Manifesto di rivolta femminile.

Presso il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera“, incontro di riflessione per riaffermare la persuasione che il femminismo costituisce l’esperienza storica più rilevante e la “corrente calda” della nonviolenza come movimento di liberazione dell’umanità intera da tutte le violenze e le oppressioni. Clicca qui.

Stato di polizia contro la Disobbedienza civile non violenta.

Come ci mostra il video di Extinction Rebellion, se ad esempio si manifesta con flash-mob in piazza contro l’Eni, se otto persone salgono e si incatenano sulle colonne che a Torino dividono Piazza Castello dalla Piazzetta Reale, se accendendo un fumogeno a testa di 40 secondi, il tutto senza recare danni a niente e nessuno, ebbene a  distanza di 2 mesi, quelle persone sono  denunciate per “Accensioni ed esplosioni pericolose” (Art. 703 del codice penale) e per “Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità” (Art. 650 del codice penale), per non essere scesi dalle colonne quando ordinato. Inoltre i manifestanti sono ricoperti di multe. La repressione non è solo rivolta alle manifestazioni di Extinction Rebellion, nel disegno di mettere a tacere ogni forma di dissenso sfiancando chi ha il coraggio di fare qualcosa, anche attraverso forme di protesta non violenta ma di forte impatto visivo ed emotivo.

Conosci, sostieni il Movimento, clicca qui

Dicono: “Guerra al Covid” ma i soldi li usano per le armi.

Cosa si potrebbe fare con i 6 miliardi stanziati dal Governo per  nuove armi? Con i soldi di un carro armato ariete (7 milioni di euro) potremmo riaprire 20 piccoli ospedali. Per una fregata potremmo assumere 1.200  infermieri per 10 anni. Per un blindo centauro (13 milioni): 2.800 borse di studio per studenti fuori sede. Per un elicottero nh-90 (444 milioni): 4.500 ventilatori polmonari. Per un pattugliatore d’altura ppa (427 milioni): ammodernare 410 ospedali. Per un sommergibile u-212 (670 milioni): lo stipendio a 1.000 medici per 10 anni. Per una nave anfibia (1 miliardo e 171 milioni): abolire le tasse universitarie ad un milione di studenti. Per i cacciabombardieri F35 (195milioni) potremmo rimettere a nuovo 380 scuole che cadono a pezzi.

Perciò le campagne Sbilanciamoci e la Rete Italiana Pace e Disarmo chiedono una moratoria per il 2021, anno Covid, sulle spese di investimento in armamenti: da destinare alla sanità e all’istruzione.

Dal 2021 il programma del Pentagono Usa prevede inoltre la costruzione di 500 bombardieri  supersonici nucleari B61-12 al costo di 10miliardi di dollari: ogni bomba costa il doppio di quanto se fosse costruita interamente in oro. L’Italia dovrà accrescere la spesa militare oltre a quelli stanziati dal Governo e tratti dal Recovery Fund? L’Italia, in ossequio al veto USA, violerà  ancor più il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari e il Trattato Onu (neppure firmato dall’Italia) sulla abolizione delle armi nucleari?

Riaccendiamo lo spirito della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

In quella Carta, che è la nostra Costituzione Universale e la bussola dell’umanità, sta scritto che “tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. In programma una lezione sui diritti umani e la responsabilità fatta interamente dagli alunni/studenti delle scuole e università italiane: clicca qui. E Conferenza su  “L’impatto della pandemia Covid-19 sui diritti umani”.

La Carta di Lampedusa è il nostro impegno.

E’ il risultato di un processo costituente e di costruzione di un diritto dal basso che si è articolato attraverso l’incontro di molteplici realtà e persone che si sono ritrovate a Lampedusa dopo gli ennesimi episodi  di un Mediterraneo trasformatosi in cimitero marino per le responsabilità delle politiche di governo e di controllo delle migrazioni. La Carta di Lampedusa si fonda sul riconoscimento che tutte e tutti in quanto esseri umani abitiamo la terra come spazio condiviso e che tale appartenenza comune debba essere rispettata. Le differenze devono essere considerate una ricchezza e una fonte di nuove possibilità e mai strumentalizzate per costruire delle barriere. Non è una proposta di legge o una richiesta agli stati e ai governi ma, ancor prima,
è il nostro impegno, sottoscrivendola, ad affermarla e a metterla in atto ovunque nelle nostre pratiche di lotta politica, sociale e culturale. La Parte Prima elenca i nostri principi di fondo da cui muoveranno tutte le lotte e le battaglie che si svilupperanno a partire dalla Carta di Lampedusa. La Parte Seconda risponde invece alla necessità di confrontarsi con la realtà disegnata dalle attuali politiche migratorie e di militarizzazione dei confini, con il razzismo, le discriminazioni, lo sfruttamento, le diseguaglianze, i confinamenti e la morte degli esseri umani che esse producono, affermando, rispetto a tale realtà, i punti necessari per un suo complessivo cambiamento. Clicca qui.

La “Carta” del Movimento Nonviolento, movimento di lotta, rivoluzionario.

Il Movimento Nonviolento lavora per l’esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell’apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il Movimento persegue lo scopo della creazione di una comunità mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d’azione del Movimento Nonviolento sono: 1. l’opposizione integrale alla guerra;  2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l’oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;  3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un’altra delle forme di violenza dell’uomo.
Il Movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell’uccisione e della lesione fisica, dell’odio e della menzogna, dell’impedimento del dialogo e della libertà di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l’esempio, l’educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la non collaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

4 novembre “festa” dell’ “inutile strage”.

Non “festa” ma commemorazione: 21 milioni di feriti, 19 milioni di morti – di cui 9,7 milioni di militari, 8,8 milioni di civili. Solo l’Italia ebbe 650 mila morti e un milione di mutilati e feriti, molti di più di quanti erano nel 1915 gli abitanti di Trento e Trieste. Non “festa” ma campagna nonviolenta: «Meno armi, più salute, ridurre drasticamente le spese militari e devolvere i fondi a sanità, assistenza, ricerca e servizi pubblici»: clicca qui.

L’utopia ti cingerà la vita.

Il 28 Aprile 1915 più di 1000 donne provenienti da 12 paesi dell’Europa e dell’America si riuniscono all’Aja in un Congresso Internazionale, per opporsi alla 1° Guerra Mondiale in corso. Viene istituita WOMEN’S INTERNATIONAL LEAGUE FOR PEACE AND FREEDOM (Lega Internazionale di Donne per la Pace e la Libertà), che oggi è presente in tutti i continenti. WILPF-Italia intende celebrare  un traguardo importante quale la ratifica da parte di 50 Stati del Trattato di Proibizione degli ordigni nucleari (TPAN) nel ricordo dell’artista Silvana Simone appena scomparsa: “Una complice fervente dell’obiettivo di contrastare la guerra e profetizzare una vita di equilibrio, di rispetto per gli esseri umani, per gli animali e il Pianeta”.

Non pace ma spada: Aldo Capitini e Gesù Cristo.

Per l’anniversario della morte di Aldo Capitini, il filosofo antifascista fondatore del Movimento Nonviolento, riproponiamo la lettura di due suoi scritti. Clicca qui. E’ un errore credere che la nonviolenza predichi  pace, ordine, lavoro e sonno tranquillo, matrimoni e figli in grande abbondanza, nulla di spezzato nelle case, nessuna ammaccatura nel proprio corpo. La nonviolenza non è pace. E’ invece guerra anch’essa, o, per dir meglio, lotta, una lotta continua contro le situazioni circostanti, le leggi esistenti, le abitudini altrui e proprie, contro il proprio animo e il subcosciente, contro i propri sogni, che sono pieni, insieme, di paura e di violenza disperata. Dal Vangelo secondo Matteo 10:34-11:1 In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada.”

Iniziativa per le scuole. Educazione alla pace.

Nell’ambito della campagna Scuole Smilitarizzate, PeaceLink offre nel suo Sito (clicca qui)  dieci canzoni contro la guerra,  canzoni che hanno fatto da colonna sonora ai movimenti che si sono opposti alla guerra e che hanno espresso con la forza della musica, per intere generazioni, il ripudio della guerra e del militarismo.

Di seguito, Imagine , di John Lennon.  E’ l’inno alla pace per eccellenza, la musica ha un tono solenne ed è un classico. L’invito alla fratellanza e a “unirsi a noi”, fa di Lennon un leader carismatico laico e visionario, che vuole abolire le frontiere, le guerre, la povertà e la fame. Auspica un mondo di giustizia sociale e di uguaglianza in cui non vi sia nulla per cui “uccidere o morire”. E’ del 1971.

Oggi come il 24 settembre 1961.

Il coronavirus non può fermare l’impegno dei costruttori di pace. Oggi come il 24 settembre 1961. Domenica 11 ottobre diamo voce a chi non ha né mascherine, né disinfettanti, né cure. Ai bambini e alle bambine, alle donne, agli uomini, agli anziani, alle persone con disabilità torturate dal morso della fame e dalle malattie, abbandonati sotto le bombe e l’occupazione, nelle mani di dittatori, sfruttatori, carnefici senza coscienza e senza pietà. A tutte le persone che sono in fuga dalle guerre, dall’oppressione, dalla fame e dai cambiamenti climatici. Clicca qui.

Crollano i ponti delle autostrade ma in galera ci va chi protesta ai caselli.

Il “reato” per il quale è stata condannata Dana Lauriola è compreso nei metodi di lotta sostenuti dal Movimento Nonviolento? Riguarda la sua partecipazione ad una manifestazione NoTav in Valsusa durante la quale “una decina di persone tennero sollevate le sbarre del casello autostradale per alcuni minuti mentre altri esponevano striscioni di protesta”. Dunque non vi fu violenza contro persone. Dunque rientra nell’esercizio della Nonviolenza. Ha comportato danni? Probabilmente il mancato pedaggio autostradale: prevedibile dunque una richiesta di risarcimento danni a carico di quei dieci manifestanti. Tutto qui. Cosa c’entra lo Stato, otto anni dopo, a condannare la portavoce NoTav a due-anni-due di galera, negandole perfino ogni forma di pena alternativa al carcere. La giustizia degli Stati, sappiamo, non riconosce la Nonviolenza, ma va al di là di ogni comprensione etica chiudere tra le sbarre, fosse anche per un solo giorno, chi si batte pacificamente per l’ambiente. Quando poi è appieno  impunita nei tribunali la Violenza: ad esempio di chi consapevolmente cioè dolosamente per decenni ha avvelenato con cancerogeni centinaia di migliaia di persone (vedi processi Montedison/Solvay e Miteni). 

Dove Dante collocherebbe i Cinquestelle? E Beppe Grillo?

Abbiamo chiesto un incontro, urgente, al ministro all’ambiente Andrea Costa. Per sapere la verità. Vale il suo impegno solenne di fissare LIMITI ZERO alle emissioni dei PFAS? Oppure valgono i limiti cancerogeni che Solvay/Miteni hanno dettato al suo ministero? Ebbene, Costa non ha convocato né i piemontesi né i veneti. Brutto segnale. Procrastinare il volta gabbana a dopo le elezioni pare una furbizia che non salva i voti ai Cinquestelle. I grillini sono già accusati di tradimento ad ambiente e ambientalisti: Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, TAP, Ilva, Acqua Pubblica, nonché alla pace e ai pacifisti.  Non ci voleva anche il tradimento PFAS. Dante colloca i traditori nella zona più bassa dell’Inferno, i più lontani da Dio. Infatti hanno violato il patto “di che la fede spezïal si cria”: rappresentano il peggio  della degradazione umana e nel gelido contrappasso sono retrocessi nella loro immobilità a “pietre umane”. Dante non perdona: “Mei foste state qui pecore o zebre!”. Lo faranno gli elettori Cinquestelle? perdoneranno la violazione del patto? in quale misura i grillini subiranno la legge del contrappasso? Il loro ex voto andrà all’astensione piuttosto che all’ancòra più immeritevole concorrenza. Magra consolazione. Ma a Beppe Grillo piacerà il Purgatorio, tra i pigri e gli accidiosi? 

La PerugiAssisi diventa una Catena Umana di 25 km.

Le norme anticovid ci impediscono di svolgere manifestazioni in movimento ma non possono fermare il nostro impegno per la pace. Perché la pace non può aspettare. Domenica 11 ottobre la marcia diventa una Catena Umana. Invia la tua adesione al Comitato promotore Marcia PerugiAssisi, via della viola 1 (06122) Perugia – Tel. 075/5737266 – 335.6590356 – fax 075/5721234 email adesioni@perlapace.it – www.perlapace.it – www.perugiassisi.org

Dalla frantumazione sociale e identitaria degli USA una lezione per l’Italia.

Il rischio che la guerra globale combattuta a pezzi presto o tardi travolga anche la vecchia Europa non è zero: in uno scenario di questo tipo per l’Italia è quanto mai importante tendere alla neutralità, riscoprendo la bussola dell’interesse nazionale e la propria natura di “paese cerniera” per gli equilibri internazionali. Clicca qui l’analisi di Maurizio Vezzosi.

Rileggiamo la “Carta del Movimento Nonviolento”.

Il Movimento Nonviolento lavora per l’esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell’apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunità mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. (continua).

Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti.

Riprende l’iniziativa mensile della giornata di digiuno promossa da padre Alex Zanotelli . Clicca qui il Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo. Il Centro è una struttura nonviolenta attiva dagli anni ’70 che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali.

Quattro cose da fare subito contro il razzismo, la schiavitù, l’apartheid.

1. far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro;
2. abolire la schiavitù in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio “una persona, un voto”; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti  è privato di fondamentali diritti non è più una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalità costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine alla conoscenza e all’uso delle risorse della nonviolenza: poichè compito delle forze dell’ordine è proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza è la più importante risorsa di cui hanno bisogno.

Peppe Sini direttore “La nonviolenza è in cammino”

2 giugno nonviolento.

La buona notizia è che non ci sarà la parata militare. Finalmente. La cattiva notizia è che non potranno sfilare nemmeno i civili. Purtroppo. Ma noi vogliamo festeggiare comunque il 2 giugno, compleanno della Repubblica.
Nome: Repubblica
Cognome: Italiana
Nata il: 2 giugno 1946
Luogo: Urna elettorale
Maternità: Resistenza antifascista
Paternità: Referendum istituzionale
Con questi dati anagrafici, figlia della libertà conquistata, di un voto popolare, e con la bella Costituzione che porta in dote, le siamo debitori per il ripudio della guerra e per la pace che ha garantito con la sua vocazione europea. Noi cittadini abbiamo il compito di difenderla, lo dice la Costituzione stessa, che ci affida questo “sacro dovere” (articolo 52). I cittadini sono civili e disarmati, uno status in contrapposizione a quello militare, per definizione. E poichè la Repubblica è fondata sul lavoro, sui diritti, sulla dignità, sulla cultura, sulla tutela delle minoranze, sulla pace e sulla giustizia, può essere difesa solo con strumenti compatibili con questi principi fondamentali (articoli 1-12). E’ la difesa civile, non armata e nonviolenta il metodo che i cittadini hanno a disposizione per tutelare la Repubblica. Oggi gli strumenti simbolo della “difesa della Patria” sono mascherine, guanti, disinfettante, non  cacciabombardieri, blindati, corazzate. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti (articolo 32). Dobbiamo difenderci dalla malattia, dal contagio, tutelare i più deboli e i fragili. Dopo la pandemia e l’emergenza sanitaria, le forze da mettere in campo sono quelle del lavoro, medici e infermieri, le categorie delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini e le bambine, le madri e i padri, le ragazze e i ragazzi del Servizio civile universale. Questa è la vera ricchezze della Repubblica che chiede di rimuovere l’ostacolo delle enormi spese militari ed avere a disposizione risorse per garantire il sistema sanitario a tutti. Ecco perchè la parata militare è ormai anacronistica. Il 2 giugno festeggiamo la Repubblica democratica, unitaria, parlamentare. Noi vogliamo portare la nostra aggiunta nonviolenta affinchè sia anche disarmata, strumento di pace che ripudia la guerra (articolo 11).

[Dal Movimento Nonviolento www.nonviolenti.org]

Momenti e metodi dell’azione non violenta. La strategia per una campagna d’azione.

Clicca qui un testo di Jean-Marie Muller, tra i più importanti studiosi del pacifismo e delle alternative nonviolente. E’ suddiviso in tre parti. Parte prima: analisi della situazione, scelta dell’obbiettivo, primi negoziati, appello all’opinione pubblica, invio di un ultimatum. Parte seconda: azioni dirette, azioni dirette di non cooperazione. Parte terza:  azioni dirette di intervento.   Se anche queste indicazioni non ci garantissero il successo dell’azione, esse almeno dovrebbero evitarci numerosi errori che ci assicurerebbero il fallimento.

I sindacati non sono pacifisti.

A Genova blocco di una delle navi della compagnia saudita Bahri, che dopo le proteste ed i blocchi di maggio non carica più armi però nella sua pancia ci sono armamenti ed esplosivi destinati alla guerra in Yemen che da anni sta facendo strage di migliaia civili. Alcuni lavoratori di turno nel pomeriggio hanno fatto obiezione di coscienza, rifiutando di lavorare al carico della nave, ma sono stati sostituiti da altri camalli. La CGIL, nonostante le richieste di lavoratori, ha rifiutato di proclamare sciopero. Clicca qui l’intervista  con  Cristian, lavoratore portuale ed antimilitarista.

Dopo l’incontro con l’amministratore delegato di Leonardo, clicca qui, pesante commento dei pacifisti: “ Quando si tratta di produrre armi CGIL-CISL e UIL sono più guerrafondai dei padroni”.

La guerra nucleare è possibile. L’Italia viola la Costituzione non aderendo al Trattato di proibizione delle armi nucleari.

Le crisi mondiali, gravate dall’aggravamento del cambiamento climatico, rendono realmente possibile una guerra nucleare iniziata in base ad un piano oppure per errore o semplice fraintendimento. La rinnovata corsa agli armamenti e la loro proliferazione sono conseguenza di importanti trattati e negoziati cancellati o minati. In Italia è dominante la responsabilità di un vasto arco politico bipartisan che obbliga un Paese non nucleare ad ospitare e a prepararsi ad usare armi nucleari, violando il Trattato di non proliferazione che pur ha ratificato. Soprattutto è gravissimo il rifiuto dell’Italia ad aderire al Trattato sulla proibizione  delle armi nucleari votato a grande maggioranza dall’Assemblea dell’Onu. Per aderire l’Italia dovrebbe quindi richiedere agli Stati Uniti di rimuovere dal suo territorio le bombe nucleari B6 senza installarne altre, nonché le basi militari Nato. Così impone la Costituzione italiana che ripudia la guerra.

Solidarietà e adesione alla mobilitazione del popolo curdo.

Manifestazione a Roma il 15 febbraio (corteo da Piazza della Repubblica) non solo a sostegno della resistenza curda in Siria, Turchia, Iraq e Iran, ma allo stesso tempo come opposizione a tutte le guerre, dalla Libia alle tensioni internazionali nei confronti dell’Iran, agli scellerati piani di trasformare i territori palestinesi occupati in dei Banthusan sotto il dominio israeliano e statunitense. Clicca qui Rete Kurdistan Italia.

«Fuori la guerra dalle nostre vite»: appello dei portuali genovesi per il 12 febbraio.

Nei mesi scorsi, una mobilitazione partita dai lavoratori del porto di Genova  ha impedito l’imbarco di materiale bellico diretto in Arabia Saudita e destinato alla guerra in Yemen. Analoghe manifestazioni a sostegno del blocco del traffico di armi si sono tenute in altri porti europei (Le Havre e Marsiglia, ancora prima a Bilbao). I venti di guerra però non si sono fermati come dimostrano benissimo gli sviluppi drammatici legati alle guerre in Siria, al conflitto libico e all’aggressione statunitense in Iraq. Nostro dovere è boicottare la guerra. Il 12 febbraio (la data potrebbe variare) a Genova arriverà una nuova nave carica di armi. Come lavoratori chiameremo tutta la città solidale ad unirsi a noi per bloccare l’ennesimo traffico di morte. Invitiamo tutti e tutte a raccogliere quest’appello(leggilo cliccando qui).

I ruoli della basi italiane e del MUOS nella strategia bellica statunitense.


Manifestazioni anche negli Stati Uniti.

Intervista a Antonio Mazzeo che non esclude la possibilità che i droni  dell’attentato a Soleimani siano partiti da Sigonella e che siano stati guidati dal MUOS o con la sua collaborazione. La trasformazione di Sigonella in vera e propria “capitale mondiale dei droni Usa e Nato”  uno degli atti più incostituzionali e irresponsabili della recente storia d’Italia: mille miglia al di là della Costituzione, fuori dagli stessi principi etici e del diritto consacrati nella lunga storia dell’Umanità. In più, essere piattaforma di lancio di attacchi terroristici e bombardamenti indiscriminati significa trasformarsi immediatamente in obiettivo da colpire come ritorsione e, magari, anche per prevenire nuovi attacchi. Si instaura così una interminabile catena di sangue. Clicca qui.

Uscire dall’Iraq e dal Libano. Uscire dalla Nato. Via dall’Italia le basi USA. Articolo 11 della Costituzione.

Gli Stati Uniti perseguono da circa un ventennio con criminale determinazione una strategia di destabilizzazione permanente  del Medio Oriente: l’invasione nel 2003 dell’Iraq lasciata nel caos da 17 anni, i raid in Libia del 2011 contro Gheddafi insieme a Francia e Gran Bretagna, la guerra per procura in Siria contro Assad ed in Yemen, le monarchie del Golfo e la Turchia impegnate, insieme ai jihadisti, a contrastare prima di tutto l’influenza iraniana e poi anche quella russa. L’obiettivo di Washington era ed è quello di polverizzare gli stati arabi e musulmani, e oggi gli hezbollah in Libano,  che in qualche modo possano opporsi a Israele, il guardiano degli Usa nella regione, e all’Arabia Saudita, il maggiore cliente petrolifero  di armamenti Usa. Gli iracheni hanno intimato ai nostri 900 soldati di andarsene. Nel Sud del Libano c’è UNIFIL, i circa 10mila militari della forza multinazionale di interposizione delle Nazioni Unite. Il comandante è un italiano, il generale Stefano Del Col; anche il contingente più grande, 1.068 donne e uomini, è italiano. Serve una grande azione diretta e nonviolenta per la pace: clicca qui.

Bisogna disobbedire le leggi quando non sono giuste.

“Obbedire quando sono la forza del debole. Quando invece sanzionano il sopruso del forte dobbiamo batterci perché siano cambiate”.  Clicca qui  questa “Lettera ai giudici” di don Lorenzo Milani. Si tratta di una lezione di vita e di storia che dovrebbe essere portata dentro le scuole, dovrebbe essere un testo scolastico di grande attualità che ogni preside di ogni ordine e grado dovrebbe stampare e che ogni  insegnante di lettere (e anche di religione) dovrebbe  studiare e commentare con gli studenti.

E’ un testo (critico) di storia ma anche una lezione di nonviolenza, per una lotta non violenza. A questo proposito, piacerebbe oggi riflettere  -chi vorrà farlo sarà ospitato su questo Sito –   su cosa avrebbe detto oggi don Milani alla notizia dei 25 denunciati e 14 arresti fra gli attivisti del Movimento No Tav   per la manifestazione tenutasi in Val di Susa lo scorso 8 dicembre  che aveva violato “la zona rossa” a 1 chilometro dal cantiere  Tav di Chiomonte, e tramite petardi e botti, ricevendo in cambio candelotti lacrimogeni. L’accusa è di “resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità”.

Addestrare le forze dell’ordine alla conoscenza e all’uso della nonviolenza.

Si faccia subito un atto legislativo  (legge, decreto, regolamento, atto amministrativo) per formare  le forze dell’ordine (e sarebbe bene, certo, tutti i cittadini) alla conoscenza e all’uso degli strumenti teorici e pratici della nonviolenza. il disegno di legge, che tale proposta reca, sottoscritto e presentato da numerosi senatori e deputati nel 2001, da allora attende di divenire norma dello Stato. Clicca qui.

La nonviolenza è antica come le montagne.

“Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la nonviolenza sono antiche come le montagne. Non c’è strada che porti alla pace che non sia la pace, l’intelligenza e la verità. Io e te siamo una sola cosa: non posso farti male senza ferirmi. Occhio per occhio… e il mondo diventa cieco. Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere. Per praticare la nonviolenza, bisogna essere intrepidi e avere un coraggio a tutta prova. Nessun uomo può essere attivamente non-violento e non ribellarsi contro l’ingiustizia dovunque essa si verifichi.” Mohandas Karamchand Gandhi

Verona non è solo cori razzisti.

“Sono nato a Verona, dove abito e vivo. A Verona c’è la Casa per la Nonviolenza, ci sono i Comboniani, c’è l’istituto don Calabria, c’è il Cestim, c’è Nigrizia e c’è Azione nonviolenta. A Verona abbiamo realizzato le Arene di Pace e ieri, in tanti, abbiamo celebrato il 4 novembre dedicato ai Disertori della prima guerra mondiale. Il problema di Verona sono i veronesi che sostengono politicamente, e con il voto, una destra fascistoide (dedita agli affari, alle speculazioni, ai soldi facili), che si avvale del lavoro sporco di gruppi estremisti che crescono anche nel brodo di coltura del tifo calcistico. Minimizzare questi fenomeni razzisti e violenti (ci sono stati anche morti) equivale ad esserne complici.  Verona non è né la città dell’odio, né la città dell’amore. E’ la città opulenta dell’ignavia. Verona è bellissima vista da lontano, è meschina vista da vicino. Questi sono i due volti della città. La via d’uscita non è la contrapposizione, ma il lavoro culturale, educativo, solidale, che può trovare nuova espressione politica proprio nella pratica nonviolenta. ‘Non esiste mondo fuor dalle mura di Verona’. E’ qui che dobbiamo agire.”. La riflessione è di Mao Valpiana: clicca qui il profilo.

Val di Susa, fotoviaggio tra sprechi, inutilità e fatiscenza.

Non  solo fotografie, ma la storia di una Valle la nostra, che qualcuno vorrebbe svuotare di vita e resistenza per consegnarla inerme a quella devastazione che accomuna la Valle di Susa agli infiniti territori messi a ferro e fuoco da un sistema sempre più irresponsabile e violento. Presentazione di Nicoletta Dosio. Clicca qui nella newslettera di Doriella&Renato, insieme alle altre iniziative di lotta:  corteo per sostenere la resistenza della popolazione e delle Forze Siriane Democratiche, Fridaysforfuture, assemblee, cene, dibattiti…