Copertina del Dossier del Movimento di Lotta per la salute Maccacaro (chiedi copia)
I limiti dei micidiali Pfas devono essere pari a zero: ribadiscono le MammeNo Pfas e StopSolvay , non c’è margine di mediazione con il Ministero dell’Ambiente di Costa, che si limiterebbe ad un abbassamento: clicca qui e qui.
Intanto il 25 gennaio a Vicenza il giudice per l’udienza preliminare, Roberto Venditti, dovrà per prima cosa pronunciarsi sull’unificazione delle tre inchieste condotte dalla Procura berica. La prima riguarda l’inquinamento anteriore al 2013, la seconda quello più recente legato ad un Pfas di nuova generazione, il GenX, e la terza il fallimento della fabbrica chimica Miteni di Trissino: clicca qui.
Mentre a valle l’acqua inquinata dalla discarica di Ca’ Filissine (clicca qui) è in espansione, l’ARPA veneta è nella bufera (clicca qui), invece l’ARPA piemontese e la Procura alessandrina sono ancora in apnea malgrado i nostri esposti, altrettanto la Commissione parlamentare ecomafie.
Biden affronterà l’inquinamento designando i PFAS come sostanza pericolosa, fissando limiti applicabili nel Safe Drinking Water Act, dando priorità ai sostituti attraverso l’approvvigionamento e accelerando gli studi di tossicità e ricerca. I democratici di Capitol Hill hanno identificato i PFAS come una priorità. Edward J. Markey, D-Mass, membro del Comitato per l’ambiente e i lavori pubblici, ha dichiarato: “Dobbiamo allontanarci dall’uso di queste ‘sostanze chimiche per sempre’ ovunque vengano utilizzate: Biden farà azioni concrete per farle uscire dalle nostre acque, aria, suolo e prodotti”.
Abbiamo chiesto all’Arpa la relazione riferita all’anno 2020 relativa ai Monitoraggi qualità arianell’area circostante l’azienda Solvay di Spinetta Marengo. Gli episodi di inquinamento nell’anno trascorso non hanno fatto che accrescere le forti preoccupazioni sui sistemi di controllo che avevamo espresso a Magistratura ed Enti locali.; nonchè all’opinione pubblica tramite comunicato stampa (clicca qui). Cioè stazioni di monitoraggio (Hcl, Hf) completamente inefficienti, per ammissione della stessa inerte Arpa. Altro esempio: dall’impianto di depurazione, dove dovrebbero essere trattate le acque reflue di Solvay e Arkema, sono rilasciate senza soluzione di continuità in atmosfera sostanze tossiche che il direttore dell’Arpa di Alessandria non vuole o non sa neppure definire chimicamente, però rassicurando come sempre la popolazione che lo irrita per la sua protesta dei forti miasmi. A tacere dei conseguenti scarichi in Bormida. A tacere delle falde e degli acquedotti inquinati. A tacere del cancerogeno Bisfenolo di cui l’Arpa non sa o non vuole rilevare la presenza nel territorio. A tacere di tutta la storica condotta omissiva Arpa-Asl riguardante la catastrofe ecosanitaria dei Pfas (Pfoa, C6O4, ADV).
Il tutto è stato oggetto di quattro recenti esposti (clicca qui) alla Procura della Repubblica di Alessandria, nonché a Prefetto di Alessandria, Direzione Arpa, Commissione parlamentare ecomafie.
Una operazione propagandistica del governo sulla pelle dei tarantini e dei contribuenti italiani. Vincono le condizioni poste da ArcelorMittal: senza il dissequestro degli impianti inquinanti se ne andrà senza pagare penali. Torna l’acciaio di Stato? Tramite una operazione in perdita economica, senza prospettive di riconversione e di tutela della salute. Addirittura ci sarà la somma degli inquinamenti degli impianti vecchi con quelli nuovi. Intanto il Processo Ilva si concluderà come l’ennesimo Delitto Perfetto consumato nel tribunale (vedi il libro omonimo di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e perpetrato dalla classe politica connivente e collusa? Clicca qui l’intervista di PeaceLink a Radio Radicale.
In Veneto solo nel 2013 350 mila persone hanno appreso di aver usato e bevuto per decenni acqua contaminata dai cancerogeni PFAS, non essendo stati informati dell’allarme partito da Alessandria almeno dal 2008 che obbligò Solvay di Spinetta Marengo ad eliminare il PFOA. Addirittura nel 2014 fu archiviato un primo esposto alla Procura di Vicenza. Nel 2016 la Regione Veneto ha iniziato lo screening di massa sulla popolazione, per valutare gli effetti dell’esposizione agli Pfas, dal quale è emerso che il 65% dei cittadini controllati, e in particolare i giovani, avevano livelli altissimi di Pfas nel sangue. Nel 2019 la procura chiede il rinvio a giudizio della Miteni di Trissino, prima per i PFOA e poi per i C6O4. A giugno 2020 si è arrivati alle udienze preliminari, la prossima il 25 gennaio 2021: a Vicenza sarebbe un maxi processo. Ad Alessandria invece la magistratura, malgrado le indagini epidemiologiche, non blocca la Provincia che addirittura autorizza il C6O4. Mentre il governo si rimangia l’impegno di fissare LIMITI ZERO PFAS e la Commissione parlamentare ecomafie gioca a nascondino. Clicca qui.
Sempre più il veleno scorre nelle nostre vene: cancro del rene, cancro ai testicoli, colite ulcerosa, malattie della tiroide e ipertensione indotta dalla gravidanza. Clicca qui.
Dopo i nostri esposti a Procura-Prefetto-Arpa, l’Arpa conferma quanto avevamo denunciato: alla Solvay di Spinetta Marengo nel cocktail con i PFAS (PFOA, C6O4, ADV) tra gli interferenti endocrini c’è anche il Bisfenolo nelle sostanze in uso. E precisamente il Bisfenolo AF della “sporca dozzina” dei teratogeni-tossici-cancerogeni “composti fluorurati organici” ormai segnalati come una calamità mondiale. Purtroppo, prima della nostra denuncia, l’Arpa non aveva mai cercato il Bisfenolo nelle analisi a tutela della salute delle popolazioni. Clicca qui il 4° esposto alla Procura della Repubblica di Alessandria, e per conoscenza a Prefetto di Alessandria e Commissione parlamentare ecomafie.
+ 128% di benzene nel 2020 rispetto al 2019 nel quartiere Tamburi di Taranto. Al perimetro dello stabilimento siderurgico.: +215% per benzene, +48% per PM10, +30% per PM2,5, tutti cancerogeni. PeaceLink (clicca qui) invita il Sindaco di Taranto, il Presidente della Provincia e il Presidente della Regione a inviare alla Commissione Europea e alla CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) tutta la documentazione ufficiale per sottolineare l’incompatibilità con la salute pubblica dell’attuale area a caldo dell’ILVA. Basta con le parole, con le solite parole trite e ritrite che annunciano un equilibrio fra produzione e salute che non viene mai dimostrato e mai raggiunto, ma che verrà anzi ancora più aggravato se si dovesse giungere a raddoppiare la produzione (8 milioni di t/a), come vorrebbero i sindacati e il governo. Lo diciamo chiaramente: dati alla mano ed evidenze scientifiche ormai acclarate ,chiunque chiede di proseguire con la produzione dell’area a caldo è responsabile, materialmente o moralmente, di tutti gli eventuali danni sanitari che si verificheranno.
Stabilimento Solvay Specialty Polymers di Spinetta Marengo (AL)
Il Dipartimento per la protezione ambientale del New Jersey porta in tribunale Solvay accusata di violare molteplici leggi ambientali riversando, come in Italia senza soluzione di continuità, da più di vent’anni nel suolo nell’acqua e nell’aria, il PFOA e i suoi ancora più tossici sostituti. Nel mentre la Provincia di Alessandria concede autorizzazione AIA addirittura per un nuovo impianto di C6O4 sostituto del Pfoa. Il New Jersey cita in giudizio Solvay perché oppone il segreto industriale alla conoscenza degli effetti tossici dei Pfas su ambiente e salute. Nel mentre per la Provincia di Alessandria i pubblici omissis (cinquantacinque) nella relazione tecnica -anch’essi ad occultare i rischi ambientali e sanitari- non impediscono di rilasciare l’AIA alla Solvay.
Nella sua causa, il New Jersey chiede al tribunale di obbligare a Solvay le informazioni riservate per i suoi composti PFAS “sostitutivi”, comprese le identità di tali composti ancora più tossici degli originali, tutte le informazioni relative agli scarichi, alle emissioni di tali composti nell’ambiente, tutte le informazioni sulla salute e la sicurezza, e tutte le informazioni rilevanti per lo sviluppo di metodi analitici e standard in grado di misurare questi composti nell’ambiente. Gli Usa ritengono per il Pfoa inaccettabile nell’acqua 5,1 parti per trilione (si pensi che in una piscina olimpionica, una parte per trilione ammonta a quattro granelli di zucchero).
Italia e Usa due mondi diversi? Gli Usa hanno preso prima dell’Italia coscienza che i PFAS sono una ampia famiglia chimica sempre più legata a cancro, danni al fegato e ai reni, malattie tiroidee, colesterolo alto, bassa fertilità, basso peso alla nascita e colite ulcerosa. Infatti i PFAS sono trovati negli alimenti a causa della contaminazione anche in quantità infinitesimali dovuta all’acqua (non ci sono tipi di filtraggio che tengano) o all’imballaggio, e nel latte materno per i bambini. Purtroppo i Pfas, per le loro caratteristiche di resistenza all’acqua all’olio al calore, sono utilizzati per fabbricare vestiti impermeabili e anti macchie, scarpe, mobili e tappeti, pentole antiaderenti, contenitori di cibo in cartone, involucri di cibo di carta, processi di cromatura ecc.
Si tratta di evidenti enormi danni alla sanità mondiale, come di evidenti enormi interessi industriali. Dunque, la multinazionale Solvay tende a spacciare come inoffensivi, meno tossici, i cosiddetti “sostituti del PFOA”: a Spinetta Marengo il C6O4. Invece, Natural Resources Defense Council e Clean Water Action, come peraltro l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, stanno spingendo per il divieto di tutte le sostanze chimiche PFAS tranne che negli usi essenziali, come gli indumenti ignifughi per i vigili del fuoco. Per non fare la fine della criminale ecatombe di morti per amianto.
Smisurata la famiglia delle fibre di Amianto come delle migliaia (4mila?) di Pfas. Non esiste un limite minimo di sicurezza. Esistono gli studi sulla cancerogenicità e sui danni al sistema immunitario dei Pfas. Esistono i negazionisti (al servizio dei profitti) della calamità dei Pfas, come esistevano i negazionisti per l’Amianto. La contaminazione da Pfas è ubiquitaria, la prevenzione è un problema mondiale, i Pfas vanno eliminati in tutto il mondo, come per l’Amianto (purtroppo ancora non messo al bando in tutto il mondo). Da Alessandria capitale del mesotelioma, ne tratta in video (clicca qui) il professor Daniele Mandrioli, Associate Director Cesare Maltoni Cancer Research Center Ramazzini Institute.
Nel motto Usa “Lady Justice” (latino: Iustitia) è una personificazione allegorica.
Nove documenti nel terzo esposto del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” alla Procura di Alessandria.Tutti i documenti convergono nella richiesta di mettere una pietra tombale sui Pfas.
Nel primo esposto alla Procura (clicca qui) avevamo fatto specifico riferimento alle secretate cartelle cliniche dei lavoratori spinettesi contaminati da PFAS, che riteniamo vadano requisite quali prove processuali. Nel secondo(clicca qui)abbiamo ritenuto che, nei confronti della situazione generata da Solvay di Spinetta Marengo a danno degli abitanti e del territorio di Alessandria e non solo, si debba procedere penalmente come avvenuto nei confronti di Solvay a causa del suo impianto Pfas di West Deptford in New Jersey.
Nel terzo esposto (clicca qui), in esclusiva produciamo il documento originale della incriminazione USA della Solvay, avvenuta anche grazie ad uno scienziato italiano che lavora sulla contaminazione dello stabilimento Solvay a Spinetta MarengoDai documenti riveliamo che Solvay, nel corso di due decenni, per mezzo dalle segrete analisi del sangue dei lavoratori, conosceva i gravi danni alla loro salute (e delle popolazioni). E che i cosiddetti “sostituti” (C6O4) sono più tossici e cancerogeni del PFOA. Sono prove, nascoste per decenni, che saranno prodotte al processo Miteni in corso a Vicenza e nel prossimo processo Solvay che sarà riaperto ad Alessandria.
Si trovano sul Dossier “Basta Pfas” (clicca qui) itre documenti del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” che concludono con la richiesta di mettere una pietra tombale sui Pfas. 1) Al Prefetto di Alessandria e alla Commissione Parlamentare Ecomafie: Stefano Vignaroli, Massimo Vittorio Berutti, Chiara Braga, Alberto Zolezzi: clicca qui. 2) Due esposti alla Procura della Repubblica di Alessandria: clicca qui e clicca qui. 3) Esposto all’ARPA di Alessandria: clicca qui.
Nonché la “Lettera aperta ad Alberto Zolezzi” (clicca qui) che così conclude: “Scusa, Alberto, la crudezza del linguaggio, che ho già usato nel commento a caldo dopo l’audizione della Commissione ad Alessandria, ma il nostro Sito (clicca qui https://www.rete-ambientalista.it/), nell’illustrare la lunga storia Pfas, per ben 300 articoli comprese le tue interpellanze, ultimamente si sofferma sulla questione del rapporto tra Movimenti e Cinquestelle e sull’accusa -che va rigettata- ai parlamentari grillini di tradimento e/o di inettitudine (Tav ValSusa, Tav Terzo Valico,TAP, Ilva, Acqua pubblica, F35, Benetton… Pfas) dannando alle poltrone l’anima movimentista e ambientalista delle origini, e scontando l’emorragia dei voti. Per cui, perfino Beppe Grillo sbotta: “Non credo più nella rappresentanza parlamentare, preferisco la democrazia diretta che è la sua evoluzione”. Insomma, Alberto Zolezzi, dai grillini non ci si può più accontentare di appassionate grida come quelle da te pronunciate su Facebook dopo la visita ad Alessandria”.
Si muove perfino il prefettoIginio Olita in soccorso delle popolazioni alessandrine e degli ambientalisti. Solvay dice (lo dice anche per le acque contaminate di Pfoa, C6O4, Adv) che anche le recenti fughe di gas (a base di composti di cloro e fluoro ecc.) sono “accidentali”. Accidentali?! E ci mancherebbe altro che fossero cagionate ad arte. Consapevolmente rilasciate: questo sì. E sono a decine gli avvelenamenti “accidentali” nei cocktail tossici e cancerogeni propinati a feriti e ammalati tra lavoratori e cittadini. Ebbene, nella corresponsabile inerzia di sindacati amministrazioni governo magistratura, si è mosso il Prefetto agendo sul Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica (revisione del piano di emergenza) e intimando direttamente a Solvay la procedura delle comunicazioni sugli incidenti di questa industria di Spinetta Marengo ad alto rischio ambientale. Il Prefetto non si fida ed è perentorio rispetto agli abituali ritardi e omissioni di Solvay, e non le lascia alibi: “Anche in caso di interventi non aventi (secondo Solvay, ndr) rilevanza esterna devono essere informati, immediatamente per vie brevi, questa Prefettura e gli Enti che leggono per conoscenza (Vigili del Fuoco, Questura, Carabinieri, Comuni di Alessandria – Frugarolo e Castellazzo – 118, Arpa e Provincia, ndr) facendo seguire nella stessa giornata il rapporto completo dell’incidente”.
Il 30 novembre dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) aprirsi a Vicenza il processo Miteni di Trissino per il disastro ecosanitario da Pfas. Gli avvocati dell’azienda agitano l’ombra della prescrizione per alcuni illeciti o addirittura per tutta l’inchiesta. Interpretazione esclusa da una recente sentenza della Cassazione in materia di reati ambientali, tant’è che alcuni parlamentari bipartisan stanno organizzando una lobby confindustriale per fare sì che la normativa del governo trovi il modo di “inertizzare” il pronunciamento della Cassazione. Con grande scorno del Movimento Cinque Stelle e della Commissione Ecomafie che stentano a dire la loro. Clicca qui il parere dell’avvocato Marco Tonellotto.
La sentenza della Cassazione ha riguardato il processo per la catastrofe ecosanitaria della Solvay di Spinetta Marengo, che è in completa similitudine fattuale e giuridica con quello della Miteni, stabilendo il principio della “condotta continua e permanente del reato di inquinamento” e del “reato di omissione delle misure di sicurezza (e bonifica) che aggrava l’evento di inquinamento”. Ne deriva “l’obbligo di attività riparatoria sia nei confronti dell’ecosistema che delle Vittime”, ovvero i risarcimenti da parte di Miteni e Solvay. Per quest’ultima dunque riapriremo il processo ad Alessandria.
Non ci riuscirebbe. Anzi, rischierebbe un’altra incriminazione. Infatti è quello che sta già facendo nei suoi confronti il procuratore generale del New Jersey proprio per i Pfas dell’impianto di West Deptford. Noi abbiamo consegnato ad Alessandria un altro esposto al procuratore capo Enrico Cieri, dopo aver già richiesto il sequestro delle secretate cartelle cliniche dei lavoratori (clicca qui); dopo aver inviato esposto ad Arpa relativo all’interferente endocrino Bisfenolo nel cocktail con i PFAS; nonché (clicca qui) dopo aver denunciato le omesse rilevazioni delle centraline di controllo di acido cloridrico (HCL) e di acido fluoridrico (HF), tanto più il micidiale perfluoroisobutene (PFIB) arma chimica di massa (clicca qui).
Nel nuovo esposto clicca qui abbiamo chiesto alla Procura di Alessandria di intervenire come ha fatto quella americana, essendoci tutte quelle drammatiche condizioni ambientali e sanitarie, compresi i cosiddetti “sostituti”: il C6O4 del quale Solvay ha chiesto una nuova Autorizzazione mentre va chiuso. E Solvay deve essere obbligata alla bonifica come da sentenza della Cassazione.
A Torre Garofoli presso Tortona. Per il trasporto e lo stoccaggio non era stata richiesta nessuna autorizzazione. I capannoni sono completamente inidonei: allestiti temporaneamente per merci in transito, totalmente insicuri per custodire serbatoi ad alto rischio chimico per effetto della temperatura. La Provincia finge di non aver saputo nulla e prosegue per dare l’autorizzazione AIA all’impianto cC6O4. L’Arpa non sa neppure i quantitativi pericolosamente trasportati e da quanti mesi giacciono incustoditi. La Procura, se informata, interverrà? Clicca quiMonica Gasparini.
Non rileva un bel nulla la stazione di monitoraggio di Via Genova a Spinetta Marengo, installata da Solvay e gestita da Arpa Piemonte secondo quanto previsto dall’autorizzazione AIA e dalla convenzione in essere tra Arpa e azienda. Dovrebbe, a circa 500m in linea d’aria dal polo chimico e in pieno paese, misurare simultaneamente acido cloridrico (HCl) e acido fluoridrico (HF). Ma non lo fa mai. Già nel 2018 gran parte dei dati erano invalidati per il mancato funzionamento degli analizzatori (pur rilevando 290 superamenti ai valori soglia! oltre a “fenomeni di natura ignota” all’Arpa). L’anomalia si è aggravata nel 2019, tant’è che fino a settembre le prove di funzionamento degli analizzatori in manutenzione non sono state esaustive a causa dell’assenza del materiale certificato indispensabile per eseguire i test relativamente all’acido cloridrico. Arpa Piemonte ha più volte sollecitato, senza esito, Solvay in merito all’arrivo del materiale certificato sopra citato, pertanto anche i valori misurati sino a fine anno 2019 sono stati considerati “non validi”. “Complessivamente” dettaglia la relazione Arpa “quest’anno si riscontra una perdita del 70% dei dati”. “Dunque i dati a disposizione (30%) per via del gran numero di dati invalidati a causa del malfunzionamento strumentale, sono del tutto insufficienti se confrontati con gli obiettivi di qualità previsti dalla legge che impongono una raccolta minima di dati pari al 90% per le misurazioni in siti fissi per gli inquinanti normati”.“Pertanto, a causa della scarsa ed insufficiente percentuale di dati validati non si ritiene corretto eseguire un confronto con quanto misurato negli anni precedenti”. Va da sé la scarsa attendibilità deidati dei campionatori passivi, usati come palliativi della stazione di monitoraggio invalidata, al punto che le determinazioni analitiche sono state eseguite presso un laboratorio privato individuato addirittura dalla stessa Solvay e dalla medesima trasmesse all’Arpa.
Nota bene. Questi dati, queste relazioni dell’Arpa, “ComitatostopSolvay” e “MammeNoPfas”dovrebbero confluirli al “tavolo tecnico” del Ministero dell’Ambiente (annullato martedì 28 ottobre a Roma), insieme a tutta la documentazione prodotta per i PFAS, alla quale aggiungere un fascicolo Bisfenolo: https://www.edocr.com/v/xv4wmd8p/bajamatase/ca-attenzione-Arpa. Il tutto, per comprovare il record di morti di cancro, sarebbe fin troppo convincente ma, si sa, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire.
I dati Arpav sono inequivocabili, ma la Giunta si difende: situazione sotto controllo: clicca qui.
Un recente studio ha evidenziato che oltre 200 milioni di americani potrebbero avere a disposizione dell’acqua potabile contaminata da PFAS: clicca qui.
L’acido perfluoroottanoico, il PFOA, è una sostanza che si trova nel teflon, nei tappeti e in alcuni indumenti impermeabili e appartiene a una classe di sostanze organiche perfluoroalchiliche (PFAS), sostanze sintetiche prodotte dall’uomo che non si degradano nell’ambiente e si accumulano nei tessuti umani. Queste sostanze sono state trovate in quantità elevate nei corsi d’acqua vicino a strutture industriali che trattavano questo tipo di prodotti: clicca qui.
Ad esempio, a valle dello scarico Solvay di Spinetta Marengo il fiume Bormida diventa tinto d’azzurro: clicca qui.
Lettera aperta al procuratore capo Enrico Cieri presso il tribunale di Alessandria. (via Pec)
Campane stonate. Inquina sì. Inquina no. Danni alla salute sì. Danni alla salute no. Ma insomma, ci sono le prove? Ci sono, c’è anche la “pistola fumante”. E’ a portata di mano della Magistratura. Ad Alessandria dormiente. La Magistratura cosa aspetta a sequestrare le secretate cartelle cliniche dei lavoratori di Spinetta con tutte le (noi ne abbiamo alcune) analisi del sangue che Solvay conosce sconvolgenti e volutamente “ignora” da sempre? E, riteniamo noi, ad accertare i reati colposi o dolosi eventuali ed avviare i relativi procedimenti penali? Tenga conto che con quegli accertamenti l’INAIL individua a centinaia di lavoratori la malattia professionale derivante dai danni provocati dai PFAS: le stesse patologie che colpiscono migliaia di cittadini esposti. Già allo stato di spermatozoi. (continua).
Riconosce che l’accumulo di queste sostanze, rilevabili nella concentrazione sierica, provoca gravi danni all’organismo. Clicca qui. Ora è il momento della Magistratura, soprattutto per sentenziare le patologie di migliaia di cittadini con i Pfas nel sangue.
Rimangiato l’impegno “limiti zero” del ministro all’ambiente Costa. Rinvio di un anno (poi due ecc.) tramite un intorbidito disegno di legge. Intanto avviata una pastoia di gratifichevoli “tavoli tecnici” in cui MammeNoPfas e ComitatoStopSolvay saranno facilmente fagocitati dalla cricca ministeriale e confindustriale che opera per conto di Solvay e Miteni. Quanto prima verificheranno la presa in giro. Tra i Movimenti ambientalisti l’interpretazione più probabile è di un ennesimo tradimento dei Cinquestelle. (Clicca qui).
Il governo mena il can per l’aia, prende tempo, quello che serve a Solvay per continuare -se indisturbata dalla Magistratura– ad inquinare e ammalare, e a Miteni per sgusciare dal processo.
Invece Provincia Comune Regione hanno accettato che un reato accertato e documentato -inquinamento e morti- continui ad essere perpetrato ed oltretutto a tempo indeterminato: Clicca qui Legambiente e Comitato Stop Solvay.
Quindici anni prima che scoppiasse lo scandalo Pfas in Italia, ad essere colpiti furono gli USA. Sono ancora nelle acque i forever chemicals (composti persistenti) soggetti ad accumulo nell’organismo. Clicca qui.
Clicca qui il documento col quale leMamme NoPfas ed il Comitato #StopSolvay, con il sostegno della Rete Nazionale Mamme da Nord a Sud il 6 e 7 ottobre tornano a Roma a manifestare la collera delle popolazioni venete e piemontesi: “Ministro, ti sei impegnato per LIMITI ZERO PFAS, e gli impegni vanno mantenuti perchè la parola data ha ancora un valore importante per gli italiani” . Non ti basta, Ministro, che la Lega ti abbia appena ridicolizzato con la Conferenza dei servizi di Alessandria: clicca qui.
E’ la conclusione del Ministero dell’Alimentazione tedesco. Clicca qui “Il Salvagente”. I PFAS sono chiamate “sostanze chimiche per sempre” perché sono molecole indistruttibili. Ci sono quasi 5.000 tipi e la maggior parte non è stata studiata a fondo. Tra quelli oggetto di ricerche, però, molti sono stati collegati a effetti dannosi sulla salute, tra cui diminuzione della fertilità, cambiamenti ormonali, livelli elevati di colesterolo, risposta del sistema immunitario indebolito, aumento del rischio di alcuni tumori e basso peso alla nascita nei neonati.
Nella “Conferenza dei servizi” del 1° ottobre 2020 ad Alessandria, Provincia-Comune-Regione hanno autorizzato alla Solvay di Spinetta Marengo i cancerogeni PFAS nelle falde e nel sangue dei lavoratori e dei cittadini. Il capolavoro leghista è consistito nello scaricare la propria criminale decisione sulle terga dei Cinquestelle, ovvero del ministro all’ambiente Sergio Costa che non ha saputo imporre al suo Ministero gli impegni che aveva preso con Movimenti piemontesi e veneti, cioè il LIMITE ZERO DELLE EMISSIONI DEI PFAS. Il corrotto tiro mancino della Lega era stato (clicca qui) ampiamente previsto ma censurato dai giornali, e infatti è stato commentato prima della Manifestazione davanti alla sede della Provincia: ascolta Lino Balza dal minuto tre della registrazione video.
La Manifestazione di protesta contro Costa la prossima settimana a Roma raddrizzerà le gambe al Governo ripetutamente accusato di tradimenti dagli ecopacifisti?
Dopo il voltafaccia del Governo, clicca il video dell’Appello della popolazione ai Presidenti delle Regioni affinchè alla Conferenza Stato-Regioni siamo adottati per i PFAS i LIMITI ZERO delle emissioni, per i quali si era impegnato più volte lo stesso ministro all’Ambiente Sergio Costa prima che Solvay/Miteni dettassero al suo Ministero l’imposizione di limiti cancerogeni (20.000 nanogrammi per litro d’acqua).
Miniato da Giotto: il tradimento di Costa serrato tra inquinatori e inquinati.
Abbiamo chiesto un incontro, urgente, al ministro all’ambiente Andrea Costa. Per sapere la verità. Vale il suo impegno solenne di fissare LIMITI ZERO alle emissioni dei PFAS? Oppure valgono i limiti cancerogeni che Solvay/Miteni hanno dettato al suo ministero? Ebbene, Costa non ha convocato né i piemontesi né i veneti. Brutto segnale. Procrastinare il volta gabbana a dopo le elezioni pare una furbizia che non salva i voti ai Cinquestelle. I grillini sono già accusati di tradimento ad ambiente e ambientalisti: Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, TAP, Ilva, Acqua Pubblica, nonché alla pace e ai pacifisti. Non ci voleva anche il tradimento PFAS. Dante colloca i traditori nella zona più bassa dell’Inferno, i più lontani da Dio. Infatti hanno violato il patto “di che la fede spezïal si cria”: rappresentano il peggio della degradazione umana e nel gelido contrappasso sono retrocessi nella loro immobilità a “pietre umane”. Dante non perdona: “Mei foste state qui pecore o zebre!”. Lo faranno gli elettori Cinquestelle? perdoneranno la violazione del patto? in quale misura i grillini subiranno la legge del contrappasso? Il loro ex voto andrà all’astensione piuttosto che all’ancòra più immeritevole concorrenza. Magra consolazione. Ma a Beppe Grillo piacerà il Purgatorio, tra i pigri e gli accidiosi?
di comune, provincia, regione, governi, asl, arpa, sindacati, magistratura e giornali. Ci manca ancora il ministro all’ambiente Sergio Costa. Clicca quiPfas: lunga storia di connivenze il dossier su “La Bottega del Barbieri”.
Clicca la foto per vedere il video delle mamme incazzate.
Il quale ha preso solenne impegno di abbassare i limiti dei PFAS a ZERO. Invece riscontriamo tutt’altro nella bozza di proposta di regolamentazione che appare redatta sotto dettatura della Solvay. Infatti, come spiegano le Mamme NoPfas: clicca qui pagina Facebook della rete stessa, se passasse questa proposta ministeriale, i cancerogeni PFAS, che hanno effetti sulla salute a dosi bassissime, di nanogrammi/litro, potrebbero essere emessi superando qualunque soglia immaginabile. Addirittura per il C6O4, di cui Solvay pretenderebbe l’autorizzazione AIA dalla Provincia di Alessandria, nei primi due anni si potrebbero scaricare ben 7.000 nanogrammi/litro per poi “decrescere” fino a 500. Nella proposta i cittadini potranno essere esposti a concentrazioni di sostanze per-fluoroalchiliche fino a 19.530 nanogrammi/litro e per i decenni seguenti a 6.530 nanogrammi/litro. Altro che limite zero! Costa modifichi, oppure si dimetta.
Veleno nel sangue dei lavoratori. Che a loro volta lo trasmettono con le trasfusioni.
Dodici anni fa mi replicò: “Fai allarmismo, non c’è motivo di preoccuparsi”. Oggi la ritroviamo al centro delle cronache. Non entriamo nel merito del pasticciaccio brutto delle attuali accuse di bilanci taroccati. Mi basta ricopiare la pagina 27 del quarto volume de “ L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”. (continua). Nel pasticciaccio brutto è coinvolto il vicepresidente Francesco Galeone, per noi già famigerato dipendente Solvay, delegato esecutivo Uil connivente in tutta la scandalosa faccenda Pfas.
Qui più che altrove ogni vita è provvisoria. Qui più che altrove non c’è tempo da perdere. Non c’è niente da perdere. Tiroiditi autoimmuni, dermatiti, endometriosi, forme infiammatorie artritiche o vascolari, allergie di ogni tipo, sindrome MCS (sensibilità chimica multipla), disturbi bipolari, malattie neurodegenerative, SLA, patologie genetiche, malformazioni alla nascita …. le statistiche ancora non misurano l’ infinita varietà di forme che a Taranto può assumere il dolore, che segue l’infinita varietà degli inquinanti chimici prodotti da Ilva, Eni, Cementir, Arsenale militare. Clicca qui il libro “Veleno” di Cristina Zagaria, la battaglia di una giovane donna.
“Perseverare è diabolico quando si parla di una fantomatica ‘produzione strategica per la nazione’; anche quando quella ‘produzione’ continua ad essere una perdita economica che porterà alla catastrofe nazionale; soprattutto quando quella‘ produzione’ regala morte, malattia, disperazione”. […] “E’ il momento di cambiare strada, di chiudere la vecchia fabbrica della morte e di riconoscere a Taranto un giusto risarcimento, a partire dall’istituzione di una no-tax area e un piano di bonifica e riconversione economica studiato da professionisti di riconosciuto talento, avvalendosi di forza lavoro principalmente tarantina”. Continua a leggere la Lettera dei Genitori Tarantini al premier Conte e sottoscrivila (a genitoritarantini.ta@gmail.com) come già fatto da migliaia di cittadini. Clicca qui.
Perfino i sindacati sono “turbati”. Si ripetono con cadenza regolare infatti gli incidenti (con o senza feriti) alla Solvay di Spinetta Marengo. Difficile stargli dietro. L’allerta di stabilimento del 24 agosto è durata ben 7 ore: rottura di una linea di alimentazione di azeotropo con particolare fuoriuscita di tetrafluoroetilene e acido cloridrico (cancerogeni) presso l’area Monomeri. “Tetrafluoroetilene ( C2F4): Danger! According to the classification provided by companies to ECHA in REACH registrations this substance may cause cancer, is an extremely flammable gas, may cause damage to organs and contains gas under pressure and may explode if heated.”. Pfas rinvenuti in Artico: Ministro Costa, urgono limiti zero dei PFAS anche in atmosfera.
Ma sono tutti alessandrini di matrice leghista. Il ritrovamento dei Pfas della Solvay di Spinetta Marengo, mano a mano che Arpa-Asl analizzano, si allarga a centri concentrici e sempre più alto è il numero dei Comuni con acquedotti contaminati. Tra i “minimalisti” si segnalano il sindaco Federico Chiodi : “La concentrazione di PFAS totali trovata a Tortona è pari al limite massimo consentito dalla Regione Veneto ( 90 ng/l)”. Nonché l’AmvAzienda multiservizi valenzana che approvvigiona il Comune inquinato di Bassignana: “I toni usati sono eccessivamente allarmistici, i composti sono presenti solo in ‘tracce’ e comunque inferiori alle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità”. Noi, che saremmo “gli allarmisti”, siamo quelli che abbiamo lanciato per tempo l’allarme sacrosanto dei cancerogeni PFOA-C6O4-ADV, perciò abbiamo accolto tra le nostre file il ministro Sergio Costa col suo inequivocabile preciso impegno: “Abbiamo stabilito di abbassare in Italia i limiti PFAS fino allo zero laboratoriale”. Perfino un prudentissimo direttore dell’Arpa -da noi avversatissimo come abituale negazionista/minimalista- si è trovato forzato ad indagini idrogeologiche ed epidemiologiche, per ciò infatti Alberto Maffiotti sta per essere fatto fuori.
Il nostro allarme sul pfas ADV fa data 2008 quando ne descrivemmo le pericolosità (assieme a Pfoa e C6O4) nell’esposto alla Procura di Alessandria. Nessuno dei tre cancerogeni era ricercato dall’Arpa: infatti furono omessi nel capo di imputazione del processo per avvelenamento doloso delle acque e omessa bonifica. Ora, decenni dopo, PfOA e C6O4 inesorabilmente affiorano nelle acque superficiali- destinate al consumo umano già fino a 30-40 Km di distanza dalla Solvay di Spinetta Marengo. E l’ADV no. Perché? Perché l’Arpa continua a non cercarlo. Perché questa ennesima omissione? se lo chiede anche il Comitato Stop Solvay (clicca qui). Solvay, subendo la nostra campagna nazionale, annunciò finalmente l’eliminazione nel 2012 del Pfoa (sostituendolo con C6O4, ahimè, altrettanto cancerogeno) ma anche dell’ADV se ne fregarono tutti (a parte noi tramite altri esposti in Procura).
Dopo le falde sotto lo stabilimento Solvay Spinetta Marengo e la chiusura (con otto mesi di ritardo) dell’acquedotto di Montecastello, dall’Asl/Arpa (che hanno aperto gli occhi, di poi averci volutamente ignorato per decenni) sono stati analizzati pozzi usati per il prelievo delle acque degli acquedotti della bassa valle Tanaro e dello Scrivia in provincia di Alessandria: si confermano già contaminati di Pfoa / C6O4 quelli dei Comuni di Pietra Marazzi, Bassignana, Tortona, Castelnuovo Scrivia, Isola Sant’Antonio, Sale, Guazzora e Villarvernia.
Solvay si dichiara innocente per non aver commesso il fatto oppure perché il fatto non costituisce reato. La prima difesa – “Escludiamoin modo categorico ogni nostra responsabilità” – è risibile considerando dal secolo scorso che il polo chimico è l’unica azienda in Piemonte a utilizzare (e scaricare in aria e acqua fino al Po) Pfoa e che , addirittura, per il C6O4 detiene un brevetto mondiale. La seconda – “Giuridicamente consideriamo le tracce di contaminazione a norma dei limiti”– suona addirittura come cinica irrisione. Tracce? Non sono tracce: 0,23 microgrammi/litro (usano questa unità di misura per trattare con numeri falsamente bassi) equivale a 230 nanogrammi/litro contro un limite fissato dal Veneto di 90, un limite proposto da UE di 50, mentre l’ obiettivo che proporrà Il ministro italiano dell’ ambiente è 0,000.
Premesso che il livello dovrebbe per tutti essere zero, per trent’anni il professor Giovanni Costa ha rassicurato i lavoratori sull’innocuità del PFOA nel loro sangue, addirittura con 91.900 nanogrammi per millilitro della sostanza: cancerogena per via orale, attraverso la pelle o l’inalazione! Costui era medico del lavoro tanto della Miteni di Trissino che della Solvay di Spinetta Marengo. Ad Alessandria lo contestammo e lo sfidammo ad un confronto pubblico, che eluse. Dopo la notorietà del disastro Du Pont, dal 2007 non c’erano dubbi sulla pericolosità del Pfoa, tant’è che nel 2008 pubblicamente denunciammo –anche con esposti in magistratura- lo scarico Pfoa in Bormida e l’avvelenamento del sangue dei lavoratori di Spinetta. Oggi torniamo a chiedere alla Procura di Alessandria di sequestrare le cartelle cliniche dei lavoratori. Le responsabilità del Costa sono al vaglio dell’autorità giudiziaria veneta.
In Veneto, una popolazione di circa 350mila persone è esposta a livelli allarmanti di Pfoa e C6O4. Senza saperlo fino al 2013 (clicca qui). Eppure l’allarme nazionale fu lanciato da Alessandria fin dal 2008, allarme che spaventò Miteni infatti svelta a disfarsi dello stabilimento ma che lasciò tranquilli sindacati e politici e ambientalisti e medici e cittadini. Insomma, chi sapeva nascondeva, e non sapeva chi non voleva sapere.
Non si azzarderebbero ad assicurare i cittadini che il Pfas C6O4 non desta preoccupazioni. Ancor prima del C6O4, la Solvay ha avvelenato i cittadini alessandrini per venti anni col PFOA sapendo che è cancerogeno persistente bioaccumulabile (come noi sostenemmo nel 2008 anche in Procura!), avvelenati come dimostrano proprio le analisi del sangue degli operai. Anzi, il C6O4 è ancora più pericoloso del PFOA (prof. Foresta).
Se non sono irresponsabili, i lavoratori si rendano conto di quanto affermato nell’interpellanza alla Camera (clicca qui) da Alberto Zolezzi del Movimento Cinquestelle e da Roberto Morassut Sottosegretario di Stato per l’Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Una situazione, si legge, “estremamente preoccupante”. Si facciano una ragione del perché, a tutela della loro salute e dei cittadini, il ministro Costa si è impegnato a fissare il limite zero per il Pfas. Come noi sosteniamo.
La CGIL ne ha preso le distanze, ma da settimane circola in fabbrica, spinta da timorosa cortigianeria, una “Lettera aperta ai cittadini di Spinetta Marengo” attribuita al direttore Andrea Diotto e firmata “Gruppo spontaneo dipendenti”. Talmente spontaneo che, excusatio non petita accusatio manifesta, ci tengono a precisare: “Lo facciamo con il supporto della nostra azienda ma senza nessun condizionamento”. “La nostra salute viene costantemente monitorata e i risultati delle analisi effettuate non ci danno motivo di essere preoccupati” perciò rassicuriamo anche voi cittadini che non dovete mostrare alcuna “preoccupazione per la salvaguardia della salute attorno al polo chimico”. Delle due l’una: o questo direttore è un impudente cinico o questi lavoratori sono degli irresponsabili. Infatti le analisi del sangue sono secretate alle Autorità pubbliche in quanto contengono da decenni livelli spropositati dei cancerogeni Pfas. Infatti le analisi delle falde e acquedotti ne sono pieni. A tacere dei Pfas respirati. Le indagini epidemiologiche sono drammatiche.
I francobolli sulle lettere spedite, e acclusi depliant, sono stati pagati dal direttore.
Nel 2008, spontaneamente, lavoratori minacciavano telefonicamente la mia famiglia e me per l’avvio del processo. Lino Balza.
Il Movimento Cinquestelle ha fatto una interpellanza (clicca qui) al ministro dell’ambiente Sergio Costa sostenendo “Non facciamo nascere un altro mostro sulle rive del Po” riferendosi alla autorizzazione AIA per il pfas C6O4 che Solvay ha chiesto alla Provincia di Alessandria. Costa aveva già anticipato la risposta all’interpellanza tramite un inequivocabile preciso impegno: “Abbiamo stabilito diabbassare a livello nazionale i limiti fino allo zero laboratoriale i livelli di Pfas, dando ovviamente alle Regioni la competenza per il monitoraggio” (clicca qui). Il M5S si batterà a mantenere gli impegni, senza ripetere una ulteriore delusione al mondo ambientalista?
L’attuale disastro ecosanitario è il risultato di come Solvay abbia tutelato e tuteli il territorio dall’inquinamento terra-aria-acqua provocato senza soluzione di continuità dal suo stabilimento di Spinetta Marengo. Questo eccezionale risultato, tragicamente misurabile in morti e malattie, è stato conseguito in condizioni meteorologiche normali. Ma se dovessero verificarsi fenomeni meteorologici di eccezionale portata? Niente paura, Solvay è preparata ad affrontarli con “la consolidata ottica di prevenzione,” tramite “un innovativo sistema di previsione dei fenomeni meteo eccezionali”, che susciterà l’invidia di Luca Mercalli. A dire il vero, precisa il comunicato stampa aziendale (clicca quiCorriereAL), già ora la barriera idraulica è da considerarsi degna di lode, a prescindere dai 21 cancerogeni (tra cui il Pfas C6O4) che sempre fluttuano in falde e acquedotti. Ma addirittura questa efficienza “d’avanguardia” sarà miracolata da un “innovativo sistema di intelligenze artificiali”. Tra queste intelligenze, noi annoveriamo la connivenza degli Enti locali auspicata per l’autorizzazione AIA al C6O4.
Cioè una cazzata (clicca qui). Arriva a dire che chi in Alessandria (Legambiente, Comitato Stop Solvay, Movimento di lotta per la salute Maccacaro, ecc.) si oppone all’autorizzazione AIA alla Solvay del cancerogeno C6O4 “sta alimentando la contrapposizione retorica tra tutela dell’occupazione e tutela dell’ambiente e della salute”. Contrapposizione retorica: lo dice a me? Lo dice chi si è da sempre strafregato dello stabilimento di Spinetta Marengo, con annessi inquinamenti e connesse morti! Lo dice proprio a me? Che in 50 anni di lotta ho denunciato i fatti, non chiacchiere, e sono appunto stato colpito da un numero inverosimile di rappresaglie (compreso il licenziamento) per le quali l’azienda è SEMPRE stata condannata da TUTTI i tribunali fino alla Cassazione. I Matteo Renzi non hanno neppure letto il progetto C6O4, e anche se lo leggessero, scientificamente ignoranti e politicamente in malafede come sono, concluderebbero: “sì al C6O4 perché è un progetto di miglioramento della qualità ambientale”. D’altronde si inventano CHE GIA’ ADESSO emissioni terra-acqua-suolo, barriere idrauliche e bonifiche hanno… solo bisogno di ulteriori progressi e potenziamenti. Noi, che faremmo “contrapposizione retorica”, affermiamo invece che GIA’ ADESSO le analisi epidemiologiche, idrogeologiche e atmosferiche dimostrano il disastro ecosanitario: GIA’ ADESSO, SENZA AGGIUNGERE ULTERIORMENTE IL PFAS C6O4.
Noi siano dunque impegnati affinchè (anche col voto) “Italia Viva” non viva sulla pelle degli abitanti e dei lavoratori alessandrini.
Il ministro all’ambiente Sergio Costa sulle nostre posizioni: «Sul tema delle sostanze perfluoro-alchiliche, i cosiddetti Pfas (tra questi il cC6O4, ndr), mi sono molto battuto anche in sede europea qualche mese fa riuscendo ad ottenere importanti risultati. L’Italia, infatti, è stata in prima fila nel chiedere la massima ambizione sui Pfas e poter vedere oggi nella nuova direttiva acque della UE il valore limite di queste sostanze fissato a 0,1 microgrammi al litro come massimo per tutta l’Europa è il miglior riconoscimento del lavoro fatto dal nostro Paese in quella sede, ottenuto con una negoziazione difficile ma che non è mai arretrata di un passo. E il successo dell’azione in Europa ci ha aperto anche la strada per poter legiferare anche nel nostro Paese con più facilità. L’aver riconosciuto i Pfas come un problema delle acque europee, infatti, ci ha permesso di arrivare a vincoli ancora più stringenti. Come ministero dell’Ambiente, attraverso gruppo di lavoro al quale hanno partecipato anche Ispra e ministero della Salute, abbiamo stabilito diabbassare a livello nazionale i limiti fino allo zero laboratoriale i livelli di Pfas,dando ovviamente alle Regioni la competenza per il monitoraggio».
«Questa posizione è diventata un articolo che sarà inserito nel prossimo Collegato ambientale, in modo che la norma diventi operativa nel più breve tempo possibile. L’intervento normativo, inoltre, rispecchia i recenti obblighi derivanti da accordi internazionali, come il Reach, che prevedono il divieto di utilizzo e di presenza nei prodotti di alcune sostanze appartenenti alla categoria delle sostanze poli e perfluoroalchiliche sulla base delle loro caratteristiche di persistenza, bioaccumulabilità e tossicità. Questo, in prospettiva, consentirà anche alle Regioni che non hanno stabilito limiti ai livelli di Pfas di applicare i criteri della norma nazionale e agire di conseguenza».
Le norme metteranno ordine sulla questione. L’Italia, in sostanza, avrà regole più restrittive anche rispetto all’Unione europea. A livello nazionale, dunque, si abbasseranno i limiti dei Pfas fino allo «zero laboratoriale». Cosa significa? Lo zero di laboratorio è uguale al limite posto alla minima concentrazione di Pfas tecnicamente rilevabile. Abbassare i limiti fino allo zero di laboratorio significa limitarli al di sotto del più basso valore misurabile con una tecnica di laboratorio. Ovvero ogni metodo ha un valore indicato inferiore a limiti di rilevabilità analitica strumentale. Se in futuro gli strumenti arriveranno a vedere molecole ancora più piccole, il limite di rilevabilità sarà più basso. Non si parla dunque di un numero fisso ma cambierà e si ridurrà alla maggior evoluzione tecnologica degli strumenti. Clicca qui.
Tradotto per le autorizzazioni AIA del pfas C6O4 della provincia di Alessandria alla Solvay: la nuova AIA deve essere respinta e la vecchia AIA revocata. Il limite C604 è zero per acque, aria e suolo. La Procura sequestri le cartelle cliniche dei lavoratori dello stabilimento di Spinetta Marengo. Comuni/Regione sottopongano alle analisi tutta la popolazione.
Il valore di PFAS nelle acque deve essere ridotto a zero. Il valore massimo temporaneamente imposto in Veneto è milioni di volte troppo alto. Clicca qui Salute: il metodo certificato per proteggersi dai Pfas nell’acqua di rubinetto.
I 5 Stelle tornano sulle accuse a Zaia per la gravissima alterazione PFOA delle falde partita dall’azienda Miteni, in provincia di Vicenza, e che ora interessa almeno 300mila cittadini. Clicca qui.
Pfas C6O4: per l’esperto crea più problemi del Pfoaclicca qui.
Dietro la parola “nuova generazione”, GenX e C6O4 si nascondono i PFAS della “generazione di mezzo”, piccole varianti commercializzabili – sotto nome diverso e funzioni simili – utili a produrre nuove polimerizzazioni fluorurate oscure, opache, di difficile riconoscimento, altrettanto cancerogene. Clicca qui.
Gli studi scientifici hanno constatato la correlazione tra l’uso di pentole antiaderenti in cucina e alcune patologie tra cui quelle cardiovascolari. A ennesima dimostrazione di ciò la Danimarca nel 2019 ha detto stop all’uso di PFAS nelle pentole antiaderenti bandendole dal commercio nazionale. Clicca qui.