
Ambiente svenduto. Ambiente delitto perfetto.

Movimenti di Lotta per la Salute, l"Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Ci chiediamo a cosa serve un ministero della transizione ecologica se la mega-discarica dei veleni tossici di Bussi sul Tirino continua ad inquinare. Se si conferma, come a Spinetta Marengo, che non sono bonifica nè gli interventi di copertura e impermeabilizzazione dei terreni, nè il sistema di emungimento delle acque sotterranee, vale a dire il procedimento che permette di prelevare l’acqua di falda, depurarla e rimetterla in circolo pulita.
E’ la conferma, come a Spinetta Marengo, che non sono bonifica gli interventi di copertura e impermeabilizzazione dei terreni, ed il sistema di emungimento delle acque sotterranee, vale a dire il procedimento che permette di prelevare l’acqua di falda, depurarla e rimetterla in circolo pulita. Clicca qui.
Per la bonifica è guerra tutti contro tutti nei tribunali. Clicca qui Maria Cristina Fraddosio.
Per l’ immensa discarica di veleni dello stabilimento di Bussi sul Tirino che fu veduto da Montedison a Solvay. Clicca qui.
Per quarant’anni è stato «perpetrato un crimine ambientale di proporzioni gigantesche nel silenzio e nella complicità di molti» da parte dello stabilimento gemello di Spinetta Marengo. La bonifica non è mai cominciata. I cittadini sono esasperati dall’immobilismo dei governi. Clicca qui.
I due stabilimenti Montedison acquistati da Solvay con un carico di inquinamenti tuttora immutati non sono in cima all’agenda politica. Dopo due processi per disastri ecosanitari (quello abruzzese definitivamente concluso e quello piemontese verso la Cassazione), le bonifiche sono tutte al palo mentre le patologie in crescendo. Emblematico (Clicca qui) il capitolo nel rapporto “Sentieri” realizzato dal Ministero della Salute.
Il Movimento Cinquestelle esulta (clicca qui) perché il ministro Costa chiede i danni per il disastro di Bussi. Però il ministro ancora tace per il disastro gemello di Spinetta Marengo: clicca qui il Movimento di lotta per la salute Maccacaro.
La bonifica delle discariche e delle falde sottostanti lo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo (Alessandria), catastrofe ecologica sancita di nuovo dalla recente sentenza in appello, non può essere lasciata alla discrezione dell’inquinatore. Il quale infatti denomina “bonifica” una prudenziale “messa in sicurezza” peraltro trascinata fino e oltre il 2029. Il contrabbando dei termini è funzionale alle Amministrazioni locali che fingono di credere. La sostanza è che Solvay risparmia miliardi mentre la simulata bonifica rende irreversibili l’immane inquinamento e l’ecatombe di morti e ammalati.
Ribaltato il verdetto di Appello: le dieci condanne per disastro ambientale delle falde acquifere – il più grave in Italia – si trasformano in altrettante assoluzioni per non aver commesso il fatto. Il “fatto” esiste ma non i colpevoli, né dolosi né colposi dei danni alla salute pubblica. La bonifica della discarica più grande d’Europa, 3.7 milioni di euro di danni: se li paghi la collettività. In Cassazione il processo gemello Solvay per Spinetta Marengo (AL) subirà la stessa sorte. Altri due capitoli degni del libro “Ambiente Delitto Perfetto”.
Clicca qui “Antonio Massari”
Clicca qui Il Fatto “Edison si tira fuori dalla bonifica dei veleni in Abruzzo”.
Condanna disciplinare inflitta dal CSM all’ex presidente della Corte di Assise di Chieti, Camillo Romandini, finito nei guai per aver intimidito (“vi giocate la casa”) la giuria popolare che con lui giudicava 19 ex dirigenti Montedison per la discarica di Bussi, per farli assolvere dal reato doloso al disastro colposo. La sentenza di primo grado fu poi ribaltata in Appello quale avvelenamento colposo delle acque e disastro colposo aggravato, senza prescrizioni.
Inquinamento diffuso, anche per le falde acquifere, a seguito di deposito incontrollato, in contrasto e senza autorizzazione e senza alcuna sicurezza, in un’area di oltre 70.000 mq, di migliaia di tonnellate di scorie industriali e rifiuti tossici e nocivi derivanti dalla storica produzione industriale del polo chimico ex Montedison (oggi Solvay). L’ordinanza provinciale che lo certifica è stata notificata dalla Provincia di Pescara alla Edison spa.
A Torino, presidente Fabrizio Pasi, riprenderà il 6 giugno l’Appello contro le assoluzioni Solvay di Spinetta Marengo per avvelenamento doloso delle falde (clicca qui la memoria di Lino Balza), mentre le accuse di Tangenti sono pervenute al Consiglio superiore della Magistratura. Per Bussi si pronuncerà a settembre la Cassazione: nel 2015 la Corte di Assise di Chieti, presidente Camillo Romandini, assolse in larga parte per prescrizione i dirigenti Montedison, accusati di avvelenamento doloso delle falde, ma alcuni giudici popolari riferirono al giornale Il Fatto Quotidiano di pressioni di Romandini per escludere il dolo. La sentenza abruzzese fu ribaltata in Appello: 10 condanne. Per Romandini è in corso procedimento disciplinare al Consiglio superiore della Magistratura.
Clicca qui Antonio Massari “Soldi per il processo sulla discarica”
Per la catastrofe ecosanitaria di Spinetta Marengo, a Torino il presidente della Corte d’Assise d’Appello, Fabrizio Pasi, punta alla sentenza prima dell’estate. Ma non sono esclusi clamorosi interventi dilatori da parte belga: l’avvocato di Solvay ha infatti deferito al Consiglio Superiore della Magistratura il Pubblico Ministero addirittura per concussione nell’ambito di una presunta associazione a delinquere dedita anche a tangenti, mentre per queste accuse diffamatorie lo stesso avvocato dovrà rispondere alla Procura della Repubblica di Milano.
Per quella di Bussi sul Tirino, a Roma il Consiglio Superiore della Magistratura il 2 marzo “processa” il presidente del tribunale, Camillo Romandini, dopo la sospetta sentenza di assoluzione poi ribaltata in Appello all’Aquila.
Clicca qui Rete Ambientalista “Code velenose a Torino”.
Clicca qui Silvana Mossano “Vertici di Solvay e Ausimont sotto accusa”.
Clicca qui Antonella Mascali e Antonio Massari “Processo al giudice del disastro: pressioni sui giurati”.
Clicca qui Alessandrianews “Processo polo chimico Spinetta ammesse nuovamente le parti civili”
Clicca qui TG Vallesusa “Solvay di Spinetta Marengo processo il 7 febbraio”
Clicca qui Alessandria Oggi che pubblica una velina vanagloriosa e falsa di un ex sindaco condannato a tre anni con affidamento ai lavori (finalmente) socialmente utili.
Clicca qui Monica Gasparini “Spinetta, area ancora pesantemente inquinata”
Non basta un “bravo” al PM per il suo ricorso alla Corte di Appello per ribaltare la sentenza scandalosa di primo grado. Occorre nel frattempo approntare gli strumenti tecnici e politici per agire senza perdere ulteriore prezioso tempo. Le nostre proposte concrete per la salute della Fraschetta sono invano depositate… (continua)
Clicca qui CorriereAl “Politici e bonifica di Spinetta Marengo”
Clicca qui Alessandria Magazine “La questione più importante per Alessandria è la bonifica del sito di Spinetta Marengo, uno dei più inquinati in assoluto d’Italia”
Clicca qui Pennatagliente “Sarebbero più credibili i politici”
Erano state assolutorie entrambe le sentenze in primo grado. Ma l’Aquila ribalta la sentenza di Chieti e condanna gli amministratori. Avverso al tribunale di Alessandria, il PM in Appello a Torino chiede per gli stessi amministratori la condanna a 16 anni di reclusione. Ad Alessandria Lino Balza si dimette in polemica con la presidenza di Medicina democratica che non ricorre in Appello e danneggia le Vittime Parti civili: invece la scandalosa sentenza può essere capovolta senza incorrere nelle prescrizioni, e imponendo la bonifica.
Clicca qui il commento della Sezione di Medicina democratica di Alessandria.
Clicca qui Il Fatto Quotidiano “Discarica dei veleni, sentenza ribaltata: condannati in dieci”.
Clicca qui CorriereAl “Bussi e Spinetta processi gemelli”
Clicca qui La Repubblica “Bussi, disastro colposo aggravato: dieci condannati e risarcimento per 3,7 milioni di euro”.
Clicca qui Pennatagliente “Bussi e Spinetta processi gemelli”
Clicca qui Il Fatto “La corte d’appello: ci fu avvelenamento colposo delle acque”.
Clicca qui Alessandria Post “Lino Balza: Spinetta alla luce della sentenza di Bussi”
Clicca qui Il Corriere della Sera “Discarica di Bussi: sentenza capovolta in appello”
Clicca qui CorriereAl “Spinetta alla luce della sentenza di Bussi”
Clicca qui IlSole24Ore “Avvelenamento colposo, ribaltata la sentenza di I° grado sulla discarica dei veleni di Bussi”.
Clicca qui Agora Magazine “Bussi e Spinetta processi gemelli”
Clicca qui Il Messaggero “Bussi, 10 condanne per la discarica dei veleni”
Clicca qui Agipapress “Alessandria: Bussi e Spinetta processi gemelli”
La sentenza del processo davanti alla Corte d’Assise di Chieti riguardante la mega discarica di Bussi ha assolto tutti i 19 amministratori della Montedison dal reato doloso di avvelenamento delle acque mentre quello di disastro ambientale è stato derubricato in colposo e, quindi, dichiarato prescritto. Nessun pericolo per la salute pubblica, secondo il tribunale. Invece gli ultimi 56 campionamenti dell’Agenzia regionale tutela ambiente misurano 20 parametri oltre i limiti di legge, la diossina tipo Seveso è 200 volte oltre i limiti sulle sponde del fiume Pescara, l’esacloroetano supera di 584 volte, il tetracloroetano di 1.740 volte, il mercurio è entrato nella catena alimentare. I veleni sono sprofondati nell’acqua di falda a 80 metri mentre nella Valle del Pescara vivono mezzo milione di persone.
Appello dopo la sentenza di primo grado che aveva assolto gli imputati di avvelenamento doloso delle acque di falda. Stesso reato che il PM di Alessandria ha confermato per l’Appello alla sentenza semi assolutoria di Spinetta Marengo (Alessandria). Per la sentenza di primo grado di Bussi (Pescara), il presidente della corte di assise è sotto procedimento disciplinare del ministero di Giustizia per aver interferito su alcuni membri della Giuria. Sempre in sede disciplinare i sospetti di tangenti. Di tangenti ad Alessandria sono stati invece interessati la Procura di Milano e il Consiglio superiore della magistratura. Intanto in entrambi i siti industriali l’inquinamento peggiora e le bonifiche non avvengono.
Clicca qui Antonio Massari “Appello dopo la sentenza delle ‘pressioni sospette’. Le parti civili chiedono il conto. E la discarica è sempre più inquinata”.
Clicca qui Prima di Noi “Processo Bussi. Chiesti (ancora) 1,8 mln di danni mentre l’inquinamento continua”
Per Bussi (Pescara) 12 anni e 8 mesi di reclusione a Carlo Cogliati (ex presidente, anche a Spinetta), 11 anni per Leonardo Capogrosso e Maurilio Aguggia, 12 per Luigi Guarracino, tutti ex direttori a Spinetta Marengo, 11 anni per Salvatore Boncoraglio. Con Boncoraglio, Guarracino è stato condannato ad Alessandria a 2 anni e 6 mesi, intanto è diventato direttore della Miteni a Trissino (Vicenza) dove è in corso un processo per avvelenamento da PFOA (come a Spinetta). Altri ex di Spinetta: Nicola Sabatini (4 anni) e Bruno Parodi (7 anni).
Per Spinetta Marengo (Alessandria) il PM chiede in Appello la conferma del capo di imputazione con condanne fino a 18 anni (Carlo Cogliati, ex presidente anche di Bussi). Il presidente di Medicina democratica invece non ricorre col PM e chiede la conferma della sentenza di primo grado assolutoria dei vertici e con risarcimenti nulli per la bonifica nonchè insultanti per le vittime parti civili: per protesta Lino Balza si dimette dal Consiglio direttivo dell’associazione e apre causa civile per conto proprio.
Per Bussi il Fatto Quotidiano ha svelato le pressioni subìte dalla Giuria svelando anche un presunto giro di tangenti. Tangenti sono state anche denunciate in udienza ad Alessandria e sono al vaglio del Consiglio superiore della magistratura e della procura di Milano.
Ampie notizie si trovano sul nostro Blog, mentre capitoli sono stati dedicati sul nostro libro “Ambiente Delitto Perfetto” .
Nel processo di Spinetta, era stata accusata dall’avvocato di Solvay: clicca qui Ambiente Delitto Perfetto.
Clicca qui la replica di Edison.
Clicca qui Antonio Massari “Il commento. Governatore e avvocato: due verità sono troppe”.
Clicca qui Il Fatto Quotidiano “Bussi, la sentenza e i 3 milioni: inchiesta aperta al ministero. Giurati che denunciano pressioni, legali che parlano di tangenti”.
Clicca qui Valeria Pacelli “Indagato per falso il magistrato sotto inchiesta disciplinare”
Santa Maria rivela i retroscena |
Per Bussi, indicato come testimone l’avvocato di Solvay, Luca Santa Maria: Clicca qui Il Fatto Quotidiano “Sms, email e conversazioni, e i dirigenti si sono salvati”. Clicca qui Antonio Massari “Tre milioni per comprare la sentenza sui veleni”. Santa Maria grande protagonista anche del processo di Spinetta Marengo parlando apertamente di tangenti: il libro “Ambiente Delitto Perfetto” riporta dettagliatamente le accuse che coinvolgono addirittura il PM.
A Chieti la Procura ha chiesto l’annullamento della sentenza e la riapertura del processo perché “è stata stravolta la lettera e la ratio della norma incriminatrice di avvelenamento delle acque”. Ad Alessandria la Procura farà altrettanto dopo aver preso atto delle motivazioni? Inoltre entrambi i processi lasciano dietro di sé clamorose code velenose, ben documentate sul libro “Ambiente Delitto Perfetto”. In sintesi. Per Bussi dovrà pronunciarsi il Consiglio Superiore della Magistratura in quanto la sentenza, derubricata da dolo a colpa, è altamente sospetta di pressioni indebite del presidente della Corte di Assise su alcuni membri della Giuria minacciati della loro rovina economica. Per Spinetta Marengo la Corte di Assise ha disposto la trasmissione alla Procura di Milano delle accuse presumibilmente diffamatorie, compresa la concussione, a carico del Pubblico Ministero; questa coda si incrocia con un altrettanto clamoroso atto giudiziario: l’avvocato leader Solvay chiede a sua volta il deferimento del PM al Consiglio Superiore della Magistratura proprio per concussione, e non solo. Cose mai viste. (continua)
Ovviamente l’incendio è doloso.
Clicca qui Il Fatto quotidiano “Terra dei fuochi. Brucia una discarica”
Ma il processo di Alessandria non finirà come quello di Pescara. Clicca qui il servizio delle Iene.
Non sono innocenti Carlo Cogliati, Maurilio Aguggia, Nicola Sabatini, Luigi Guarracino, Bruno Parodi, Leonardo Capogrosso, Salvatore Boncoraglio… Imputati di Bussi ma tristemente noti anche a Spinetta Marengo. Un buon Natale per loro, un Natale di merda per le vittime. Ma andrà diversamente per Cogliati, Guarracino e Boncoraglio al processo Solvay di Alessandria.
Clicca qui Il Manifesto “Licenza di disastro. 700 mila i cittadini della Val Pescara contaminati”.
Clicca qui La Stampa “Erano alla sbarra 19 ex manager. Tutti assolti per la megadiscarica. Il disastro ambientale derubricato a disastro colposo. Prescritto”.
Clicca qui Il Fatto Quotidiano “Rabbia e dolore. Come per Eternit. E’ una vergogna”
Clicca qui Il Fatto Quotidiano “Per i Giudici nessuno avvelenò l’acqua distribuita a 700.000 pescaresi”
Siete stati rapinatori a mano armata dell’ambiente e della salute, sul terreno avete lasciato distruzione e morti! Dunque dovete pagare. Dunque Solvay devi pagare di tasca tua i risarcimenti alle vittime e la bonifica del territorio (che salvaguarda l’occupazione), anche perché ti eri comprata per una manciata di mangime la gallina dalle uova d’oro e ora non puoi andartene (come stai tentando) lasciandoci lo sterco del pollaio.
Clicca qui per continuare a leggere.
Clicca qui La Stampa “Processo al polo chimico, ora della Solvay. Inquinata dal mercurio Spinetta è come Bussi. Sott’accusa l’Ausimont”
Montedison/P:Marghera, TyssenKrupp/Torino, Eternit/CasaleMonferrato, Tav/Mugello, Stoppani/Genova, Solvay/SpinettaMarengo, Solvay/Bussi (Pe), Viareggio/FS, Enel/Porto Vesme, Tirreno Power/Vado Ligure (Sv), Enel/Porto Tolle…..
Clicca qui Vittorio Miliucci.
Un disastro ecologico con dolo. La bonifica innanzitutto. Chi paga?
Clicca qui Il Manifesto
Stesso copione a Spinetta come a Bussi. I processi divisi in due tronconi.
Clicca qui Il Fatto.
Depositata la relazione dell’Istituto Superiore della Sanità. Occorre immediatamente un’indagine epidemiologica.
Clicca qui La Stampa
La devastazione ambientale continua. Inefficace la barriera idraulica. Valori fuorilegge. Non avviata la bonifica. Clicca qui.
Al pari di Spinetta Marengo, Bussi è una delle aree più inquinate d’Europa. La bonifica, che dovrebbe pagare Solvay, è lontana e anche la messa in sicurezza è inesistente o inefficace. Clicca qui.
Nel 1982 si aprono otto nuovi pozzi dell’acquedotto, a valle dell’industria, dove il fiume Tirino ha già imbarcato un bel po’ di veleni. Vent’anni dopo l’ASL certifica le sostanze inquinanti: tetracloroetilene, tricloroetilene e cloroformio, tossici e cancerogeni. Ma Asl (Azienda sanitaria locale, dà i giudizi di potabilità), Arta (Autorità regionale territorio e ambiente, fa le analisi in laboratorio), Aca (società pubblica di gestione dell’acqua), Ato (Ambito territoriale ottimale, ente pubblico che coordina la gestione dell’acqua), commissario straordinario del governo, una quarantina di Comuni, Provincia, Regione, si danno la consegna del silenzio. I cittadini continuano a bere ignari di tutto. Anzi, viene miscelata l’acqua inquinata con quella buona, per diluire i veleni. Nel 2004 una nuova relazione dell’Agenzia ambientale regionale aggrava il quadro: nella falda, diciannove molecole superano i limiti di legge. Tra queste anche il cromo esavalente, il micidiale agente tossico e cancerogeno. Il tetracloroetilene risulta schizzato fino a 4.800 volte superiori a quelli tollerati. E poi mercurio, piombo, nichel, cloruro di vinile. L’Agenzia… conferma il giudizio di potabilità dell’acqua. Vengono aggiunti dei filtri. Inutili. Nel 2007 si rilevano superiori concentrazioni di tetracloruro di carbonio (un composto tossico che colpisce fegato, reni, cuore e sistema nervoso). Fausto Croce, professore di chimica all’università di Chieti, vive proprio nella valle. Preleva campioni di acqua e li fa analizzare in laboratorio da un’equipe di colleghi. L’esito è sconvolgente: cancerogeni a livelli mai raggiunti in nessuna acqua potabile del mondo. L’ATO minimizza. Il Corpo forestale, guidato dal comandante provinciale Guido Conti, va a dare un’occhiata nelle viscere della valle. Comincia a scavare attorno al sito industriale e al fiume. Per chilometri. La terra è intrisa di sostanze inquinanti, che fino al 1963 erano scaricate direttamente nel fiume Pescara. Le stesse che hanno contaminato l’acqua. Una superficie grande come venti campi di calcio, per un totale di 500 mila tonnellate di rifiuti. La discarica abusiva di rifiuti pericolosi più grande d’Europa. I pozzi vengono chiusi. L’Acquedotto ricambia i filtri e i pozzi vengono riaperti. Poi si arrende. Sessanta tra associazioni e comitati spontanei organizzano una manifestazione con seimila persone. Un gruppo di giovani geologi e registi inizia a girare un documentario. Infine l’Istituto superiore di sanità fa giustizia di anni di ipocrisie. Dichiara l’acqua «non idonea al consumo umano» e certifica «un rischio per la salute umana». Dai primi allarmi sono passati sei anni, dalle prime analisi quattro. Quanti e quali danni alla salute dei cittadini si potevano evitare! Il pubblico ministero Aldo Aceto ha inviato 33 avvisi di garanzia a politici eccellenti (del PD), dirigenti Ato, Arca e Montedison: avvelenamento delle acque, disastro doloso, delitti colposi contro la salute pubblica, truffa, ecc. Cioè Montedison ha inquinato truccando le carte per farla franca mentre le autorità pubbliche insabbiavano. I dirigenti Montedison sono gli stessi responsabili dello scandalo rifiuti tossici della Montedison-Solvay di Spinetta Marengo (Alessandria). La prescrizione come sempre incombe. E dei rifiuti pericolosi ancora depositati nella valle? Per quelli ci sono ancor meno speranze. Bonificare la megadiscarica costa circa 150 milioni di euro. Per ora ne sono arrivati solo un paio e non sono bastati nemmeno per coprire i rifiuti con un telone. Così l’acqua piovana e il fiume continuano a trasportare veleni. In attesa della bonifica, a Bussi si guarda avanti. Una parte dello stabilimento chimico Solvay è in dismissione, ma è già pronto un progetto per insediare un nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti industriali. Non quelli già abbandonati nella valle, ma altri provenienti da impianti petrolchimici, raffinerie e industrie chimiche di mezzo mondo, dagli Stati Uniti alla Polonia. Più o meno centomila tonnellate ogni anno.
Nel sottosuolo all’interno della fabbrica stanno percolando nelle falde i veleni sversati, non solo il cromo. Bisogna fare i carotaggi e le analisi. Cosa è stato depositato nel bunker antiaereo di cui si chiacchiera dal dopoguerra? Bisogna andare a vedere. Le colline sullo sfondo dello stabilimento non sono naturali nella piana di Marengo: sono depositi di rifiuti. Bisogna andare a scavare. Provvederanno ASL e ARPA? Lo pretenderà la massima autorità sanitaria comunale, cioè il sindaco di Alessandria, preoccupato di interrompere i cicli produttivi e non altrettanto dell’acquedotto? E gli altri sindaci della Fraschetta? Per i reati commessi, per le misure di emergenza, per i risarcimenti: sarà tempestivo l’intervento della Magistratura? Il Comune si costituirà parte civile? Sono queste le domande inquietanti che poniamo nel timore che un nuovo velo venga tra qualche giorno a coprire le vergini grida di allarme e sdegno.”
Così scrivevamo. Il 24 maggio, apertura di una inchiesta della Procura della Repubblica e riunione di emergenza fra Comune, Provincia, Arpa, Solvay e Unione industriali, alla luce delle quali aggiungiamo le seguenti considerazioni che saranno trasmesse alla Procura e a tutti gli enti competenti. Specifichiamo che Medicina democratica si costituirà parte civile nel procedimento che la Magistratura vorrà aprire per azienda e amministrazioni.