Il governo blinda il Tav Terzo valico. Un commento di Antonello Brunetti: clicca qui
Dal “falso invalido” al “falso cieco”
Quello del “falso invalido” è un tema troppo ghiotto per la politica e per i media nell’era della crisi, e non vi si può rinunciare perché esso definisce agli occhi dell’opinione pubblica uno dei “nemici”, “colpevoli della crisi stessa”. E quando arrivano i dati veri, meglio cambiare strategia e puntare allora sul “falso cieco”, per mantenere aperta una “caccia” che dura ormai da anni»
PD contro PD, Felice Casson: “sospendere l’acquisto degli F35, i soldi ai lavoratori”
Il vicepresidente della Commissione Giustizia del Senato ha presentato una mozione firmata da altri 17 senatori del Partito Democratico. Spaccatura nel PD. Clicca qui
Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana
Si adoperi l’Italia per la pace che salva le vite. Clicca qui
respinto il ricorso contro il licenziamento di Riccardo Antonini
E’ immensa l’indignazione di fronte all’ingiusta sentenza del giudice del lavoro di Lucca Nannipieri che ha respinto il ricorso di Riccardo Antonini per il reintegro nel suo posto di lavoro in ferrovia. Con questa vergognosa sentenza è stata scritta l’ennesima pagina antioperaia con la quale si è fatto strame dei diritti di libertà fondamentali ed indisponibili di ogni lavoratore, lavoratrice e cittadino/a.
Chiediamo agli eletti che fanno riferimento alla classe operaia – nelle istituzioni ad ogni livello, dal Comune di Viareggio al Parlamento nazionale a quello europeo, di denunciare il contenuto di questa sentenza antidemocratica, lesiva dei diritti umani, tramite interrogazioni nelle rispettive sedi istituzionali, con la richiesta al vertice delle Ferrovie dello Stato di revocare/annullare il licenziamento inflitto per rappresaglia a Riccardo Antonini con la contestuale Sua piena reintegra nel posto di lavoro e nella retribuzione.
Medicina Democratica nazionale, in accordo con la sua Sezione di Viareggio e con l’Assemblea 29 Giugno della stessa città, promuoverà una petizione nazionale, coinvolgendo la più ampia base
di lavoratori, lavoratrici, movimenti, associazioni, comitati, popolazioni autoorganizzate, per sostenere la predetta richiesta alla direzione delle F.S. di revoca/annullamento del licenziamento di
Riccardo Antonini. Sosterremo tutte le iniziative di mobilitazione e lotta per conseguire la reintegra nel lavoro e nella retribuzione del lavoratore Riccardo Antonini colpito in modo così grave ed indelebile, pena subire ulteriori attacchi ai diritti fondamentali di ogni lavoratore e lavoratrice. Sosterremo concretamente il lavoratore nell’impugnazione della sentenza avanti la Corte d’Appello di Firenze, Sezione Lavoro. La vergognosa sentenza subordina la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro a potenti e poteri forti. E’ una sorta di istigazione a penalizzare salute, sicurezza ed ambiente. E’ una sentenza che avrà pesanti responsabilità sulla vita dei lavoratori, dei viaggiatori e dei cittadini come le 32 Vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009.
Lo stillicidio di morti sui binari proseguirà incessantemente. Dal 2007 ad oggi sui binari sono morti 38 lavoratori: uno ogni due mesi! Si tratta di una vile aggressione all’attività dei ferrovieri
impegnati sulla sicurezza e in difesa della salute. Questo giudice si è assunto una responsabilità pesante come un macigno. Riverente e succube dei poteri forti, complice di “datori di lavoro” che sacrificano la sicurezza per il profitto. Abbiamo visto la vergogna dei periti nell’incidente probatorio della strage di Viareggio (sul libro paga delle ferrovie) smentiti dalla Commissione ministeriale rispetto alla foratura della cisterna; assisteremo anche alla vergogna delle falsità dei testimoni di Moretti addetti alla sua scorta (e sul libro paga delle ferrovie).
Comunicato stampa 4 giugno 2013: Sentenza a lutto!
Ieri mattina il giudice del lavoro del Tribunale di Lucca, Luigi Nannipieri, ha confermato il licenziamento di Riccardo. Di fronte al Tribunale vi è stato un presidio molto partecipato di familiari, cittadini, ferrovieri, lavoratori … Una partecipazione superiore a quella delle precedenti udienze. La decisione del giudice è semplicemente una sentenza ingiusta. Una sentenza “partigiana” schierata dalla parte sbagliata: quella dell’imputato cav. Moretti che anziché garantire la sicurezza di cui c’è bisogno in ferrovia, continua a ripetere che in ferrovia “non esiste un problema sicurezza”. In questo viene clamorosamente smentito anche dall’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria (Ansf) e dalla stessa Commissione investigativa del Ministero delle Infrastrutture che proprio in questi giorni “raccomanda” le ferrovie ad eliminare o sostituire i picchetti (elemento che ha forato la cisterna dalla quale è fuoriuscito il Gpl che ha provocato la strage). Quindi non sono solamente i ferrovieri, i familiari, i cittadini a rivendicare sicurezza e a puntare il dito sulle gravi responsabilità del gruppo dirigente delle ferrovie. Si è trattato di una sentenza complice con chi sacrifica la vita sull’altare del profitto. Una sentenza che oggettivamente istiga a penalizzare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e che, come conseguenza, rischia di avere pesanti responsabilità sulla vita dei lavoratori, dei viaggiatori e dei cittadini. Cittadini come erano le 32 Vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, uccisi/e mentre riposavano nelle proprie abitazioni credendo di essere nel luogo più sicuro della propria vita. Lo stillicidio di morti sui binari, già impressionante (dal 2007 ad oggi sono 38 i lavoratori morti: uno ogni due mesi!), rischia di appesantirsi enormemente. Per il semplice fatto che di fronte a pesanti sanzioni come sospensioni e licenziamenti a ferrovieri ed Rls impegnati a tutelare salute e sicurezza, sui binari non scorre solo il sangue, ma anche il terrore a causa dell’intimidazione, del ricatto, della minaccia …
Dopo aver assistito alla relazione-vergogna dei periti del Gip poi smentiti clamorosamente, oggi assistiamo ad una sentenza-vergogna. Periti e falsi testimoni (addetti alla scorta di Moretti) sul libro paga delle ferrovie. Noi non tolleriamo e non ci stiamo.
Lunedì 10 giugno ore 21.15 assemblea pubblica nella stazione di Viareggio.
Sabato 29 giugno, 4° anniversario della strage ferroviaria, giornata della memoria e di mobilitazione!
– Associazione “Il Mondo che vorrei”
– Assemblea 29 giugno
– Medicina democratica – Sez. Viareggio
Viareggio, 05 giugno 2013
Solvay prima nega poi ammette la fuga di gas denunciata da Medicina Democratica
E guarda caso, proprio mercoledì 5 giugno la centralina dell’Arpa situata nei pressi dello stabilimento e preposta ad analizzare l’aria, quel giorno, chissà per quale motivo era rotta e non trasmetteva i dati. Proprio al momento giusto. Rotta o bloccata da Solvay? E perchè l’Arpa non è intervenuta immediatamente? L’Arpa è caduta dalle nuvole alla denuncia di Medicina democratica. Infine ha precisato da vero scienziato alla Catalano: “non c’è alcun pericolo se il gas non è stato inalato”. E se è stato inalato? E’ tossico e cancerogeno. Ma non c’era nessuna centralina a stabilirlo. Guarda caso.
Clicca qui Oggi Cronaca (il cui titolo è sbagliato: l’azienda non aveva diramato nessun stato di allerta, tanto che ha negato la fuga per 36 ore)
Clicca qui Radio Gold (in cui l’Arpa insiste a contraddire Solvay sul fuori uso della centralina)
Clicca qui La Stampa “L’incidente di mercoledì l’azienda lo conferma, ma minimizza. Balza invece no”
Clicca qui Alessandrianews “Fuga di gas alla Solvay. L’azienda: nessun rischio”
Clicca qui Il Piccolo (il cui direttore torna alla consuetudine di fornire la versione Solvay e ignorare la denunciante Medicina democratica).
ennesima fuga di gas alla Solvay di Spinetta Marengo
I lavoratori ci segnalano, mercoledì mattina 5 giugno, una fuga del micidiale gas PFIB (perfluoroisobutilene), tossico e cancerogeno, al reparto Monomeri della Solvay di Spinetta Marengo (AL). La direzione avrebbe anche omesso di porre lo stabilimento in stato di emergenza. I lavoratori allarmati avrebbero avvertito, si presume in forma anonima dato l’alto rischio di ritorsioni, le autorità competenti, dunque l’ARPA e la stessa Procura della Repubblica. Si tratterebbe dell’ennesima fuga di gas e dell’ennesima omissione dell’emergenza.
Uno scandalo che deve finire. Non è ulteriormente tollerabile (addirittura con un processo in corso) che i lavoratori si allarmino di quello che avviene nello stabilimento, e che si rivolgano all’esterno per essere tranquillizzati, e verso esterno non possano usare canali ufficiali ma solo personali, perchè hanno paura di rappresaglie. E che, contemporaneamente, all’esterno della fabbrica le Autorità non sappiano niente degli incidenti, mentre le Direzioni aziendali negano che sia successo alcunchè di preoccupante. Non è ulteriormente tollerabile questo giochetto criminale. La parola deve essere data alle apparecchiature. In una fabbrica ad alto rischio devono esserci sistemi di controllo, gestiti dal pubblico e non dal privato, che monitorino minuto per minuto l’inquinamento. Politici e sindacalisti sono da sempre latitanti o peggio. Diventa allora responsabilità dell’insieme informativo alessandrino di farsi carico di questa questione.
Clicca qui Pennatagliente “nuova fuga di gas alla Solvay di Spinetta Marengo”
Clicca qui I cittadini prima di tutto “ennesima fuga di gas alla Solvay”
Confermata la storica sentenza di condanna per le morti di amianto Eternit
Ancora una volta la forte partecipazione e presenza dei lavoratori, dei cittadini e delle associazioni solidali che si battono da oltre trent’anni contro l’amianto ha contribuito ad una nuova vittoria: la conferma della condanna di Schmidheiny. Clicca qui il comunicato stampa di Medicina democratica e delle altre associazioni. In particolare noi insistiamo sul finanziamento del Piano Nazionale Amianto e sulla proposta di legge n. 8 del 15 marzo 2013 del Sen. Casson; sulla petizione a livello europeo per l’eliminazione definitiva dell’amianto da tutti i paesi; sull’inaffidabilità assoluta dell’INAIL; sull’abolizione della prescrizione del reato presente nella legislazione che riguarda gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
Clicca qui Medicina Democratica ONLUS “Dispositivo sentenza d’appello Eternit”
Clicca qui Medicina Democratica ONLUS “Sentenza d’appello condannato a 18 anni Schmidheiny”
Clicca qui La Stampa on line “Eternit, 18 anni a Schmidheiny. A Comune e Regione 50 milioni”
Clicca qui La Stampa “Eternit, condanna storica”
Clicca qui La Stampa A. Gaino “Eternit, condanna più pesante in appello”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Commento alla sentenza dell’attrice Laura Curino”
Clicca qui La Stampa A. Gaino “Intervista a Guariniello”
Clicca qui La Stampa N. Zancan “Appello Eternit: commenti”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “La questione è farsi dare il denaro da Schmidheiny”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Sentenza per i vivi e per i morti”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Giustizia più forte dell’Eternit”
Clicca qui La Stampa “Tra i malati: più cittadini che operai”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Spinta alla ricerca”
Clicca qui La Stampa M. Brambilla “L’amianto uccide”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Battaglia per i risarcimenti”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Da contumace a latitante”
Clicca qui Pennatagliente “La sentenza d’appello al processo Eternit”
Clicca qui Giornal “Eternit. La giustizia alla lunga paga. I morti restano. Cavallera: continueremo con la bonifica ambientale.”
Clicca qui Ansa “Eternit: applausi a Napoli per sentenza”
Clicca qui La Repubblica “Sentenza Eternit, condanna a 18 anni per il magnate svizzero”
Clicca qui Il Corriere della Sera “Guariniello: La sentenza? Un inno alla vita”
Clicca qui Alessandria Oggi “Eternit: 18 anni a Schmidheiny e oltre 50 milioni di risarcimento”
Clicca qui Basta Morte sul Lavoro “La lotta all’amianto è ancora lunga”
Clicca qui Pennatagliente “Opuscolo processo Eternit”
L’Istruzione è un diritto sancito dalla nostra Costituzione
Clicca qui Corriereal “l’istruzione un diritto costituzionale”
Clicca qui Alessandria Oggi “Il diritto allo studio è sacro, ma Regione e Comune se lo sono dimenticato”
Clicca qui I cittadini prima di tutto “Diritto allo studio?”
Clicca qui Città futura on line “Diritto allo studio?”
Clicca qui Il Piccolo “A chi interessa il sacrosanto diritto allo studio?”
Clicca qui La stampa “Scuola, nessun aiuto a chi ha meno soldi”
Diritto allo studio? Ma nessuno si è accorto che per quest’anno scolastico, ormai alla fine, non è stato indetto il bando per il contributo al diritto allo studio per i ragazzi delle famiglie meno abbienti?
Si tratta di un contributo pagato in parte dalla Regione Piemonte ed in parte dal Comune di residenza. Per quanto riguarda il Comune di Alessandria, i pagamenti sono in ritardo di almeno un anno, e anche la Regione non scherza, ma per quanto riguarda il Comune sappiamo benissimo che si tratta di un’amministrazione in dissesto economico e pertanto le famiglie rimangono pazienti in attesa, peccato che la stessa pazienza non la usi anche il Comune nei riguardi di queste famiglie che, invece puntualmente, si vedono costrette al pagamento delle tasse. Ma le famiglie sanno che la scuola è importante e sono disposte a sacrificarsi per il bene dei loro figli. L’Istruzione è fondamentale per il loro futuro. Anche in questo caso, però, le Istituzioni non danno il buon esempio e la scuola pubblica è sempre più degradata e maltrattata, il personale costretto ormai a lavorare in condizioni non adeguate al proprio ruolo , con classi sempre più numerose, in locali che spesso non rispettano le più elementari norme di sicurezza. Per buona parte il personale è precario, non riuscendo suo malgrado a garantire un senso di continuità al ragazzo che ogni anno, nel migliore dei casi ma a volte il periodo è anche più breve, si ritrova con un nuovo insegnante da conoscere e viceversa, ricevendo didatticamente molto meno di ciò che sarebbero in grado di ricevere in un clima meno teso. Ancora e sempre lo Stato che, in questi casi dovrebbe farsi garante, va ad intervenire sulle fasce più deboli della popolazione, quelle che non hanno voce per contrastare i soprusi e gli abusi, perché nessun politico li ascolta veramente. L’Istruzione è un diritto sancito dalla nostra Costituzione, un diritto sacrosanto, ma a chi interessa?
Acceso dibattito sulla donazione degli organi
Le associazioni AIDO, ANED, ADMO, ACTI, AITF, FORUM, LIVER-POOL, ASS. Marta Russo, hanno indetto il 26 maggio una giornata per la promozione della donazione di organi finalizzata al trapianto:
clicca qui “La dichiarazione del Presidente Nazionale Passarelli sulla «Giornata Nazionale Donazione e Trapianto di Organi e Tessuti».
Polemica della Lega Antipredazione: clicca qui.
Movimento 5 stelle e Sinistra ecologia libertà intervengono sul caso Solvay di Spinetta Marengo
clicca qui M5S “Solvay cronaca di una morte annunciata”
clicca qui Il Piccolo “SEL: Cara Solvay, ti prendiamo in parola”
l’amianto e il caso Solvay al cinema
http://www.cinemambiente.it/film_ambiente/6762_Il_fosso_bianco.html
Il 4 e 5 giugno, al Centro Studi Sereno Regis di Torino si svolgerà una rassegna di documentari sull’amianto, intitolata “Da Casale a Mumbay”
http://serenoregis.org/2013/05/21/lamianto-e-il-mondo-da-casale-a-mumbay/
In azione il corvo dei NO TAV Terzo Valico
Processo Solvay udienza del 27 maggio 2013
Con la precedente normativa era previsto per la falsa testimonianza l’arresto in aula e anche il processo per direttissima. Ora l’azione deve essere promossa innanzitutto dal Pubblico Ministero, o per trasmissione dalla Corte, o anche dalle parti civili.
L’udienza odierna alla teste Cataruzza, in una interminabile sequenza di “non ricordo” è culminata nelle contestazioni a lei rivolte direttamente dalla Presidente della Corte d’Assise: lei, Cataruzza, ha scritto di suo pugno come manipolare i dati e le informazioni agli Enti pubblici. La teste ha avuto l’oltraggio di rispondere: “non ricordo”. La mossa degli abili avvocati Solvay e Ausimont è stata, come commentavamo per l’udienza precedente, di aver convinto la Cataruzza a trasformarsi da teste scomodo in coimputato che può negare gli scottanti interrogatori a suo tempo confessati e trincerarsi negli odierni “non ricordo” (sarebbe stato più dignitoso avvalersi della facoltà di non rispondere). Ebbene, non concordiamo anche questa volta con la decisione della Corte di aver consentito l’inutilizzabilità degli atti riguardanti questo testimone chiave, ma a questo punto quanto meno diventi imputata, come si merita, come ha scelto di essere.
Lino Balza Medicina democratica sezione provinciale di Alessandria
Clicca qui La Stampa “Solvay restituisca alla città quello che le fu tolto”
Clicca qui Silvana Mossano “Ai dirigenti fu detto di non bere l’acqua da quel rubinetto”
Clicca qui La Stampa “La Solvay e la giunta. Da Cinque stelle un invito ad una chiara presa di posizione”
Clicca qui Pier Carlo Lava “Le leggi ci sono, mancano i controlli”.
Clicca qui Pennatagliente “non so, non ricordo, mi pare, forse”
Clicca qui Monica Gasparini “Polo chimico sotto accusa. Spunta un cartello in toilette, acqua non potabile”
due anni di battaglie del Comitato anti wind ad Ovada
Mirabello Monferrato il comune piemontese più virtuoso
tutta la Valle Scrivia nel mirino di iniziative a rischio ambiente
Casale contro Mirabello
si respira zolfo
Biogas o Biaffare?
le iniziative di Medicina Democratica all’Assemblea Nazionale
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bilancio d’esercizio 2012 e deliberazioni conseguenti;
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promozione di campagne nazionali di Medicina Democratica con particolare riguardo a iniziative comuni e condivise con i movimenti;
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rilancio della iniziativa per ricordare Michelangiolo Bolognini;
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valutazione dello stato della rivista “Medicina Democratica”
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valutazione sullo stato delle vertenze legali in corso
La discussione prosegue per identificare le cause del mancato sviluppo di tali iniziative e su come attivarle, con particolare riferimento a iniziative in grado di autofinanziare l’associazione quali:
ad Alessandria parte il processo alla Michelin di Spinetta Marengo
NO TAV Terzo Valico a passo di carica
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Interrogazione al Senato della Repubblica sul Terzo Valico
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VENERDI’ 24 MAGGIO:
Presentazione del Progetto Esecutivo ad Arquata Scrivia
Corri con la tua bandiera la StraNovi
Assemblea pubblica a Pontecurone
Assemblea pubblica a San Quirico
Nel ricordo di Matteotti e Falcone
NEL RICORDO DI MATTEOTTI CONTRO IL FASCISMO CHE TORNA
Si e’ svolto mercoledi’ 22 maggio 2013 a Viterbo presso il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” un incontro di riflessione in memoria di Giacomo Matteotti, nell’anniversario della nascita del martire antifascista il 22 maggio 1885. Nel corso dell’incontro sono stati letti alcuni brani da scritti e discorsi del parlamentare socialista assassinato dai sicari mussoliniani nel 1924.
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“L’uomo che sapeva dare l’esempio” e i nostri compiti oggi Al termine della commemorazione il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ribadito la necessita’ di restare fedeli all’esempio di Matteotti e di proseguirne la lotta contro il sistema dello sfruttamento, contro il regime della corruzione, contro la violenza fascista. Giacomo Matteotti e’ un autentico maestro della nonviolenza in cammino; un inflessibile oppositore della guerra; un socialista antiautoritario; un difensore nitido e intransigente della democrazia integra e progressiva; un suscitatore della consapevolezza e dell’impegno morale, civile, sociale, politico; uno strenuo sostenitore del dovere della verita’. Nel ritratto che di Matteotti scrisse Piero Gobetti all’indomani dell’omicidio e’ rievocata l’opposizione di Matteotti alla guerra, la militanza socialista avversa ad ogni demagogia ed ogni politicantismo, la difesa dei lavoratori delle campagne, l’austerita’ dei costumi, l’opposizione al fascismo: “Egli rimane come l’uomo che sapeva dare l’esempio”. E basta scorrere una qualunque raccolta degli scritti e dei discorsi di Matteotti per cogliere il rigore intellettuale, morale e politico con cui conduceva le sue inchieste e presentava le sue denunce, rischiarava le coscienze, organizzava la lotta. Dalle pagine che ancora una volta oggi abbiamo riletto emerge tutta la chiarezza e la precisione con cui ricostruiva e smascherava le violenze degli agrari, del militarismo e della guerra, degli squadristi assassini, della macchina dello stato asservita a una cricca criminale; emerge tutta l’acutezza e la profondita’ della sua analisi dell’oppressione, mirabilmente descritta ed interpretata e denunciata nelle sue premesse e nei suoi effetti, nei suoi meccanismi e nelle sue complicita’, nella sua ideologia e nelle sue pratiche scellerate; emerge tutta la grandezza del suo appello alla solidarieta’ in difesa della dignita’ umana, alla lotta contro lo sfruttamento e l’oppressione e la violenza, all’impegno per la liberazione dell’umanita’. Scriveva: “Mai come in questo periodo di tempo la legge e’ divenuta una finzione, che non offre piu’ nessuna garanzia per nessuno… Ottanta cittadini italiani sono stati in quest’anno uccisi impunemente dai cittadini che godono il privilegio fascista… Migliaia di cittadini sono stati bastonati, percossi, feriti…”. Scriveva: “Nel nome della Patria si riducono in servitu’ i tre quarti degli Italiani e si lascia che, sotto la etichetta del bene della Nazione, la nuova classe dirigente soddisfaccia interessi personali, sfoghi rancori, vendette o meschine ambizioni. E per trastullare il popolo asservito, si torna a largirgli, come nei tempi corrotti di schiavitu’ politica, lo spettacolo di feste, parate, cortei, gesti retorici…”. Sono parole che non si possono rileggere senza fremere, senza sentirne l’appello anche a noi rivolto, il richiamo ai nostri odierni doveri, alla lotta che ancora e di nuovo oggi e’ da condurre contro il regime della violenza e della corruzione, contro l’eversione dall’alto, contro i poteri criminali, contro il fascismo che torna. Come dicevamo anche nella commemorazione dello scorso anno, “possa il suo rigore morale e politico, la sua limpida onesta’ e intransigenza, illuminarci ancora nella lotta contro la guerra assassina, nella lotta contro i regimi e i poteri criminali, nella lotta per la liberazione dell’umanita’ oppressa e sfruttata, nella lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani”.
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Una breve notizia biobibliografica
Giacomo Matteotti, nato a Fratta Polesine nel 1885, laureato in giurisprudenza, militante socialista, pubblico amministratore, organizzatore dei lavoratori, parlamentare, oppositore fierissimo del fascismo, il 10 giugno 1924 venne sequestrato ed assassinato dai sicari fascisti. Tra le riflessioni e testimonianze in sua memoria particolarmente commovente il saggio commemorativo pubblicato da Piero Gobetti nello stesso 1924, dapprima su “La rivoluzione liberale” poi in opuscolo. In esso leggiamo anche la seguente lapidaria definizione di Matteotti: “Egli rimane come l’uomo che sapeva dare l’esempio”. Opere di Giacomo Matteotti: una raccolta di interventi di Matteotti e’ nel volumetto Reliquie, Dall’Oglio, Milano 1964. Opere su Giacomo Matteotti: cfr. almeno Piero Gobetti, Per Matteotti. Un ritratto, Il Melangolo, Genova 1994; cfr. anche almeno la raccolta documentaria a cura di Giuseppe Rossini, Il delitto Matteotti, Il Mulino, Bologna 1966. Dal sito de “La storia siamo noi” riprendiamo per estratti la seguente breve notizia biografica: “Giacomo Matteotti nasce a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, il 22 maggio del 1885. I Matteotti sono una famiglia benestante. Dopo il liceo, Giacomo si iscrive alla facolta’ di Giurisprudenza dell’Universita’ di Bologna, dove si laurea con una tesi in diritto penale. Le prime testimonianze della sua militanza politica risalgono al 1904, quando inizia a collaborare al periodico socialista di Rovigo ‘La Lotta’. Non sappiamo su quali letture maturi la sua fede politica, ne’ come viva i contrasti interni al partito socialista dei primi anni del secolo. I biografi di Matteotti ci raccontano che dalla fine del 1910 il giovane socialista e’ fra i protagonisti della vita politica e amministrativa di Rovigo, che nel 1912 e’ un fiero avversario della guerra di Libia, e che allo scoppio della prima guerra mondiale si schiera risolutamente per la neutralita’… Quando viene eletto deputato – nelle elezioni del 1919 -, ha notevoli competenze, acquisite attraverso l’esperienza di amministratore locale. Ma e’ con l’opposizione al regime fascista che Matteotti diviene un leader politico di livello nazionale. Come la maggior parte dei suoi compagni di partito, egli vede nel fascismo la reazione della borghesia alle lotte del movimento operaio. Vuole combattere il regime coniugando socialismo e democrazia e rivendicando l’importanza della questione morale. Nell’ottobre del 1921, al congresso socialista di Roma, la spaccatura fra riformisti e massimalisti diventa insanabile. Matteotti si schiera con i riformisti di Turati ed esce dal partito dando vita ad una nuova formazione politica: il Partito socialista unitario… Il 30 maggio del 1924 denuncia alla Camera dei deputati le violenze e i brogli elettorali che hanno portato il partito di Mussolini al 66,3% dei consensi. Nei mesi precedenti ha anche scoperto il giro d’affari che lega il fascismo alla compagnia petrolifera Sinclair Oil, ed e’ pronto a rivelarlo. Si iscrive a parlare alla Camera per la seduta dell’11 giugno, ma il giorno prima e’ rapito e trucidato dai fascisti”. Dalla voce a Matteotti dedicata nella Wikipedia riprendiamo per estratti la seguente notizia bibliografica: a) opere di Giacomo Matteotti: “La recidiva. Saggio di revisione critica con dati statistici, Milano, Fratelli Bocca, 1910; Un anno di dominazione fascista, Roma, Tip. italiana, 1923; edizione inglese: The fascisti exposed. A Year of Fascist Domination, translated by E. W. Dickes, Londra, Indipendent Labour Party Publication Department, 1924; rist. Howard Fertig, 1969; edizione tedesca: Fascismus in Italien. Grundlagen – Aufstieg – Niedergang (con Hanns Erich Kaminski), Berlino, Verlag fur Sozialwissenschaft, 1925; edizione francese: Une annee de domination fasciste, Bruxelles, Maison nationale d’edition, 1924; Il fascismo della prima ora. Pagine estratte dal “Popolo d’Italia”, Roma, Tipografica italiana, 1924; Reliquie, Milano, Corbaccio, 1924; Contro il fascismo, Milano-Roma, Avanti!, 1954; Discorsi parlamentari, 3 voll., Roma, Stabilimenti tipografici Carlo Colombo, 1970; Scritti e discorsi, Milano, Aldo Garzanti, 1974; Scritti e discorsi, Venezia, Marsilio, 1981; Scritti sul fascismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1983; Giacomo Matteotti 1885-1985. Riformismo e antifascismo. Scritti e discorsi, testimonianze, contributi, Roma, Ediesse, 1985; Lettere a Velia, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1986; Sulla scuola, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1990; Sul riformismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1992; Lettere a Giacomo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 2000; Scritti giuridici, 2 voll., a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 2003; La questione tributaria, a cura di S. Caretti, Manduria, P. Lacaita, 2006; Scritti economici e finanziari, a cura di S. Caretti, 2 voll., Pisa, Plus, 2009; L’avvento del fascismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Plus, 2011; Epistolario: 1904-1924, a cura di S. Caretti, Pisa, Plus, 2012″; b) opere su Giacomo Matteotti: “Luigi Cyaheled, Matteotti e’ vivente, Napoli, Casa Editrice Vedova Ceccoli & Figli, 1924; Giuseppe Rossini (a cura di), Il delitto Matteotti tra il Viminale e l’Aventino, Bologna, Il Mulino, 1968; Antonio G. Casanova, Matteotti. Una vita per il socialismo, Milano, Bompiani, 1974; Ives Bizzi, Da Matteotti a Villamarzana. 30 anni di lotte nel Polesine (1915-1945), Treviso, Giacobino, 1975; Stefano Caretti, Matteotti. Il mito, Pisa, Nistri-Lischi, 1994; Mauro Canali, Il delitto Matteotti. Affarismo e politica nel primo governo Mussolini, Bologna, Il Mulino, 1997; Valentino Zaghi, Giacomo Matteotti, Sommacampagna, Cierre, 2001; Omaggio a Matteotti nell’ottantesimo anniversario della morte (1924-2004), a cura di Matteo Monaco. Roma, Ulisse, 2005; Mauro Canali, Il delitto Matteotti, Bologna, Il Mulino, 2004; Stefano Caretti, Il delitto Matteotti tra storia e memoria, Manduria- Bari-Roma, Lacaita Editore, 2004; Nunzio Dell’Erba, Matteotti: azione politica e pensiero giuridico, in “Patria indipendente”, 28 maggio 2004, a. LIII, nn. 4-5, pp. 21-23; Stanislao G. Pugliese, Fascism, Anti-fascism, and the Resistance in Italy: 1919 to the Present, Rowman & Littlefield, 2004; Enrico Tiozzo, La giacca di Matteotti e il processo Pallavicini. Una rilettura critica del delitto, Roma, Aracne, 2005; Gianpaolo Romanato, Un italiano diverso. Giacomo Matteotti, Milano, Longanesi, 2010; Giovanni Borgognone, Come nasce una dittatura. L’Italia del delitto Matteotti, Bari, Laterza, 2012″.Il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo
NEL RICORDO DELLE VITTIME DELLA STRAGE DI CAPACI
Si e’ svolto nella mattinata di giovedi’ 23 maggio 2013 a Viterbo presso il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” un incontro in memoria delle vittime della strage di Capaci del 23 maggio 1992. * Nella giornata in cui si fa memoria delle vittime della strage di Capaci – ha detto il responsabile della struttura nonviolenta viterbese – ogni persona di volonta’ buona ed ogni istituzione democratica rinnova un impegno ineludibile: l’impegno a contrastare il potere mafioso. Ma questo impegno richiede limpidezza di comportamenti e rigore di ragionamento; esso non si esplica con la retorica di circostanza e le trovate spettacolari, esso non ammette ambigue alleanze e vili disattenzioni, complici indifferenze e chiassose distrazioni. L’impegno a contrastare il potere mafioso richiede la rottura delle contiguita’ con quanto al potere mafioso e’ funzionale e quanti vi sono collusi; richiede la fine della subalternita’ agli stili di pensiero, ai modelli di condotta e alle concrezioni di potere che col potere mafioso hanno stretto patti, raggiunto accordi sia pur taciti, e con esso hanno affinita’ ideologiche ed omologie di metodo e fini, intrattengono scambi di favori ed intrecci di costumi, occulte o flagranti cointeressenze pratiche. In una parola: la lotta alla mafia richiede la fine dei proclami generici e l’adozione di analisi, scelte, iniziative adeguate e concrete: ovvero la teoria e la pratica che nessuno meglio del Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato” di Palermo ha saputo elaborare, proporre, attuare. Nella giornata in cui si fa memoria delle vittime della strage di Capaci questo va detto in primo luogo: che opporsi alla mafia e’ dovere di tutti. Che opporsi alla mafia implica altresi’ opporsi al sistema dello sfruttamento, al regime della corruzione, all’eversione dall’alto, al fascismo che torna. Che opporsi alla mafia implica riconnettersi alla Resistenza antifascista ed al suo frutto migliore: la Costituzione della Repubblica Italiana e il suo progetto di democrazia progressiva. Che opporsi alla mafia significa continuare sempre ed ovunque la lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera, per la liberazione dell’umanita’. La nonviolenza, che e’ la lotta di liberazione dell’umanita’ contro tutte le menzogne e le violenze, e’ in cammino. La nonviolenza, che e’ l’antifascismo vivente, che e’ l’antimafia coerente, che e’ l’antibarbarie in azione, convoca alla lotta per un’umanita’ di persone libere ed eguali in diritti. Nel nome e nel ricordo delle vittime della strage di Capaci. Nel nome e nel ricordo di tutte le persone che si sono opposte alla violenza. Nel nome e nel ricordo di tutte le persone che hanno lottato per la dignita’, l’uguaglianza e la liberta’ di tutti gli esseri umani. La mafia puo’ essere sconfitta, quindi deve essere sconfitta. La nonviolenza e’ piu’ forte.
Il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo
Unione Europea: smaltimento definitivo dell’amianto entro il 2028
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introduzione di un registro pubblico degli edifici degli Stati membri contenenti amianto;
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sostegno alle associazioni delle vittime;
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definizione di una tabella di marcia degli interventi e la garanzia che gli ispettori che operano sul campo siano dotati di attrezzature di protezione adeguate e che gli addetti alla rimozione siano sufficientemente qualificati.
post scriptum
Solvay ammette le proprie azioni dolose pur di far fuori la testimone
Scommettiamo? Cento a uno, che la dottoressa Chiara Cataruzza si avvarrà della facoltà di non rispondere, uscendo di fatto dal processo quale testimone pericolosissimo sia per Ausimont che per Solvay apparentemente avversari. A dimostrazione (ennesima) che l’eccezione della Solvay alla sua partecipazione come teste, e tramite il paradosso giuridico di indicarla addirittura come imputata dei capi d’accusa, con tanto di prove, era stata preventivamente preparata con l’Ausimont e Cataruzza. A dimostrazione che Solvay e Ausimont fingono di litigare tra loro, come i ladri di Pisa. Scommettiamo?
Clicca qui Corriereal “Processo polo chimico: scommettiamo?”
Leggi tutto “Solvay ammette le proprie azioni dolose pur di far fuori la testimone”
mangiare carne non è una scelta come un’altra
licenziato il PR solvay per il boomergang pubblicitario della stralessandria
Clicca qui Barbara Tartaglione “L’Input della contestazione”
Clicca qui Roberto Gilardengo “La corsa che unisce e lo sponsor che divide”
Clicca qui Emma Camagna “Attesi maltempo e grillini che vogliono oscurare il logo Solvay”
Clicca qui Ettore Grassano “Alessandrini, ignavi che nascondete la testa nella sabbia”
Clicca qui Pennatagliente “Boomerang pubblicitario”
Clicca qui Lumina e Malerba “StrAlessandria: invito a coprire lo sponsor”
Cosa non si fa per soldi. L’omertà delle testimoni al processo Solvay
Caterina Di Carlo, con tutti i suoi “Non so”, “Non ricordo”, è stato battezzata “la smemorata di Spinetta”, surclassando il famoso “smemorato di Collegno”. Facendo suo il proverbio, la colta “ingegnere ambientale” di collegamento fra l’imputato Canti e il quartier generale di Bruxelles ha preferito passare da ignorante piuttosto che da brigante, a giustificare così l’elevato livello retributivo. A scuola, a forza di insistere a insegnarle ingegneria ambientale, le avevano fatto odiare l’ambiente.
Ennesimo incidente alla Solvay di Spinetta Marengo
Ennesima smentita della buona fede della Solvay al processo.
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responsabilità penali e/o responsabilità morali nel processo Solvay, prossima udienza il 13 maggio con testi d’eccezione
StrAlessandria: Solvay e Comune come i ladri di Pisa. Fanno finta di litigare in Tribunale e in Piazza corrono insieme.
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Clicca qui Città Futura “StrAlessandria:scopriamo la città, copriamo lo sponsor”
Clicca qui La Stampa “Alla StrAlessandria con la t-shirt Solvay?”
Clicca qui La Pulce on line “Sponsor nemico della StrAlessandria?”
Mi rivolgo a voi che partecipereste alla StrAlessandria 2013. La corsa è una gran bella iniziativa sportiva della nostra città, con una forte partecipazione della cittadinanza giovanile, che sa che lo sport fa bene alla salute. Ma avete pensato che correreste con una maglietta che sponsorizza Solvay? Avete pensato che voi sponsorizzereste la più grande azienda chimica presente sul nostro territorio, quella che da mesi è alla sbarra in Corte d’Assise del Tribunale di Alessandria nel processo in cui sono imputati 8 dei suoi massimi dirigenti per inquinamento doloso delle falde dell’acquedotto cittadino e dolosa omessa bonifica? Consiglio di controllare l’etichetta delle bottiglie di acqua che verranno distribuite per dissetare i corridori, che non riportino la dicitura “sorgente Solvay”, potrebbe essere dopante anzi letale. Mi chiedo se voi, donne uomini bambini che partecipereste a questa corsa, siete a conoscenza di quanto accade nella vostra città. Venite a vedere la realtà drammatica, che coinvolge anche la vostra salute, negli occhi degli ammalati e dei famigliari dei defunti che sono in aula del Tribunale. O vi fate circuire dalla propaganda Solvay con la sua pubblicità ricca di belle immagini e slogan in cui essa afferma di avere e condividere con la popolazione valori per migliorare la qualità della vita? Non sono insultanti queste affermazioni? Sono davvero gli stessi interessi che condividiamo noi cittadini che invece pretendiamo un ambiente salubre e la tutela della salute? Piuttosto che correre con la maglietta Solvay, pagata dalla Solvay, in una corsa pagata dalla Solvay, io invito la cittadinanza a recarsi, sarebbe bello correndo, presso il Tribunale ove si svolge il processo, a presenziare alle udienze alle quali mi troverete sempre, per ascoltare quel che dicono gli avvocati della difesa e dell’accusa mentre si alternano negli interrogatori ai testimoni. Fatevi un’idea con la vostra testa. È arrivato il momento di scegliere da che parte stare, se veramente vogliamo fare qualcosa per il benessere del futuro di tutti noi. Senza la salute non esiste il lavoro, è un’equazione fondamentale e pertanto non possiamo non indignarci davanti a cotanta indifferenza. Sarà meglio correre verso il nostro futuro!
Barbara Tartaglione – Medicina democratica Movimento di lotta per la salute Sezione provinciale di Alessandria.
Solvay E La Banda Di Malfattori
…per i quali i malati e i familiari dei defunti usano definizioni ben più
pesanti.
Clicca qui Pennatagliente “Processo Solvay: udienza del 6 maggio”
Clicca qui Alessandrianews Maffiotti: “inquinanti ancora oltre i limiti”
Clicca qui La Stampa “Così a Spinetta celavano i veleni”
Clicca qui La Stampa “Bonifica del polo chimico? Servono da 10 a 20 anni”
Clicca qui Il Piccolo “Caso Solvay: Erogata acqua nociva all’uomo”
Clicca qui Tuono News “Processo polo chimico”
per la salvezza della Solvay serve un piano industriale
Il futuro dello stabilimento chimico della Solvay di Spinetta Marengo sta in una vera bonifica, altrimenti chiuderà. Per la salvezza serve un piano industriale quale quello messo a punto da Medicina democratica per la Solvay di Rosignano (Livorno).
Infatti il conflitto che in Alessandria oppone la multinazionale belga alle Parti civili e al Pubblico ministero ha la sua ragione di essere notevole.
E’ nell’eventualità di una condanna anche a 15 anni di reclusione per i suoi otto dirigenti. E’ soprattutto nella preoccupazione per i costi economici che discendono dalla condanna. Non quelli dei risarcimenti alle parti lese: per un colosso internazionale sono inezie, in conto rischi e facilmente assorbibili rispetto agli utili astronomici di una impresa leader mondiale. Il vero costo, invece, una bella botta per gli azionisti di Bernard de Laguiche, sarebbe la condanna a pagare la bonifica di un milione di metri cubi di veleni tossici e cancerogeni, una ventina, tra i quali il cromo esavalente non è neppure il più micidiale, sotterrati sotto e accanto alla fabbrica. Bonificare significa togliere dal terreno la massa velenosa che altrimenti continuerà a sciogliersi nella gigantesca falda acquifera sottostante. Una spesa considerevole anche per azionisti che in dieci anni hanno pur collezionato utili stratosferici. Quando i belgi nel 2002, al termine di una lunga e complessa contrattazione, hanno comprato lo stabilimento bacato e conveniente, sapevano perfettamente, come tutti, dal primo cittadino all’ultimo operaio, meglio di tutti: come dimostrano la documentazione sequestrata e le intercettazioni telefoniche, sapevano questa drammatica situazione di inquinamento. Ecco che, piuttosto che estrarre i veleni dai terreni, piuttosto che estrarre i miliardi dalle loro tasche, hanno ordinato ai propri dirigenti di nascondere discariche e analisi e imbrogliare gli enti pubblici, cioè commettere reati, scientemente, con dolo: proprio come segnano i capi di imputazione: “avvelenamento doloso delle acque e dolosa omessa bonifica”. Ecco che poi, nel 2008, scoppiato il bubbone pubblico, avviato il procedimento penale, hanno proposto una bonifica finta, assai meno costosa (dai 2,5 ai 12 milioni, secondo le indiscrezioni di stampa). Hanno subito trovato una sponda giusta in Lorenzo Repetto, allora presidente dell’Amag, per un finto piano di bonifica costoso per gli enti pubblici e inutile: una impossibile “sciacquatura” delle acque avvelenate prelevate dalla falda, come raccogliere con un cucchiaio l’acqua dal lago. E’ inquietante il ruolo di faccendiere che emerge anche dalle intercettazioni, ma altresì sconcertò la compiacenza del Comune (sindaco Fabbio) a questo “piano Amag” di cui ora tutti ridono ma allora sputtanato solo da noi. Ora Solvay e alcuni sindacalisti e politici dicono: la vera bonifica non è possibile, costa troppo all’azienda che minaccia di chiudere la fabbrica. Il classico ricatto occupazionale. Dura da sempre: da quanti decenni rivendicammo l’Osservatorio ambientale della Fraschetta con al primo punto la richiesta delle indagini idrogeologiche ed epidemiologiche? Se i politici ci avessero ascoltato, oggi non saremmo a questo punto. A questo punto è comprensibile la disinvoltura della dispendiosa campagna mediatica “Operation adoucir les journalistes” orchestrata da Paolo Bessone, ovvero la foga con cui Solvay si sta battendo in Corte d’Assise per evitare una onerosa condanna ai suoi azionisti, ingaggiando in aula più famosi avvocati d’Italia e umiliando ammalati e parenti dei defunti. Mentre attende con preoccupazione che la Magistratura apra il secondo filone processuale per i gravissimi inquinamenti da PFOA, PFIB ecc. a danno di lavoratori, cittadini e ambiente, come documentato dai nostri esposti anche con le analisi del sangue dei dipendenti.
come salvare lo stabilimento Solvay, l’ambiente e l’occupazione
Siamo in grado di offrirvene una bozza: clicca qui.
Serva da meditazione ed esempio per il futuro della fabbrica di Spinetta Marengo.
il dramma PFOA alla Solvay
La denuncia partì da Medicina Democratica ed è ripetutamente riproposta: su questo blog potete contare nella colonna “Argomenti” ben 43 interventi sul PFOA.
Ad esempio clicca qui la relazione svolta da Lino Balza presso l’Auditorium del Liceo Scientifico Leibniz di Bormio.
Scarso rilievo hanno ottenuto le nostre denunce sui giornali locali.
Solvay mostra il volto buono…
chiuso un altro pozzo a Spinetta Marengo
Clicca qui La Stampa
Clicca qui Il Piccolo
altre grane giudiziarie per Lorenzo Repetto
Ogm alla Roquette di Cassano Spinola
Prima gli affari poi la salute
L’allegra gestione dell’azienda acqua e gas
Solvay elimina i veleni a Spinetta Marengo?
Solvay: a Bussi come a Spinetta
telefonini e tumori
TAV Terzo Valico: le balle della cisl
Clicca qui Antonello Brunetti.
Borioli e Fornaro deputati indecenti
E’ stata presentata in Parlamento una interpellanza sul Terzo Valico firmata da tre componenti del PD, ossia Stefano Esposito, Daniele Borioli e Federico Fornaro. Anzitutto sorprende la mancanza di decenza da parte dei due alessandrini che si aggregano a quell’Esposito di Torino che si distingue per la sua intolleranza, arroganza e odio nei confronti degli abitanti della Val di Susa.Non aggiungo altro su Esposito se non la considerazione che a lui si adatterebbe benissimo il detto “Un bel tacer non fu mai scritto”, non certo per mancanza di liberalità ma per le sue continue altezzose e ricercate provocazioni. Andare a chiedere a questo individuo favorevolissimo all’Alta Velocità di firmare un documento relativo alla moratoria Terzo Valico sinceramente ci sorprende per la totale mancanza di pudore. Infatti questo blando documento che non fa alcun accenno agli espropri in corso, alle frenetiche attività genovesi per partire al più presto, richiama continuamente come esempio da seguire (sic!) la linea devastatrice della Val di Susa. Un esempio: Un modello da perseguire è quello della Val di Susa ove “si armonizza il processo di progettazione e realizzazione della nuova linea ferroviaria AC Torino-Lione con le esigenze di tutela e valorizzazione dell’ecosistema e delle comunità locali “ Occorre puntare “all’attuazione di un analogo strumento di concertazione che accompagni il processo di completamento della progettazione e di realizzazione della linea ferroviaria AV/AC Genova-Milano, tratta denominata “Terzo Valico”, che presenta caratteristiche dimensionali, finanziarie e di complessità ambientale del tutto simili alla linea ferroviaria AC Torino-Lione”. Il documento prosegue – senza che mai appaiano parole come espropri, amianto, traffico, cave, spreco di miliardi, priorità, inutilità dell’opera, alternative, ecc. – con l’invito a “demandare all’Osservatorio Tecnico la valutazione, l’approfondimento e le decisioni inerenti le ulteriori istanze avanzate dai Comuni, in particolare in relazione agli aspetti di maggior tutela della salute e dell’ambiente e ai processi di armonizzazione tra gli obiettivi di sistema dell’opera e le sue possibili ricadute positive sul piano dello sviluppo territoriale locale”. Brrr, si drizzano i capelli in testa a leggere ’ste cose: ma chi glel’ha dettate ? Chiappe-Revello?Antonello Brunetti
il nobel alla strategia rifiuti zero
Messaggio per i soci
- discussione e approvazione del bilancio d’esercizio 2012 e deliberazioni conseguenti;
- eventuali proposte di integrazioni del Consiglio Direttivo;
- promozione di campagne nazionali di Medicina Democratica con particolare riguardo a iniziative comuni e condivise con i movimenti;
- rilancio della iniziativa per ricordare Michelangiolo Bolognini;
- valutazione dello stato della rivista “Medicina Democratica” alla luce della -acquisizione della testata da MD Coop e alla sua valenza di organo della associazione; discussione su iniziative da promuovere per favorirne la diffusione e allargare la partecipazione redazionale delle sezioni;
- valutazione sullo stato delle vertenze legali in corso e sui modi del coinvolgimento degli associati per future iniziative giudiziarie.