ai profitti che alla tutela degli infortunati e dei malati per motivi professionali. Si segnala una proposta proveniente dall’Avv. Palmisano per un convegno promosso da MD sui temi della tutela dell’ambiente e degli strumenti normativi attuali e sugli aspetti da migliorare. Il rapporto con la campagna e con l’associazione Sbilanciamoci e la possibilità di sviluppare in tale ambito i temi della salute. A tal fine Antonio Valassina propone di far parte del “panel” delle associazioni collegate con Sbilanciamoci, a tal fine occorre fare un versamento, per l’anno 2013, di 250,00 euro per poter essere inserite ufficialmente. La proposta viene approvata alla unanimità dei presenti. Aurora informa inoltre che il 13 giugno MD partecipa ad un’iniziativa a Roma sulla Sanità indetta da “NO DEBITO” Bruna Bellotti richiede la disponibilità dei soci interessati alla definizione di un questionario dedicato agli studenti universitari per favorire il contatto con loro nonché chiede sostegno per la realizzazione di un convegno sugli psicofarmaci. L’assemblea e soci si dichiarano interessati e disponibili a sostenere tali iniziative.

ad Alessandria parte il processo alla Michelin di Spinetta Marengo

Parallelamente al processo della Solvay, al Tribunale di Alessandria si sta svolgendo un altro importante procedimento: quello che vede coinvolti cinque alti dirigenti dello stabilimento, per i reati di omicidio colposo e lesioni personali gravi; diciotto operai sono deceduti – o comunque malati di tumore – a causa delle sostanze respirate durante la lavorazione delle materie prime.
Clicca qui 7 maggio: ad Alessandria parte il processo alla Michelin
Clicca qui Processo Michelin, ammesse le parti civili

Nel ricordo di Matteotti e Falcone

Nel ricordo di Matteotti contro il fascismo che torna. Nel ricordo delle vittime della strage di Capaci contro la mafia che è sempre rimasta.

NEL RICORDO DI MATTEOTTI CONTRO IL FASCISMO CHE TORNA

Si e’ svolto mercoledi’ 22 maggio 2013 a Viterbo presso il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” un incontro di riflessione in memoria di Giacomo Matteotti, nell’anniversario della nascita del martire antifascista il 22 maggio 1885. Nel corso dell’incontro sono stati letti alcuni brani da scritti e discorsi del parlamentare socialista assassinato dai sicari mussoliniani nel 1924.
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“L’uomo che sapeva dare l’esempio” e i nostri compiti oggi Al termine della commemorazione il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ribadito la necessita’ di restare fedeli all’esempio di Matteotti e di proseguirne la lotta contro il sistema dello sfruttamento, contro il regime della corruzione, contro la violenza fascista. Giacomo Matteotti e’ un autentico maestro della nonviolenza in cammino; un inflessibile oppositore della guerra; un socialista antiautoritario; un difensore nitido e intransigente della democrazia integra e progressiva; un suscitatore della consapevolezza e dell’impegno morale, civile, sociale, politico; uno strenuo sostenitore del dovere della verita’. Nel ritratto che di Matteotti scrisse Piero Gobetti all’indomani dell’omicidio e’ rievocata l’opposizione di Matteotti alla guerra, la militanza socialista avversa ad ogni demagogia ed ogni politicantismo, la difesa dei lavoratori delle campagne, l’austerita’ dei costumi, l’opposizione al fascismo: “Egli rimane come l’uomo che sapeva dare l’esempio”. E basta scorrere una qualunque raccolta degli scritti e dei discorsi di Matteotti per cogliere il rigore intellettuale, morale e politico con cui conduceva le sue inchieste e presentava le sue denunce, rischiarava le coscienze, organizzava la lotta. Dalle pagine che ancora una volta oggi abbiamo riletto emerge tutta la chiarezza e la precisione con cui ricostruiva e smascherava le violenze degli agrari, del militarismo e della guerra, degli squadristi assassini, della macchina dello stato asservita a una cricca criminale; emerge tutta l’acutezza e la profondita’ della sua analisi dell’oppressione, mirabilmente descritta ed interpretata e denunciata nelle sue premesse e nei suoi effetti, nei suoi meccanismi e nelle sue complicita’, nella sua ideologia e nelle sue pratiche scellerate; emerge tutta la grandezza del suo appello alla solidarieta’ in difesa della dignita’ umana, alla lotta contro lo sfruttamento e l’oppressione e la violenza, all’impegno per la liberazione dell’umanita’. Scriveva: “Mai come in questo periodo di tempo la legge e’ divenuta una finzione, che non offre piu’ nessuna garanzia per nessuno… Ottanta cittadini italiani sono stati in quest’anno uccisi impunemente dai cittadini che godono il privilegio fascista… Migliaia di cittadini sono stati bastonati, percossi, feriti…”. Scriveva: “Nel nome della Patria si riducono in servitu’ i tre quarti degli Italiani e si lascia che, sotto la etichetta del bene della Nazione, la nuova classe dirigente soddisfaccia interessi personali, sfoghi rancori, vendette o meschine ambizioni. E per trastullare il popolo asservito, si torna a largirgli, come nei tempi corrotti di schiavitu’ politica, lo spettacolo di feste, parate, cortei, gesti retorici…”. Sono parole che non si possono rileggere senza fremere, senza sentirne l’appello anche a noi rivolto, il richiamo ai nostri odierni doveri, alla lotta che ancora e di nuovo oggi e’ da condurre contro il regime della violenza e della corruzione, contro l’eversione dall’alto, contro i poteri criminali, contro il fascismo che torna. Come dicevamo anche nella commemorazione dello scorso anno, “possa il suo rigore morale e politico, la sua limpida onesta’ e intransigenza, illuminarci ancora nella lotta contro la guerra assassina, nella lotta contro i regimi e i poteri criminali, nella lotta per la liberazione dell’umanita’ oppressa e sfruttata, nella lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani”.
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Una breve notizia biobibliografica
Giacomo Matteotti, nato a Fratta Polesine nel 1885, laureato in giurisprudenza, militante socialista, pubblico amministratore, organizzatore dei lavoratori, parlamentare, oppositore fierissimo del fascismo, il 10 giugno 1924 venne sequestrato ed assassinato dai sicari fascisti. Tra le riflessioni e testimonianze in sua memoria particolarmente commovente il saggio commemorativo pubblicato da Piero Gobetti nello stesso 1924, dapprima su “La rivoluzione liberale” poi in opuscolo. In esso leggiamo anche la seguente lapidaria definizione di Matteotti: “Egli rimane come l’uomo che sapeva dare l’esempio”. Opere di Giacomo Matteotti: una raccolta di interventi di Matteotti e’ nel volumetto Reliquie, Dall’Oglio, Milano 1964. Opere su Giacomo Matteotti: cfr. almeno Piero Gobetti, Per Matteotti. Un ritratto, Il Melangolo, Genova 1994; cfr. anche almeno la raccolta documentaria a cura di Giuseppe Rossini, Il delitto Matteotti, Il Mulino, Bologna 1966. Dal sito de “La storia siamo noi” riprendiamo per estratti la seguente breve notizia biografica: “Giacomo Matteotti nasce a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, il 22 maggio del 1885. I Matteotti sono una famiglia benestante. Dopo il liceo, Giacomo si iscrive alla facolta’ di Giurisprudenza dell’Universita’ di Bologna, dove si laurea con una tesi in diritto penale. Le prime testimonianze della sua militanza politica risalgono al 1904, quando inizia a collaborare al periodico socialista di Rovigo ‘La Lotta’. Non sappiamo su quali letture maturi la sua fede politica, ne’ come viva i contrasti interni al partito socialista dei primi anni del secolo. I biografi di Matteotti ci raccontano che dalla fine del 1910 il giovane socialista e’ fra i protagonisti della vita politica e amministrativa di Rovigo, che nel 1912 e’ un fiero avversario della guerra di Libia, e che allo scoppio della prima guerra mondiale si schiera risolutamente per la neutralita’… Quando viene eletto deputato – nelle elezioni del 1919 -, ha notevoli competenze, acquisite attraverso l’esperienza di amministratore locale. Ma e’ con l’opposizione al regime fascista che Matteotti diviene un leader politico di livello nazionale. Come la maggior parte dei suoi compagni di partito, egli vede nel fascismo la reazione della borghesia alle lotte del movimento operaio. Vuole combattere il regime coniugando socialismo e democrazia e rivendicando l’importanza della questione morale. Nell’ottobre del 1921, al congresso socialista di Roma, la spaccatura fra riformisti e massimalisti diventa insanabile. Matteotti si schiera con i riformisti di Turati ed esce dal partito dando vita ad una nuova formazione politica: il Partito socialista unitario… Il 30 maggio del 1924 denuncia alla Camera dei deputati le violenze e i brogli elettorali che hanno portato il partito di Mussolini al 66,3% dei consensi. Nei mesi precedenti ha anche scoperto il giro d’affari che lega il fascismo alla compagnia petrolifera Sinclair Oil, ed e’ pronto a rivelarlo. Si iscrive a parlare alla Camera per la seduta dell’11 giugno, ma il giorno prima e’ rapito e trucidato dai fascisti”. Dalla voce a Matteotti dedicata nella Wikipedia riprendiamo per estratti la seguente notizia bibliografica: a) opere di Giacomo Matteotti: “La recidiva. Saggio di revisione critica con dati statistici, Milano, Fratelli Bocca, 1910; Un anno di dominazione fascista, Roma, Tip. italiana, 1923; edizione inglese: The fascisti exposed. A Year of Fascist Domination, translated by E. W. Dickes, Londra, Indipendent Labour Party Publication Department, 1924; rist. Howard Fertig, 1969; edizione tedesca: Fascismus in Italien. Grundlagen – Aufstieg – Niedergang (con Hanns Erich Kaminski), Berlino, Verlag fur Sozialwissenschaft, 1925; edizione francese: Une annee de domination fasciste, Bruxelles, Maison nationale d’edition, 1924; Il fascismo della prima ora. Pagine estratte dal “Popolo d’Italia”, Roma, Tipografica italiana, 1924; Reliquie, Milano, Corbaccio, 1924; Contro il fascismo, Milano-Roma, Avanti!, 1954; Discorsi parlamentari, 3 voll., Roma, Stabilimenti tipografici Carlo Colombo, 1970; Scritti e discorsi, Milano, Aldo Garzanti, 1974; Scritti e discorsi, Venezia, Marsilio, 1981; Scritti sul fascismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1983; Giacomo Matteotti 1885-1985. Riformismo e antifascismo. Scritti e discorsi, testimonianze, contributi, Roma, Ediesse, 1985; Lettere a Velia, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1986; Sulla scuola, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1990; Sul riformismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1992; Lettere a Giacomo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 2000; Scritti giuridici, 2 voll., a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 2003; La questione tributaria, a cura di S. Caretti, Manduria, P. Lacaita, 2006; Scritti economici e finanziari, a cura di S. Caretti, 2 voll., Pisa, Plus, 2009; L’avvento del fascismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Plus, 2011; Epistolario: 1904-1924, a cura di S. Caretti, Pisa, Plus, 2012″; b) opere su Giacomo Matteotti: “Luigi Cyaheled, Matteotti e’ vivente, Napoli, Casa Editrice Vedova Ceccoli & Figli, 1924; Giuseppe Rossini (a cura di), Il delitto Matteotti tra il Viminale e l’Aventino, Bologna, Il Mulino, 1968; Antonio G. Casanova, Matteotti. Una vita per il socialismo, Milano, Bompiani, 1974; Ives Bizzi, Da Matteotti a Villamarzana. 30 anni di lotte nel Polesine (1915-1945), Treviso, Giacobino, 1975; Stefano Caretti, Matteotti. Il mito, Pisa, Nistri-Lischi, 1994; Mauro Canali, Il delitto Matteotti. Affarismo e politica nel primo governo Mussolini, Bologna, Il Mulino, 1997; Valentino Zaghi, Giacomo Matteotti, Sommacampagna, Cierre, 2001; Omaggio a Matteotti nell’ottantesimo anniversario della morte (1924-2004), a cura di Matteo Monaco. Roma, Ulisse, 2005; Mauro Canali, Il delitto Matteotti, Bologna, Il Mulino, 2004; Stefano Caretti, Il delitto Matteotti tra storia e memoria, Manduria- Bari-Roma, Lacaita Editore, 2004; Nunzio Dell’Erba, Matteotti: azione politica e pensiero giuridico, in “Patria indipendente”, 28 maggio 2004, a. LIII, nn. 4-5, pp. 21-23; Stanislao G. Pugliese, Fascism, Anti-fascism, and the Resistance in Italy: 1919 to the Present, Rowman & Littlefield, 2004; Enrico Tiozzo, La giacca di Matteotti e il processo Pallavicini. Una rilettura critica del delitto, Roma, Aracne, 2005; Gianpaolo Romanato, Un italiano diverso. Giacomo Matteotti, Milano, Longanesi, 2010; Giovanni Borgognone, Come nasce una dittatura. L’Italia del delitto Matteotti, Bari, Laterza, 2012″.

Il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo

NEL RICORDO DELLE VITTIME DELLA STRAGE DI CAPACI

Si e’ svolto nella mattinata di giovedi’ 23 maggio 2013 a Viterbo presso il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” un incontro in memoria delle vittime della strage di Capaci del 23 maggio 1992. * Nella giornata in cui si fa memoria delle vittime della strage di Capaci – ha detto il responsabile della struttura nonviolenta viterbese – ogni persona di volonta’ buona ed ogni istituzione democratica rinnova un impegno ineludibile: l’impegno a contrastare il potere mafioso. Ma questo impegno richiede limpidezza di comportamenti e rigore di ragionamento; esso non si esplica con la retorica di circostanza e le trovate spettacolari, esso non ammette ambigue alleanze e vili disattenzioni, complici indifferenze e chiassose distrazioni. L’impegno a contrastare il potere mafioso richiede la rottura delle contiguita’ con quanto al potere mafioso e’ funzionale e quanti vi sono collusi; richiede la fine della subalternita’ agli stili di pensiero, ai modelli di condotta e alle concrezioni di potere che col potere mafioso hanno stretto patti, raggiunto accordi sia pur taciti, e con esso hanno affinita’ ideologiche ed omologie di metodo e fini, intrattengono scambi di favori ed intrecci di costumi, occulte o flagranti cointeressenze pratiche. In una parola: la lotta alla mafia richiede la fine dei proclami generici e l’adozione di analisi, scelte, iniziative adeguate e concrete: ovvero la teoria e la pratica che nessuno meglio del Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato” di Palermo ha saputo elaborare, proporre, attuare. Nella giornata in cui si fa memoria delle vittime della strage di Capaci questo va detto in primo luogo: che opporsi alla mafia e’ dovere di tutti. Che opporsi alla mafia implica altresi’ opporsi al sistema dello sfruttamento, al regime della corruzione, all’eversione dall’alto, al fascismo che torna. Che opporsi alla mafia implica riconnettersi alla Resistenza antifascista ed al suo frutto migliore: la Costituzione della Repubblica Italiana e il suo progetto di democrazia progressiva. Che opporsi alla mafia significa continuare sempre ed ovunque la lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera, per la liberazione dell’umanita’. La nonviolenza, che e’ la lotta di liberazione dell’umanita’ contro tutte le menzogne e le violenze, e’ in cammino. La nonviolenza, che e’ l’antifascismo vivente, che e’ l’antimafia coerente, che e’ l’antibarbarie in azione, convoca alla lotta per un’umanita’ di persone libere ed eguali in diritti. Nel nome e nel ricordo delle vittime della strage di Capaci. Nel nome e nel ricordo di tutte le persone che si sono opposte alla violenza. Nel nome e nel ricordo di tutte le persone che hanno lottato per la dignita’, l’uguaglianza e la liberta’ di tutti gli esseri umani. La mafia puo’ essere sconfitta, quindi deve essere sconfitta. La nonviolenza e’ piu’ forte.

Il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo

Unione Europea: smaltimento definitivo dell’amianto entro il 2028

Il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione per una strategia comune per lo smaltimento definitivo dell’amianto, fissando al 2028 la scadenza per il suo completamento.

La risoluzione si articola in una serie di proposte, tra le quali:

  • introduzione di un registro pubblico degli edifici degli Stati membri contenenti amianto;
  • sostegno alle associazioni delle vittime;
  • definizione di una tabella di marcia degli interventi e la garanzia che gli ispettori che operano sul campo siano dotati di attrezzature di protezione adeguate e che gli addetti alla rimozione siano sufficientemente qualificati.
Ecco il commento del relatore al testo: “Le ultime generazioni di lavoratori non sono necessariamente consapevoli dei pericoli che corrono. Perciò sollecitiamo la Commissione a presentare una direttiva specifica che assicuri che il personale addetto alla rimozione riceva una formazione adeguata”. “Molte persone sono convinte che ci siamo definitivamente sbarazzati dell’amianto negli anni novanta, quando sono stati dimostrati i suoi effetti dannosi per la salute umana. Nonostante la messa al bando estesa a tutta l’Europa nel 1999, però, nel nostro continente e nel resto del mondo ci sono ancora milioni di edifici, uffici, navi e tubature che contengono amianto. Sembra incredibile, ma perfino la sede di questo parlamento contiene ancora amianto, che la settimana scorsa ha provocato un po’ di paura. Grazie all’ampia maggioranza che ha sostenuto la mia relazione, abbiamo mandato un forte messaggio alla Commissione europea, che ora deve agire”.
Si profila pertanto la data ultima di presenza dell’amianto negli edifici, già oggi messo al bando ma per il quale non sussiste nessun obbligo concreto di rimozione. Dal 2028 l’amianto sarà fuori legge ed entro tale data dovrà essere necessariamente smaltito.

post scriptum

Pare che il licenziamento del PR non sia in tronco: non è nello stile della multinazionale ( con le eccezioni ma per rappresaglia di Berto e Alessandrini o di Balza e Spinolo peraltro annullato dalla Magistratura). Pare infatti che a Novelli, di fatto esautorato dall’incarico, sia stato dato il tempo strettamente necessario per trovare una collocazione fuori dal Gruppo. Di qui la voce, non smentita, di una assunzione al Comune di Alessandria, in virtù della “comunanza” con la Solvay, già consolidatasi prima con Repetto e poi con Borsi all’Amag. In seno alla Giunta però pare che non tutti siano concordi a considerare l’infelice sponsorizzazione di Solvay alla Stralessandria come un mero incidente di percorso.

Solvay ammette le proprie azioni dolose pur di far fuori la testimone

Qui sotto le cronache dell’udienza 22 maggio di La Stampa, Alessandrianews, Pennatagliente, I cittadini prima di tutto, Radiogold e altri giornali. Di seguito un nostro commento non ripreso da tutti gli organi di informazione.
Scommettiamo? Cento a uno, che la dottoressa Chiara Cataruzza si avvarrà della facoltà di non rispondere, uscendo di fatto dal processo quale testimone pericolosissimo sia per Ausimont che per Solvay apparentemente avversari. A dimostrazione (ennesima) che l’eccezione della Solvay alla sua partecipazione come teste, e tramite il paradosso giuridico di indicarla addirittura come imputata dei capi d’accusa, con tanto di prove, era stata preventivamente preparata con l’Ausimont e Cataruzza. A dimostrazione che Solvay e Ausimont fingono di litigare tra loro, come i ladri di Pisa. Scommettiamo?
Clicca qui La Stampa “Ausimont e Solvay cercano di scalzare il testimone scomodo”.
Clicca qui I cittadini prima di tutto
Clicca qui Radiogold “Polo chimico: Solvay sferra l’attacco”
Clicca qui Alessandrianews “Interrogatorio blindato per la teste chiave dell’accusa ”
Clicca qui Pennatagliente
Clicca qui La Stampa “Avvelenamento doloso. Solvay tira in ballo gli enti: Sapevano dell’acqua ai privati”
Clicca qui Corriereal “Processo polo chimico: scommettiamo?”

Leggi tutto “Solvay ammette le proprie azioni dolose pur di far fuori la testimone”

licenziato il PR solvay per il boomergang pubblicitario della stralessandria

Giungono, direttamente dal quartier generale di Bruxelles riunitosi d’urgenza, le voci del licenziamento di Fabio Novelli da PR Public Relations della multinazionale, dopo che la popolazione ha contestato Solvay -sotto processo per inquinamento- quale indigeribile sponsor della corsa podistica con 5.000 partecipanti. La costosissima sponsorizzazione si è rivelata un flop mediatico, una pubblicità negativa per l’azienda belga. I sindacati non impugneranno il licenziamento. Le maestranze pronte allo sciopero. Nessuna smentita all’assunzione di Novelli al Comune di Alessandria.
Clicca qui Barbara Tartaglione “L’Input della contestazione”
Clicca qui Lino Balza “Non ci siamo adoperati per nulla”
Clicca qui Alessandrianews “Protesta contro la sponsorizzazione Solvay”
Clicca qui Roberto Gilardengo “La corsa che unisce e lo sponsor che divide”
Clicca qui Emma Camagna “Attesi maltempo e grillini che vogliono oscurare il logo Solvay”
Clicca qui  Ettore Grassano “Alessandrini, ignavi che nascondete la testa nella sabbia”
Clicca qui Pennatagliente “Boomerang pubblicitario”
Clicca qui  Lumina e Malerba “StrAlessandria: invito a coprire lo sponsor”

Cosa non si fa per soldi. L’omertà delle testimoni al processo Solvay

Clicca qui Pennatagliente “Il PM incrimini le testi per falsa testimonianza”
Clicca qui Tuononews “In aula si scoprono altri segreti”
Clicca qui Alessandrianews “Spuntano le prime intercettazioni telefoniche”
Clicca qui Radiogold “Le doppie versioni dei documenti”
Clicca qui Il Piccolo “Amag fornì analisi incomplete”
Clicca qui La Stampa “Solvay, 8 anni per capire che l’area era inquinata”
Clicca qui La Stampa “Spinetta, acqua gratis in cambio del silenzio su eventuali danni”
 
“Io le arresterei” ha mormorato il pubblico nell’aula del Tribunale di Alessandria. Ma la Presidente della Corte di Assise, con abbondante equilibrio, non ha dato questa soddisfazione. Così sono state portate a termine, nell’udienza del 13 maggio, le testimonianze di Caterina Di Carlo e Valeria Giunta, che pur avevano giurato di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità.


Caterina Di Carlo, con tutti i suoi “Non so”, “Non ricordo”, è stato battezzata “la smemorata di Spinetta”, surclassando il famoso “smemorato di Collegno”. Facendo suo il proverbio, la colta “ingegnere ambientale” di collegamento fra l’imputato Canti e il quartier generale di Bruxelles ha preferito passare da ignorante piuttosto che da brigante, a giustificare così l’elevato livello retributivo. A scuola, a forza di insistere a insegnarle ingegneria ambientale, le avevano fatto odiare l’ambiente.

Valeria Giunta, la “gola profonda” delle intercettazioni telefoniche, in aula è diventata afona. Al telefono, nel 2008, gridava che “sono veramente bastardi”, “io non voglio finire in galera”, “vi metto nella merda più totale”. In aula non ha rivelato quali segreti minacciava i suoi capi di voler svelare, e in cambio di che cosa. Ma bastano e avanzano le intercettazioni riprese dal pubblico ministero Riccardo Ghio, per qualificare la responsabile del laboratorio aziendale stretta collaboratrice degli imputati. Quando l’imputato Canti la induceva a “non scrivere quel risultato compromettente” o le ordinava analisi (pozzo 8, spacciato per potabile) in doppia versione, una per l’interno e l’altra falsa per gli Enti esterni. Quando scriveva sul diario (sequestrato dai carabinieri) che il cromo era stato nascosto sotto bitume e cemento. Quando compativa gli operai che erano costretti ad effettuare le analisi senza strumenti protettivi: “Io se fossi l’operatore, li denuncerei”. Quando discuteva come “distruggere i tabulati analitici” o consegnava i dati sensibili tramite chiavetta pen drive piuttosto che via e-mail “perché non restasse traccia”, quei dati che definiva “fuori dal mondo” mentre all’esterno “è sempre stato detto che tutto va bene”, i dati magari di un anno prima spacciati per l’anno dopo (1968). Quando gli avvocati difensori la invitavano a distruggere la relazione in mail dopo l’interrogatorio del Pubblico Ministero. Anche da questa udienza, la Giunta sarà uscita convinta di esclamare di nuovo: “Ho praticamente salvato la società Solvay”. Mi sa che la Corte sia invece del nostro avviso.
Interessanti saranno eventualmente le deposizioni degli interlocutori da lei citati nelle intercettazioni telefoniche: l’”orsone” Gianni Pasero, il fidato Giuseppe Merlassino detto Pino, l’odiata Patrizia Maccone, Stefano Albera, Fulvio Gualco, Marco Contino, Paolo Bessone, Bruno Lagomarsino, “quel deficiente di Panaro”, “quell’incapace” del direttore Stefano Bigini, Luigi Guarracino, Allegreschi, Lodone, Girolomoni, Giancarlo Vasori, Marco Colatarci, avv. Bagnoli, Giuseppina Pavese dell’Arpa eccetera.

Ennesimo incidente alla Solvay di Spinetta Marengo

Da noi rivelata alla stampa: l’operaio di una ditta d’appalto, dunque un operaio di serie C senza tuta di protezione antinfortunistica, martedì è stato investito da acido solforico e mandato all’ospedale. L’incidente fa parte di una serie di anomalie del nevralgico impianto Monomeri, che nelle settimane scorse abbiamo puntualmente denunciato.
Ennesima smentita della buona fede della Solvay al processo.
clicca qui La Stampa

responsabilità penali e/o responsabilità morali nel processo Solvay, prossima udienza il 13 maggio con testi d’eccezione

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“Sono banditi”. I commenti si infittiscono man mano che scorrono i testimoni (ARPA, NOE) nel processo Solvay in Corte d’Assise ad Alessandria: “agivano come una banda, in concorso fra loro.

sotterravano tonnellate di rifiuti tossici e cancerogeni in discariche dentro e fuori lo stabilimento e scaricavano nelle falde acquifere dell’acquedotto cittadino e in Bormida, per non dire degli scarichi nell’aria, davano da bere l’acqua avvelenata ai lavoratori e agli abitanti, sottraevano e nascondevano e falsificavano i documenti e le prove compromettenti, fabbricavano doppie versioni, alteravano i computer, ingannavano gli enti pubblici, minimizzavano gli allarmi, evitavano le manutenzioni urgenti, non dichiaravano né affrontavano le emergenze, fingevano di fare bonifica con barriera idraulica. Però tutte queste attività dolose –proseguono sempre più corrosivi i commenti- non erano opera solo dei padroni belgi, comprensibili perché così guadagnavano miliardi , ma anche di più modesti dirigenti, stipendiati adeguatamente e indifferenti al fatto delittuoso che stavano avvelenando i colleghi di lavoro”.
Si pensi che le acque di Alessandria erano avvelenate da almeno 20 sostanze fino a migliaia di volte i limiti di legge. Lo sono ancora oggi. Ci sono inoltre responsabilità morali a carico della connivenza di quadri e impiegati, mentre perfino operai tacevano per paura. Accanto ci sono le responsabilità penali che il processo sta giudicando per otto imputati, per alcuni dei quali abbiamo già fornito un profilo: da Bernard de Laguiche il padrone belga, a Carlo Cogliati il mega presidente, fino a Giorgio Canti il nasconditore degli scheletri negli armadi del famoso “archivio Parodi” e fido del deus ex machina Giorgio Carimati, mentre Paolo Bessone faceva da trait d’union tra i vertici belgi e i giornalisti e i sindacalisti “da addolcire”. Sarà interessante nella prossima udienza del 13 maggio ascoltare i convocati testimoni: Caterina Di Carlo per il suo ruolo determinante a fianco di Carimati e Canti, e Valeria Giunta responsabile in prima linea del laboratorio di igiene industriale, che qualche affanno sulla coscienza dovrebbero provarlo. Inoltre, nella recente deposizione dell’investigatore Francesco Ammirata (carabinieri NOE) sono stati citati testimoni attivi in ripetuti episodi di reato, come Fausto Pavese, Luigi Guarracino, Bruno Lagomarsino, Cosimo Corsa, Stefano Albera, Ermanno Manfrin, Fulvio Gualco, Alessandro Cebrero, Marco Contino ecc. Insomma, ci sono protagonisti in carne ed ossa in questo processo, a cominciare dagli ammalati e dai parenti dei defunti parti civili, mentre sui giornali si parla sempre di Solvay senza fare nomi, come se Solvay fosse una entità astratta.

StrAlessandria: Solvay e Comune come i ladri di Pisa. Fanno finta di litigare in Tribunale e in Piazza corrono insieme.

Clicca qui Corriereal “Cari corridori della StrAlessandria…correte in Tribunale!”
Clicca qui Il Piccolo “Maglietta Solvay ma era il caso?”
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Clicca qui Città Futura “StrAlessandria:scopriamo la città, copriamo lo sponsor”
Clicca qui La Stampa “Alla StrAlessandria con la t-shirt Solvay?”
Clicca qui La Pulce on line “Sponsor nemico della StrAlessandria?”

Mi rivolgo a voi che partecipereste alla StrAlessandria 2013. La corsa è una gran bella iniziativa sportiva della nostra città, con una forte partecipazione della cittadinanza giovanile, che sa che lo sport fa bene alla salute. Ma avete pensato che correreste con una maglietta che sponsorizza Solvay? Avete pensato che voi sponsorizzereste la più grande azienda chimica presente sul nostro territorio, quella che da mesi è alla sbarra in Corte d’Assise del Tribunale di Alessandria nel processo in cui sono imputati 8 dei suoi massimi dirigenti per inquinamento doloso delle falde dell’acquedotto cittadino e dolosa omessa bonifica? Consiglio di controllare l’etichetta delle bottiglie di acqua che verranno distribuite per dissetare i corridori, che non riportino la dicitura “sorgente Solvay”, potrebbe essere dopante anzi letale. Mi chiedo se voi, donne uomini bambini che partecipereste a questa corsa, siete a conoscenza di quanto accade nella vostra città. Venite a vedere la realtà drammatica, che coinvolge anche la vostra salute, negli occhi degli ammalati e dei famigliari dei defunti che sono in aula del Tribunale. O vi fate circuire dalla propaganda Solvay con la sua pubblicità ricca di belle immagini e slogan in cui essa afferma di avere e condividere con la popolazione valori per migliorare la qualità della vita? Non sono insultanti queste affermazioni? Sono davvero gli stessi interessi che condividiamo noi cittadini che invece pretendiamo un ambiente salubre e la tutela della salute? Piuttosto che correre con la maglietta Solvay, pagata dalla Solvay, in una corsa pagata dalla Solvay, io invito la cittadinanza a recarsi, sarebbe bello correndo, presso il Tribunale ove si svolge il processo, a presenziare alle udienze alle quali mi troverete sempre, per ascoltare quel che dicono gli avvocati della difesa e dell’accusa mentre si alternano negli interrogatori ai testimoni. Fatevi un’idea con la vostra testa. È arrivato il momento di scegliere da che parte stare, se veramente vogliamo fare qualcosa per il benessere del futuro di tutti noi. Senza la salute non esiste il lavoro, è un’equazione fondamentale e pertanto non possiamo non indignarci davanti a cotanta indifferenza. Sarà meglio correre verso il nostro futuro!

Barbara Tartaglione – Medicina democratica Movimento di lotta per la salute Sezione provinciale di Alessandria.

Solvay E La Banda Di Malfattori

…per i quali  i malati e i familiari dei defunti usano definizioni ben più
pesanti.
Clicca qui Pennatagliente “Processo Solvay: udienza del 6 maggio”
Clicca qui Alessandrianews Maffiotti: “inquinanti ancora oltre i limiti”
Clicca qui La Stampa “Così a Spinetta celavano i veleni”
Clicca qui La Stampa “Bonifica del polo chimico? Servono da 10 a 20 anni”
Clicca qui Il Piccolo “Caso Solvay: Erogata acqua nociva all’uomo”
Clicca qui Tuono News “Processo polo chimico”

per la salvezza della Solvay serve un piano industriale

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Il futuro dello stabilimento chimico della Solvay di Spinetta Marengo sta in una vera bonifica, altrimenti chiuderà. Per la salvezza serve un piano industriale quale quello messo a punto da Medicina democratica per la Solvay di Rosignano (Livorno).
Infatti il conflitto che in Alessandria oppone la multinazionale belga alle Parti civili e al Pubblico ministero ha la sua ragione di essere notevole.
E’ nell’eventualità di una condanna anche a 15 anni di reclusione per i suoi otto dirigenti. E’ soprattutto nella preoccupazione per i costi economici che discendono dalla condanna. Non quelli dei risarcimenti alle parti lese: per un colosso internazionale sono inezie, in conto rischi e facilmente assorbibili rispetto agli utili astronomici di una impresa leader mondiale. Il vero costo, invece, una bella botta per gli azionisti di Bernard de Laguiche, sarebbe la condanna a pagare la bonifica di un milione di metri cubi di veleni tossici e cancerogeni, una ventina, tra i quali il cromo esavalente non è neppure il più micidiale, sotterrati sotto e accanto alla fabbrica. Bonificare significa togliere dal terreno la massa velenosa che altrimenti continuerà a sciogliersi nella gigantesca falda acquifera sottostante. Una spesa considerevole anche per azionisti che in dieci anni hanno pur collezionato utili stratosferici. Quando i belgi nel 2002, al termine di una lunga e complessa contrattazione, hanno comprato lo stabilimento bacato e conveniente, sapevano perfettamente, come tutti, dal primo cittadino all’ultimo operaio, meglio di tutti: come dimostrano la documentazione sequestrata e le intercettazioni telefoniche, sapevano questa drammatica situazione di inquinamento. Ecco che, piuttosto che estrarre i veleni dai terreni, piuttosto che estrarre i miliardi dalle loro tasche, hanno ordinato ai propri dirigenti di nascondere discariche e analisi e imbrogliare gli enti pubblici, cioè commettere reati, scientemente, con dolo: proprio come segnano i capi di imputazione: “avvelenamento doloso delle acque e dolosa omessa bonifica”. Ecco che poi, nel 2008, scoppiato il bubbone pubblico, avviato il procedimento penale, hanno proposto una bonifica finta, assai meno costosa (dai 2,5 ai 12 milioni, secondo le indiscrezioni di stampa). Hanno subito trovato una sponda giusta in Lorenzo Repetto, allora presidente dell’Amag, per un finto piano di bonifica costoso per gli enti pubblici e inutile: una impossibile “sciacquatura” delle acque avvelenate prelevate dalla falda, come raccogliere con un cucchiaio l’acqua dal lago. E’ inquietante il ruolo di faccendiere che emerge anche dalle intercettazioni, ma altresì sconcertò la compiacenza del Comune (sindaco Fabbio) a questo “piano Amag” di cui ora tutti ridono ma allora sputtanato solo da noi. Ora Solvay e alcuni sindacalisti e politici dicono: la vera bonifica non è possibile, costa troppo all’azienda che minaccia di chiudere la fabbrica. Il classico ricatto occupazionale. Dura da sempre: da quanti decenni rivendicammo l’Osservatorio ambientale della Fraschetta con al primo punto la richiesta delle indagini idrogeologiche ed epidemiologiche? Se i politici ci avessero ascoltato, oggi non saremmo a questo punto. A questo punto è comprensibile la disinvoltura della dispendiosa campagna mediatica “Operation adoucir les journalistes” orchestrata da Paolo Bessone, ovvero la foga con cui Solvay si sta battendo in Corte d’Assise per evitare una onerosa condanna ai suoi azionisti, ingaggiando in aula più famosi avvocati d’Italia e umiliando ammalati e parenti dei defunti. Mentre attende con preoccupazione che la Magistratura apra il secondo filone processuale per i gravissimi inquinamenti da PFOA, PFIB ecc. a danno di lavoratori, cittadini e ambiente, come documentato dai nostri esposti anche con le analisi del sangue dei dipendenti.

il dramma PFOA alla Solvay

Il Piccolo ha appena pubblicato –clicca qui– interviste sul dramma vissuto dai dipendenti Solvay a causa del PFOA. E’ un inquinante organico assunto per via alimentare, cancerogeno e mutageno, quotidianamente scaricato dalla Solvay di Spinetta Marengo in Bormida e rinvenuto alle foci del Po, non a caso monitorato nel sangue di donne fertili in un progetto finanziato dalla Comunità Europea (ma non ad Alessandria, che è l’area più interessata da questo veleno industriale).
La denuncia partì da Medicina Democratica ed è ripetutamente riproposta: su questo blog potete contare nella colonna “Argomenti” ben 43 interventi sul PFOA.
Ad esempio clicca qui la relazione svolta da Lino Balza presso l’Auditorium del Liceo Scientifico Leibniz di Bormio.
Scarso rilievo hanno ottenuto le nostre denunce sui giornali locali.

Ogm alla Roquette di Cassano Spinola

Cosa dirà il nuovo ministro dell’ambiente? Quello vecchio ha definito “un rischio trascurabile” l’utilizzo di un microrganismo geneticamente modificato OGM nella nuova produzione di acido biossunico (per sacchetti biodegradabili). Per le associazioni ambientaliste invece l’OGM rischia di contaminare il sito di importanza comunitaria dello Scrivia.

L’allegra gestione dell’azienda acqua e gas

Cacciato da assessore al bilancio del Comune di Alessandria e subito nominato presidente dell’AMAG, Pietro Bianchi si è sbilanciato a promettere azioni penali per danni contro il predecessore Lorenzo Repetto (350 mila euro all’anno di stipendio). Tra le accuse: le consulenze d’oro… 1,7 milioni di euro al geometra… 24 mila alla giornalista… 154 mila all’avvocato…. 24 mila all’ingegnere ecc., le sponsorizzazioni sportive… molto sportive ,i viaggetti all’estero, le colazioni da 1.000 euro, i contratti esterni capestro, gli impianti “turboespansori” fasulli ecc.

Solvay elimina i veleni a Spinetta Marengo?

Guarda qui e in particolare ascolta, nell’intervista del suo direttore pinocchio e imputato, quanto Solvay sia impegnata alla tutela dell’ambiente di Spinetta Marengo. A noi risulta invece che la multinazionale belga sia sì “impegnata” ma a difendersi nel processo in corso (avvelenamento doloso delle acque e dolosa mancata bonifica, bonifica che a tutt’oggi non ha fatto un passo in avanti) e a prepararsi al prossimo processo per inquinamento dell’aria, di fronte a centinaia di parti civili: ammalati e parenti dei defunti. Per quanto riguarda il fotovoltaico ci si dimentica che fu proprio Medicina democratica ad avviare una campagna di denuncia della massiccia presenza di amianto sui tetti dello stabilimento, veleno tra i veleni. E che altre migliaia di metri quadri di eternit restano ancora lì.

Solvay: a Bussi come a Spinetta

Tutti rinviati a giudizio i 19 imputati per il disastro ambientale dello stabilimento Solvay (ex Ausimont) di Bussi: l’acqua di falda presenta valori di contaminazione centinaia di migliaia di volte superiore ai limiti di legge per composti tossici e cancerogeni. Il processo da Settembre in Corte di Assise a Chieti. Alcuni sono imputati anche nel processo di Alessandria: Carlo Cogliati e Salvatore Boncoraglio. Altri hanno ricoperto ruoli dirigenti anche a Spinetta Marengo: Maurilio Aguggia, Nicola Sabatini, Luigi Guarracino, Bruno Parodi, Leonardo Capogrosso.

telefonini e tumori

L’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, organismo scientifico dell’organizzazione mondiale della sanità, pubblica il razionale scientifico che documenta, in base alle evidenze epidemiologiche mondiali, il nesso fra tumori cerebrali ed esposizioni ai campi elettromagnetici a radiofrequenza e, in particolare, quelli generati da telefoni cellulari e cordless. Clicca qui.

Borioli e Fornaro deputati indecenti

Hanno presentato in parlamento una interpellanza sul Tav Terzo Valico.
Vi riportiamo un commento appropriato.
E’ stata presentata in Parlamento una interpellanza sul Terzo Valico firmata da tre componenti del PD, ossia Stefano Esposito, Daniele Borioli e Federico Fornaro. Anzitutto sorprende la mancanza di decenza da parte dei due alessandrini che si aggregano a quell’Esposito di Torino che si distingue per la sua intolleranza, arroganza e odio nei confronti degli abitanti della Val di Susa.

Non aggiungo altro su Esposito se non la considerazione che a lui si adatterebbe benissimo il detto “Un bel tacer non fu mai scritto”, non certo per mancanza di liberalità ma per le sue continue altezzose e ricercate provocazioni. Andare a chiedere a questo individuo favorevolissimo all’Alta Velocità di firmare un documento relativo alla moratoria Terzo Valico sinceramente ci sorprende per la totale mancanza di pudore. Infatti questo blando documento che non fa alcun accenno agli espropri in corso, alle frenetiche attività genovesi per partire al più presto, richiama continuamente come esempio da seguire (sic!) la linea devastatrice della Val di Susa. Un esempio: Un modello da perseguire è quello della Val di Susa ove “si armonizza il processo di progettazione e realizzazione della nuova linea ferroviaria AC Torino-Lione con le esigenze di tutela e valorizzazione dell’ecosistema e delle comunità locali “ Occorre puntare “all’attuazione di un analogo strumento di concertazione che accompagni il processo di completamento della progettazione e di realizzazione della linea ferroviaria AV/AC Genova-Milano, tratta denominata “Terzo Valico”, che presenta caratteristiche dimensionali, finanziarie e di complessità ambientale del tutto simili alla linea ferroviaria AC Torino-Lione”. Il documento prosegue – senza che mai appaiano parole come espropri, amianto, traffico, cave, spreco di miliardi, priorità, inutilità dell’opera, alternative, ecc. – con l’invito a “demandare all’Osservatorio Tecnico la valutazione, l’approfondimento e le decisioni inerenti le ulteriori istanze avanzate dai Comuni, in particolare in relazione agli aspetti di maggior tutela della salute e dell’ambiente e ai processi di armonizzazione tra gli obiettivi di sistema dell’opera e le sue possibili ricadute positive sul piano dello sviluppo territoriale locale”. Brrr, si drizzano i capelli in testa a leggere ’ste cose: ma chi glel’ha dettate ? Chiappe-Revello?
Antonello Brunetti

il nobel alla strategia rifiuti zero

Negli Stati Uniti è stato assegnato al nostro Rossano Ercolini, uno dei principali promotori della strategia Rifiuti Zero, il Goldman Environmental Prize, un vero e proprio nobel dell’ambientalismo, che ha premiato sei figure internazionali impegnate nella difesa dell’ambiente e della qualità della vita. Clicca qui.

Messaggio per i soci

E’ convocata l’ assemblea generale ordinaria dei soci di Medicina Democratica alle ore 10 del 4 maggio 2013 a Firenze, via Luigi Alamanni 32R, presso il Dopolavoro Ferroviario (DLF) I punti all’ordine del giorno sono i seguenti:
  • discussione e approvazione del bilancio d’esercizio 2012 e deliberazioni conseguenti;
  • eventuali proposte di integrazioni del Consiglio Direttivo;
  • promozione di campagne nazionali di Medicina Democratica con particolare riguardo a iniziative comuni e condivise con i movimenti;
  • rilancio della iniziativa per ricordare Michelangiolo Bolognini;
  • valutazione dello stato della rivista “Medicina Democratica” alla luce della -acquisizione della testata da MD Coop e alla sua valenza di organo della associazione; discussione su iniziative da promuovere per favorirne la diffusione e allargare la partecipazione redazionale delle sezioni;
  • valutazione sullo stato delle vertenze legali in corso e sui modi del coinvolgimento degli associati per future iniziative giudiziarie.