Cessate il fuoco immediato.

PACE SUBITO: Manifestazione del 24 agosto 2023 a Marina di Massa. Cessate il fuoco immediato. Basta invio armi. Trattative e diplomazia. Clicca qui.

Promossa dall’Accademia Apuana della Pace con: ANPI provinciale, ARCI Massa Carrara, Ass. Casa Betania, Ass. Mondo Solidale, Azione Cattolica Diocesana, Cantiere per la Pace Lunigiana, CGIL – Camera del lavoro di Massa Carrara, Chiesa Metodista -Valdese, Legambiente Carrara, Massa- Montignoso, Librerie Solidali. Adesioni: Ass. Alberto Benetti, Ass. A.R.PA, Ass. Nuovi Paesaggi Urbani, Fridays For Future Massa, Libera Coord. provinciale, Medici per l’Ambiente -Isde, AGEA Scouts Massa, Associazione Senegalese Massa Carrara, Associazione Rahma – Musulmani Carrara, Le Ali dell’Aquila – ass. comunità albanese, Scout AGESCI gruppo Massa2 e MASCI comunità Massa2.

Pacifisti o spie russe?

E’ veramente paradossale che verso un pacifista nonviolento di fama internazionale come Yurii Sheliazhenko venga applicato un articolo classificato fra i “reati contro la pace”. Quale? “Propaganda di guerra”. Articolo 436 del Codice Penale dell’Ucraina, il primo di una serie di articolo classificati fra i “reati contro la pace, la sicurezza dell’uomo e l’ordine giuridico internazionale”https://www.peacelink.it/conflitti/a/49605.html

Il governo di Kiev attraverso il suo sito SSU.GOV.UA ha fornito ufficialmente i dati della repressione e dei suoi successi contro le opposizioni alla giunta, dal 24 febbraio al marzo 2023:  87.100 arresti e procedimenti penale avviati dagli investigatori della SBU, 3.200 arrestati con l’accusa di essere collaboratori o simpatizzanti del nemico. Clicca qui Enrico Vigna/CIVG.

Il ripudio della guerra è un valore sacro e uno dei pilastri portanti della nostra Repubblica.

Sono passati due anni dalla morte di Gino Strada e si sente la mancanza della sua voce contro la guerra. Siamo stati sommersi dal coro del Partito Unico Bellicista. Clicca qui Pressenza Agenzia stampa internazionale per la pace, la nonviolenza, l’umanesimo e la nondiscriminazione con sedi a Atene, Barcellona, Berlino, Bordeaux, Bruxelles, Budapest, Buenos Aires, Firenze, Madrid, Manila, Mar del Plata, Milano, Monaco di Baviera, Lima, Londra, New York, Parigi, Porto, Quito, Roma, Santiago, Sao Paulo, Torino, Valencia e Vienna.

La chiesa cattolica e la pace.

Presso il monastero  di Camaldoli  si è appena tenuto  il convegno in celebrazione dell’80esimo anniversario del “Codice di Camaldoli”, testo di assoluto rilievo elaborato da esponenti dell’associazionismo cattolico e che risultò essere una “base” per la futura Costituzione della Repubblica italiana.​ Nel monastero benedettino, infatti,  per una settimana si riunirono, nei giorni in cui il Gran Consiglio del Fascismo sfiduciava Mussolini e ancora infuriava la guerra,  una trentina di economisti, giuristi, sociologi, tutti tra i venti e i quarant’anni, provenienti dai movimenti legati all’Azione Cattolica e stimolati da monsignor Giovanni Battista Montini, su diretta indicazione di Pio XII (Moro, Fanfani, Andreotti, Dossetti, La Pira, Taviani, Vanoni, Saraceno).

Non sappiamo se le critiche alla chiesa di padre Alex Zanotelli  siano  state affrontate in questa celebrazione 2023, ci affidiamo dunque alla lettura (clicca qui) della prolusione al convegno del cardinale Matteo Zuppipresidente della Conferenza episcopale italiana, nonché  incaricato da papa Francesco di dirigere una missione “che contribuisca ad allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina”, questione pace  appunto sollevata da Zanotelli.

Boicottare Unicredit, Intesa Sanpaolo e Deutsche Bank…

Padre Alex Zanotelli: il PNRR proiettato alla produzioni di armi che sottraggono i fondi da scuole sanità cultura istruzione, mai visto un governo italiano così prigioniero del complesso militare industriale, pericolosissimo il ministro della difesa Crovetto; dunque bisogna boicottare le banche armate: quelle che investono in armi con milioni di utili e tolgono i soldi alla scuola e alla sanità; ma per questa campagna di boicottaggio (con Pax Christi e le tre riviste Nigrizia, Missione Oggi, Mosaico di pace) è grave il silenzio delle comunità cristiane, anche loro indifferenti a quanto le guerre impattano sulla povertà e l’ecosistema, al punto che siamo sul crinale del baratro dell’esplosione nucleare.

Conclude Zanotelli:  è arrivato il tempo di gridare che è necessaria oggi la disobbedienza civile, anche a costo di essere incriminati come i portuali di Genova,  è necessario trovare il coraggio di correre il rischio di essere processati, ad esempio  una disobbedienza civile di tanti che lavorano in fabbriche d’armi che si rifiutino di continuare a fare il proprio lavoro, o contro le aziende (ENI) che lucrano sui fossili. Clicca qui l’intervista a padre Alex Zanotelli.

“L’Occidente in Ucraina ha sabotato i negoziati”.

Il professore dell’Università di Chicago John Mearsheimer ha notoriamente messo in guardia nel 2014 rispetto alle provocazioni della NATO contro la Russia in Ucraina, avvertendo che la politica della NATO in Ucraina stava portando al disastro. In questa intervista John Mearsheimer: “L’Occidente in Ucraina ha sabotato i negoziati” risponde alle domande del giornalista freelance Aaron Maté sullo stato della guerra per procura in Ucraina e sui pericoli futuri. 

L’emancipazione di una regione in assetto di guerra.

Il Parlamento Europeo ha approvato il regolamento sull’ “ASAP Act in support of ammunition production”, ovvero l’atto per sostenere l’aumento della produzione di munizioni in Europa. Una norma che, oltre a finanziare con 500 milioni di euro – consentendo agli Stati di attingere anche ai fondi del PNRR – la produzione di armi e munizioni, prevede una serie di agevolazioni e deroghe alle autorizzazioni da concedere alle industrie belliche per accelerare la produzione di munizioni made in Europe. Questa è una norma da tempo di guerra che coinvolge sempre più l’Europa nel conflitto ucraino. In Sardegna non si è dovuta attendere quella norma per facilitare l’insediamento di industrie che producono ordigni bellici. È bastata una politica industriale devastante sotto l’aspetto ambientale, sanitario, sociale e ovviamente economico, per trasformare il florido territorio del Sulcis-Iglesiente in una delle province più povere d’Europa e per creare il terreno fertile per accogliere qualsiasi attività, anche le più nocive e quelle più improponibili dal punto di vista etico. Clicca qui.

Come bloccare l’invio delle armi in Ucraina.

Fornire armi assassine dove è in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall’articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana: “L’Italia ripudia la guerra”. Pertanto, il  governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra è ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedeltà, ed è quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all’invio di armi assassine, o l’invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale. E’ quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all’invio di armi assassine dove una guerra è in corso. E’possibile contrastare questo crimine? Ecco come è possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra – che quelle armi assassine alimentano – uccide: clicca qui il  “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”.

No al coinvolgimento dell’Italia in Niger.

In Niger, la Francia ipotizza un sostegno esterno occidentale a un eventuale intervento militare di Ecowas (Comunità economica degli stati dell’Africa Occidentale) Il ministro degli esteri Taiani ha escluso la nostra partecipazione ma nel governo ci sono spinte diverse. Dobbiamo ribadire a gran voce la più netta contrarietà ad un coinvolgimento dell’Italia sotto egida Nato o in qualsiasi altra forma. Si tratterebbe infatti di una ingerenza internazionale a sostegno degli interessi coloniali della Francia: cioè sfruttamento delle ricche risorse naturali, innanzitutto dell’uranio (alimenta per il 60% le centrali nucleari francese). In risposta al minacciato intervento di Ecowas, altri stati africani si sono detti pronti a intervenire in difesa della giunta militare responsabile del colpo di stato (CNSP). Dunque sarebbe guerra estesa, regionale, in difesa degli interessi occidentali ancora una volta sulla pelle delle popolazioni dell’Africa.

Clicca qui Enrico Vigna (CIVG): “Mentre Francia, UE, USA e l’ECOWAS, sostenuto dall’Occidente, minacciano l’intervento militare se il presidente deposto Bazoum non sarà reintegrato, ogni giorno migliaia di cittadini scendono in piazza organizzati dal Movimento M62, che da anni si batte contro la presenza francese e per una reale indipendenza del paese”…

Mobilitazione internazionale dei Movimenti per la pace, la nonviolenza ed il disarmo.

La conferenza di Vienna ha lanciato la mobilitazione internazionale, dei movimenti per la pace, la nonviolenza ed il disarmo per chiedere il cessate il fuoco ed il negoziato, per sostenere le iniziative di mediazione in corso, dal 30 settembre all’8 ottobre prossimi.  Le nostre ragioni per la soluzione negoziale e per il ripudio della guerra sono scritte nella Carta delle Nazioni Unite e nella nostra Costituzione, per questo abbiamo deciso di confluire nella grande manifestazione nazionale “Insieme per la costituzione”, che si realizzerà il prossimo Sabato 7 ottobre a Roma, con un nostro specifico appello.

L’invito è di riprendere la mobilitazione dalle città, riattivando i comitati cittadini per organizzare la partecipazione alla manifestazione nazionale del 7 ottobre e promuovere assemblee, seminari, flash mob durante la settimana di mobilitazione internazionale. La maggioranza della popolazione italiana ed europea è contraria a questa guerra, come a tutte le guerre, facciamolo sentire e vedere !!! Per adesioni: segreteria@retepacedisarmo.org.

Giornalisti, è inaccettabile il vostro silenzio sull’Africa.

Indirizzato il mirino sull’Ucraina, i mass-media sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari, ben integrati nel mercato militarindustriale globale, con ben poche possibilità di scrivere quello che veramente sta accadendo in Africa, insomma asserviti e complici. 

Padre  Alex Zanotelli rivolge comunque un appello ai giornalisti: “Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli africani stanno vivendo”. Zanotelli non si si fa molte illusioni sull’appello “ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo, come missionario e giornalista, uso la penna per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media”.

Anzi, colpisce allo stomaco i giornalisti: è inaccettabile il vostro silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame, sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile, sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi, sui governi  che tentano di bloccare i migranti provenienti dal continente nero,  sui  nostri politici che urlano «Aiutiamoli a casa loro» dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, sull’essere noi occidentali i nuovi nazisti. Clicca qui.

Ma i giornalisti hanno uno stomaco robusto.

Non ho patria.

Un gruppo di preti della Toscana, ex-cappellani militari, al termine di un loro incontro emisero un comunicato, dove esprimevano “riverente e fraterno omaggio a tutti i caduti d’Italia” e allo stesso tempo il loro pensiero andava a tutti i soldati “di tutti i fronti e di tutte le divise, che morendo si sono sacrificati per il sacro ideale della Patria”. Il comunicato si chiudeva con un riferimento molto duro a tutte quelle persone, che si trovavano in carcere a motivo della loro obiezione di coscienza: «Considerano un insulto alla Patria ed ai suoi caduti la cosiddetta “obiezione di coscienza” che, estranea al comandamento cristiano dell’amore, è espressione di viltà».

Clicca qui il testo della “Lettera ai cappellani militari toscani che hanno sottoscritto il comunicato dell’11 febbraio 1965″ pubblicata da don Lorenzo Milani.  Quella lettera costò a Milani due processi per apologia di reato. La lettera, insieme all’autodifesa al processo, costituisce uno dei grandi testi a sostegno dell’obiezione di coscienza contro ogni guerra, contro ogni esercito, contro ogni uccisione.

Prete operaio, uomo di pace.

Don Roberto Sciolla è un “prete operaio”, sacerdote di Iglesias, in Sardegna. Uomo di pace e punto di riferimento di una comunità, quella del Sulcis, che conosce le sfide dell’arretratezza e della fragilità sociale. Sciolla è anche tra i protagonisti del comitato contro la fabbrica della Rwm a Domusnovas: era l’industria della vergogna, delle bombe calate sui civili in Yemen, ora è “santificata” come una preziosa risorsa europea per rifornire la resistenza ucraina. Lunedì ha inviato una lettera al cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, per chiedere l’aiuto di tutta la Chiesa: “Non sarebbe il caso che non solo il Papa, non solo il suo inviato per la pace, ma tutti i Vescovi, ogni Diocesi, ogni Parrocchia, levino diffusamente la voce contro questa aberrazione?”.

Lettere nella storia: il carteggio tra Bettazzi e Berlinguer.

Per amore del dialogo. In tempi di guerra fredda e di duro confronto ideologico, non capitava mai che un vescovo e un segretario del più grande partito comunista d’Occidente si scrivessero dialogando pubblicamente anziché scomunicarsi a vicenda. Accadde con l’iniziativa di Luigi Bettazzi vescovo di Ivrea e presidente di Pax Christi, movimento cattolico per la pace. Il 6 luglio 1976 – mosso dall’esperienza conciliare – scrisse una lettera aperta ad Enrico Berlinguer, di cui si celebra quest’anno il centenario della nascita. Il segretario del Partico Comunista Italiano attese un anno, ma poi rispose rivelando con la sua lettera quanto fosse cambiata la militanza comunista. Clicca qui.

Luigi Bettazzi cardinale pacifista nonviolento.

Accanto agli studenti della Fuci, la vicinanza ai lavoratori dell’Olivetti, della Lancia e del cotonificio Vallesusa, lo scambio epistolare con il segretario del Partito comunista italiano Enrico Berlinguer, sostenne l’obiezione di coscienza quando ancora si rischiava il carcere, partecipò alla marcia pacifista a Sarajevo, favorevole al disegno di legge sui “diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi” comprese le coppie omosessuali, ha partecipato a tutte le Marce della pace fino agli ultimi mesi di vita. E’ morto l 16 luglio a 99 ani di età. Clicca qui.

Dalla parte dei disertori.

Con il sostegno di molte organizzazioni internazionali, europee e non solo, tra cui EBCO/BEOC (Ufficio europeo per l’obiezione di coscienza), War Resisters’ International (Internazionale dei Resistenti alla Guerra) e Movimento Nonviolento, è stato redatto il Documento: “Appello alla Commissione Europea e al Parlamento Europeo sulle misure necessarie per la protezione internazionale degli obiettori di coscienza russi, ucraini e bielorussi, dei disertori e di coloro che si sono arresi o sono stati catturati. Clicca qui.

“Ragazzi, vi auguro di fare chiasso, fatevi sentire!”.

Lo Stato del Vaticano ha condannato due ragazzi di “Ultima Generazione”  a 9 mesi di reclusione e a 28.000 euro di multa. Due ragazzi che, in piena coerenza con la dichiarazione del Papa Francesco, hanno deciso, attraverso un’azione pacifica e non violenta, di chiedere al governo italiano un maggior impegno nel contrasto al collasso climatico, attraverso l’interruzione dei sussidi pubblici, soldi di tutti noi, all’industria del fossile.

Da parte delle istituzioni e dei media è in atto una repressione violenta, con esempi gravissimi di intimidazione (la Digos che si intromette nelle presentazioni chiedendo alle persone i documenti), condanne esemplari, accuse al limite della querela: perché si chiama terrorista chi sporca temporaneamente un muro o un vetro? Perché si impedisce l’accesso ad un’intera città, attraverso un foglio di via, per anni, anche a chi si è solo versato addosso un po’ di pomodoro sul proprio corpo, aperto uno striscione o promosso uno sciopero? Perché si chiedono misure di sorveglianza speciale a persone non pericolose e non violente? Perché si condanna con la reclusione e multe esemplari chi protesta per la salvezza di tutti? Clicca qui.

Passa in Senato, con 85 sì, 53 no e 5 astenuti, il disegno di legge presentato dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per punire gli eco-vandali. Il ddl aggrava le sanzioni per chi distrugge, disperde, deteriora monumenti e beni culturali con maxi-multe fino a 60mila euro e reclusione fino a sei mesi.

La posta in gioco dell’Ucraina.

Perché nella guerra in Ucraina l’ultima cosa che conta è il destino di quel Paese e dei suoi abitanti? Lo scontro militare poteva terminare a poche settimane dal suo inizio, in quanto nel marzo dell’anno scorso Putin e Zelensky si erano quasi accordati sul ritiro delle truppe russe in cambio di un impegno per la neutralità permanente dell’Ucraina da inserire nella sua Costituzione. Perché allora la proposta di pace – redatta e firmata dal capodelegazione di Kiev – fu stracciata e la popolazione stritolata? (clicca qui)

Economia di guerra.

Senza conflitti di interessi. Quel che un tempo si chiamava “complesso militare-industriale” e che ora possiamo chiamare semplicemente “economia di guerra” emerge con tutta la sua potenza nella politica odierna. E si rende visibile non più soltanto secondo modalità di infiltrazione o condizionamento occulto, ma si presenta ormai alla luce del sole, senza più infingimenti da centro-sinistra, quale fondamento strutturale delle decisioni e delle visioni politiche ed economiche dello Stato. (clicca qui).

Una lista nonviolenta alle europee del 2024.

Una lista nonviolenta per la pace che proponga come obiettivo fondamentale la cessazione della guerra e di ogni politica di guerra; e che quindi proponga il disarmo, la smilitarizzazione, la difesa popolare nonviolenta, i corpi civili di pace, il ripudio della violenza, il riconoscimento e la difesa integrale dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la protezione e l’accudimento dell’intero mondo vivente. (clicca qui).

Le nostre complicità con i crimini di guerra.

Su PeaceLink è ora disponibile un rapporto ONU sull’Ucraina (clicca qui).

Un rapporto su cui è sceso un velo di silenzio perché documenta cose scomode e sgradite. Perché non se ne parla? Non se ne parla perché documenta la violazione dei diritti umani da parte delle autorità politico-militari ucraine. E’ un’indagine minuziosa svolta dall’ONU in Ucraina. L’ONU esprime preoccupazione su varie questioni, fra cui anche “torture, maltrattamenti e violenze sessuali”.

Recentemente PeaceLink ha pubblicato un rapporto su analogo argomento che metteva sotto accusa la Russia. (clicca qui).

Sono solo bombette.

Le bombe a grappolo” sono  ordigni progettati per azionarsi quando sono ancora in quota, dopo essere stati sganciati da un aereo o lanciati da sistemi d’artiglieria, e rilasciare nell’area centinaia di piccole bombe che colpiranno indiscriminatamente un’area più o meno ampia di territorio, mutilando uomini, donne e  bambini. 111 Paesi hanno ratificato nel 2008  la Convenzione  che ne vieta “qualsiasi uso, stoccaggio, produzione e trasferimento”. Invece le grandi potenze mondiali, comprese Russia e Stati Uniti, oltre all’Ucraina, non hanno mai messo la loro firma sul documento. Zelensky, dopo aver definito l’uso presunto da parte della Russia  delle bombe a grappolo un “crimine di guerra” o “atto terroristico”,  ora  ha chiesto e si appresta ad ottenere da Washington questo tipo di armamenti. Resta da capire quale sarà la reazione degli alleati occidentale, compresa l’Italia, che hanno firmato la Convenzione. Di fortissima condanna?

Sulla scia del pensiero di Alex Langer.

Sin dagli anni ottanta il Centro di Educazione alla Pace di Rovereto ha portato avanti una fondamentale attività per la diffusione di una cultura di pace e nonviolenza attraverso iniziative innovative che hanno fatto scuola in tutta Italia. Il tutto nel segno di una figura storica del mondo dell’attivismo trentino, italiano e internazionale di cui è appena ricorso il 28esimo anniversario della scomparsa: Alex Langer. Clicca qui.

Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.

Anniversario del Trattato TPNW: l’Italia agisca concretamente per il disarmo nucleare.

Il 7 luglio è ormai da alcuni anni una data importante per le campagne a favore del disarmo nucleare: è in questa giornata (a due giorni dall’anniversario del Manifesto Russell-Einsteinche si ricorda l’adozione da parte di 122 Paesi del testo elaborato in ambito ONU del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW)Clicca qui.

Mobilitazione europea contro la guerra.

Appello per il cessate il fuoco e l’inizio di negoziati sottoscritto collettivamente da associazioni e organizzazioni diverse (socio-politico-sindacali) e individualmente da persone. Clicca qui.

Volute sempre dai governi, non dai popoli, le guerre non dovrebbero  nemmeno mai cominciare: nessuna guerra, in nessuna parte del mondo. è del popolo – dei sinceri rappresentanti dei popoli – il compito e la responsabilità di dire “basta!”, ovunque e per sempre.                                                                       

La guerra Russia-Ucraina (NATO e USA contro Russia e Cina) deve cessare immediatamente. Per chiedere e ottenere che questo avvenga, occorre subito (a fronte dei rischi sempre più grandi di conflitto nucleare, delle enormi perdite di vite umane e delle gravi ripercussioni sociali ed economiche) una grande manifestazione europea, unitaria, concordata e corale: tutto il popolo europeo è chiamato a manifestare contemporaneamente in tutte le capitali.    

Uno sciopero generale sarebbe necessario per gridare che l’Europa tutta si ferma per far finire (e finché non sarà finita) quest’ennesima immane tragedia. Se la proposta, l’idea forte dello sciopero generale risultasse irrealizzabile, si deve garantire l’individuazione di una giornata significativa e simbolica in cui convocare -in una stessa data da individuare – grandi manifestazioni di piazza per l’immediato cessate il fuoco e, contestualmente, per l’inizio di negoziati.

Raggiunto un certo numero di adesioni, si deciderà una data (es.: 6/9 agosto-Hiroshima e Nagasaki) significativa e si inviterà il popolo europeo a tenere manifestazioni in contemporanea in tutte le capitali d’Europa e in tutte le realtà anche minori in cui si riuscirà a organizzare dimostrazioni contro guerra/guerre. 

Mobilitazione europea contro la guerra, per la Pace.

Il presente appello (clicca qui) sottoscritto collettivamente da associazioni e organizzazioni diverse (socio-politico-sindacali) e individualmente da persone, impegna tutte e tutti a sollecitare, in Italia e in Europa, adesioni e contributi utili alla realizzazione di una grande mobilitazione popolare.

Firme individuali e collettive di condivisione e impegno a cercare collaborazioni all’indirizzo di posta elettronica mobilitazione.europea.pace@gmail.com o in calce al presente appello (nome/cognome, recapiti, qualifiche professionali e appartenenze a Organizzazioni).

A rischio i referendum contro la guerra e a favore della sanità pubblica.

Si sta oscurando la possibilità per ogni elettore di firmare per  il referendum (clicca qui).

Nessuno (dicasi nessuno) spazio è stato offerto ai promotori su Rai e Mediaset; praticamente nessuno su La7, unica rete nazionale in controtendenza; la tv dei cittadini Byoblu, il cui bacino tuttavia è a sua volta prigioniero della “camera dell’eco”. Circa i giornali, nessuno spazio su StampaCorriere della SeraRepubblicaDomanimanifestoSole 24 Ore. Unica eccezione: Il Fatto Quotidiano. Appena qualche apertura da Avvenire La Verità. Come fanno i cittadini a sapere che è partita la raccolta referendaria? Il tempo stringe e le 500mila firme valide vanno consegnate fra 40 giorni, altrimenti lacrime da coccodrillo.

Da Vienna a Vilnius, il confronto a distanza fra forze di pace e di guerra.

A Vilnius il vertice per la guerra:  sul tavolo della Nato  siederanno l’11 luglio i rappresentanti dei Paesi del patto atlantico: in discussione questioni decisive  come  lo status dell’Ucraina. Per questo motivo a Vienna si è appena svolto il vertice per la pace: rappresentanti   da diverse parti del mondo, con esperienze, agende e posizioni diverse, ma tutti uniti dalla lotta per la pace, per la democrazia e la giustizia sociale e per un equilibrio ecologico in un mondo senza neocolonialismo, neonuclearismo, dominazione patriarcale, razzismo e sfruttamento dell’essere umano. Clicca qui.

Gli USA impongono la legge del più forte.

Ma sono ancora il più forte? Per quanto tempo ancora? Per ora, stanno imponendo il loro ordine mondiale incentrato sui  Paesi dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica. Cinque sono gli indiscutibili successi.  1. Tutti hanno ritenuto che le minacce all’egemonia occidentale provengano dalla Cina e dalla Russia. 2. I loro partner e alleati hanno accettato di aumentare la spesa militare fino al 2% o più del PIL, con il riarmo della Germania, un triste ricordo per i francesi e altri Paesi europei. 3. Allineare quasi tutti i Paesi della NATO contro l’aggressione russa, estendendola a Svezia e Finlandia. 4. Aumentare l’influenza del comando militare dell’Asia-Pacifico coinvolgendo Australia, Regno Unito e Washington nell’AUKUS, che aggiungerà sottomarini nucleari a Canberra. 5. Il riarmo del Giappone, l’unico Paese che ha subito gli orrori di due bombe atomiche e che preoccupa seriamente la Cina e i coreani a causa del suo passato coloniale, insieme a una maggiore cooperazione militare degli Stati Uniti con le Filippine, oltre alle 30.000 truppe dispiegate dal 1953 in Corea del Sud.

I critici ritengono invece che questi successi della “dottrina Trump” non siano nuovo ordine mondiale bensì disordine. (continua).

Moni Ovada: la guerra è della Nato.

“Il pensiero unico martellante continua a ripeterci ogni giorno che questa guerra è iniziata perché l’uomo nero cattivo un giorno si è svegliato e ha deciso di invadere l’Ucraina. Non è vero! È una menzogna schifosa! Questa guerra è stata preparata da tanti anni con l’espansione della NATO dopo che avevano promesso alla Russia che non ci sarebbe stata espansione della NATO. Anche esponenti politici americani avevano avvertito che l’espansione della NATO avrebbe causato una catastrofe globale. Una catastrofe che sta distruggendo l’Europa che non è alleata ma serva degli americani. Ci vogliono trascinare in una guerra perché i governi statunitensi mantengano la loro supremazia mondiale. Adesso stanno preparando la più grande manovra militare della NATO ai confini con la Russia. Vogliono distruggere la Federazione Russa per poi concentrarsi sulla Cina. Gli americani hanno basi militari in tutto il mondo e soldati in tutto il mondo mentre la Cina non ha un solo soldato fuori dai suoi confini. Parlano sempre di democrazia e definiscono democratico il governo di Israele, un governo colonialista, segregazionista, razzista”.

“Il pacifismo ‘nè con gli uni né con gli altri’, non farà molta strada”.

Una tesi controversa a “un movimento per la pace che si attesta su un generico pacifismo”:  <<La guerra tra Russia e Ucraina, e in termini più complessivi tra Russia, Nato e Stati Uniti, viene spesso presentata come un ritorno alla “guerra fredda”. Il paragone però è fuorviante, non regge. Nella “guerra fredda” vi erano due sistemi, politici, economici e sociali ben definiti: da una parte il capitalismo, dall’altra parte il socialismo realizzato. Tutta la diplomazia e le relazioni internazionali ruotavano attorno a questa realtà, anche i numerosi paesi cosiddetti non allineati, come la Jugoslavia, l’India e la stessa Cina, si muovevano dentro questo contesto. E pure le strategie militari, compresa la corsa al riarmo delle due superpotenze, Usa e Urss, non prescindevano dai rapporti di forza usciti dalla Seconda Guerra Mondiale. Tant’è che, nonostante la contrapposizione tra blocchi, vi erano spazi, per una serie di paesi, anche europei, per poter condurre iniziative diplomatiche in parte autonome, che comportavano anche scambi commerciali e relazioni economiche. Si pensi all’azione delle socialdemocrazie, in primis di quelle tedesche e scandinave, o ai rapporti economici fruttuosi che i governi italiani di centro-sinistra stabilivano con l’Unione Sovietica e gli altri paesi socialisti. Nessuno statista occidentale, in quegli anni, fece mai dichiarazioni bellicose nei confronti dell’Urss o tentò di praticare una linea volta a smembrarla>>. Leggi tutto

Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana.

Il  10 giugno in Piazza San Pietro e, in contemporanea, in altre otto piazze del mondo, il Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana, dal titolo “Not alone” (#notalone) In Piazza anche 30 Premi Nobel e migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo. Evento  organizzato dalla Fondazione vaticana Fratelli tutti, in collaborazione con la Basilica di San Pietro, il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e il Dicastero per la Comunicazione. Iniziativa, ispirata all’Enciclica Fratelli tutti e occasione per promuovere la fraternità e l’amicizia sociale tra le persone e tra i popoli come antidoto alle molte forme di violenza e alle guerre in corso nel mondo. 

Referendum contro l’invio di armi nella guerra ucraina.

Dal 22 aprile è in corso, nel totale silenzio e boicottaggio dei media, la raccolta delle firme per indire tre referendum abrogativi, diretti, in due casi, a impedire la fornitura di armi all’Ucraina e ad ogni altro soggetto coinvolto in guerre e conflitti e, nel terzo, a contrastare lo smantellamento del Servizio sanitario nazionale.  I tre quesiti referendari sono promossi da due diversi Comitati, “Generazioni future” e “Ripudia la guerra”. I due Comitati  si coordinano per la raccolta firme con la campagna referendaria denominata “L’Italia per la pace”. La raccolta firme deve essere completata in tre mesi, entro il 22 luglio 2023, e dovrà raggiungere 500 mila firme valide da presentare alla Corte di Cassazione.

La domanda politica è chiara ed inequivocabile: basta guerra, no alla fornitura di armi per alimentare il massacro in corso. Si tratta di una mozione di sfiducia delle scelte sin qui operate dalle élite politiche italiane ed europee. La raccolta delle firme sui quesiti referendari è uno degli strumenti attraverso il quale si può coagulare ed esprimere il dissenso del popolo italiano per la necropolitica che ci porta in guerra.

 Clicca qui.

Due click per la democrazia.

E’ possibile firmare online le due leggi d’iniziativa popolare per la riforma della finanza dei Comuni e per la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti (www.riprendiamociilcomune.it). Da mesi una rete di oltre cento comitati territoriali si è attivata in tutto il Paese con banchetti, iniziative, presentazioni di odg nei Consigli Comunali, per mettere al centro della discussione il ruolo e la trasformazione subita dai Comuni in trenta anni di politiche liberiste e di austerità e l’espropriazione di beni comuni, diritti e democrazia che ciò ha comportato per le comunità territoriali. Mentre si tende alla devastante opzione dell’autonomia differenziata che esaspera le diseguaglianze territoriali e frantuma il paese, è  drammatica la situazione in cui versano gli enti locali:  tagli drastici al personale, privatizzazioni dei servizi pubblici, a partire dall’acqua e nonostante un referendum vinto, dismissione del patrimonio pubblico, consumo di suolo. Continua qui.

 

Discorso ai pacifisti riuniti a Vienna: “Vergogna per i negazionisti della pace!”

Yurii Sheliazhenko, leader pacifista ucraino: “Persone libere, civili decenti, non vogliono mai la guerra; solo i profittatori di guerra e i loro governi la vogliono, avvelenando l’opinione pubblica”. Continua qui il discorso sulla plenaria “Movimento della società civile e voci di pace contro la guerra da Russia e Ucraina”. 

E se invece dei militari fossero gli insegnanti a sfilare in parata il 2 giugno.

E se invece dei militari fossero gli insegnanti e gli educatori a sfilare in parata il 2 giugno? Me lo chiedo ogni anno: “Perché a celebrare la Festa della Repubblica devono essere i militari e le armi?”. La Repubblica italiana si fonda sul lavoro, si legge nei primi palpiti della Carta costituzionale. E se si fonda sul lavoro perché marciano i soldati? Dovrebbero essere i lavoratori d’ogni specie a rappresentarla.

E sarebbe ancora più vero e più bello che nell’anno centenario della nascita di don Milanisfilassero tutti coloro ai quali è affidato il seme di futuro che si chiama educazione. Quella classe docente sottopagata e sottostimata cui vengono affidati i figli di questo Paese e che rischiano il linciaggio ad ogni colpo di tosse che non va nella direzione in cui vorrebbero i genitori. Poi – per carità – è vero che, come per tutte le professioni, ci sono educatori diseducanti, incoerenti, ignoranti… ma alcuni di loro vivono quel ruolo con passione e con impegno cercando di mettercela tutta. Ogni giorno. E alcuni di quelli che non leggono, non studiano, non si preparano, non mostrano alcun interesse… forse vanno incoraggiati (continua

Fermare l’escalation: nessuna base per nessuna guerra.

È passato un anno dalla manifestazione indetta a Coltano contro la costruzione di una nuova base militare dell’esercito italiano per i corpi speciali, in particolare il 1º reggimento dei carabinieri paracadutisti “Tuscania” e il reparto d’élite dei carabinieri “G.I.S.” (Gruppo Intervento Speciale). La forte risposta che nel nostro territorio siamo riusciti a costruire ci ha permesso di rallentare il progetto: ad oggi, nonostante un DPCM mai ritirato che decreta la costruzione della base a Coltano, non una pietra è stata posataQuesta parziale vittoria non ci basta. Non sarà possibile vincere la lotta contro la costruzione di nuove basi militari se non si ferma l’escalation globale verso la guerra. Lo Stato italiano ha già speso un miliardo per le armi inviate in Ucraina e le spese militari aumentano costantemente (passando da 25,7 miliardi a 26,5 miliardi solo tra il 2022 e il 2023). Ogni euro speso per il riarmo è un euro sottratto ai servizi essenziali e al benessere complessivo della società. Queste guerre sono pagate dai popoli ma fanno solo gli interessi dei potenti. Sono il frutto della concentrazione della ricchezza in mani di pochi e premessa perché questa continui a crescere. Clicca qui l’assemblea  promossa dal “Movimento No Base – Né a Coltano né altrove” con “GKN, Rete No Fossile, No Tav, No Ponte, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, No Muos, Climate Social Camp, Pax Christi, Movimento Migranti e Rifugiati Napoli, Ex opg occupato – je so’ pazzo Napoli, Collettivo Dada Boom La Spezia, S.I. Cobas Toscana, Lucca No guerra no base, Bologna for climate justice, Valdera Avvelenata”. 

Referendum stop invio armi e primato alla sanità pubblica.

Clicca qui i quesiti referendari.

Chi voglia partecipare ai banchetti di raccolta firme nella propria città o promuovere tutte le iniziative possibili per propagandare l’iniziativa referendaria (dalle conferenze ai concerti ai flash mob) o dedicare tempo, energie, risorse per tutte le operazioni amministrativo-burocratiche necessarie (dalla vidimazione dei moduli alla certificazione delle firme presso i comuni) è vivamente invitato a

– mettersi in contatto con i comitati referendari della propria zona

– mettersi in contatto con i siti nazionali dei due comitati referendari:

www. generazionifuture.org | www.referendumripudialaguerra.it

Serve un unico forte movimento per la pace e l’ambiente, cioè per il lavoro.

Siamo al 2 giugno 2023. «Siamo sull’orlo di due abissi: l’inverno nucleare, basta un incidente e ci siamo, e l’estate incandescente per la crisi climatica. Serve un unico forte movimento per la pace e l’ambiente»: così il missionario comboniano Alex Zanotelli fotografa l’attuale momento storico. (clicca qui).