Centrali nucleari in Europa sempre più vecchie sempre più rischiose. Esplodono.

 

Mentre la Germania le sta smantellando, gli altri se le tengono strette anche se a immediato rischio Fukushima: Belgio (Tihange), Svizzera (Beznau), Ucraina (Zaporizzja), Bulgaria (Kozloduy), Francia ( Fessenheim, Blayais, Bugey, Tricastin). Intanto in Francia esplode il reattore di nuova costruzione a Flamanville con tanto di intossicati, a 20 chilometri dal centro di trattamento delle scorie di La Hague; recenti due incendi a Cattenom. La Francia è, con il 14.9%, tra le ultime per le fonti rinnovabili.

Clicca qui Giorgio Ferrari “Energia atomica, il ferrovecchio che la Ue si ostina a tenere in vita”.

Assurdo titolo e articolo de Il Piccolo sul nucleare a Bosco Marengo.

La realtà è che il sito di Alessandria non è per niente bonificato bensì a rischio di catastrofe nucleare in quanto “ospita” il deposito nucleare dopo lo smantellamento dell’impianto e in attesa del rientro di altro materiale radioattivo dall’estero, e sempre che non sia anche individuato con Saluggia fra i “Depositi nazionali” definitivi.

Clicca qui Daniela Terragni “Ex Fn, il 2017 l’anno buono per ‘spegnere’ gli impianti. Bosco Marengo primo impianto bonificato da Sogin”.

Il fermo nucleare francese danneggia l’ Italia e torna il carbone a scapito delle fonti rinnovabili.

Tra carbone e rinnovabili si torna al punto di prima, con buona pace per la vista sul porto da Sampierdarena, per chi vuole continuare a trivellare in mare, per A2A che brucia lignite in Montenegro, per le nostre bollette in aumento e per l’accordo per la riduzione di emissioni di anidride carbonica COP21, che recentemente è andato in vigore anche con l’approvazione di governo e parlamento italiani.

Clicca qui Mario Agostinelli.

Il Piemonte è, di fatto, il deposito nazionale dei rifiuti nucleari.

Il 96% della radioattività totale italiana è concentrato in Piemonte: Bosco Marengo, Trino, Saluggia (73 %.). Infatti, come avevamo previsto, non è stato realizzato (entro… i primi anni 2000!) il deposito unico nazionale a sicurezza totale: per rivendicarlo, da Alessandria abbiamo prodotto ricorsi al Tar e al Consiglio di stato, finanziandoli con una entusiasmante sottoscrizione nazionale e l’aiuto di Beppe Grillo. I ricorsi sono stati impantanati per anni al Consiglio di Stato (vedi il libro Ambiente Delitto Perfetto), e la Sogin (il governo) ne ha approfittato per smantellare gli impianti e accumulare le scorie in vulnerabilissimi capannoni (tipo Bosco Marengo) alla mercè di catastrofe nucleare, definendoli ipocritamente “provvisori” ma consapevolmente definitivi. Questo criminale disegno dei governi è stato favorito dalla complicità delle Amministrazioni locali, che hanno ricevuto in cambio della loro servile criminale inerzia cosiddette “compensazioni”: oltre 15 milioni di euro all’anno (151.753 euro per Bosco Marengo):



La “decommissioning”, ovvero la finta messa in sicurezza, cioè l’infinito smantellamento, nonché i costi di gestione e propaganda, sono venuti a costare allo Stato miliardi di euro in perenne lievitazione, pagati dalla collettività tramite le bollette dell’energia elettrica:

 
Per effetto di questo criminale disegno governativo, senza programma nazionale, senza carta nazionale, senza il deposito nazionale, 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi -compresi quelli che devono rientrare dall’estero e collocabili a Saluggia o Bosco Marengo- incombono su milioni di cittadini a rischio di catastrofe nucleare, a partire dall’inquinamento delle falde già avviato e dei fiumi Dora Baltea, Bormida, Po, Adriatico:
 


Clicca qui Carola Frediani “Dove le scorie nucleari restano per sempre”.

L’Assemblea ONU vota la per mettere al bando le bombe atomiche.

Storica risoluzione per avviare la Conferenza del 2017 che dovrebbe bandire gli ordigni nucleari attraverso un processo negoziale che si svolgerà a marzo del prossimo anno. Clicca qui
E l’Italia? Il governo italiano ha cambiato posizione rispetto al 27 ottobre scorso: grazie ad una maggiore attenzione dell’opinione pubblica dopo la petizione “L’Italia voti a favore del bando ONU degli ordigni nucleari” Clicca qui.
Clicca qui una riflessione di Alfonso Navarra.

Francia, allarme rosso per le centrali nucleari.

18 reattori ad alto rischio fermati in 12 siti. Di cui 6 vicini all’Italia. Denuncia dell’Authority: situazione particolarmente seria per la sicurezza nazionale. Gli involucri non trattengono il vapore
radioattivo. 400 dossier censurati sulle anomalie di costruzione di interi reattori. Compreso quello di ultima generazione. Neppure la provenienza giapponese ha dato garanzie. Da ricontrollare 100 mila
dossier per 58 reattori. A rischio il riscaldamento delle abitazioni.
Clicca qui Luana De Micco “Francia colabrodo atomico: Reattori insicuri e guasti”
Clicca qui Paolo Levi “Allarme nucleare, la Francia ferma 18 reattori”

Il governo non varerà mai il deposito nazionale delle scorie nucleari. A meno di farlo a Bosco Marengo, cominciando ad ampliarlo.

Rinviato all’infinito il deposito nazionale -sicuro per migliaia di anni- grazie ai politici passati e presenti, compresi gli alessandrini che hanno avallato il vulnerabilissimo deposito di Bosco Marengo contro il nostro ricorso al Consiglio di stato (vedi il libro Ambiente Delitto Perfetto e il blog). Ma il deposito nazionale, di fatto, ce l’abbiamo già in casa: cioè quelli cosiddetti “temporanei” che sarebbero prossimi all’ampliamento. Quelli di Saluggia e Trino, nelle contestazioni, sembrerebbero i meno idonei (clicca qui), mentre quello di Bosco trova scarse opposizioni sul territorio, a cominciare dal sindaco che impedisce addirittura l’assemblea pubblica.

Clicca qui Il Monferrato “Scorie: verso il raddoppio?”

Alessandria, nuova terra dei fuochi.

Accanto a casi più noti come Eternit di Casale Monferrato, Solvay di Spinetta Marengo, Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo, Tav Terzo Valico ligure piemontese, (vedi il libro “Ambiente Delitto Perfetto“), ci sono decine di casi irrisolti che si rischia di dimenticare: Ecolibarna, Serravalle, Capriata, Carbonara, Castalia, Pontestura, Ecosystem, Baratta, La Fallita, Castellazzo… Tanti altri nomi non sono diventati famigerati alle cronache solo grazie alle vittoriose battaglie ambientaliste che in questi decenni abbiamo intrapreso assieme alle popolazioni a rischio.
Clicca qui

24 ore per impedire la prossima Chernobyl.

Il Belgio ha appena riattivato due centrali nucleari vecchissime e con migliaia di crepe, che minacciano una nuova Chernobyl nel mezzo dell’Europa. Se nelle prossime 24 ore faremo arrivare lo scandalo in tutta Europa, la Germania potrà chiedere al Belgio lo stop alle centrali. Firma qui la petizione.

La gitarella “touristica” dei parlamentari ai siti inquinati alessandrini.

Dalla vergogna della sentenza per Casale Monferrato alla vergogna perenne di Novi Ligure, passando per la bomba ecologica di Spinetta Marengo senza fermarsi, e per Bosco Marengo nel soffermarsi sui bidoni interrati (denunciati da noi) e tralasciare il deposito nucleare (denunciato da noi). Ma statevene a casa, non andate in giro a sprecare soldi pubblici.
Clicca qui Franca Nebbia “Tour fra ‘veleni’ in attesa di uno smaltimento totale”.

L’Istituto Superiore di Sanità fa la conta dei tumori causati da Fabbricazioni Nucleari.

Ma si limita al Comune di Bosco Marengo. Non conta i cancri di Pozzolo Formigaro, Frugarolo, Novi Ligure, Alessandria (Mandrone, Litta Parodi, Cascinagrossa, Spinetta Marengo dove sfocia il rio Lovassina nuclearizzato ecc.) ugualmente distanti dall’impianto atomico.
Medicina democratica, invece, aveva chiesto ancora nel 2014 (con raccomandata a.r.) a Regione, Provincia, ASL e soprattutto ai Sindaci di avviare una Indagine Epidemiologica di tutta la Fraschetta. Fino ai giorni nostri. Disaggregando i dati dei cittadini e dei lavoratori. Ebbene, se ne sono strafregati tutti!!
Il libro in stampa “Ambiente Delitto Perfetto” (prenotalo a medicinademocraticaal@gmail.com) contiene numerosi capitoli sull’argomento.

Clicca qui il Rapporto dell’Istituto Superiore Sanità nelle parti riguardanti il Comune di Bosco Marengo.
Clicca qui i post sul blog di Medicina democratica riguardanti la rivendicata Indagine Epidemiologica della Fraschetta.
In particolare i post dal 17 ottobre 2014:
http://medicinademocraticaalessandria.blogspot.it/2014/10/indagine-epidemiologica-della.html 
http://medicinademocraticaalessandria.blogspot.it/2014/10/medicina-democratica-rivendica-ai.html
http://medicinademocraticaalessandria.blogspot.it/2014/11/dimissioni-di-cluadio-lombardi.html
http://medicinademocraticaalessandria.blogspot.it/2015/04/nessuna-indagine-epidemiologica-per-il.html
http://medicinademocraticaalessandria.blogspot.it/2015/07/bosco-marengo-ha-i-sindaci-che-si-merita.html
http://medicinademocraticaalessandria.blogspot.it/2015/07/conferenza-stampa-del-comune-di.html

Clicca qui La Stampa “Tumori legati all’attività della FN. Lo dice l’Istituto superiore di sanità. A Bosco Marengo mortalità più alta delle attese tra l’80 e 2008”.
Clicca qui Alessandrianews “Quell’indagine sui tumori che fa paura”
Clicca qui Il Piccolo “Il sito del nucleare e l’assemblea pubblica chiesta 10 mesi fa”.
Clicca qui La Stampa “Tumori ed ex Fn”

Bosco Marengo ha i sindaci che si merita?

Probabilmente sì, considerando i predecessori di Gianfranco Gazzaniga. A costui abbiamo chiesto di utilizzare i famigerati soldi statali di compensazione del famigerato deposito nucleare per conoscere lo stato di salute della popolazione. Che non deve essere dei migliori se Cazzaniga ci ha nascosto il Referto Epidemiologico. E Cazzaniga, invece dell’indagine epidemiologica, non ti fa una rotonda?

Clicca qui La Stampa “A Bosco una rotonda con i fondi del Nucleare”.
Clicca qui La Stampa “Anomalie su tiroide, stomaco, sistema nervoso e rene nel rapporto fra Trino e il nucleare. 50 per cento l’aumento di tumori”.
Deposito nucleare: il sindaco di Bosco Marengo non ha un piano di emergenza ed evacuazione della popolazione. Clicca qui.

Una videointervista di Alessandria Post.

Su smog urbano e processo Fabbio, salvaguardia dei fiumi e rappresaglia Melchiorre, Solvay e i veleni nel sangue di lavoratori e cittadini, ponte sul Bormida oppure bonifica delle falde, bidoni sotto Fabbricazioni Nucleari, antenne telefoniche sopra le case.
Clicca qui se l’intervista la vuoi leggere.
Clicca qui Corriereal “Lino Balza a tutto campo: PM10, polo chimico, ponte sul fiume Bormida”

Ti ricordi Fukushima? Il referendum? La partita nucleare non è chiusa.

Ti ricordi di Fukushima? E’ stato il peggior disastro nucleare della storia recente, quello per cui hai votato SI’ al referendum contro i piani di nuove centrali atomiche in Italia; ne ricorre il quarto anniversario (era l’11 marzo 2011). E’ molto probabile che oggi tu sia convinto che la faccenda si sia sostanzialmente chiusa. Invece l’”atomo” (tecnologia più apparati industriali e militari) ci minaccia mortalmente. Clicca qui Alfonso Navarra.

Questi sono i veri problemi di Spinetta Marengo, dalla viva voce dei suoi abitanti.

Non sono l’aria al cloro, l’acqua al cromo, il Lovassina al nucleare, l’epidemiologia, malattie e tumori, processi penali, posti di lavoro a rischio. Bensì: diventare Comune autonomo per eliminare le buche sulle strade. Punto e basta. Parola di Paolo Scacheri (bibliotecario di ben 1.500 volumi), Carlo Lombardi (accompagnato dal fantasma di Francesco Barrera), Guido Ratti (per me Spinetta è il posto più bello del mondo, ma il museo di Marengo porta sfiga), Ugo Boccassi (bei tempi quando in falda andava l’arsenico della lavorazione dell’oro). Parole autorevoli pronunciate all’autorevole e seriosissimo “Salotto del mandrogno” e riportate sull’altrettanto autorevole Il Piccolo (clicca qui) da Massimo Brusasco, che candidiamo al Premio Franco Marchiaro se il solco è quello tracciato dalla prima edizione. Dovrà battere la concorrenza di Gianluca D’Aquino che celebra un anno, il 1966, nel mondo agitato da forti tensioni sociali, con l’evento della vincita milionaria a Spinetta (clicca qui). La frase clou della memorabile serata del Salotto è del cabarettista Gian Domenico Solari: “Da Litta a Lobbi a Cascinagrossa, più vai avanti più la buca è grossa”.

Pericolo di catastrofe nucleare al deposito provvisorio di Bosco Marengo.

Partono 900 fusti e ne ritornano 300? Si riducono i volumi ma la quantità radioattiva resta la stessa! Resta inalterato il pericolo per la popolazione della provincia. In più si aggiungono i rischi dei trasporti avanti e indietro dal Lazio. Necessario invece il deposito unico nazionale ultrasicuro. Come sostiene il nostro ricorso al Consiglio di Stato. Invece le amministrazioni locali sono complici di Sogin e governo.
Clicca qui La Stampa.

Questa non notizia ha dell’incredibile. Misura la qualità dell’informazione in provincia di Alessandria.

Questo trafiletto da lente di ingrandimento

è tutto quanto ha informato la carta stampata locale in merito al nostro esposto (clicca qui) alla Procura della Repubblica di Alessandria. Come se fossero state denunciate scatolette di pelati invece che bidoni di materiale nucleare sotterrati a Fabbricazioni nucleari in Bosco Marengo, con sospetto di plutonio.

Clicca qui interrogazione parlamentare.
Clicca qui Corriereal “Medicina Democratica, esposto alla Procura: “chiediamo chiarezza sui bidoni interrati a Bosco Marengo”
Clicca qui diAlessandria “Esposto di Medicina democratica per le scorie di Bosco Marengo”
Clicca qui Agorà Magazine “Alessandria: Medicina fa un esposto alla Procura per il sospetto della presenza di plutonio”
Clicca qui Pennatagliente “Esposto alla Procura della Repubblica”



Se fosse plutonio sarebbe un disastro immenso a Bosco Marengo.

Abbiamo presentato esposto alla Procura della Repubblica di Alessandria per occultamento doloso di rifiuti nucleari, addirittura con il sospetto di plutonio nei bidoni sotterrati attorno al deposito di Fabbricazioni Nucleari gestito da Sogin. Chiesti nuovi scavi, campionamenti e analisi.

Clicca qui l’esposto.
Clicca qui Corriereal “Medicina Democratica, esposto alla Procura: “chiediamo chiarezza sui bidoni interrati a Bosco Marengo”
Clicca qui diAlessandria “Esposto di Medicina democratica per le scorie di Bosco Marengo”
Clicca qui Agorà Magazine “Alessandria: Medicina fa un esposto alla Procura per il sospetto della presenza di plutonio”
Clicca qui Tuono News “Ex Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo: Medicina Democratica presenta un esposto alla Procura della Repubblica di Alessandria”

 

Chi ha nascosto i bidoni con Cesio sotto terra a Bosco Marengo se non la Sogin?

L’area di Fabbricazioni Nucleari in cui sono stati illegalmente interrati i bidoni è all’interno del sedime di proprietà Sogin, tra due reti di sicurezza, controllata giorno e notte con sorveglianza armata. Perchè sono stati nascosti? Dopo il primo rinvenimento ne sono stati trovati altri? Con quali contenuti? Il sindaco ha interessato la Procura? La Magistratura ha aperto un fascicolo?
Clicca qui un intervento di Giulio Armano.
Clicca qui La Stampa “Presenza diffusa di fusti interrati nell’area dell’ex FN”

Presentiamo memoria nel ricorso al Consiglio di Stato per Bosco Marengo (e valido per tutti i siti nucleari italiani).

Clicca qui la memoria.

Non si tratta di disattivazione e rilascio sito denuclearizzato (“privo di vincoli radiologici”), bensì della riproposizione da parte di Sogin di un deposito nucleare detto temporaneo ma di fatto definitivo: il governo meno che mai sta allestendo il previsto dalla legge deposito nazionale ultrasicuro. Il deposito alessandrino (capannone) è vulnerabilissimo (attentati, caduta aerei, incidenti, incendi ecc.) inidoneo perfino per un uso temporaneo figuriamoci per definitivo. In più è destinato e a ricevere rifiuti nucleari provenienti da altre installazioni! Medicina democratica, inoltre, ha denunciato più volte l’assenza di un piano di emergenza nucleare conosciuto dalle popolazioni a rischio.

Clicca qui I cittadini prima di tutto ” Memoria ricorso al Consiglio di Stato per Bosco Marengo (e valido per tutti i siti italiani)”
Clicca qui Agora Magazine “A Bosco Marengo rifiuti radioattivi è ancora in zona grigia la soluzione: ricorso al Consiglio di Stato”

Ritrovamento fusti interrati (nascosti) in area Fabbricazioni nucleari di Bosco Marengo.

Da quanto tempo erano interrati? Quanti altri? Con quali contenuti? Perchè Fabbricazioni Nucleari li aveva nascosti? Sono alcune domande a cui i responsabili, anche penalmente, di F.N., Sogin , tecnici e politici locali e provinciali dovrebbe essere chiamati a rispondere. C’è di più: non dimentichiamo il nostro ricorso al Consiglio di Stato contro il deposito nucleare in superficie, la nostra richiesta di piani di emergenza nucleare, la nostra proposta di indagine epidemiologica per lavoratori e abitanti.
Clicca qui la relazione dell’Arpa.
Clicca qui La Stampa: “Trovati bidoni interrati vicino all’impianto ex FN. Analisi per il cesio”
Clicca AlessandriaNews:
Il combustibile nucleare, un’esclusiva di Bosco Marengo“.
Fusti interrati, alla Nucleare scatta l’allarme
Rischio nucleare, Medicina democratica ha chiesto indagine epidemiologica e piani di emergenza
A novembre la sentenza sul nucleare

E’ catastrofe se cade un aereo su Fabbricazioni Nucleari o Solvay.

Il relitto del veivolo precipitato a Spinetta Marengo con due morti

Ma anche per attentati incendi esplosioni meteoriti terremoti inondazioni. Quali piani di emergenza?
Continua…
Clicca qui Agoramagazine “Medicina democratica interviene sull’aereo leggero caduto a Spinetta Marengo”
Clicca qui La Stampa “Piano d’emergenza speciale in quell’area”
Clicca qui Oggicronaca “Se l’ultraleggero fosse caduto su un’azienda a rischio cosa sarebbe successo?”

Il pericolo nucleare ad Alessandria per i figli dei figli dei figli dei figli… è anche colpa dei giornalisti.

Che ancora una volta si voltano da un’altra parte. Questo intervento di Medicina democratica (clicca qui) è stato pubblicato solo da:
Clicca qui Pennatagliente
Clicca qui Agora Magazine
Clicca qui La Stampa“Fn, nostra indagine epidemiologica”
Clicca qui Corriereal “Ex Fabbricazioni Nucleari: secondo Medicina democratica siamo seduti su una bomba a orologeria”
Clicca qui La Stampa “Entro 2 anni la scelta del sito per interrare 90mila metri cubi”
Clicca qui La Stampa “Lite sul nucleare Parigi dice basta alle scorie italiane”
Clicca qui A sud “Il deposito di Bosco marengo in Consiglio di Stato”

L’emergenza nucleare non si è conclusa con il referendum.

E’ prossima davanti al Consiglio di Stato l’udienza di merito del ricorso contro il deposito ex Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo, ricorso mirato a creare un precedente giuridico valido per tutti i siti italiani già nucleari, altrimenti destinati a eterni depositi di se stessi. A questo ricorso pilota ancora oggi attribuiamo la valenza nazionale di affermare la rivendicazione del deposito unico italiano, quanto l’attribuimmo -prima del referendum 2011- di stop alla strategia nuclearista del governo Berlusconi. Ripercorriamo le tappe.
Clicca qui il link dell’articolo di Lino Balza su TGV Team Giornalistico Valle Susa.

Il deposito nucleare di Bosco Marengo c’è e resterà a tempo indeterminato.

Il titolo de La Stampa “Addio entro 2 mesi” (clicca qui) è totalmente fuorviante. Come documentato nel nostro ricorso al Consiglio di Stato, l’impianto atomico è semplicemente smantellato (passando per le emissioni in rio Lovassina e atmosfera) con oltre 360.000 metri cubi di rifiuti radioattivi ed è in completa insicurezza INCOSTUDITO in un banale capannone vulnerabilissimo a terremoti, incidenti, attentati, inondazioni, incendi ecc. E’ altrettanto falsa l’affermazione di Sogin (il Governo) che il sito “nel 2022 sarà riportato a prato verde”, cioè decontaminato. Non è infatti in vista nessun deposito nazionale, dunque la bomba atomica resterà lì per sempre grazie all’ignavia dell’intera classe politica alessandrina, a cominciare dagli emeriti primi cittadini Boschesi: Lamborizio (comune) e Cavallera (regione).

Una sconfitta epocale dei movimenti oppure no? Al seminario ATTAC.

21 giugno 2014 – Bologna c/o Associazione Dopolavoro Ferroviario via Sebastiano Serlio 25/2 ore 15.00 -18.00 I movimenti fra conflitto e partecipazione, democrazia e rappresentanza Seminario pubblico con interventi di : Luca Alteri (ricercatore di Sociologia politica – Università Sapienza di Roma) Ornella De Zordo (Laboratorio politico dal basso – Firenze) Marco Bersani (Attac Italia) Corrado Oddi (Forum italiano dei movimenti per l’acqua) Conduce Vittorio Lovera (Attac Italia).

Clicca qui un commento di Lino Balza.

Ma davvero non ci sono state tangenti per Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo?

La Procura di Milano ha scoperto il giro di mazzette e gare di appalto truccate della Sogin, società controllata dal Ministero delle Finanze, che si occupa della gestione delle scorie nucleari italiane. Mentre il nostro ricorso al Consiglio di Stato si perdeva nel porto delle nebbie di Roma, con il beneplacito della sindaco di Bosco Marengo, Angela Lamborizio, e dell’assessore regionale Ugo Cavallera, la Sogin ha smantellato l’impianto alessandrino e ammucchiato le scorie radioattive sotto un vulnerabilissimo capannone.
Clicca qui La Stampa.

I politici non hanno mai partecipato alla lotta ambientalista per il deposito nucleare unico nazionale.

Le scorie nucleari vanno in giro per l’Italia. Ad esempio quelle di Caorso dirette in Francia su camion o treno passano nottetempo per Alessandria, senza avvertire i cittadini con piani di sicurezza. Ad esempio quelle di Trino andrebbero a finire nei pressi della centrale atomica da smantellare. Ad esempio alcune di quelle di Bosco Marengo (900 fusti. 198.000 litri) stanno per partire verso Casaccia (Roma) per poi ritornare ricompattate. Dunque i rifiuti radioattivi vanno all’estero per poi ritornare riprocessati e sempre radioattivi e/o sono immagazzinati senza protezione in depositi temporanei (cioè per sempre). Contro il deposito “temporaneo” di Fabbricazioni Nucleari a Bosco attendiamo la decisione del Consiglio di Stato al nostro ricorso. Analogo ricorso per Trino pende davanti al Tar del Lazio. Il deposito nazionale unico, costruito in luogo sicuro e antisismico, dove confluire tutte le scorie, avrebbe dovuto per legge essere pronto entro il 2008. Gli ambientalisti lo pretendono per la sicurezza e la salute di milioni di persone. I politici italiani se ne fregano del deposito nazionale. Ai politici alessandrini basterebbe che le scorie fossero definitivamente rifilate a Roma. A loro poco importa che a Sellafield (Inghilterra), che tratta appunto materiale usato anche proveniente dall’Italia, ad esempio in questi giorni siano in allarme a causa del livello di radioattività superiore alla media.