Un anno e mezzo fa ha comprato una casa con due ettari di terreno a Cesena, investendo i risparmi di una vita. Ha piantato circa 600 alberi e ha accolto oltre 80 animali, sognando che il terreno possa diventare un rifugio per loro e un posto che accolga bambini, adulti, anziani. In piena alluvione le è arrivata una raccomandata da parte di Snam – società di infrastrutture energetiche – che le comunica che il suo amato terreno verrà espropriato per anni per farci passare il metanodotto linea adriatica. Nel frattempo, tutto ciò che c’è sopra sarà distrutto. Snam ha proposto a Marta 4mila euro di risarcimento e le restituiranno i campi devastati, non potrà più usarli per i suoi progetti perché la servitù di passaggio a vita su quei terreni implica che Snam, ogni volta che dovrà fare dei lavori tornerà a scavare e distruggere ogni cosa.
Marta non ci sta e chiede almeno una deviazione del metanodotto, le dai una mano firmando la sua petizione? Clicca qui.
Categoria: Snam
Il gasdotto Snam tra zone alluvionate e foreste.
Una “grande opera” dal costo abnorme di 2 miliardi e 400 milioni di euro, avversata da oltre 18 anni da comitati, associazioni, Comuni, Province, cittadini lungo tutto il suo percorso. Un’opera fossile che aggraverà ancor più il cambiamento climatico, causa di eventi estremi sempre meno “eccezionali”. Una monumentale opera “inutile”, visto che la nostra rete è già sovradimensionata rispetto alle nostre esigenze nazionali. Clicca qui.
La bufala che in Italia manca il gas.
Già oggi la rete metanifera italiana è sovradimensionata, avendo una capacità di trasporto e distribuzione superiore ai 100 miliardi di metri cubi annui, rispetto a consumi che mediamente negli ultimi cinque anni sono stati di 71 miliardi e 500 milioni di metri cubi. Ancora di più la rete attuale sarà eccessiva nel prossimo futuro quando secondo tutte le previsioni, comprese quelle del MITE, i consumi di metano al 2030, per via della crescita delle rinnovabili, scenderanno a 50/55 miliardi di metri cubi. La Snam guadagna sulla costruzione delle infrastrutture, non importa se poi serviranno o no: e 2 miliardi e 338 milioni (il costo della Linea Adriatica e della centrale) fanno certamente gola. Ma, qualora questa ennesima opera inutile e dannosa, pompata dai grandi organi di informazione, dovesse essere realizzata, a pagare saranno sempre i consumatori italiani perché i suoi costi di ammortamento si riverseranno sulle bollette, già oggi alle stelle. Clicca qui Comitato Ambiente Sulmona.
Da Ostuni Climate Camp 2022 alla COP27 Sharm el-Sheikh.
Clicca qui l’organizzazione e il programma dal 30/7 al 8/8 del Camp di Ostuni. E’ organizzato dalla Campagna Nazionale Per il Clima Fuori dal Fossile, dalla Confederazione COBAS, dal Movimento No TAP/SNAM di Brindisi e dagli studenti di EmergenzaClimatica.it. E’ una chiamata per tutte le associazioni e movimenti italiani ed europei sull’Emergenza Climatica, contro l’estrattivismo e l’”economia di guerra”. Sappiamo bene in che direzione ci stanno portando i Governi col loro capitalismo verde, megaprogetti, transizione col gas fossile, guerre e promesse non mantenute. Vogliamo organizzare la lotta per la prossima Cop27 di Sharm el Sheik: la 27a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022.
Dopo il Climate Camp Ostuni 2021 e la Cop26 di Glasgow molte cose sono cambiate: la speculazione post covid sui prezzi del gas, la guerra in Ucraina, l’indipendenza dal gas russo e le nuove politiche energetiche dei governi europei e della UE. Le solite compagnie Oil&Gas hanno fatto extraprofitti enormi (ENI ultimo quadrimestre + 4700%) e tutti i Governi hanno peggiorato la loro politica climatica promessa per il 2030: ritorno al carbone, potenziamento dei gasdotti esistenti (TAP, Algeria, Libia) e nuovi gasdotti (Poseidon); nuovi rigassificatori (Brindisi e Taranto) e tanto GNL, carissimo, da paesi democratici “amici”: USA, Quatar, EAU, Mozambico, Congo, poi nuovi inceneritori, impianti a biomasse e nuove trivelle del Pniec. Paghiamo tutto noi con le bollette dal benzinaio. Un passo indietro di 10 anni. E intanto le emissioni di gas climalteranti come il metano sono stati ai massimi storici nel 2021.
Italia sventrata – Il gasdotto TAP transadriatico attracca entro il 2020 a Melendugno.
La Puglia è già devastata. Ma quello che preoccupa maggiormente è il proseguimento del gasdotto lungo la Penisola: vedi mappe. Il gas che attraverserà il metanodotto non serve al fabbisogno del Paese ma alle operazioni commerciali private della Snam sul mercato internazionale degli idrocarburi. Cioè si scaricano i costi di un’infrastruttura inutile e dannosa sulle bollette di tutti gli italiani e tutti i rischi e i danni sulle comunità locali. Ma c’è di peggio: il successivo gasdotto israeliano. Clicca qui Paolo D’Arpini.
L’ENI multinazionale della guerra in Italia e nel mondo.
Mentre il sisma imperversa il gasdotto SNAM avanza nelle aree terremotate.
La persistenza sismica fa molto temere sui rischi per il nostro territorio dell’avanzata del gasdotto Snam Rete Adriatica Brindisi-Minerbio, del diametro di ben 120 cm, un’infrastruttura di quasi 700 km di lunghezza (collegata a sua volta al TAP dell’Azerbaigian), che sta attraversando tutte le aree a più elevato rischio terremoti dell’Italia centrale, compresi ben tre crateri sismici tra Umbria, Marche ed Abruzzo, nonché le zone di alto pregio naturalistico dell’Appennino (considerando -inoltre- che a lato, come non bastasse, insiste il fracking delle trivelle nell’Adriatico). Clicca qui Paolo D’Arpini.
Il mega tubo Snam passerebbe sulla faglia sismica dell’Appennino Centrale.
Un’operazione prettamente commerciale, destinata a portare enormi profitti alle casse della Snam ma pagata in bolletta dai cittadini italiani e scaricata su territori in termini di devastazione ambientale, rischi per la sicurezza e la salute, impoverimento economico.
Clicca qui Maria Cristina Fraddosio “L’Abruzzo teme il gasdotto”.