tutti generali nell’esercito dei difensori solvay

Nell’udienza del 27 marzo, la Corte di Assise di Alessandria ha respinto il tentativo Solvay di spostare il processo a Milano. Ci ha dato ragione. Finalmente il processo vero e proprio, esaurita la fase preliminare sfruttata dagli avvocati difensori per cercare di perdere tempo verso la prescrizione, potrà cominciare nel merito. Ma non facciamoci illusioni sulle tattiche dilatorie: l’esercito dei celeberrimi legali continuerà a buttare negli ingranaggi un’altra serie di artifici (tra cui far parlare ore e ore un numero spropositato di consulenti, che tanto per pagarli soldi a Solvay non mancano) per rallentare la sentenza e puntare sempre alla prescrizione.
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ricominciare il processo da capo e avviarsi alla prescrizione

Noi parti civili, in aula fra ammalati e famigliari dei defunti, siamo convinti che il processo non possa che continuare nella sua sede naturale, ad Alessandria. Come è avvenuto da sempre e dappertutto: per Icmesa di Seveso, Montedison di Porto Marghera, Eternit di Torino e Casale, Ilva di Taranto, Fibronit di Voghera, Farmoplant di Massa, Acna di Cengio, Enichem di Manfredonia, Solvay di Bussi, Solvay di Ferrara, Solvay di Rosignano eccetera. Solvay di Spinetta Marengo afferma invece che il procedimento deve essere spostato a Milano se un giudice, anche solo uno fra 50, è residente nel Comune di Alessandria o è stato residente negli ultimi 15 anni. In questo processo ne abbiamo viste di tutti i colori per perdere tempo: Solvay che vuole costituirsi contro Edison e perfino contro se stessa, fino all’obbiettivo odierno di annullare tramite il trasferimento a Milano tutto il lavoro svolto dal tribunale e ricominciare il processo da capo, e avviarsi alla prescrizione. Continua.
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solvay ammette l’avvelenamento di tutta la popolazione alessandrina

Solvay afferma che il processo deve essere spostato a Milano se un giudice, anche solo uno fra 50 in organico al tribunale, è residente nel Comune di Alessandria o è stato residente negli ultimi 15 anni. Perché?
Perché condizionerebbe l’imparzialità della Corte d’Assise in quanto, come residente, sarebbe un “danneggiato, ai sensi dell’art. 11 c.p.p.”. Sarebbe un “danneggiato” anche se non è parte civile al processo e neppure nel collegio giudicante. “Danneggiato” significa che ha subìto un danno. Ha subìto un danno se c’è stato un reato: non c’è danno senza reato. Di quale reato è accusata Solvay? Di avvelenamento doloso delle acque e di dolosa mancata bonifica. Quali acque sono state avvelenate da Solvay? Sono le acque consumate dentro lo stabilimento di Spinetta Marengo? Su queste Solvay non solleva eccezioni per le parti civili, ammette il reato e il danno. Però non riguardano i giudici ma i lavoratori. Allora si riferisce anche alle acque prelevate nei pozzi di Spinetta e zone limitrofe, ad uso di privati, ex zuccherificio, fattoria Pederbona, Paglieri ecc.? Pure su queste Solvay non eccepisce. Però non riguardano i giudici. Allora ci si chiede se si riferisce alle acque dell’intera falda inquinata: ma la falda va anche in Bormida, di lì in Tanaro, poi nel Po, come dimostra il PFOA scaricato in Bormida e ritrovato alla foce del Po. Dunque secondo Solvay tutti i cittadini padani sarebbero “danneggiati” e tutti i tribunali della pianura padana sarebbero ricusabili? Allora che senso ha la richiesta di spostare il processo a Milano, meglio… Palermo. Che casino. A farla breve, Solvay sostiene che l’avvelenamento, dunque il reato, dunque il danno astrattamente procurato ai 50 giudici residenti nel Comune di Alessandria sia derivato dall’inquinamento doloso dell’acquedotto di Alessandria. Presume un pozzo unico ovvero che tutti i pozzi siano inquinati. In questo caso Solvay sta sostenendo che tutti i cittadini di Alessandria, capoluogo e sobborghi, tutti sono “danneggiati ai sensi dell’art. 11 c.p.p.”. Tra i cittadini “danneggiati” ci sarebbero astrattamente i 50 giudici per il solo fatto di essere residenti nel “mandrognato”. Analogamente, secondo una Solvay in veste autolesionista migliaia di alessandrini hanno diritto di costituirsi parti civili contro l’azienda per essere stati dalla stessa avvelenati per decenni! Clamoroso. Secondo il Pubblico ministero, invece, il reato e il danno sono circoscritti a Spinetta e zone limitrofe, come da capo di imputazione, e in quelle zone non vivono magistrati, la Corte valuterà nel merito le parti civili. Conclusione: autolesionismo da parte di Solvay? Non crediamo. Il suo obbiettivo, di oggi, è di annullare con il trasferimento a Milano tutto il lavoro svolto dal tribunale e ricominciare il processo da capo, e avviarsi alla prescrizione. Domani studierà altre “gabole”. Noi tra le parti civili in aula, fra ammalati e famigliari dei defunti, non crediamo ai “fini giuristi” della difesa che arzigogolano articoli c.p.p. piccici cipicipi per ore con dossier… anagrafici, ma ragioniamo con il buon senso giuridico e sappiamo che il processo debba continuare nella sua sede naturale, ad Alessandria. Come è da sempre avvenuto dappertutto: per Montedison di Porto Marghera, Solvay di Bussi, Eternit di Torino, Ilva di Taranto, Fibronit di Voghera, Farmoplant di Massa, Acna di Cengio, Enichem di Manfredonia, Icmesa di Seveso eccetera.

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da tanto tempo aspettando giustizia

Ci hanno rimproverato di aver scritto in merito al processo Solvay: “I tempi e i modi del procedimento penale sono difficili da comprendere per i non addetti ai lavori, e l’impressione diffusa è che lo stuolo di rinomati avvocati difensori abbia buon gioco a rinviare fino a concludere tutto in una irridente bolla di sapone”……..
continua a leggere

sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire

Oltre alla tattica del rinvio, c’è quella della cortina di silenzio che Solvay vorrebbe avvolgere attorno al processo, mentre accarezza l’ardire di spostarlo a Milano. Le intercettazioni della Procura della Repubblica hanno messo in rilievo l’attività della multinazionale di “addolcimento” dei giornalisti, tant’è che il trisettimanale cittadino è stato costretto a sostituire il giornalista coinvolto. Però cancellare, far tacere Medicina Democratica resta l’imperativo di Solvay. Sarà una coincidenza che nella cronaca de Il Piccolo si evita che Medicina democratica sia addirittura nominata: è anonimamente definita “una associazione che assiste gli abitanti”. Il molto reverendo direttore dello stesso giornale non manca di telefonarci minacce, pardon, avvertimenti. “Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire” (Manzoni).
Clicca qui l’udienza di mercoledì prossimo.
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finalmente un po’ di pubblicità sul piccolo

Fra tanta pubblicità indiretta e occulta Il Piccolo ha editato una pubblicità diretta della Solvay di Spinetta Marengo con le foto segnaletiche dei dipendenti (“volontariamente” fornite dagli stessi) .
Il quartier generale belga ha studiato che questa autopromozione sia influente nel processo in corso (prossima udienza il 27 febbraio) per inquinamento doloso e dolosa mancata bonifica. Bah!?

via l’ amianto da Spinetta, grazie a…

Medicina democratica avviò una campagna di denuncia della massiccia presenza di amianto sui tetti dello stabilimento di Spinetta Marengo, veleno tra i veleni. Grazie a noi, è stato finalmente rimosso per 10 mila metri cubi di eternit. Secondo certo giornalismo, è invece merito della Solvay, che non ha investito una lira, magari ha venduto i pannelli fotovoltaici. Neppure della Fondazione Cassa di Risparmio che pur ci ha messo i soldi (1,3 milioni di euro) per sostituire l’amianto con 3.000 metri quadri di pannelli, con diritto di disporre dell’energia elettrica per 25 anni, quando la fabbrica non esisterà più. Intanto oltre 3.000 metri quadri di eternit restano ancora lì.    

società che si estinguono

La Solvay beffata dai Maya. La società belga essendo da sempre una accanita sostenitrice della profezia Maya il 30 giugno del 2011 si è lasciata andare in un dichiarazione quantomeno inverosimile: “La Solvay si è posta l’obbiettivo di eliminare l’utilizzo e quindi le emissioni del PFOA entro il 2012”.
Questo incauto slancio (con accordo sindacale) deriva dalla convinzione che la società non avrebbe mai dovuto dare conto del fatto che non ha la volontà di attrezzarsi per eliminare l’utilizzo del PFOA dalle proprie produzioni. La più che lecita preoccupazione dei dipendenti, per l’ennesima prova di inaffidabilità della Solvay, è giunta sino a noi.
I sindacati tacciono a dimostrazione che la loro subordinazione politica e culturale nei confronti della direzione aziendale è viva più che mai.
Clicca qui il comunicato stampa

Persiste la presenza dei veleni:
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solvay gioca cinicamente sui tempi della giustizia

La Corte di Assise di Alessandria ha –ovviamente- respinto le eccezioni presentate da Solvay. I rinomati avvocati difensori sapevano benissimo che sarebbe andata a finire così. Perché allora hanno presentato tutto quell’azzeccagarbuglio che era già stato respinto dal GUP Giudice Udienza Preliminare? Perché addirittura Solvay consumava le udienze nel risibile tentativo di costituire Solvay parte civile contro… il presidente Solvay? Perché? Non tanto per allungare le parcelle dei legali (anche) ma per un obbiettivo semplice: nell’obbligare il Tribunale a riascoltare e tutto ridiscutere sono riusciti a perdere altri mesi, cioè a far guadagnare a Solvay rinvio a rinvio verso il traguardo delle prescrizioni e delle amnistie. La prossima udienza è fissata per il 27 febbraio. Restano sconcertati dei tempi della giustizia coloro che non sono abituati a frequentare i palazzi di giustizia, soprattutto le vittime e i parenti delle vittime che nella Giustizia hanno riposto la loro fiducia.
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ausimont e solvay come i ladri di pisa

Ausimont e Solvay come i ladri di Pisa che di giorno litigavano e di notte andavano a rubare insieme. 

Clicca qui la cronaca dell’udienza del processo in Corte di assise e il perché abbiamo usato la definizione di “facce di merda” che ha tanto offeso -per volgarità- i vertici aziendali.
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facce di merda

Ciò che stupisce non è l’invadenza comunicativa della Solvay Specialty Polymers: ha i miliardi per farlo. Ciò che stupisce non è il conseguente programma manageriale della società belga “Adoucir les journalistes” (è immaginabile con quali “leccornie” la multinazionale “addolcisca” i giornalisti alessandrini di cui si vanta nelle intercettazioni effettuate dalla Procura, contenuti e nomi che pubblicheremo integralmente sul blog). Ciò che stupisce di più è che i giornali locali dedichino titoli a sei colonne alla pubblicità della Solvay. Nella quale “Certiquality”, cioè Confindustria, cioè Solvay stessa conferisce a se stessa il premio che “certifica” allo stabilimento di Spinetta Marengo l’eccellenza per l’ambiente, la salute e la sicurezza dei lavoratori. Sì, avete capito bene: l’azienda che si autopremia è la stessa che ad Alessandria è sotto processo per inquinamento doloso e dolosa mancata bonifica (fino a quindici anni di reclusione). E’ la stessa che oggi, oggi e non solo ieri! sta buttando nell’aria e nell’acqua PFIB e PFOA, cancerogeni. Solo un giornale umoristico potrebbe impegnare una pagina per “l’eccellenza per l’ambiente” della Solvay.
Le vittime al processo piangono e lorsignori se la ridono.

mentre le vittime piangono al processo , guardate questi elegantoni come se la ridono

In una immagine ammirate l’assessore Gianni Ivaldi con il Direttore Generale di Solvay Italia Marco Colatarci. Stanno ridendo perché Solvay ha chiesto l’estromissione dal processo del Comune di Alessandria. Nell’altra immagine vi godete, a fianco del direttore Bigini, i sindacalisti Cisl e Uil Muliere e Bricola, solerti sponsor dell’azienda che hanno dismesso le remote tute da operaio per indossare gli abiti usati al loro matrimonio.
Clicca qui Il Piccolo del 7/11/12
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Clicca qui il Piccolo del 9/11/12

solvay contro ausimont: gioco vero o finto?

La strategia è sempre la stessa: rinviare-rinviare in attesa di prescrizioni e indulti. Nell’udienza del 7 novembre gli imputati hanno infatti cercato di ricominciare il processo d’accapo riproponendo in Corte di Assise tutte le eccezioni che il GUP giudice delle indagini preliminari aveva già respinto al termine di defatiganti udienze. Come Medicina democratica siamo tranquilli che tutte le parti civili da noi rappresentate –cittadini e lavoratori ammalati o eredi dei defunti- hanno tutti i diritti di essere presenti al processo e risarciti per i danni ampiamente documentati sia come causa che come effetti. Sgradevole oltre ogni limite, per mancanza di rispetto per le vittime, è stata l’affermazione di uno degli avvocatoni difensori che “a Spinetta Marengo non c’è mai stato nessun pericolo”. Va rilevato inoltre il tentativo degli imputati di estromettere dal processo quali parti civili i cosiddetti “enti esponenziali”, cioè le associazioni ambientaliste, anche se nessun avvocato si è azzardato a proporlo contro Medicina democratica. Mentre perfino per il Comune di Alessandria è stata chiesta l’eliminazione. Su tutto deciderà il Tribunale. Ma il clou più atteso dell’udienza è stata la richiesta di Solvay di costituirsi parte civile contro Carlo Cogliati, cioè contro il già presidente dell’Ausimont, ma anche poi presidente della Solvay, cioè paradossalmente “Solvay vuole costituirsi parte civile contro se stessa”. Lo stesso difensore di Cogliati ha spiegato alla Corte il perché del paradosso. Cogliati come capro espiatorio serve come “anticipo dell’azione di rivalsa”, in parole povere per scaricare il barile sull’Ausimont venditrice che, estinta, non può far fronte agli ingenti costi di bonifica, i quali secondo noi e il Pubblico ministero competono a Solvay compratrice. Lo stesso avvocato ha rincarato la dose: “E’ di Solvay penalmente la responsabilità maggiore rispetto all’Ausimont, non ha fatto nessuna bonifica, la gestione dissennata è stata proprio quella dal 2002” (anno di cessione formale dello stabilimento da Ausimont a Solvay n.d.r). C’è tra il folto pubblico chi vede nello scontro Ausimont-Solvay un reciproco massacro e chi invece un gioco delle parti per salvarsi entrambe le rispettive chiappe. Che non siano le vittime di entrambe le società “dissennate”, ben detto, a pagarne i prezzi!
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riprende il processo solvay

Il prossimo 7 novembre. Il Tribunale chiamato a decidere… se Solvay può costituirsi parte civile… contro se stessa! La chiusura dell’impianto Algofreni usata come arma di ricatto occupazionale contro la Magistratura. La ricca società belga non vuole pagare la bonifica e cerca di scaricare il barile su Ausimont che non ha una lira. Intanto sotterra i veleni sotto montagne di rifiuti.
Clicca qui il comunicato stampa integrale che abbiamo mandato agli organi di informazione.
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solvay parte civile contro se stessa

La notizia clamorosa uscita dall’udienza del 17 ottobre in Corte d’Assise del tribunale Alessandria è che Solvay si costituisce parte civile nei confronti di Carlo Cogliati e Francesco Boncoraglio, rispettivamente il presidente delle società Ausimont e Solvay e il responsabile centrale della Funzione ambiente. Solvay si costituisce parte civile contro se stessa!! Infatti, vedasi il “decreto che impone il giudizio” a firma del Giudice delle indagini preliminari, Stefano Moltrasio, è “Cogliati Carlo quale presidente del C.d.A e amministratore delegato della società Solvay Solexis S.p.a. nel periodo maggio 2002- ottobre 2003”. Lo stesso Boncoraglio ne è responsabile ambiente fino al 2002.
 Di fatto, si tratta, da parte di Solvay, di una ammissione di responsabilità clamorosa.
Clicca qui video TG3
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Così si va verso il disastro ecologico definitivo.

Le montagne che si intravvedono nelle foto contengono a loro volta montagne di discariche di rifiuti tossici e cancerogeni, li nascondono. Le montagne interne sono composte da gessi fluorurati e clorurati, sostanze che la Procura ha rinvenuto nelle acque. Le montagne esterne sono composte da materiali provenienti da una cava di Oviglio e da coprire con un telo di plastica. Si tratta di una soluzione posticcia che non mette assolutamente in sicurezza questi siti, fra i tanti sparsi nello stabilimento. Il dilavamento dei veleni sotterrati, infatti, con la pioggia e la neve riprenderà inevitabilmente dal terreno alla già inquinata falda sottostante. Una soluzione provvisoria, sapendo che il provvisorio da noi diventa definitivo. Dunque non siamo per nulla d’accordo con l’autorizzazione concessa alla Solvay dal Comune di Alessandria. Se questa è l’esempio di bonifica che si propone per il polo chimico di Spinetta Marengo: possiamo prepararci al disastro ecologico definitivo. I veleni non vanno sotterrati ulteriormente bensì tolti. A cominciare da quelli sotto l’impianto Algofrene che va chiuso e riallocato. La chiusura di questo impianto, che sta sprofondando, era già nei programmi della società belga ed è stata sospesa come pressione nei confronti della Magistratura. La Solvay, al processo che inizia in Corte d’Assise il 17 ottobre, sostiene infatti che la bonifica integrale non può essere effettuata perchè altrimenti bisogna smantellare l’impianto Algofrene, la cui chiusura era invece da tempo programmata, con approvvigionamenti assicurati e nessun problema occupazionale.
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e invece la solvay minaccia la chiusura della fabbrica

I soldi li ha Solvay per bonificare il disastro ambientale, e tanti, ma preferisce darli agli azionisti belgi. Sindacati e politici potrebbero obbligarla a farlo, ma sono sempre stati complici. Resta la Magistratura: si apre il processo in Corte d’Assise.
Clicca qui il “j’accuse” di Lino Balza. Nel mirino in particolare Lorenzo Repetto, Aldo Viarengo, Michele Muliere, Alberto Maffiotti, Franco Armosino…
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scelte urbanistiche pericolose per la salute pubblica

Secondo l’Arpa (clicca qui) l’inquinamento non è sopra il terreno ma sotto. Perciò si può costruire un ipermercato sull’area dell’ex zuccherificio a Spinetta Marengo. E l’inquinamento dell’aria? Ha senso esporre ogni giorno migliaia di clienti del centro commerciale alle emissioni di uno stabilimento (la Solvay) a poche centinaia di metri? Ha senso insomma autorizzare questo ennesimo supermercato? Non è bastata l’assurda localizzazione tra Michelin e Solvay del centro benessere, cinema, piscina, hotel?

aspettando giustizia

Angelo Agnello era perplesso se presentarsi parte civile in tribunale contro la Solvay di Spinetta Marengo. Non aveva fiducia nella magistratura: non è dalla parte degli operai, diceva. Poi si era convinto che comunque è sempre giusto lottare, come quando si faceva in fabbrica, prima che ci rosicchiassero tutti i diritti, diceva. E si era così costituito al processo insieme ai lavoratori ammalatisi in fabbrica e ai cittadini ammalatisi nel territorio, e insieme ai famigliari dei deceduti. Insieme, con l’aiuto di Medicina democratica, rivendicheremo i nostri diritti alla giustizia, li condanneranno, ci risarciranno, insieme come una volta ce la possiamo fare, diceva. Non aveva poi mancato una udienza in tribunale, ma scandalizzato sui tempi della giustizia, che rinvia e rinvia e non giunge mai alla sentenza, diceva. Il tumore infatti se l’è portato via, più veloce del processo. Che riprenderà in autunno, nell’auspicio che la giustizia finalmente sia resa almeno ai familiari, la moglie Lucia, i figli Alessio e Valentina.

la lunga mano della solvay sul comune

Chi è Gian Piero Borsi? Dipendente e consulente con incarichi speciali, per anni, per conto della Montedison-Solvay, l’interfaccia socialista con le amministrazioni comunali e provinciali, che non sapevano non vedevano non sentivano. Se si considera il ruolo svolto da Lorenzo Repetto per favorire la Solvay al processo che la vede imputata di inquinamento doloso, sembra logico che a sostituire Repetto all’AMAG la neo sindaca Rossa abbia chiamato Borsi. Per assicurare continuità della nuova con le passate amministrazioni.

la cgil non tutela i lavoratori solvay

Sul comunicato sindacale dei chimici CGIL di Alessandria (clicca qui) grava una contraddizione pesante come una montagna. Si afferma “l’interesse prioritario dell’organizzazione alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini” e nel contempo la CGIL si contraddice confermando di essersi costituita parte civile al processo Solvay al solo scopo di “aver accesso alle informazioni e agli atti processuali“. Infatti, in concreto, la CGIL (come CISL e UIL) non sta tutelando nessuno dei lavoratori e/o cittadini morti o ammalati di inquinamento, le cui parti civili sono invece assistite da Medicina democratica. Il che è scandaloso.

morti e malattie alla solvay

L’ecatombe di morti e malattie nel polo chimico di Spinetta Marengo: la stiamo denunciando da decine di anni anche con fior fior di esposti. La Magistratura si sta finalmente muovendo con due primi procedimenti penali per “dolo”. Il Piccolo annuncia (clicca qui) una maxi inchiesta sul disastro ambientale e sanitario, promettendo di “far parlare i protagonisti”. Se è una inchiesta seria, non mancherà di farci parlare. Chi infatti più di Medicina democratica è stata da sempre protagonista? Solvay, nel processo, tenta di scaricare il barile su Montedison, ma documenti e intercettazioni (vedi video qui sotto) parlano chiaro: i dirigenti Solvay sapevano e nascondevano l’inquinamento e non bonificavano, dunque per soldi, dolosamente. Solvay pilotava anche gli organi di stampa…

se questa è giustizia

Doveva iniziare il 18 luglio in Corte di Assise il processo Solvay, a quattro anni dall’intervento della Procura, per il disastro ambientale della Fraschetta (reati di inquinamento doloso e dolosa mancata bonifica), con centinaia di parti civili per morti e malattie, condanne anche fino a 15 anni. E invece la presidente, Alessandra Casaccia, l’ha rinviato al 17 ottobre… perchè impegnata in un processo per uxoricidio. Incredibile. Ma vero. Di questo passo il processo andrà avanti all’infinito, fino alle prescrizioni.

pubblicità solvay

E’ recentemente uscito un libro dedicato a Spinetta Marengo e presentato in pompa magna da Solvay, sul disastro ambientale della quale viene accennato appena un rigo. Anzi, lo si nasconde. Esempio di manipolazione: confrontate le foto sul libretto con quelle della realtà. Per incanto è scomparso l’inquinamento!

licenziamoli tutti

Per le imminenti amministrative, il “Taccuino elettorale” de Il Piccolo ospita le propagande elettorali dei candidati.
Tra queste spicca, più unica che rara, quella congiunta del (l’ex) sindaco di Alessandria e del direttore della Solvay di Spinetta Marengo: clicca qui.
Non si capisce bene se è Bigini che fa propaganda a Fabbio o viceversa. Si sa che i due amici sono nemici dell’ambiente: perciò vanno licenziati entrambi, con loro la claque di Mario Bocchio e dei sindacati (a proposito, quali sindacati? non erano schierati con Rossa?).

fuga di gas alla solvay

Fuga di gas con evacuazione del personale e fermata dell’impianto. L’azienda ha tentato di tenerlo nascosto all’opinione pubblica ma i lavoratori e i cittadini ci hanno subito avvisato, allarmati. L’area di origine dell’inquinamento è quella famigerata dei monomeri, quella del killer PFIB, e scientificamente non tranquillizzano per nulla le presunte analisi dell’Arpa, vuoi perchè esse non avvengono in tempo reale, e il gas non aspetta l’Arpa, colpisce dove lo porta il vento, vuoi perchè la strumentazione dovrebbe essere specificatamente dedicata a gas come esafluoropropilene, tetrafluoroetilene, perfluoroisobutene ecc. 
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solvay: nessuno degli imputati è stato prosciolto

Il tribunale di Alessandria ha sentenziato che i dirigenti Ausimont e Solvay dovranno comparire come imputati in Corte d’Assise. Per i due reati: avvelenamento doloso e omessa bonifica. Fino a 15 anni di reclusione o anche l’ergastolo. Fra le parti civili riconosciute sarà attiva al processo Medicina Democratica tramite l’avvocato Laura Mara con i suoi consulenti tutti a titolo gratuito e a patrocinio dei lavoratori e cittadini morti e ammalati per l’inquinamento doloso del polo chimico di Spinetta Marengo. Ci sono le prove della catastrofe ambientale. 
Clicca qui per continuare il resoconto dell’udienza.
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solvay: la banda dei fessacchiotti

Udienza del 2 novembre. Ad ascoltare i loro avvocati, gli imputati di Solvay e Arkema sarebbero una banda di fessacchiotti. Sarebbero stati fregati per ingenuità, sarebbero stati truffati da Ausimont che avrebbe loro rifilato una fabbrica taroccata nascondendo che era piena come un uovo di inquinanti e doppie contabilità ambientali. Ingenuità? Oppure sapevano di pagare per un tozzo di pane una mela marcia col verme dentro? Eppoi hanno nascosto e falsificato le magagne? Ma le vittime chi le risarcisce?
Chi paga la bonifica?
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colpevoli sono i lavoratori e gli abitanti

Processo per l’inquinamento del polo chimico di Spinetta Marengo: avvelenamento doloso e dolosa mancata bonifica. Nell’udienza precedente gli imputati Ausimont si sono dichiarati innocenti perché il dolo sarebbe della subentrante Solvay, dal 2002. Nell’udienza del 13 ottobre gli imputati Solvay si dichiareranno innocenti perché il dolo sarebbe della precedente Ausimont, fino al 2002. Nella prossima udienza del 7 ottobre gli imputati Arkema si dichiareranno innocenti perché il dolo sarebbe di Ausimont e Solvay, prima e dopo il 2002. In subordine, tutti assieme sarebbero contenti che il giudice sentenziasse che non è dolo bensì colpa, reato involontario. Meglio ancora: non è colpa di nessuno. Cioè la colpa è dei lavoratori e dei cittadini che sono morti o si sono ammalati senza alcun motivo. E pretenderebbero anche i risarcimenti. Il più innocente di tutti, secondo i più famosi avvocati italiani, sarebbe Carlo Cogliati, presidente e amministratore delegato Ausimont e Solvay dal 1991 al 2003, il quale non sapeva niente di discariche e inquinamenti cancerogeni, proprio lui che controllava perfino la mobilità di una scrivania da Bollate a Spinetta, proprio lui che ha licenziato Balza e Spinolo per aver denunciato gli inquinamenti.

e loro se la ridono

Si riconoscono nelle foto Bigini, Fabbio, Rossi, Stirone, Bessone, Molina, Muliere, Robutti, Bocchio, ……
Se la ridono allegramente. Gli imputati hanno poco da ridere: venerdì 30 settembre devono comparire in tribunale. Qui, ai politici non hanno imputato responsabilità penali, ma per le complicità istituzionali dovrebbero nascondersi anziché ridere.

Medicina Democratica chiede il rinvio a giudizio degli imputati Solvay e Arkema

Il Processo Del Secolo

All’udienza presso il Tribunale di Alessandria, Giudice per le indagini preliminari, l’avvocato Laura Mara, per conto di Medicina democratica e dei lavoratori/cittadini parti civili rappresentati, ha chiesto il rinvio a giudizio dei 38 imputati Solvay e Arkema in ordine ai reati di avvelenamento doloso e omessa bonifica dolosa del sito chimico di Spinetta Marengo (AL).
Clicca qui per leggere la traccia dell’arringa dell’avvocato Mara.
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Non cliccare qui, perchè Il Piccolo pubblicherà solo le difese degli imputati.

medicina democratica chiede di entrare in solvay per una ispezione

La sfidiamo. Se è vero che la fabbrica di Spinetta Marengo è “aperta e trasparente”, chiediamo ufficialmente di accedervi tramite una ispezione. Solvay assicuri la piena agibilità, anche documentale e informatica. Medicina democratica assicura tecnici di massimo livello nazionale. Altrimenti è vero che Solvay non è credibile, capace solo di portare a spasso gli ingenui e andare a braccetto con politici e sindacati.
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settantadue parti civili al processo solvay

Il Processo Del Secolo

Riceviamo e pubblichiamo un intervento firmato sulla lista “bastamortesullavoro” dopo l’ultima udienza del processo per l’inquinamento del polo chimico spinettese dove Medicina democratica è parte civile e assiste i cittadini e i lavoratori vittime delle malattie e i famigliari dei morti: << Al Palazzo di Giustizia cittadino è in corso di svolgimento il processo che vede imputati, con l’accusa di avvelenamento doloso delle acque, trentotto schifosi personaggi: amministratori delegati, direttori di stabilimento, responsabili ambiente, dirigenti e tecnici che si sono nel corso del tempo succeduti. Le parti civili costituite sono settantadue: sessantadue cittadini, che lamentano pesanti danni alla salute provocati dagli sversamenti, e dieci tra enti ed associazioni.>>
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Nulla da cliccare per Il Piccolo che, ancora una volta, si è “dimenticato” di informare su quello che per Alessandria è purtroppo il processo più importante per numero delle vittime, per entità del disastro ambientale, per gravità dei capi di imputazione: omicidio doloso e avvelenamento doloso, per qualità e quantità degli imputati, per numero di parti civili, per numero di avvocati ecc.

danni ambientali per esselunga e coopsette

Tra coloro che dovrebbero, per risarcimento danni (20 milioni di euro?), costituirsi parti civili al processo Solvay per inquinamento falde da cromo esavalente e altri 20 veleni, ci potranno essere anche Esselunga e Coopsette.
Il loro insediamento di un enorme parco commerciale nell’area dell’ex zuccherificio di Spinetta Marengo fu infatti bloccato dal rinvenimento nelle falde acquifere dei suddetti inquinanti tossici e cancerogeni.
La zona è ora infatti segnalata come a rischio di incidente rilevante, nonchè ,per la presenza delle concentrazioni dei contaminanti nelle acque sotterranee e per il rischio di volatizzazione dei vapori delle sostanze contaminanti (solventi clorurati ecc.), dovrebbe essere soggetta a Via, valutazione di impatto ambientale.
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altri 10 indagati per il polo chimico spinettese

Lesioni colpose e omicidio colposo sono i reati ipotizzati dalla Procura a carico di Carlo Cogliati, Leonardo Capogrosso, Alberto Grandi (deceduto), Nicola Sabatini, Maurilio Aguggia, Franco Simonini, Paolo Bolzani, Filippo Lombardo, Otilio Masseroli, Corrado Tartuferi (deceduto), quali direttori e dirigenti Montedison (Montefluos, Ausimont) di Spinetta Marengo, stabilimento ora di proprietà Solvay. L’inchiesta è nata da quella sull’inquinamento da cromo esavalente e altri 20 veleni (30 incriminati) e da una serie di esposti presentati dai familiari di dipendenti che si ammalarono e morirono per aver lavorato nello stabilimento. Medicina democratica sarà parte civile al processo.
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la tattica dilatoria degli imputati

L’Arkema sempre all’attacco. Nel tentativo di scaricare tutte le responsabilità sulla Solvay, l’Arkema ha presentato un pacco di documenti e consulenze costringendo il giudice a spostare la prossima udienza al 27 luglio. In effetti si tratta di elementi già presi in esame nei capi di imputazione e quindi non modificheranno la posizione processuale dell’Arkema. Però tutto è utile agli imputati per rinviare a più non posso il procedimento penale.
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arkema contro solvay al processo

Il Processo Del Secolo

Con una dottissima disquisizione gli avvocati della Solvay hanno chiesto al giudice Moltrasio (GUP 9 giugno 2011) di spostare il processo per l’inquinamento del polo chimico spinettese (cromo esavalente e altri 20 veleni) da Alessandria a Milano. La pretestuosa motivazione è stata che i giudici alessandrini (tutti, l’intero tribunale della provincia) non sarebbero competenti perchè potrebbero aver consumato l’acqua inquinata e non sarebbero dunque sereni nel giudizio nè per sè nè per i colleghi. Una motivazione priva di logica: siccome la falda inquinata va a finire in Bormida, e il Bormida in Tanaro, e poi in Po, infine in Adriatico, ebbene nessun giudice della pianura padana potrebbe partecipare a questo processo. Il GUP ha respinto la dotta quanto illogica eccezione, che aveva come unico scopo di di rinviare il processo fino alle prescrizioni. Dunque il processo si terrà ad Alessandria. L’altra eccezione della difesa (il capo di accusa sarebbe indeterminato) è ancora più risibile. Altro dato positivo dell’udienza del 9 giugno è stata l’accoglienza quali parti civili di Medicina democratica e dei lavoratori/cittadini da essa rappresentati: gli unici a pieno titolo per aver documentato i danni subìti e non ipotetici. Dato curioso: la quantità di merda (responsabilità) scaricata dall’avvocato dell’Arkema sul coimputato Solvay.
La tattica dilatoria degli imputati. L’Arkema sempre all’attacco. Nel tentativo di scaricare tutte le responsabilità sulla Solvay, l’Arkema ha presentato un pacco di documenti e consulenze costringendo il giudice a spostare la prossima udienza al 27 luglio. In effetti si tratta di elementi già presi in esame nei capi di imputazione e quindi non modificheranno la posizione processuale dell’Arkema. Però tutto è utile agli imputati per rinviare a più non posso il procedimento penale.

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