Campagna di sostegno ai disertori e obiettori di coscienza.

Il diritto di non uccidere. Per sostenere i diritti dei disertori e degli obiettori di coscienza russi, ucraini e bielorussi, è stata lanciata la raccolta firme #ObjectWarCampaign (promossa da War Resisters’ International, Ebco-beoc, Ifor e Connection) che al 15 maggio aveva raggiunto 50mila sottoscrizioni in Europa. Una delegazione della Campagna hanno consegnato le firme alla sede del Parlamento europeo di Berlino, per chiedere che siano facilitate le procedure d’asilo per queste persone. Il giorno seguente a Roma, le associazioni che in Italia aderiscono all’iniziativa hanno consegnato alle ambasciate di Russia, Ucraina e Bielorussia in Italia degli appelli, affinché questi governi rispettino in diritto dei loro cittadini a dire no alle armi.

E’ utopia pensare ad una Italia neutrale?

Era storicamente impensabile nel 1955 quando, dopo dieci anni di occupazione militare sovietica, statunitense, britannica e francese, la dichiarazione di neutralità austriaca fu un atto costituzionale del parlamento che stabilì la perpetua neutralità dell’Austria nei confronti delle dispute internazionali. In virtù della neutralità, l’Austria non ospita armamenti stranieri, non partecipa a guerre in nessuna parte del mondo, e non teme di essere aggredita.

Con l’Austria restarono neutrali Svizzera, Jugoslavia, Finlandia e Svezia: stati cuscinetto tra Nato e Patto di Varsavia, per la cosiddetta “Cortina di ferro”.  Il tentativo dell’Ungheria di diventare neutrale nel 1956 fu stroncato dall’invasione dell’URSS. Per l’Italia oggi sarebbe un problema chiedere il ritiro delle basi militari Nato dalla penisola.

Altra storia è la neutralità della Svizzera: in virtù di questo principio, il Paese non può partecipare a conflitti armati né stringere alleanze militari. La comunità internazionale ha formalmente riconosciuto la Svizzera come stato neutrale nel 1815.

Nessun riferimento a questo status nella Costituzione dell’Irlanda, che si astiene dai conflitti per evitare ogni alleanza militare con il Regno Unito. In Moldavia il principio di neutralità è stabilito nella Costituzione. Lo stesso per la SerbiaMalta è invece formalmente non allineata dal 1981. Sono neutrali poi altre quattro Stati molto piccoli: Liechtenstein, Principato di Monaco, San Marino e Città del Vaticano.

Fuori dall’Europa sono neutrali Messico, Panama, Giappone, Mongolia, Singapore, Turkmenistan, Uzbekistan, Ruanda e Costa Rica che ha perfino abolito le forze armate (come i Nonviolenti sostengono per l’Italia). 

L’Ucraina e don Lorenzo.

A cento anni dalla sua nascita, possiamo provare a leggere la guerra che avanza in Europa con il pensiero di don Milani? Risponde Francesco Gesualdi, che del priore di Barbiana è stato allievo: clicca qui. Il punto da cui partire per capire le ragioni e le dinamiche della guerra scoppiata nel cuore dell’Europa è che l’aggressione russa non è un fulmine a ciel sereno, ma il risultato di 30 anni di rapporti logoranti fra paesi occidentali e Russia. Per ammissione generale la guerra in Ucraina non è solo fra russi e ucraini, ma fra Russia e Nato. Lo dicono gli sforzi profusi dai paesi Nato per sostenere l’Ucraina e le ragioni espresse da Mosca a giustificazione della sua aggressione. Secondo i calcoli del Keil Institute, dal gennaio 2022 al febbraio 2023, i paesi occidentali hanno stanziato a favore dell’Ucraina aiuti complessivi per 143 miliardi di euro, di cui 73 da parte degli Stati Uniti e 55 da parte dell’Unione Europea unitamente ai paesi che la compongono. Oltre un terzo dell’aiuto è stato per armi fornite principalmente da Stati Uniti (44 miliardi di euro) seguiti da Gran Bretagna (4,89 miliardi), Polonia ( 2,43 miliardi), Germania (2,36 miliardi). Per di più alcuni paesi Nato ospitano soldati ucraini per corsi di addestramento e garantiscono servizi di intelligence nel teatro di guerra. 

Politiche razziste e criminali dell’attuale governo italiano.

Che sono il continuum della Turco-Napolitano, della Fini-Bossi, del Memorandum Italia-Libia di Minniti e dei noti Decreti Sicurezza di Salvini. “Siamo davvero davanti a un razzismo di Stato. Come missionario, come cristiano, ma soprattutto come essere umano, mi vergogno di questa disumanizzazione in atto”: clicca qui Alex Zanotelli.

Verso la PerugiAssisi – Prende il via la 3 Settimana Civica.

Clicca qui le informazioni su come partecipare alla marcia  del 21 maggio.

Nel 75° anniversario della Costituzione Italiana e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani a 100 anni dalla nascita di don Milani,  dal 15 al 21 si svolgerà la terza “Settimana Civica”, una originale iniziativa dedicata alla valorizzazione e promozione dell’educazione civica delle giovani generazioni. Clicca qui il programma

Contro l’invio delle armi in Ucraina.

La Staffetta della Pace lanciata da Michele Santoro percorrerà da qui al 7 maggio quattromila chilometri su e giù per l’Italia con 200 tappe intermedie (clicca qui come aderire e  i percorsi). Quattromila persone, una a chilometro circa, saranno portabandiera, dovendo trasportare la bandiera della pace. La staffetta, che già raccoglie migliaia di adesioni,  promuove  un appello contro l’invio di armi italiane a Kiev e a favore di un’iniziativa diplomatica.  

Spese militari al record storico di 2.240 miliardi.

Si tratta di un aumento di ben 127 miliardi in un anno, che supera di gran lunga i 100 miliardi annui che sarebbero necessari a mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico ma che gli Stati del mondo non riescono a destinare a tale scopo, per scelte politiche miopi e criminali. I fondi che potrebbero essere utilizzati per mitigare o invertire il dissesto climatico e per promuovere la trasformazione pacifica dei conflitti, il disarmo e le iniziative di giustizia globale, sono invece spesi per militarizzare un mondo già troppo militarizzato. Anzi, La guerra e i conflitti armati non portano solo morte e distruzione, ma essi stessi anche devastazione dell’ambiente e distruzione del clima. Clicca qui.

Di nuovo si torna a parlare di creare un nuovo partito: ecopacifista.

Michele Santoro presenta la sua staffetta per la pace definita nel manifesto “una staffetta dell’umanità da Aosta a Lampedusa per unire l’Italia contro la guerra, per riaccendere la speranza”. Un percorso fatto di una linea verticale di quattromila km, che tocca tutte le regioni italiane da nord a sud del Paese, che verranno presidiati contemporaneamente in una sorta di staffetta ideale dove scenderà in campo chiunque senta il bisogno i fare qualcosa contro l’orrore della violenza delle armi e ha voglia di gridare basta”. Allora nascerà un ‘partito della pace’? “Costituire una forza non vuol dire automaticamente formare un partito”. Precisa  Santorio: “Se Giuseppe Conte o Elly Schlein prendono la decisione di guidare l’opinione contraria all’invio delle armi in Ucraina, non ci sarà bisogno. Ma questa garanzia a noi non ce la potete chiedere. Vediamo che succede.”.

Sveglia, movimento per la pace. Sveglia!

Il Mirovni Inštitut di Lubiana ha organizzato il 17 aprile a Capodistria un forum intitolato “Risvegliare il movimento per la pace?”. Relatori: Goran Bozicevic, educatore alla pace (Croazia),  Aurelio Juri, promotore di petizioni per la pace (Slovenia), Alessandro Capuzzo, membro del Comitato per la Pace Danilo Dolci di Trieste (Italia), Werner Wintersteiner, professore di Educazione alla Pace all’Università di Klagenfurt. In Video Yuri Shelyazhenko, segretario esecutivo del Movimento per la pace ucraino, Marcy Winograd, copresidente della Coalizione statunitense per la pace in Ucraina, Clare Daly, europarlamentare, Indipendenti per il Cambiamento. Moderatore Iztok Šori, Direttore dell’Istituto per la Pace. Clicca qui.

Accademia Apuana della Pace.

“Vi inviamo, in allegato (clicca qui), il Notiziario Settimanale dell’Accademia Apuana della Pace.

Vi ringraziamo per la pubblicazione”.

L’Accademia Apuana  della Pace, fondata da 14 associazioni della Provincia di Massa Carrara, non è un ulteriore associazione, ma semplicemente un luogo, costruito da associazioni e singoli, nel quale sperimentare percorsi di formazione/informazione sulle tematiche della Pace e della Nonviolenza, interconnesse con i temi della giustizia, della solidarietà, dello sviluppo equo sostenibile, della distribuzione delle risorse.

Referendum in Italia.

Stop invio armi

Un referendum per il divieto di esportazione di armamenti in territori bellici, ovvero un referendum contro l’invio di armi italiane all’Ucraina (accompagnato da un altro sulla tutela del Servizio sanitario nazionale) è stato lanciato dal giurista Ugo Mattei con il sostegno di altri docenti e intellettuali. Servono 500 mila firme per dare corso all’iniziativa popolare. Entro fine mese partirà la campagna di raccolta firme, con una piattaforma online cui si accede tramite generazionifuture.org, poi inizieranno  i gazebo. I quesiti sono stati pubblicati sulla  Gazzetta ufficiale. Il referendum  sull’Ucraina chiede nello specifico di abrogare il decreto che consente l’invio di armi a Kiev per tutto il 2023. Il quorum per il referendum è al 50 per cento,  se dovessimo farcela, la democrazia diretta recupererebbe lo scarto accumulato rispetto alla democrazia rappresentativa, che oggi decide senza nemmeno arrivare al 50 per cento di affluenza al voto.

Referendum in Ucraina.

Entrambe le parti dicono che quei territori sono loro perché, rispettivamente, ucraine o russe sono le popolazioni che li abitano. Allora un terreno di trattativa può essere la proposta di una sospensione delle operazioni belliche e dell’indizione, in un tempo che consenta di far decantare il furore della guerra, di un referendum sotto garanzia dell’Onu, adeguatamente articolato e con sagge e opportune soluzioni alternative locali: dite che vi battete per la libertà delle vostre popolazioni, e allora andiamo a vedere cosa pensano queste popolazioni. Certo il diritto internazionale dei confini statali salterebbe, ma nella Carta delle Nazioni Unite c’è anche il principio di autodeterminazione dei popoli”. Discutono della proposta giuristi e politologi, ma anche semplici pacifisti come noi che la sostenemmo già  un anno fa: clicca qui.

Criminali di guerra da ogni parte.

Con interviste a 400 prigionieri di guerra, metà ucraini e metà russi, che raccontano anche torture nonché civili usati come scudi umani e altri abusi bipartisan, l’indagine degli ispettori Onu ha accertato almeno 40 esecuzioni sommarie di militari prigionieri e disarmati: 25 commesse dalle forze ucraine su soldati russi e 15 da quelle russe su quelli ucraini. Nessun caso è stato finora portato in tribunale. Crimini di guerra. Non c’è guerra senza crimini di guerra (Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, eccetera, Bucha 2022, Donbass 2014 ecc.). Criminale di guerra è chi fomenta le guerre (“la Terza Guerra Mondiale a pezzi” come la definisce il Papa), e criminale di guerra non è solo chi usa le armi ma anche chi le fornisce: vedi il governo italiano. Criminale di guerra è chi lascia morire in mare. Clicca qui un commento. 

2% del PIL in armi oppure in ospedali e scuole?

Non sono affatto gratis le armi che inviamo all’Ucraina, che acquistiamo per sostituirle e che aggiungiamo per raggiungere il traguardo (“da pazzi” secondo il Papa, urgente per Meloni&Crosetto) del 2% di Pil di spesa militare, cioè 13 miliardi in più all’anno in aggiunta agli attuali 30. O meglio, sono gratis per gli ucraini, ma non per noi, che le paghiamo care e salate con le tasse e i tagli ai servizi pubblici: nella Finanziaria ci sono già meno scuole e meno fondi alla sanità. In un anno l’Italia ha già inviato a Kiev aiuti militari per “circa un miliardo” (Tajani). Le scorte militari sono in esaurimento per via degli aiuti militari all’Ucraina. L’arsenale va riempito subito: non si possono prenotare sistemi d’armi e averli tra venti mesi.  Comprare nuove armi non sarà gratis. Secondo le stime di Milex, costerà alle casse pubbliche circa un miliardo di euroAnche per spendere meno, l’Inghilterra ha deciso di inviare a Kiev munizioni con l’uranio impoverito. L’uranio infatti arriva dagli scarti delle centrali nucleari, riciclarli nelle munizioni consente di risparmiare sullo smaltimento. Migliaia di reduci, anche italiani si sono ammalati di tumore dopo aver combattuto in Iraq e nei Balcani, dove l’uranio impoverito fu usato nelle munizioni della Nato. C’è una correlazione tra l’aumento dei pazienti (e dei morti) e l’uso di quest’arma.  Quando esplodono, le munizioni rilasciano metalli pesanti cancerogeni. 7.600 militari italiani in missione dalla Bosnia alla Somalia all’Iraq si sono ammalati di cancro per l’esposizione all’uranio impoverito, rilasciato da proiettili Nato; e 400 sono morti di leucemia o altri tumori.

La strage infinita non riguarderà solo i soldati ucraini e russi, ma anche i civili filo ucraini e filo russi. L’esplosione sprigiona nell’aria polveri sottilissime che si depositano sul terreno e vengono inalate da uomini e animali, entrano nell’organismo per via respiratoria o tramite gli alimenti e viaggiano nel sangue da un organo all’altro: un veleno invisibile che uccide anche a distanza di decenni.

Dmitry Medvedev, attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale, afferma che proiettili all’uranio impoverito dati alle forze ucraine “aprirebbero il vaso di Pandora” delle reazioni (nucleari) russe. Bombe atomiche appostate in Bielorussa come già in Italia.  Bombe atomiche sganciate sull’Ucraina porterebbero al 100% la maggioranza pacifista degli italiani, terrorizzati di fare la stessa fine. Troppo tardi.  

Con Putin la Corte Penale Internazionale ha lanciato il suo canto del cigno.

Quando nel 1998 applaudimmo alla creazione di una Corte Penale Internazionale (CPI) capace di perseguire e punire i crimini più orrendi commessi dagli Stati, non riuscivamo a intuire la deriva in cui sarebbe caduto, di lì a qualche decennio, quell’ambizioso progetto. Quell’ideale di giustizia a cui dedichiamo tanto impegno e tanto affetto è diventato uno strumento di guerra, di propaganda e di dominio. Fin dall’inizio nessuno dei Paesi più grandi ha ratificato il trattato costitutivo: Stati Uniti, Russia, Cina. Ben presto Tribunale si è incentrato, quasi esclusivamente, su quei conflitti che hanno scosso il Terzo Mondo, che gli hanno conferito l’aspetto di un Tribunale Coloniale. I timidi tentativi di incorporare questioni come la guerra in Iraq o il conflitto palestinese, per non parlare del “buco nero” di Guantánamo, o sono falliti fin dai primi tentativi o non sono stati nemmeno tentati. E, in questo, è arrivato Putin. Per i funzionari del tribunale, compresi il pubblico ministero e i giudici, la proposta di impeachment contro Putin era enormemente allettante:  attraente nella sua efficacia mediatica perché, finalmente, avevano un imputato che avrebbe attirato donazioni a fronte di finanziamenti sempre più scarsi. Tuttavia, i rischi erano immensi. Clicca qui Di Fernando Oliván Dottore in Scienze Politiche (Diritto ed Economia), professore ordinario nell’area di Diritto Costituzionale e avvocato. Direttore dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per lo Spazio Pubblico e la Democrazia.

Italia paese pacifista in ostaggio di politici No Pax.

Il complesso militare-industriale ha il controllo sul governo degli Stati Uniti che ha votato per dare al Pentagono circa mille miliardi di dollari dei soldi dei contribuenti, tagliando i programmi sociali che avrebbero aiutato le famiglie povere e lavoratrici. Analogo è il meccanismo per Russia e Italia ecc. In Usa c’è Joe Biden (ancora per poco). Probabilmente l’imprenditore Donald Trump non avrebbe speso 73 miliardi di dollari in Ucraina, destinati inevitabilmente ad aumentare, per una guerra ideologica (tipo Serbia, Afghanistan, Libia), senza vincitori, che non è proporzionata ai vantaggi economici, se non di quelli della lobby delle armi. Nel mentre, la Cina è quella che più si avvantaggia nella guerra russo-americana conquistando mezzo mondo con le armi dell’economia e non della guerra, ma a rischio di conflitto essa stessa (Taiwan).

La politica è disposta a pagare qualsiasi prezzo umano e a produrre centinaia di migliaia di morti, proprio come accadeva durante la prima guerra mondiale, quando si sono distrutte intere generazioni nel nome della “Patria”. Mentre giurano sulla chimera della vittoria dell’Ucraina, mentre negano la terza guerra mondiale e il rischio nucleare, la corsa sfrenata agli armamenti è oramai dichiarata esplicitamente da tutti i governi sulla spinta degli Stati Uniti, dal Giappone alla Cina, dall’Australia dalla Corea del Sud, dall’India all’Italia… che direttamente o indirettamente, volenti o nolenti, sono coinvolti nella guerra per procura sulla pelle degli ucraini (a tacere gli altri conflitti mondiali). 

Nell’ Europa a servizio degli USA, si prevede che i Ventisette trasferiscano a Kiev parte dei loro depositi di munizioni e, per trovare più soldi per più armi all’Ucraina, affinchè la guerra continui fino all’ultimo ucraino, la proposta è quella “di usare un miliardo proveniente dal Fondo europeo per la pace (EFP – European Peace Facility) per rimborsare fino al 50-60% del materiale inviato all’Ucraina dai paesi membri.” Insomma, “La nostra industria della difesa deve passare rapidamente alla modalità di una economia di guerra”. Questo sempre più acceso accanimento per la guerra, che significa anche il prosciugamento del “Fondo per la pace”, significa, è ovvio, l’aumento del Fondo per la guerra con i conseguenti tagli alle spese sociali.

Essendo in guerra, è conseguente anche la propaganda di guerra, da che mondo è mondo. Come la interpreta l’Italia? Secondo il libro di Marco Travaglio: da scemi di guerra, avremmo cioè trasformato una tragedia in una farsa con un dibattito politico-giornalistico da bar sport, umiliante, primitivo, cavernicolo, ridicolo: tutto slogan, grugniti e clave. La tesi del libro “La tragedia dell’Ucraina, la farsa dell’Italia. Un Paese pacifista preso in ostaggio dai NoPax” (clicca qui l’introduzione) è che siamo un Paese in gran parte pacifista tenuto in ostaggio da politici e opinionisti… No Pax. Scemi di guerra sono perciò questa maggioranza che non si ribella alla propaganda. La quale ha abolito: la Costituzione (art. 11, art. 52); i valori della pace, del disarmo e dell’antifascismo; la geografia e la storia; l’economia e la medicina; il comune senso del pudore e il vocabolario; la libertà di pensiero e di espressione; la diplomazia e le sue regole-base; il rispetto per le altre culture. E perfino il senso del ridicolo: pacifisti e papisti uguale a putiniani. Ma noi insistiamo: “L’unica soluzione realistica rimane il negoziato”.

Campi militari per minori in Bielorussia.

Our House (organizzazione pacifista e nonviolenta bielorussa, per i diritti civili) ha redatto un rapporto sulla militarizzazione di massa dei bambini in Bielorussia e la partecipare a future azioni militari a fianco della Russia. Il rapporto è diffuso in Italia dal Movimento Nonviolento, partner dell’associazione bielorussa Our House nell’ambito della Campagna di Obiezione alla guerra (per il sostegno agli obiettori di coscienza russi, bielorussi e ucraini) e della War Resisters International. Clicca qui il dossier.

Si può evitare la catastrofe nucleare, ecco come.

Durante questo anno si è insistito sul mis-fatto che non esistano alternative alla guerra e al disastro. Invece le alternative ci sono ed è una vera follia che non si vogliano prendere in considerazione. Il generale Fabio Mini propone cinque Principi e dieci Piani d’azione: realizzabili alla condizione imprescindibile che partano  da un accordo tra le parti di fatto in guerra: Stati Uniti e Russia in maniera bilaterale o nell’ambito del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Cinque Principi1. Riaffermare i diritti dei popoli all’autodeterminazione, al rispetto delle loro identità, libertà, idee, fedi e proprietà. 2. L’Ucraina ha diritto al ripristino della propria sovranità territoriale nel pieno rispetto della volontà dei propri cittadini inclusi quelli delle entità che reclamano l’indipendenza o l’autonomia nonché la salvaguardia dei diritti delle minoranze di qualsiasi genere. 3. La soluzione del conflitto deve permettere d’instaurare un nuovo assetto della sicurezza in Europa che non poggi esclusivamente sulle minacce armate e che tenda alla rimozione di tutte le cause e i pretesti di conflitti territoriali. 4. Le istituzioni plurinazionali e le alleanze presenti in Europa devono rispettare e ribadire i propri impegni e standard riguardanti l’estensione geografica e le modalità di azione. 5. Necessità di un fondo internazionale di ricostruzione delle aree interessate dai conflitti in Europa che non curi soltanto gli interessi dei “donatori” ma anche quelli degli assistiti.

Piani di azione1.  (continua)

Donna, vita, libertà.

A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignità e i diritti , clicca qui  il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo:

“Donne contro le guerre”. Resoconto dell’iniziativa organizzata da “Erinna”.
Un appello di donne: Addio alle armi. Nel mondo con uno sguardo femminile amorevole e irriducibile.
Scriviamo all’ambasciata dell’Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni.
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane.

Guida di un mediatore per la pace in Ucraina.

C’è un  barlume di speranza per una rapida conclusione negoziata della guerra in Ucraina, secondo  Jeffrey D. Sachs professore presso la Columbia University,  direttore del Center for Sustainable Development presso la Columbia University e presidente della UN Sustainable Development Solutions Network. È stato consigliere di tre segretari generali delle Nazioni Unite e attualmente è sostenitore degli SDG sotto il segretario generale António Guterres. Clicca qui 

La vita di Peltier nelle mani di Biden.

Leonard Peltier, l’attivista nativo-americano in carcere da oltre 46 anni, diversi dei quali trascorsi in isolamento, si è sempre proclamato innocente, ma sta scontando due ergastoli per l’omicidio di due agenti dell’Fbi, nonostante siano emersi forti dubbi sulla correttezza del processo. Ha 78 anni, ne ha trascorsi oltre 46 in carcere e si è visto ripetutamente negare la libertà condizionata. Amnesty International chiede da tempo la grazia per Peltier, in ragione delle preoccupazioni sul corretto svolgimento del processo, del trattamento subito in carcere e  delle condizioni di salute. La difesa di Peltier ha presentato una nuova richiesta di clemenza nel luglio 2021. In occasione della Giornata di solidarietà con Peltier, Amnesty International ha sollecitato il presidente Biden ad accoglierla, per motivi umanitari e di giustizia. Per la sua liberazione si sono espresse nel corso di quasi mezzo secolo molte delle più illustri personalità mondiali, da Nelson Mandela a madre Teresa di Calcutta, da Desmond Tutu a Rigoberta Menchu’, dal Dalai Lama a papa Francesco.

Obiezione di coscienza in tempo di guerra.

Anche se la guerra in Ucraina è in primo piano nei notiziari, oggi si combatte in molti Paesi. E in tutte queste guerre ci sono persone che si sottraggono al reclutamento, rifiutano il servizio militare o disertano. A causa della minaccia di repressione nei loro Paesi, cercano protezione all’estero, che purtroppo troppo spesso viene loro negata. Con questa serie di webinar, ascolteremo i rifiutatori e gli attivisti dell’obiezione di coscienza provenienti da Colombia, Eritrea, Bielorussia, Ucraina, Russia e altri Paesi, e discuteremo i modi in cui possiamo sostenerli. Clicca qui la newslettera di Doriella&Renato, con tutte le altre iniziative No tav Valsusa.

In piedi costruttori di pace!

La terza guerra mondiale a pezzi.

La guerra è dappertutto, fomentata da precisi interessi del capitale, e colpisce prevalentemente i poveri, il clima, le donne, i rifugiati. Organizziamo  nuove manifestazioni per la pace, in solidarietà con le vittime innocenti di tutte le tragiche guerre che continuano a devastare la famiglia umana e il pianeta: Ucraina, Siria, Yemen, Libia, Iraq, Palestina, Etiopia, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Kurdistan, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Camerun, Burkina Faso, Sahel, Mali, Costa d’Avorio, Niger, Nigeria, Costa D’Avorio, Mozambico, Sahara Occidentale, Afghanistan, Colombia, …  

Dopo la “Marcia di Notte” del 24 febbraio, invitiamo tutti a partecipare alla Giornata nazionale della cura della vita delle persone e del pianeta (1 marzo 2023) e alla Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità “Trasformiamo il futuro” (21 maggio 2023).  

Invia la tua adesione, le tue idee e proposte al Comitato promotore Marcia PerugiAssisi, via della viola 1 (06122) Perugia – Tel. 075/5737266 – 335.6590356 – fax 075/5721234 – email adesioni@perlapace.it – www.perlapace.it – www.perugiassisi.org  

http://www.perlapace.it/wp-content/uploads/2023/01/Appello-Marcia-PerugiAssisi-di-notte.pdf 

Dieci colpi di pistola su un uomo doppiamente amputato… che fuggiva a piedi.

«Non era di certo necessario ammazzare un uomo in fuga, facile da catturare»: basterebbero queste parole, lette sul «Corriere della Sera.it», per commentare quanto accaduto in California, che viene raccontato così: «Usa, afroamericano in sedia a rotelle ucciso dalla polizia: colpito da 10 proiettili». Oltre a registrare l’indignazione delle Federazioni FISH e FAIP, ci chiediamo anche se questo fatto segnerà realmente il punto finale di un’escalation di violenza negli Stati Uniti, da parte delle forze dell’ordine, che deve assolutamente cessare, al di là della disabilità o meno delle persone (continua…)

Dove vanno a finire gli aiuti all’Ucraina.

Un nuovo repulisti  contro la corruzione della classe dirigente. A seguito degli scandali degli ultimi mesi, oggi è stata licenziata “l’intera dirigenza dell’agenzia delle dogane” ed è stata perquisita l’agenzia delle entrate, la cui responsabile ad interim è accusata di operazioni illegali per 375 milioni di euro. A casa della funzionaria sarebbero stati trovati circa 1,3 milioni di euro in contanti, gioielli, orologi e due auto di grossa cilindrata. I media locali parlano anche di “avvisi di garanzia ad alti funzionari del ministero della Difesa” per lo scandalo delle forniture alimentari dell’esercito.

L’Italia dall’inizio della guerra ha fornito all’Ucraina circa 1 miliardo di dollari in armamenti, e nessuno dei principali media ha ricordato a chi stiamo fornendo queste armi e questi soldi. Zelensky, quasi fuori tempo massimo, ha fatto una purga di sapore staliniano, dove cojo cojo, liquidando quindici alti dirigenti ucraini, viceministri, governatori, membri della magistratura, accusati a vario titolo di corruzione e di aver speculato sulla guerra ai danni di chi stava combattendo sul campo (la cosa non è nuova, almeno alle orecchie di noi italiani: durante la Prima guerra mondiale mentre i soldati contadini – vedi i Malavoglia di Verga – si battevano e morivano al fronte, la borghesia faceva affari d’oro ai loro danni). Ma la corruzione dell’Ucraina non è cosa di oggi, secondo i dati dell’International Transparency l’Ucraina è al 122esimo posto in questa poco commendevole classifica che vede al primo la virtuosa Danimarca (secondo lo stesso istituto, l’Italia è al 42esimo).

“La rivoluzione della cura” è in libreria.

Come in un tempo sospeso, in questi ultimi quindici anni siamo passati da una crisi finanziaria a una crisi climatica, da una pandemia a una guerra, senza soluzione di continuità. Ciascuna di queste crisi viene raccontata come priva di contesto, come episodio a sé stante, senza antecedenti né causalità. Sembra di vivere dentro un eterno presente fatto di emergenze a cui rispondere, con l’angosciante sensazione che quella attuale non sarà l’ultima e che sembra essersi innescato un circolo vizioso, senza via d’uscita.
È giunto il momento di guardare la luna oltre il dito e ricostruire una chiave di lettura delle crisi multiple del capitalismo: se lette come insieme concatenato rivelano che la sua ferocia è dovuta alla propria intrinseca debolezza.

Via libera alle armi contro la Russia.

DL Ucraina, via libero definitivo della Camera a larghissima maggioranza. Contrari solo M5s, Avs (Verdi e Sinistra Italiana) e un deputato del Pd (Paolo Ciani). La cessione di materiali militari a Kiev sarà possibile fino al 31 dicembre 2023.

Prezzi, raffica di rincari nel 2023: aumenti per bus, autostrade e benzina. (Adnkronos) – Il 2023 si apre all’insegna dei rincari, con una stangata per le famiglie stimata intorno ai 2.400 euro per il 2023. Cifra che, secondo il Codacons, non tiene conto dei possibili aumenti delle bollette di luce e gas.

Inflazione media annuale:  -0,2% nel 2020    +1,9% nel 2021    +8,2% nel 2022.  

Nel 2022 l’incremento medio delle retribuzioni è  stato pari  al 3%, rispetto all’inflazione il salario reale dei lavoratori è diminuito del 5%.

Le rivalutazioni delle pensioni per il 2023 vanno dall’ 8,91% (sino trattamento minimo € 525,39) per scaglioni fino al 2,36% (oltre 10 volte il minimo).

Il più grande corteo pacifista mai verificatosi in Italia.

15 Febbraio 2003, tre milioni di persone sfilano per le strade di Roma per dire non alla guerra (all’Iraq) “senza se e senza ma”: clicca qui il video.

Per varare l’iniziativa sul ventennale: martedì 24 gennaio on line alle ore 17:30  In Zoom
https://us06web.zoom.us/j/87998634614?pwd=WXpjVVhrU0IyUlEvODZGbkJZaENRQT09  ID riunione: 879 9863 4614 Passcode: 882053

Per un Mediterraneo denuclearizzato, disarmato e neutrale.

DALLA SOCIETÀ CIVILE MEDITERRANEA UN APPELLO AI GOVERNI  PER UNA CONFERENZA PER LA PACE NEL MEDITERRANEO IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE PER LA PACE. Clicca qui.

Quasi tutti i paesi mediterranei sono attualmente coinvolti in conflitti armati o vicini ad esserlo. Conflitti che, alimentati anche dalle ingerenze esterne, fanno del Mediterraneo la zona nel mondo con il maggior numero di guerre in corso. Le guerre sono l’esito di un sistema ossessionato dalla crescita economica che spinge alla competizione e all’accaparramento della risorse e dei mercati. Le imprese coinvolte nel mercato della produzione di armamenti si stanno arricchendo sottraendo risorse all’economia civile. L’economia di guerra diventa la continuazione dell’economia di mercato.

Usa, Russia, Nato e Zelensky stanno distruggendo l’Ucraina.

La prima criticità è quella economica. Kyev è entrata in guerra che era già praticamente in default, ma adesso la situazione è drammatica, perché ovviamente gran parte delle attività produttive si sono fermate, le regioni più ricche sono sotto controllo russo, una parte significativa della popolazione attiva o è sotto le armi o è fuggita all’estero; anche se i paesi della NATO stanziano continuamente aiuti, la gran parte è costituita da armamenti, ed i trasferimenti di denaro spesso arrivano assai dopo lo stanziamento. Di conseguenza, Kyev è costretta a stampare denaro per sopperire alle necessità immediate, ma questo ovviamente alimenta l’inflazione, e crea un avvitamento dell’economia.

La seconda è quella energetica. Con la sistematica distruzione delle infrastrutture elettriche, l’intero sistema sociale (produttivo, amministrativo, logistico, di comunicazione) è prossimo al collasso. In queste condizioni, anche solo superare l’inverno – al netto degli ulteriori danni di guerra – sarà assai complicato, ed i segnali di insofferenza si moltiplicano all’interno della società ucraina: non più solo tra le truppe al fronte, o la popolazione civile, ma anche tra alcuni esponenti politici (e, cosa più rilevante, alcuni oligarchi).

Leggi tutto

L’Ucraina sarà distrutta definitivamente.

Le colombe del papa attaccate da un corvo e da un gabbiano.

In attesa di conoscere dal ministro Guido Crosetto lo sforzo dell’Italia nella guerra alla Russia, apprendiamo che più di 500 satelliti statunitensi e della NATO vengono utilizzati nell’interesse delle forze armate ucraine, inclusi più di 70 satelliti militari, che gli ufficiali di stato maggiore della NATO sono in zona di guerra in Ucraina e che più di 25 paesi hanno speso finora 97 miliardi di dollari per fornire armi all’Ucraina. Inoltre migliaia di combattenti occidentali affiancano le truppe di Kiev per addestramento ma anche in combattimento come dimostrano numerosi video diffusi dallo stesso esercito di Kiev: ufficialmente si tratta di “volontari” ma è forte il sospetto che si tratti di militari regolari e contractors.

Al di là dei baciamano, degli applausi scroscianti, degli abbracci calorosi riservati a Zelensky in visita a Washingtonla Casa Bianca finora ha rifiutato categoricamente l’invio a Kiev di quelle armi (missili balistici tattici ATACMS) che possono essere impiegate contro il territorio russo, elemento che innalzerebbe ulteriormente l’escalation tra Mosca e Washington, mentre agli Usa interessa solo inchiodare la Russia nel più lungo Vietnam europeo possibile. Zelensky “pronto a trattare solo una volta riconquistata anche la Crimea”, cioè mai.  L’Ucraina sarà distrutta definitivamente, a prescindere dalle bombe atomiche.