Scriviamo ai manifestanti No Tav in carcere.

Scriviamo lettere, telegrammi e cartoline a quei compagni che sono  in carcere in conseguenza delle manifestazioni  contro la linea ad alta velocità Torino-Lione in Valsusa,  chi per “resistenza aggravata” per  fatti accaduti nel lontano 2013, chi per aver tentato di appendere uno striscione di solidarietà. Clicca qui la newlettera di Doriella&Renato. Nella stessa troverete il vasto programma delle  altre  iniziative di lotta per la Valle, per l’Antifascismo, contro il Nucleare,  per la Pace, tra cui anche di solidarietà per i popoli Curdo e Palestinese  e per tutti i  Profughi del mare in Italia, eccetera.

Apericena? no. APERINIENTE

Continua fino a sabato 4 marzo  LA SETTIMANA DEL DIGIUNO CONTRO IL TAV. Dalle 9 alle 20 vengono proposti piccoli eventi, momenti di riflessioni e confronto, scambi comunicativi sulla questione TAV a Vicenza. Un incontro, lungo come un aperitivo, che ci parla del TAV e di noi, esplorando varie forme di comunicazione. Come uno spritz, ma meno calorico e più lucido! Chi vuole, potrà digiunare tutto il giorno, oppure per brevi momenti,  non è importante quanto, è importante l’uso di una pratica nonviolenta e condivisa per portare l’attenzione su un problema che ci riguarda tutti. Senza la terra, senza la cura del territorio, avere o non avere cibo, acqua, aria pulita, non sarà più una scelta. Davanti al vuoto e silenzio istituzionale, portiamo la nostra fame di giustizia, di equità, di partecipazione alle scelte che ci riguardano tutti, e non solo i pochi speculatori che si intascheranno gli enormi profitti di quest’opera che cambierà letteralmente la vita dei cittadini, tra cantieri, grandi opere, espropri di case.

Sostegno concreto ai terremotati siriani e turchi.

Pranzo a offerta libera con gnocchi e risotto al Castelmagno (quello originale Dop) e antipasti a scelta. Il ricavato sarà destinato a Un Ponte per e a Mezzaluna Rossa Kurdistan. Domenica 26 febbraio ore 12,30 al presidio NOTAV “Leonard Peltier” di San Didero SS25, Località Baraccone. Clicca qui anche le altre iniziative Valsusa  sulla newslettera di Doriella&Renato.

Inondiamo le carceri di lettere NoTav.

Clicca qui la newslettera di Doriella&Renato con le altre iniziative Valsusa:  con FRIDAYS FOR FUTURE, Askatasuna, RADIO NO TAV, Liceo Einstein, Campus Luigi Einaudi, Centro Studi Sereno Regis, Associazione culturale Clapie, EXTINCTION REBELLION, Comitato internazionale Val di Susa, Cecchi Point, Comala, Osa Torino, Barocchio Squat, nuovo presidio NOTAV”Leonard Peltier, Csoa Gabrio…

Otto mesi in carcere per aver appeso uno striscione dieci anni fa?

Francesca, attivista notav, insieme ad altre donne nel luglio 2013 decise di portare uno striscione di denuncia delle violenze della polizia “Se toccano una toccano tutte”, cioè un  gesto di solidarietà femminista, “contro la violenza maschile in divisa nei confronti di una compagna”. Francesca fu denunciata, processata e condannata a 8 mesi di reclusione. Per aver appeso uno striscione secondo alcuni Siti. Per altri reati secondo il tribunale. Che prendiamo per buoni, ma quello che più sconcerta è che, ben dieci anni dopo quell’estate, il Tribunale di Sorveglianza di Torino decide di fare scontare a Francesca la pena in carcere, nonostante i pareri favorevoli della Procura generale a pene alternative. Non può non venire in mente Matteo Messina Denaro.

I francesi: stop immediato al Tav Torino-Lione.

Oltre 150 personalità pubbliche francesi (tra cui  i sindaci di Grenoble, Lione, numerosi amministratori locali nonché sindacalisti del settore ferroviario, deputati europei e nazionali) chiedono  l’immediato STOP ai lavori preparatori per il raddoppio della linea Torino-Lione al fine di dirottare le risorse sul rinnovamento della linea AV esistente, su cui tra l’altro sono stati già investiti 800 milioni nel 2011 per garantirne l’adeguamento. “In un momento in cui bisogna fare di tutto per limitare il riscaldamento globale e rafforzare l’indipendenza del nostro Paese, nel momento in cui scarseggiano le medicine e i prodotti alimentari importati dall’altra parte del mondo, nel  momento in cui il governo sostiene di non avere i soldi per la sanità e per gli ospedali, nel momento in cui i treni quotidiani sono degradati e le infrastrutture ferroviarie non sono mantenute o sono insufficienti, chiediamo di fermare il progetto Lione-Torino, la cui unica logica è quella di trasportare sempre più merci più lontano e di alimentare questo culto energivoro e distruttivo”. Continua qui il documento. Non abbattere un solo albero, non artificializzare un metro quadrato di terreno agricolo e non prosciugare un metro cubo d’acqua.

L’8 dicembre No Tav si avvicina. Tutte le iniziative.

Come ogni anno sono tante le iniziative costruite intorno alla data dell’anniversario della liberazione di Venaus dalle truppe d’occupazione. Momenti di confronto su che cosa sta accadendo in valle, si alterneranno a passeggiate informative sui terreni deturpati da Telt, e anche a occasioni di incontro culturale con la visione del film documentario “La scelta” che ci accompagnerà, insieme ai registi e ai suoi protagonisti, in un pezzo di storia del Movimento No Tav. A concludere queste intense settimane sarà la marcia popolare No Tav di giovedì 8 dicembre. Clicca qui la newslettera di Doriella&Renato.

Fuori trivelle e truppe d’occupazione dalla Valsusa.

In questi giorni la Valle di Susa si è di nuovo ritrovata catapultata nella frenesia delle movimentazioni da parte di chi vuole il Tav. Trivelle, decine e decine di forze dell’ordine, spostamenti di materiali “sospetti” in gran segreto, strade bloccate. Sono 30 anni che lo ripetiamo e, oggi più che mai, in un momento di crisi sociale, climatica e politica, non vogliamo che il nostro territorio venga distrutto per diventare un corridoio di inquinamento invivibile, adatto solo più alla fantomatica narrazione del traffico di merci  (dati parlano chiaro e tali flussi non sono minimamente previsti) e a chi vuole mettere le mani nel grande borsello del profitto. Clicca qui.

Nessuna base per nessuna guerra.

Dopo la grande manifestazione di oltre 10mila persone a Coltano dello scorso 2 giugno, il Movimento No Base né a Coltrano né altrove si è organizzato in  presidio permanente itinerante per sostenere che “non un euro e non un centimetro va sacrificato per questa base, davanti al carovita, dopo una pandemia, durante una guerra la cittadinanza ha bisogno di altro: sanità, scuole, lavoro, futuro”. Sarà a Bussoleno in un incontro di condivisione anche con il Movimento No Dal Molin: clicca qui la newslettera di Doriella&Renato con le altre iniziative in Val Susa.

Il treno ad alta lentezza Torino-Lione.

Ideato negli anni novanta, progettato negli anni duemila, a che punto è oggi il Tav Torino-Lione? Clicca qui. Del tunnel di base, due canne di 57,5 chilometri ciascuna da Susa (Italia) a Saint-Jean-de-Maurienne (Francia), sono stati realizzati soltanto 10,5 chilometri su 115, tutti in territorio francese. Zero in territorio italiano. Intanto sono state compiute opere accessorie sui due versanti, in Italia è stata completata la galleria geognostica di 7 chilometri a Chiomonte. Secondo i dati di Telt, la società pubblica italo-francese che deve realizzare l’opera, tra Francia e Italia oggi sono aperti nove cantieri, con circa 1.200 addetti (oltre ai militari). In Italia: uno a Chiomonte (per lo scavo delle nicchie del tunnel geognostico della Maddalena), uno a San Didero (per la realizzazione del nuovo autoporto della Val di Susa,) e uno a Salbertrand (per la pulizia dell’area che ospiterà la fabbrica per il trattamento dei materiali di scavo).

I costi. Per il tunnel di base, finanziato a metà dall’Unione europea e a metà da Italia e Francia, si prevede un costo di 9,6 miliardi di euro. A oggi sono stati spesi e impegnati per l’opera circa 6,6 miliardi. Poi ci sono i costi delle due tratte nazionali, italiana e francese, per accedere al tunnel, sulle quali gravano molte incertezze sui finanziamenti. In questi trent’anni, il  movimento No-Tav ha dimostrato l’enorme sperpero dei soldi pubblici nella “grande opera”, la sua sostanziale inutilità (non c’è e non ci sarà né un traffico merci né un traffico passeggeri che giustifichino gli investimenti previsti) e sta lottando contro la devastazione ambientale della Valle Susa, a fronte di migliaia di militari inviati dai vari governi.   

Tav Terzo valico, la procura chiede condanne per le tangenti.

Al tribunale di Genova, i pubblici ministeri Paola Calleri e Francesco Cardona Albini hanno chiesto la condanna per 27 imputati del processo per le tangenti per la realizzazione del Tav Terzo Valico, l’inutile  costoso dannoso raddoppio ferroviario tra la Liguria e Milano. Per l’accusa molte gare sarebbero state truccate “costantemente”. Tra le richieste di condanna anche quella a tre anni e cinque mesi di reclusione, per turbativa d’asta, per Pietro Salini, l’ad di WeBuild. L’inchiesta nell’ottobre 2016 aveva portato a 14 arresti. Clicca qui

Fridays for future: governo sordo cieco e muto davanti alla siccità.

L’esecutivo era stato avvisato da marzo che avremmo  vissuto una delle siccità peggiori di sempre, complice la crisi climatica, ma non ha fatto nulla, impegnato nel Pitesai (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee) e nel TAV che, oltre ad avere un bilancio climatico devastante, porterebbe alla perdita di decine di miliardi di litri d’acqua di falda, corrispondenti al fabbisogno idrico annuo di una città di 600.000 abitanti, e anche nel collocare l’Eni nel più grande progetto al mondo di gas naturale liquefatto (Gnl) in Qatar, una bomba climatica.

Di conseguenza i razionamenti d’acqua saranno all’ordine del giorno se il governo non affronterà  il problema alla radice e continuerà  a pensare alla crescita economica come dogma assoluto. Invece deve efficientare la rete idricafare delle  fonti rinnovabili  il pilastro del nostro sistema energetico, puntare al  totale ripensamento del settore alimentare che porti a prediligere gli alimenti vegetali non destinati agli allevamenti animali. Clicca qui.

Cinquestelle sempre più grandi opere, sempre meno voti.

Marco Ponti fa la storia (clicca qui) di come i grillini si sono arresi al Sistema. Eppure avevano cominciato bene: furono promosse dal governo giallo-verde nel 2018 analisi sistematiche dell’utilità di grandi opere, con lo strumento considerato il più adatto, cioè l’analisi costi-benefici sociali. Si iniziò con opere per 27 miliardi, quattro al Nord e una al centro, dell’utilità delle quali esistevano forti dubbi. I tecnici incaricati, guidati da Ponti, dimostrarono che si trattava davvero di sprechi di soldi pubblici. Ma poi nei 5 Stelle il vento cambiò. Addio razionalità economica e lotta agli sprechi dei soldi dei contribuenti, residui di idee ormai obsolete. Sì a tutto. Nel perseguire la berlusconiana logica delle Grandi Opere ovunque, oggi, i Cinquestelle coerentemente sostengono  il governo Draghi e il Pnrr: 62 miliardi sono allocati a grandi opere, soprattutto ferrovie, e soprattutto al Sud. Le grandi opere inutili sono perfette per il consenso. Tutti sono contenti: sindacati, politici locali e centrali, costruttori, la mafia. Chi paga, cioè i contribuenti, non lo saprà mai, e i politici non risponderanno mai di sprechi. Perfetto, no? Perfetto ma non per i grillini: non hanno avuto grandi benefici di consenso elettorale. Né li avranno gli attuali  vari tronconi, stante il modello politico ed economico Sì Tav che hanno imboccato. Imbattibile la battuta di Grillo: “Dovremmo uscire dal governo per un cazzo di inceneritore!?”. O per qualche cazzo di  vagone di missili in Ucraina?

Controsservatorio Valsusa a presidio della democrazia contro la campagna di disinformazione dei media.

Cerchiamo di dare qualche risposta a chi si chiede a che punto è il TAV, quali cantieri sono aperti in Italia e in Francia, cosa c’è di vero nelle veline diffuse dai grandi mezzi d’informazione, quali ricatti alle amministrazioni locali vengono utilizzati per dividere il fronte di opposizione, quali  dati sull’impatto climatico reale della “grande opera” contrastano la narrazione che il TAV Torino-Lione ridurrebbe le emissioni di CO2. Dunque per diradare la nebbia soffocante calata dall’alto (anche) sulla resistenza popolare contro il TAV in Val di Susa: clicca qui.

uno dei  pochi spazi rimasti di informazione libera e di pensiero critico.

Torna il Tav a Rivalta.

Da mesi si susseguono notizie e indiscrezioni sul ritorno del progetto TAV su Rivalta. Recentemente il governo, per tramite del commissario straordinario da poco nominato, ha annunciato la ripartenza della progettazione a partire da quanto interrotto dieci anni fa. Dove vorrebbero far passare il TAV a Rivalta? Dove sarebbero i cantieri? Con quali conseguenze per Rivalta? Quali sono i motivi per costruire una nuova ferrovia? Oltre alla serata informativa, clicca sulla newslettera di Doriella&Renato  le altre iniziative dalla Valle Susa.

“Nazionalismo e guerra tra nazisti buoni e nazisti cattivi”.

Il battaglione Azov.

I paradossi nella narrazione della guerra in Ucraina tra propaganda patriottica, militarismo e la messa in scena di uno scontro di civiltà tra est e ovest:  questo dibattito lo trovate sulla newslettera di Doriella&Renato (clicca qui).

Un altro dei dibattiti organizzati in Valsusa questa settimana è titolato “Guerra, nonviolenza, decrescita”:   Il portato di morte e distruzione di questa guerra è destinato a sconvolgere l’assetto del mondo. Sotto le macerie sono finiti i fragili equilibri geopolitici stabilitisi dopo l’89, le gerarchie di potere tra istituzioni politiche e il complesso industriale-militare, gli scambi economici transnazionali, i pur modesti impegni fin qui assunti in campo ambientale, fino alle stesse relazioni pacifiche di convivenza tra i popoli che vengono ora sospinti dalla propaganda bellicista dei governi su campi opposti. Come fermare la catastrofe? Come riuscire a far emergere dal fallimento di questo mondo un’altra idea di società? Su quali valori potrà basarsi il riscatto delle ragioni della vita? Il percorso del dibattito ci porterà all’incontro di Venezia del 7-8-9-10 settembre sulla decrescita (www.venezia2022.it).  

Il Tav ormai è mezzo morto.

Abbandonato  il  “Corridoio 5” Lisbona-Kiev, di cui doveva far parte, il progetto Torino-Lione, già passato da linea ad alta velocità (passeggeri) a linea ad alta capacità (merci), viaggia da dieci anni a velocità bassissima. Ora rischia di tramontare. A parte il super-tunnel sotto le Alpi di cui finora sono stati scavati solo 10 chilometri dei 115 totali e tutti in territorio francese, la Francia infatti sembra aver abbandonato l’idea di costruire la sua tratta nazionale, per mancanza di benefici economici, ripiegando sull’ammodernamento della linea esistente. Se questo sarà confermato, salteranno i finanziamenti europei. E’ la conferma della sostanziale inutilità del Tav, privo di benefici economici visto che sulla tratta Torino-Lione i passeggeri scarseggiano e le merci trasportate, tanto su treno quanto su strada, negli anni diminuiscono. L’Italia fa finta di niente e cerca di rilanciare i lavori  della sua tratta nazionale. Clicca qui

Dana è finalmente libera! Rieducata.

Nel 2022. Fu arrestata nel 2020. La manifestazione per la quale è stata incarcerata avvenne nel 2012.  Otto anni prima. Complessivamente sono 10 anni. Nessuna prescrizione intercorsa, in questa Italia delle prescrizioni. Evidentemente si è trattato di un reato gravissimo. Così descritto dai giornali: “La manifestazione è avvenuta il 3 marzo 2012 a un casello dell’A32, giorno in cui alcuni manifestanti No Tav  distrussero l’impianto di videosorveglianza e bloccarono con del nastro adesivo le sbarre, per consentire a tutti i viaggiatori di passare senza pagare il pedaggio”. Sarebbe bastata una condanna di risarcimento danni. Invece l’aggravante fu che Dana Labriola… “impugnava un megafono” e soprattutto era “portavoce del movimento No Tav” rendendosi in precedenza verbalmente  “protagonista di manifestazioni di protesta  contro la costruzione della linea ferroviaria in Val Susa”. Scopo della detenzione è stata di farle percepire la funzione rieducativa di espiazione della pena”.  E’ stata “rieducata”? Clicca qui come commenta Dana.  

Marcia della pace Comiso-Niscemi.

In tre tappe da lunedì 9 a mercoledì 11 maggio. L’iniziativa, voluta dalla Fondazione degli Archi e dalla Fondazione Gesualdo Bufalino, è denominata MARCIA DEL SOLE ed intende protestare contro le guerre per proporre una alternativa nonviolenta…. Clicca il programma sulla newslettera di Doriella&Renato, dove anche tutte le altre iniziative No Tav dalla Valsusa.

Fermiamo la corsa alle armi.

Da un giorno all’altro il governo Draghi ha stanziato 13 miliardi per le spese militari, dopo due anni di pandemia in cui non un centesimo in più fu dato alla sanità pubblica, impiega i nostri militari in operazioni al confine con la Russia e l’Ucraina e invia armi spacciandole per aiuti umanitari.

Il nostro Paese si trova pienamente coinvolto in questo scenario: membro della Nato, con oltre 160 basi militari Nato al proprio interno e con un centinaio di testate nucleari presenti ed un governo completamente asservito agli interessi di chi cerca lo scontro ad ogni costo…. Dibattito a Bussoleno. Clicca qui sulla newslettera di Doriella&Renato le altre iniziative in Valsusa.

Lottiamo contro le devastazioni e le guerre per il nostro futuro.

Marcia popolare NO TAV Bussoleno-San Didero sabato 16 aprile partenza ore 14 Piazza del mercato. Clicca qui.

In oltre trent’anni di lotta No Tav abbiamo osservato il mondo trasformarsi, ricevendo molte conferme delle ragioni della nostra lotta, e molte altre se ne sono aggiunte lungo il cammino. Oggi ci troviamo di fronte ad un punto critico della storia:  crisi ecologica, pandemia, crisi economica e sociale di proporzioni solo ipotizzabili e il timore di una guerra totale. Una combinazione in grado di sconvolgere l’umanità per come la conosciamo.

Ci troviamo di fronte ad un’economia di guerra, ma anche ad una guerra che ha dei presupposti economici: l’estrazione di risorse, il controllo dei mercati, la finanza, la globalizzazione. La vita di migliaia di persone è considerata come una merce sacrificabile per tutelare gli interessi di pochi. I corridoi logistici, come quello che dovrebbe collegare Torino a Lione,  vengono venduti come opere strategiche non solo per speculare e fare cassa, ma anche per trasportare armamenti.In un’economia di guerra si possono sacrificare servizi essenziali e costringere le famiglie a fare enormi sacrifici, però  non si può rimettere in discussione un’opera inutile ed ecocida come il Tav.  Quanti soldi che potrebbero essere destinati a scuola, sanità, servizi, sostenibilità e reddito dobbiamo ancora sprecare?

Mentre i prezzi alle colonnine crescono a fronte della speculazione finanziaria, più che per una reale scarsità, si intravede tutta la miopia dei nostri governanti che per decenni hanno perseguito le politiche delle lobbies del fossile, invece di intavolare un serio progetto di transizione ecologica e di rilancio del trasporto pubblico locale. In Valsusa da anni stiamo assistendo al progredire di cantieri altamente dannosi per l’ambiente, con conseguenze allarmanti anche per la salute dei cittadini. La deforestazione messa in atto dai promotori dell’opera ha raggiunto livelli preoccupanti: circa di 5000 piante abbattute. Un solo albero può soddisfare il fabbisogno di ossigeno di 10 persone e che è in grado di assorbire dai 20 ai 50 Kg di CO2 presenti nell’aria: in futuro in Valsusa, a causa dei lavori legati alla costruzione del tunnel di Chiomonte, potrebbero essere emesse nell’atmosfera ben 12 mln di tonnellate di CO2. Mentre affrontavamo la pandemia, tentando di prenderci cura della nostra comunità chiedendo risorse per la salute di tutti/e, ci venivano inviate nuove truppe di occupazione per costruire un recinzione vuota a San Didero.

Repressione ed esplosivi in Valsusa.

In Val di Susa la repressione nei confronti del movimento No Tav prosegue imperterrita, mentre sembra che gli addetti ai lavori possano procedere indisturbati anche nel mettere in atto azioni illegali e dannose per la salute dei cittadini. Ancora una volta il paese di Chiomonte si è visto invaso da fitte nubi di fumi tossici e maleodoranti. L’origine sembrano essere i roghi con i quali gli operai del cantiere, sito a meno di un chilometro in linea d’aria dal paese, smaltiscono gli esplosivi utilizzati per aprire le nicchie all’interno del tunnel di Alta velocità.  Gli attivisti sono riusciti a filmare uno degli operai intento a bruciare gli scarti dell’esplosivo, operazione che causa il rilascio di una densa nube velenosa. Peraltro nella valle è in vigore un divieto di accendere roghi, fossero solo sterpaglie, a meno di 50 metri di distanza dai boschi o dai terreni coperti di arbusti.

SABATO 16 APRILE MARCIA POPOLARE NO TAV da Bussoleno a San Didero.

Nella newslettera (clicca qui) di Doriella&Renato troviamo anche fra le altre iniziative Valsusa:

“IL TAV ALL’INTERNO DEI CORRIDOI DI MOBILITÀ MILITARE EUROPEI”

“SALVIAMO TRENTO DALLA CIRCONVALLAZIONE TAV/TAC”

“CONTRO TUTTE LE GUERRE E CHI LE ARMA, CONTRO LE POLITICHE GUERRAFONDAIE DELL’ENI”

“LA VERITÀ È LA PRIMA VITTIMA DELLA GUERRA. DAL COPRIFUOCO PANDEMICO AL COPRIFUOCO DELLA RAGIONE”

“RISCHI E MINACCE SULL’ACQUA QUALI IMPATTI SULLA RISORSA IDRICA”

Ennesimo strappo tra M5S e ambientalisti.

Tramonto

A questo punto gli ecopacifisti non sapranno più chi votare alle prossime elezioni. Pare definitivamente perso il loro appoggio che era stato determinante  nelle ultime trionfali  elezioni con il 33% (oggi ridotto nei sondaggi ad un terzo).  In  questi cinque anni, sono stati dagli ecopacifisti accusati di essere dei traditori, o quanto meno degli  impotenti, su Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, Ponte Morandi, fanghi tossici, PNNR, TAP, Ilva, trivelle, nucleare, energie rinnovabili, pace, Nato, spese militari, inceneritori, reddito di cittadinanza, terra dei fuochi, migranti, eccetera. Ora sopra i Cinquestelle,  “governisti ad oltranza incollati alle poltrone”, piomba fatale l’ultima tegola: per PFAS e bisfenoli, i famigerati tossici e cancerogeni, bioaccumulabili e indistruttibili, che sono messi al bando in quasi tutto il mondo, con eccezione proprio dell’Italia.

Per i Pfas, il M5S infatti  ha avviato la discussione in Senato il Decreto Legge (prima firmataria Vilma Moronese) che invece aveva trovato la più ferma opposizione – “E’ispirato dalla Confindustria” –  da parte dei movimenti in lotta dal Veneto al Piemonte,  Comitati e associazioni: Movimento di lotta per la salute Maccacaro, Mamme No Pfas, ISDE, Comitato Stop Solvay, Greenpeace, Fryday For Future. 

Infatti, a differenza dei Movimenti, che chiedono immediati  limiti zero alle micidiali  emissioni di queste sostanze in suolo aria acqua, e dunque chiedono la drastica fermata degli impianti nocivi (della multinazionale  Solvay di Spinetta Marengo AL e di altre aziende in Italia soprattutto conciarie) invece il DDL Moronese blandamente  si limita a “ridurre, e se possibile annullare, l’immissione di Pfas nell’ambiente”, con tanto di “periodo transitorio di adeguamento”.  In altre parole dà il via libera legale  alle aziende (Solvay) per un tempo indeterminato di produrre e inquinare.

Polizia e militarizzazione in Valsusa.

E’ stato arrestato e portato in carcere Stefano Mangione condannato a 1 anno e 6 mesi per resistenza aggravata per i fatti accaduti dieci anni fa (26 luglio 2013) durante un presidio davanti al Tribunale di Torino in solidarietà con una compagna NO TAV pisana, Marta Camposano, arrestata una settimana prima in una manifestazione al cantiere della Clarea di Chiomonte, che aveva denunciato di aver subito violenze e molestie sessuali da parte delle forze dell’ordine dopo il fermo. Clicca qui sulla newslettera di Doriella&Renato  per il video e come esprimere solidarietà . Troverai anche  l’importanza rilevante del TAV  anche a livello militare, in quanto fa parte dei corridoi di mobilità militare europea (TEN-T) che sono estremamente strategici la NATO, al fine di garantire il veloce spostamento di mezzi pesanti per il continente in caso di teatri di guerra.

TAV: come togliere l’acqua a 600mila persone.

Mentre imperversa la siccità in Piemonte, nel cuore delle montagne della Valsusa e della Maurienne (in Francia) si verifica da anni un colossale spreco d’acqua. Infatti, i lavori per la realizzazione del cunicolo esplorativo del TAV Torino-Lione, lungo 7 km, dal 2013 causano fuoriuscite d’acqua provenienti dalle falde intercettate dalle ‘trivelle’. Il volume d’acqua fuoriuscito in un anno dal cunicolo è pari al fabbisogno idrico annuo di circa 40.000 persone.  Per l’intera galleria di 57 km, oltre 8 volte la lunghezza del cunicolo, si può ipotizzare, al termine dello scavo, la fuoriuscita di un volume d’acqua ogni anno pari a: 24.590.500 mc corrispondente al fabbisogno idrico annuo di 300.000 persone. Considerata la doppia canna prevista dal progetto, il dato potrebbe raddoppiare, arrivando a corrispondere al fabbisogno annuo di ben 600.000 persone. Clicca qui.

Al fianco degli studenti in agitazione.

La morte di due studenti, Lorenzo e Giuseppe, durante l’alternanza scuola-lavoro ha soffiato sul fuoco della rabbia studentesca, e gli studenti continuano a mobilitarsi contro il modello di scuola del governo Draghi, in opposizione all’alternanza scuola-lavoro, alla nuova maturità del ministro Bianchi e contro la mancanza di sicurezza all’interno delle scuole.

Il tema delle scuole e dell’istruzione pubblica è da sempre legato a doppio filo con i temi che da anni agita il movimento No Tav riguardo quelle che dovrebbero essere le reali priorità del Paese. Quello di cui ha bisogno questo Paese non sono le grandi opere inutili, ma rivoluzionare completamente questo modello di scuola”. Clicca qui le altre iniziative No Tav Valsusa.

La storia dell’attivista No Tav che sarà consegnato alla Francia.

Emilio Scalzo, 66 ani, è accusato di aver aggredito un gendarme francese durante una manifestazione a favore dei migranti che valicavano la frontiera lungo la cosiddetta “rotta delle Alpi”: Claviere è a 1.760 metri di altitudine, e il cammino, spesso sotto la neve e con il ghiaccio, dura almeno cinque ore. Le operazioni di aiuto ai migranti cominciarono nel 2017, e furono promosse dalla rete No Tav della Val Susa: la loro attività ha come obiettivo quello di dare rifugio e aiuto alle tante persone che tentano il passaggio in Francia per poi raggiungere, se riescono, la Germania. Il 15 maggio ci furono scontri: attivisti italiani e francesi da una parte e gendarmi dall’altra.  Scalzo è molto conosciuto tra gli attivisti No Tav e No Border: da anni è uno dei più attivi tra i militanti. Aveva finito a marzo di scontare una precedente pena di nove mesi agli arresti domiciliari per fatti sempre legati alla sua militanza. È inoltre sotto processo per l’occupazione di una ex casa cantoniera a Oulx trasformata in rifugio per i migranti.

Solidarietà per Emilio.

Sono arrivati scavalcando il cancello, come degli intrusi, bloccando la statale con le camionette e circondando la casa con decine di digos. Tra le grida di rabbia di chi da giorni presidia casa di Emilio per rendere più difficile il suo arresto, tra le urla che invocano libertà, Emilio è stato tradotto in carcere a Torino in attesa di essere portato in Francia. Continua su newslettera di Doriella&Renato, insieme alle altre iniziative No Tav Valsusa.