Alberto Perino, un grande.

 
Il suo motto era “A sarà düra”: con questo slogan aveva partecipato, nel corso degli anni, a decine, forse centinaia, di cortei, manifestazioni, incontri, presidi contro il tunnel che sventrerebbe la valle per far passare una nuova linea ferroviaria Torino-Lione. Ricordare la sua figura monumentale per la Valle di Susa, per tutto il Movimento No-Tav, per tutti i Movimenti italiani, è difficile in queste ore di estremo dolore. Il vuoto che ci lascia sarà incolmabile. Una cosa però è certa: nel corso della sua vita ha saputo trasmettere a tutte e tutti noi la voglia di lottare contro ogni ingiustizia e devastazione ambientale. Se è da trent’anni che la Valsusa resiste è anche e soprattutto merito suo. 
La storia di Perino ci mostra come il movimento No-Tav sia stato e continui a essere non soltanto un centro di aggregazione civile e politica, ma anche una comunità di persone che hanno condiviso negli anni ideali e speranze, delusioni e vittorie, cene e brindisi. In uno dei suoi ultimi appelli, nel febbraio scorso, dopo i fogli di via notificati a una cinquantina di attivisti No-Tav, aveva invitato a “resistere, resistere e ancora resistere cercando di non farci spaventare. Bisogna reagire non accettando le leggi ingiuste perché, come diceva Gandhi, se una legge è ingiusta deve essere violata”. 
Fino all’ultimo ha messo la sua vita a disposizione: pochi giorni prima di morire, Perino aveva inviato una mail in cui assicurava la sua presenza (a costo di andare in ambulanza) domenica 13 ottobre al presidio di San Giuliano”, per opporsi agli espropri delle aree su cui nelle prossime settimane dovrebbe essere impiantato un cantiere del Tav. “Ormai è chiaro a tutti”, scriveva Perino, “che gli espropri sono solo un’operazione mediatica per dire: stiamo facendo qualcosa anche in Italia così Salvini è contento e un po’ di soldi continuano a darglieli”. “Facciamo rumore”, ripeteva. Le sue email, come la sua voce,  risuoneranno per molto tempo in tutti noi. “A sarà düra”

Tav Valsusa bancomat per costruttori e stipendi poliziotti.

A questo ritmo di spesa e di finanziamenti – circa 750 milioni europei ogni sette anni – per finire il tunnel Tav Valsusa ci vorranno altri sette settennati, ossia una cinquantina d’anni. Al di là degli annunci e delle previsioni, sembra che i soldi servano solo a finanziare nel tempo la lobby del Tav, amministratori e costruttori, senza alcuna garanzia di riuscire a realizzare davvero l’opera.
 
Del resto, la linea ferroviaria già esistente è più che sufficiente a trasportare le merci che viaggiano tra Italia e Francia. E ormai il progetto si è ridotto al solo tunnel, abbandonando l’idea di nuove linee d’accesso in Italia (Val di Susa) e soprattutto in Francia (Modane-Dijon, saltando Lione). Il Tav non è più un progetto infrastrutturale: è ormai solo una bandiera per la politica e un bancomat per i costruttori.
 
Clicca qui Gianni Barbacetto.

L’opposizione al tav in Valsusa non accenna a diminuire.

Dall’ennesimo corteo di protesta con oltre  un migliaio di persone, alcune decine di attivisti No Tav  hanno provato ad introdursi nel cantiere del tunnel a Chiomonte, in Val di Susa. Nel tradizionale assalto del sito, blindatissimo, da più punti, sono stati lanciati oggetti e qualche bomba-carta, mentre le forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa hanno risposto con idranti e fumogeni. La tensione ha comportato la chiusura per qualche ora dell’autostrada del Frejus nel tratto tra Susa e Bardonecchia. 
 
La  manifestazione non è una novità. Lo è invece l’esplosione dei costi dell’opera certificata da un documento ufficiale della società costruttrice italo-francese Telt riportato ieri dal Sole 24 Ore: le sole opere della linea che dovrà scorrere sotto le Alpi avranno un costo di 11,1 miliardi di euro e non di 8,6 miliardi come previsto finora, circa il 30% in più, in soldi due miliardi e mezzo (le quote di competenza, salvo fondi europei, sono di 6,2 miliardi per l’Italia e 4,9 per la Francia. 

TORNA IL FESTIVAL ALTA FELICITÀ!

A Venaus, 26-27-28 luglio, anche quest’anno il Festival No Tav si concentrerà sulla tematica ecologica. Clicca qui  il PROGRAMMA DEI TRE GIORNI DI MUSICA, DIBATTITI, INCONTRI E GITE IN AGGIORNAMENTO.
Ad attendervi grandi aree verdi per il grande campeggio gratuito, campeggio per famiglie e aree camper. Ogni area sarà dotata di servizi igienici. Inoltre, abbiamo stilato una lista di strutture ricettive sul territorio come possibile alternativa al campeggio. Parcheggi. Treni da Porta Nuova Torino. Navette  da Susa. 

Valsusa tra inquinamenti e repressioni

Ripartono i cantieri per lo scavo del tratto italiano del tunnel di base del Moncenisio, per la Tav Torino-Lione, malgrado sia emerso un nuovo inquietante problema ambientale in Val di Susa: un’inchiesta di Greenpeace Italia ha scoperto una contaminazione da PFAS nelle acque potabili di oltre 70 Comuni dell’area metropolitana di Torino, di cui ben 19 situati in Val di Susa. In sei Comuni (Bardonecchia, Venaus, Villar Focchiardo, Avigliana, Caprie e Susa), oltre a PFOA le analisi hanno rilevato il C6O4, brevetto di Solvay.  
 
I rilievi, tra i 10 e i 96 nanogrammi per litro, sono molto vicini alla soglia limite di 100 nanogrammi per litro stabilita dal decreto legislativo n.18 del 23 febbraio 2023:  enormemente superiore alle linee guida molto più restrittive di paesi come la Danimarca (il limite per PFOS e PFOA è di soli 2 nanogrammi/litro) o gli Stati Uniti (valori di zero nanogrammi/litro per il PFOA e il PFOS nelle acque potabili).
 
Limite zero, ovvero messa al bando dei Pfas in Italia, ovvero fermata dell’unico produttore Pfas in Italia (Solvay): sono contenuti nel nostro Disegno di Legge (ex senatore Crucioli) che è insabbiato nel Parlamento dalla scorsa legislatura.
 
È plausibile che l’inquinamento in Valsusa  sia causato dai lavori collegati alla Tav. Nel cantiere a La Maddalena di Chiomonte materiali contenenti PFOA vengono usati generalmente come tensioattivi negli scavi di tunnel e gallerie. Successivamente, si depositano nelle terre e rocce che vengono estratte durante gli scavi. Questa ipotesi ha già trovato  conferma per i  tunnel in Svizzera e per il Tav veneto.
 
Altro segnale d’allarme proviene da una ipotesi (clicca qui) che la temperatura interna alla Torino-Lione potrebbe superare, anche di molto, i 60 gradi centigradi, creando una situazione di rischio non superabile con un sistema di raffreddamento.
 
Mentre i cantieri si allargano, la decennale protesta contro la Tav prosegue. Così come la repressione. Dopo aver già scontato mesi di carcere e arresti domiciliari per aver messo in pratica la disobbedienza civile, Nicoletta Dosio è di nuovo ai domiciliari. All’età di 78 anni.

Nicoletta avrebbe fatto onore al parlamento europeo.

Nicoletta Dosio, la storica attivista del movimento NoTav in Val Susa, da inizio giugno è di nuovo costretta ai domiciliari per un anno e nove mesi. Aveva già passato tre mesi in carcere nel 2020, seguiti dai domiciliari dati per il Covid, come misure preventive a seguito di episodi di disobbedienza civile risalenti al 2012 e poi al 2015-2016. 
 
Essendo… evasa dai domiciliari per assemblee e manifestazioni, ora si aggiunge l’ingiunzione del foglio di via, arrivata da pochi giorni, che vieta alla Dosio il permesso di visitare o sostare nei comuni di Venaus, San Didero, Bruzolo, Chiomonte, Giaglione (abituali luoghi di assemblea e riunione del Movimento No Tav) in quanto «persona socialmente pericolosa». 
L’accanimento giudiziario su Nicoletta è ancora più incomprensibile perché la donna, 78 anni, è alle prese con la malattia terminale di suo marito non può  ricevere visite di amici, solo personale sanitario, parenti stretti e avvocati.  Dunque  una punizione inflitta anche al marito morente, un carcere allargato alla famiglia.
 
In quanto  «persona socialmente pericolosa», Nicoletta non ha mai usato violenza su nessuno, ha partecipato a manifestazioni contro i cantieri Tav al più tirando giù i Jersey per fermare la devastazione ambientale in Val Susa e prendendosi manganellate e lacrimogeni. Clicca qui l’intervista a Il Manifesto: “Disobbedire ad una ingiustizia è un dovere”. 

Caro Travaglio, senza i Movimenti la Caporetto fu già nel 2020.

“Caro Lino, capisco tutto. Ma forse ti è sfuggito che i 5Stelle nell’estate del 2019 hanno votato in Parlamento il Tav, ovviamente da soli, anche al costo di far saltare il governo con la Lega. E purtroppo hanno perso.” Così mi rispose Marco Travaglio in uno scambio di opinioni. Gli replicai: “Caro Marco, Il M5S in parlamento ha votato no al Tav Torino-Lione? E’ una aggravante perché non mirava a far cadere il governo con Salvini. Non è che votando in minoranza  contro Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, TAP, ILVA, PFAS, Acqua pubblica, F35 eccetera, ti salvi l’anima e i voti. Rischi l’accusa di tradimento. Tutt’al più  dimostri che non conti niente, che avevamo sbagliato a darti fiducia con il voto, quasi identificandoci col M5S.  Per l’universo dei  Movimenti  ecopacifisti che lottano nella vastità dei territori italiani è più importante il taglio dei suddetti nodi piuttosto che il taglio dei parlamentari (fra i quali i Cinquestelle occupa(va)no un terzo del parlamento ma non servono a niente contro Tav Tap Ilva Pfas Acqua e un eccetera ambientalista purtroppo ancora lunghissimo)”.
 
“Caro Marco, i Movimenti ad ogni livello territoriale se l’erano sempre cavata bene o male (anche benissimo: referendum acqua-nucleare) senza e/o contro i Partiti. Si chiama ‘Democrazia diretta’. Questa definizione, ad esempio, compare infinite volte nel mio libro ‘L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza’: dal ’68 fino (e dopo) all’avvento di Beppe Grillo negli anni 2000. ‘Democrazia diretta” come pratica dei Movimenti: partecipazione e lotta popolare. Grillo aveva chiamato Movimento la sua creatura: ‘Movimento nazionale a cinque stelle’ avente il medesimo programma delle ‘Liste Civiche a Cinque Stelle’, ’La Carta di Firenze’. Oggi, dieci anni dopo, è diventato ‘Partito’: ne prendiamo atto”.
 
Dall’esame anche dei flussi elettorali, la caporetto regionali 2020 dei Cinquestelle è già evidente nei territori dove il tradimento degli impegni ecopacifisti (Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, TAP, ILVA, PFAS, Acqua pubblica, F35 ecc.) ha direttamente gelato la pelle delle popolazioni, e si estenderà a tutto il territorio nazionale. Il M5S  dalla “alleanza con nessuno”, disinvolto e repentino è passato tra il lusco e il brusco alla “alleanza con chiunque”, a prescindere dai temi identitari ossia dall’alleanza con chi l’aveva votato. Non guardando più in faccia l’interlocutore ecopacifista, ha dato di sé una immagine non sincera e non sicura, inaffidabile anzi traditrice.
 
Perciò, “Caro Marco,  oggi caporetto  2020 io (e penso: tutti i Movimenti) sono di nuovo d’accordo con Beppe Grillo: ‘Non credo più nella rappresentanza parlamentare, preferisco la democrazia diretta che è la sua evoluzione’. Ritorno alle origini? Non credo possibile: oggi il M5S non è più Grillo, oggi dopo la caporetto dell’intesa contro natura con Salvini, oggi  esso sembra quasi tutto impegnato a  discutere per sopravvivere se fare o no una stabile  intesa con il PD (stabile dopo 20 anni di insulti: reciproci e a chi, come Travaglio, o come me che la sostenevo più di 10 anni fa a livello locale), quel PD resuscitato l’anno scorso da quel gran genio di Salvini. Piuttosto (per la seconda volta) che andare alle elezioni anticipate, il vantaggio del governo con il PD è scrutabile: conservare il più a lungo possibile i posti in parlamento che le prossime elezioni taglieranno per effetto del referendum ma soprattutto del consenso”.
 
“Caro Marco, quello che oggi io, che fui antesignano dell’amico Grillo, non ho capito è: se i contrari all’intesa sono per riprendere l’identità di Movimento, per recuperare l’alleanza con il mondo dei ‘Beni comuni’. Spero che l’abbia capito Beppe, e me lo venga a riferire ora che siamo vicini di casa. Personalmente, per quello che conta, gli ondivaghi quanto repentini passaggi da ‘alleanza con nessuno’ ad ‘alleanze con chiunque’ non mi hanno convinto, né nelle vesti di Partito né di Movimento. Magari ce lo spiega Travaglio nell’unico giornale non nemico storico dei Cinquestelle”. Purtroppo Giuseppe Conte, né altri, ripresero l’identità di Movimento, anzi Conte entrò nel governo Draghi (2021). 
 
Dunque, nel 2020, Marco Travaglio mi contestò aver identificato la caporetto dei Cinquestelle come una conseguenza del “tradimento” dell’alleanza programmatica con i Movimenti ecopacifisti, ovvero dell’immolazione della “Democrazia diretta”  sull’altare della “Democrazia rappresentativa”. Anzi, insultò l’appello autocritico di Grillo alla Democrazia diretta. E non mi rispose più quando aggiunsi:
 
“Caro Marco, sono  convinto che il presuntuoso Giuseppe Conte, invece di pretendere una eredità elettorale  che non gli spetta perché non ha mai contribuito al 33% del MOVIMENTO, debba  fondare un suo PARTITO. A maggior ragione perchè ha un suo giornale (il tuo) e che insieme raccoglierete molti parlamentari (ex signori nessuno) e un 5% di voti, anzi (come vi auguro) a scapito del PD anche più del 10%: facile traguardo secondo i tuoi sondaggi di gradimento popolare all’avvocato del popolo”.
 
A parte Conte che fino a tre anni fa si era fatto gli  affari privati per poi improvvisarsi in governi con chiunque Draghi compreso, purtroppo anche tu caro Marco non hai mai creduto nella DEMOCRAZIA DIRETTA: come già ti obbiettai tempo fa (ma non pubblicasti e che riporto a piè di pagina): ‘…Travaglio dimostra di non conoscere o riconoscere il fondamentale pezzo di Storia patria scritto dai Movimenti tramite la prassi della Democrazia diretta, dimostra il limite di un (ottimo) notista della Politica rappresentata esclusivamente dai Partiti, come se la Politica si esaurisse nell’intermittente rapporto fra eletti ed elettori, come se tanta costante sostanza della Politica non la facessimo noi dei Movimenti fuori dai Partiti, anche influenzando le stesse votazioni. Va da sé che Travaglio, all’autocritica di Beppe Grillo: ‘Non credo più nella rappresentanza parlamentare, preferisco la democrazia diretta che è la sua evoluzione’, rischia di fare la caricatura’”. 
 
Invece Beppe Grillo, come Movimento, è arrivato al 33% sulla propria linea politica. Grillo non voleva fare un partito, neanche un movimento qualunque, bensì un Movimento a Cinque Stelle, Movimento che nuota nel firmamento dei Movimenti, che FA POLITICA come Movimento. Perché Grillo predicava e praticava la Democrazia diretta.  Mentre Giuseppe Conte (che Grillo definì “senza visione strategica”) come Partito sulla propria linea politica è arrivato quasi al 10%. Non lo schioderà Marco Travaglio, stante la sua interpretazione dell’astensionismo in questa Caporetto 2024.
 
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.  

TAV = Mafie.

All’ingresso della Valsusa, sul monte Musinè svetta la scritta TAV = Mafie. Non avevamo atteso queste indagini per avere consapevolezza delle infiltrazioni della criminalità organizzata: i ciclici tentativi di dare fuoco ai presidi NO TAV sono chiare intimidazioni mafiose. Clicca qui Notavinfo. 

Speciale Pfas 7. Valsusa, petizione per la messa al bando PFAS.

Da Val di Susa e Piemonte avviata sulla piattaforma Change.org la petizione pubblica al link https://www.change.org/messa_al_bando_PFAS per la messa al bando totale  dell’uso e della produzione dei Pfas: non devono più essere prodotte, non devono più essere contenute nell’acqua che beviamo come in nessun prodotto di consumo sia civile che industriale, non devono essere più smaltite e sversate in qualunque luogo oppure discarica.  Successivamente si promuoverà una proposta di legge di iniziativa popolare per la messa al bando totale dei pfas per l’Italia da presentare alla Camera dei deputati, con una campagna di raccolta firme che segua l’iter ufficiale.

Speciale Pfas 18. Pfas del Tav nelle contaminazioni in Valsusa.

La società TELT (incaricata di realizzare il progetto Tav Tunnel Euroalpin Lyon Turin), in relazione ai lavori nel cantiere di Chiomonte per il tunnel Maddalena, e per quanto riguarda gli PFAS presenti nell’acqua potabile in Valsusa denunciati  dall’indagine di Greenpeace (contaminazione da PFAS nell’area metropolitana di Torino, con oltre 70 comuni coinvolti, inclusi 19 comuni della Valle di Susa), respinge l’ipotesi che l’inquinamento da PFAS nell’area fosse collegato all’utilizzo di prodotti oleorepellenti o tensioattivi impiegati nello scavo con la “talpa” TBM.

A detta di TELT, “a Chiomonte non è stato richiesto schiume né un uso massiccio di cementi a presa rapida”, “è priva di fondamento l’affermazione che vorrebbe correlare l’utilizzo del Robot AXEL a specifiche condizioni di inquinamento da PFAS dell’aria in galleria”. Smentite che non convincono, tant’è che, per l’avvenire, TELT ammette che “Le lavorazioni previste per lo scavo del tunnel di base in Italia faranno probabilmente uso di additivi durante la fase di sotto-attraversamento del Cenischia. In fase di progettazione esecutiva si valuterà se si rende necessario l’impiego di additivi contenenti PFAS e in quali quantità”, e già mette le mani avanti negando che i PFAS possano essere trasportati dall’aria convogliata dagli impianti di ventilazione”.

Niet della Regione Piemonte ai monitoraggi.

In Piemonte circa 125mila persone (quasi il 3 per cento della popolazione) potrebbero aver bevuto acqua contaminata e il problema Pfas in Piemonte non è circoscritto alla sola area di Alessandria dove si trova lo stabilimento chimico Solvay Specialty Polymers, ma in oltre 70 comuni della città metropolitana di Torino”.

I parametri rilevati dall’indagine di Greenpeace Italia “Pfas e acque potabili in Piemonte”, nettamente superiori ai valori di legge, hanno messo in allarme anche le popolazioni dei Comuni lungo il fiume Scrivia: Alzano Scrivia, Castelnuovo Scrivia, Molino dei Torti, Guazzora e Tortona. Si adombra, come per il Tav in Valsusa, il sospetto che siano opera degli schiumogeni utilizzati per il Tav Terzo Valico.

L’assessore regionale Luigi Icardi, invece, nella sua veste di Ponzio Pilato, rassicura rispetto alla sicurezza delle acque potabili e non ritiene di avviare un monitoraggio di tutte le acque del Piemonte.

I costi del Terzo Valico a go-go.

I costi del Terzo Valico dei Giovi, mega -inutile dannosa costosa- opera ferroviaria che dovrebbe connettere Genova a Milano con una linea ad “alta capacità” di 53 km, di cui 37 in galleria, in soli quattro mesi sono lievitati di quasi 1,5 miliardi senza che nessuno battesse ciglio. Il risultato è che il conto finale è raddoppiato. Il contratto tra Rfi (la controllata della rete delle Ferrovie)  e consorzio Cociv, firmato a novembre 2011, valeva 4,8 miliardi, saliti a 6,5 in pochi anni. A luglio scorso la Corte dei Conti aveva ricalcolato il conto finale in 7,4 miliardi. In una manciata di mesi si è arrivati a 10,6 miliardi.

Frane e amianto, stop and go, ulteriori aumenti di costi (sottratti ad altre opere), rinvio dell’apertura della linea a chissà quando, rischio di restituire i fondi europei: è l’epilogo prevedibile di un’opera cara alla politica locale e nazionale ma che non ha mai superato una vera analisi costi-benefici (la commissione del 2018, governo Conte-1, la bocciò). Fu concepita nella legge Obiettivo, ma è da sempre considerata inutile visto che il porto di Genova non ha prospettive di un grande sviluppo del traffico merci e da Voghera fino a Milano si resta con due binari, già congestionati. Nel 2014 fu lo stesso Ad delle Ferrovie, Mauro Moretti, ad ammetterlo: “Da Genova a Milano è giusto che le merci vadano in camion. In nessun Paese per fare 150 chilometri si va con le ferrovie”. Qui siamo a 53 km. I lavori sono iniziati nel 2012, dovevano finire nel 2021, poi nel 2026, ora  nel 2027 o chissà. Clicca qui

Ora e sempre NoTav.

Da sempre l’8 dicembre per il Movimento No Tav è un momento di ricordo della grande giornata di lotta e resistenza del 2005, ma è soprattutto uno sguardo che dal passato volge al futuro per continuare la battaglia contro il progetto del treno ad alta velocità Torino Lione, un Crimine Climatico. Quest’anno le iniziative in programma, che coincidono anche con la 14ª Giornata Internazionale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte, permetteranno a tutti noi di marciare insieme lungo i sentieri e i luoghi della Valle che Resiste e di rafforzare i sentimenti e gli ideali che, da più di 30 anni, muovono l’opposizione a quest’opera ecocida e devastante. Ancora una volta questa data ci ricorda che la nostra lotta è più che mai attuale e viva, e rafforza la nostra solidarietà con le altre lotte nazionali e internazionali. Il cambiamento climatico in atto ha delle conseguenze terribili: siccità, temperature anomale, scioglimento dei ghiacciai e perdita di biodiversità all’interno dei territori sono solo alcune di queste”.

27° udienza per associazione a delinquere No Tav.

Nei confronti di compagni e compagne del Centro Sociale Askatasuna, Spazio Popolare Neruda e Movimento No Tav.

Martedì 21 novembre al tribunale di Torino è  possibile seguire l’udienza nell’aula 3 nel seminterrato per essere vicini e dare solidarietà agli imputati. Per seguire i vari passaggi della vicenda leggere gli articoli passati sul sito: https://associazionearesistere.org/. Per le altre iniziative Val Susa clicca sulla newslettera di Doriella&Renato.

“L'(in)attualità del mutualismo” e la contestazione alla Meloni.

Sulla newslettera di Doriella&Renato (clicca qui) trovate il programma della  tappa della “Carovana del mutualismo” a Torino, nonché della preparazione della  contestazione dell’arrivo della Meloni a Torino per l’evento “L’Italia delle regioni 2023” per il quale  verranno a parlare vari esponenti del governo e tutti i presidenti delle regioni.

Un autunno di lotte.

Sulla newslettera di Doriella&Renato (clicca cui) fra l’altro troverete: Extinction Rebellion: prepariamoci insieme a un nuovo autunno di ribellione. Torniamo a marciare,  questa volta svalichiamo nell’Appennino. Campeggio di lotte davanti alla Mostra del cinema di Venezia. Incidetevi senza pietà di tatuaggi con Rum e Whisky. Nuovo ottobre in piazza con Fridays For Future. Mobilitazione contemporanea a Ghedi e Coltano.

Il treno della sinistra perso o ritrovato dal PD?

“Il momento in cui la sinistra italiana ha perso il suo ultimo treno è stato il referendum sull’acqua pubblica, giugno 2011”. Ebbene, (senza dimenticare che nel referendum c’era anche il nucleare: vero traino della vittoria), questa affermazione  -dibattuta su hyperlink@lists.riseup.net- è condivisibile se non viene attribuita al PD, che già allora non era più di sinistra. Piuttosto il treno nel 2011 fu perso dai Movimenti, vera espressione della sinistra. Come ebbi occasione, nell’esemplare dibattito avviato su Il Manifesto, di confutare l’ottimismo di Alberto Asor Rosa e altri, penso che furono i Movimenti a subire la sconfitta epocale: che 12 anni fa non definii “irrimediabile” ma oggi il pessimismo dell’intelligenza mi fa dire: sì.

Irrimediabile perché è mancato il “salto di qualità”. Ci sono adesso le condizioni per un salto di qualità? Chiediamoci dapprima: ci sono valide, oggi, conferme alle seguenti affermazioni degli iniziali anni 2000? <<Esiste un immenso ma disperso patrimonio civile composto da mille vertenze sul territorio che si stanno scontrando sia con il potere economico sia con il potere politico in simbiosi, un patrimonio di Movimenti che però non hanno spiccato il salto di qualità. Sono sì innervati in una serie di formidabili reti nazionali (acqua pubblica, rifiuti, inceneritori, ogm, elettrosmog, nucleare, tav, grandi opere, pace, grillo, amianto, ecc.) tutte di fatto convergenti su un comune modello di economia alternativo, però senza una esplicita piattaforma comune, però senza la spina dorsale di un coordinamento, però senza mezzi di comunicazione unitari, però con difficoltà e resistenze al collegamento e all’unità, dunque sempre sull’orlo della sconfitta epocale. Insomma: una forza politica straordinaria e inespressa.

I contenuti non violenti e pacifisti e ambientalisti e civici delle mille vertenze territoriali aperte dai Movimenti in Italia sono, di fatto, convergenti su un modello alternativo di economia e -nel contempo- su un modello alternativo di politica, cioè formano, di fatto, un programma nazionale.

Ciascuna vertenza si scontra con i poteri economico e politico in simbiosi. L’occupazione del potere da parte della partitocrazia è speculare all’esercizio del potere economico, indifferente alla pace, all’ambiente e alla giustizia sociale. E’ la crisi della democrazia. Le mille vertenze sul territorio spostano il baricentro, dalla “democrazia delegata” occupata dai partiti, alla “democrazia partecipata” esercitata dai Movimenti. Però finora è mancato il salto di qualità.>>.

Difficile, mi pare, nell’attuale prospettiva politica (governo Meloni) confermare oggi l’esistenza di una siffatta narrazione movimentista e prospettare il salto di qualità a sinistra. Addirittura su input del PD. Chi mancò soprattutto in quel salto del 2011? Non il PD, tutt’altro che movimentista. Il peccato capitale fu commesso dai Movimenti proprio all’indomani della vittoria dei referendum 2011 precisamente quando in quell’irripetibile momento storico il Forum acqua pubblica aveva tutte le carte in mano -dimensione, organizzazione, autorevolezza e soldi dei rimborsi elettorali- per attivare finalmente il processo di unificazione dei Movimenti italiani: gli “Stati generali per il governo dei beni comuni” chiesti da me, Riccardo Petrella ecc. Ebbene, rifiutando il Forum di sciogliersi nei Movimenti, soprattutto con i Notav, di trasferirsi politicamente da Roma in Valsusa, fu dissolto quell’immenso ma disperso patrimonio di ‘democrazia partecipata’, fu depauperata una forza politica straordinaria potenzialmente in grado di farsi Soggetto politico di governo nazionale dei Beni Comuni. 

Questa occasione storica (diffusamente analizzata nel libro “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia, con una accusa peraltro assai contestata: clicca qui) la ricordo non per inutile spirito polemico bensì per rimarcare che se è vero, come è vero, che il treno della sinistra fu perso dai Movimenti, è più che mai vero che solo i Movimenti potrebbero compiere il salto di qualità per rimetterlo in marcia, giammai il PD che di sinistra non è. Semmai il PD potrebbe agganciarsi come vagone.  Insomma, ci si può solo affidare all’ ottimismo della volontà.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute  

“Siamo la natura che si ribella”.

Oppure: “Siete folli terroristi che Meloni stroncherà”. Questi due sono gli opposti commenti alla manifestazione che ha visto  migliaia di persone  partire dal presidio No Tav di Venaus, centro del Festival Alta Felicità, per una passeggiata di lotta verso San Didero e Chiomonte. Un serpentone che si è snodato per le strade della Val di Susa e che ad un certo punto si è diviso permettendo a tutti di poter andare direttamente nei luoghi che sono diventati ormai il simbolo della devastazione, dello sperpero del denaro pubblico e dello sfruttamento dei territori. A San Didero migliaia di persone hanno raggiunto prima il presidio e poi direttamente le reti del cantiere: qui una sonora battitura al cancello disarmando le infrastrutture poste a protezione del cantiere tra cori e fuochi d’artificio. Contemporaneamente, sul versante di Giaglione, di fronte del cantiere di Chiomonte, un nutrito e determinato spezzone della passeggiata si è diretto al presidio dei mulini, aggirando il blocco sulla strada principale e dirigendosi poi ai jersey posti a difesa del cantiere dove diversi metri di concertina sono stati strappati dalle reti, nell’acclamazione generale pur tra lacrimogeni e idranti.   

“Pennatagliente” descrive e commenta l’avvenimento del 30 luglio (clicca qui): come i giornali hanno colto l’occasione per screditare ancora una volta  la battaglia ormai trentennale per la difesa del territorio. A riprova, riporta questi articoli inquadrati in una narrativa che parte dall’accusa di associazione a delinquere e che passa per i continui tentativi di criminalizzare la lotta, attuando le più svariate strategie.

Ritorna il Festival Alta Felicità.

Che anche quest’anno avrà come cornice le splendide montagne della Val di Susa!

Tre giorni di musica, cultura e relax a Venaus, paese simbolo della Valle che Resiste. Tra gli eventi: domenica 30“TORINO-LIONE: UN BUCO NELL’ACQUA?”, lunedì 31 “ANTIABILISMO: CONOSCERE L’ABILISMO PER ABBATTERLO”. Infine sulla newslettera dalla Valsusa (clicca qui):  DA VENERDÌ 4 A DOMENICA 6 AGOSTO CAMPEGGIO ITINERANTE CLAVIERE (ITA)- BRIANCON (FR) TRE GIORNI IN CAMMINO VERSO UN MONDO SENZA FRONTIERE NÉ AUTORITARISMI Tre giorni di incontri e discussioni.

Campeggi di lotta in agosto.

Clicca qui i programmi di

OSTUNI CLIMATE CAMP Camping Cala dei Ginepri

RÉSISTANTES INCONTRI DI LOTTE LOCALI E GLOBALI sull’altopiano del Larzac in Francia

CAMPEGGIO ITINERANTE CLAVIERE (ITA)- BRIANCON (FR)

CAMPEGGIO NOMUOS 2023 in Contra Ulmo, al terreno NoMuos, Niscemi

CORTEO E CAMPEGGIO NO PONTE piazza Cairoli Messina.

Festival Alta Felicità 2023.

Ritorna il Festival Alta Felicità che anche quest’anno avrà come cornice le splendide montagne della Val di Susa!

Tre giorni di musica, cultura e relax a Venaus, paese simbolo della Valle che Resiste. Anche quest’anno potrete entrare a fare parte della Ciurma ad Alta Felicità e sostenere attivamente il festival, diventando parte dello staff. Compila subito il Form e entra a far parte della CIURMA! https://forms.gle/RkesngYioWEVMX4x6 

Il Festival Alta Felicità non è un semplice evento, ma è la dimostrazione pratica che insieme possiamo realizzare parti di quel mondo che desideriamo. La Ciurma ad Alta Felicità è quel grande gruppo di persone, provenienti da tutta Italia e da diversi Paesi dell’Europa e del mondo, che ogni anno arriva a Venaus carica di energia e di voglia di vivere il festival contribuendo alla sua realizzazione perché alla base c’è la condivisione di un modello di sviluppo che mette al centro le relazioni, la cura dell’ambiente e il benessere della collettività. Ogni piccolo contributo è importante, per cui che cosa stai aspettando? Scrivi a ciurma.altafelicita@gmail.com e unisciti alla Ciurma! Il Movimento No Tav ha bisogno anche di Te. Clicca qui.

Tav Terzo Valico.

Lo scempio dei soldi pubblici serve solo a chi  ha bisogno che le merci che arrivano al porto di Genova vengano movimentate il più rapidamente possibile per le proprie esigenze aziendali presso  l’importante polo logistico del gruppo Gavio. Cinquantatre chilometri di ferrovia “ad alta capacità” (ossia destinata esclusivamente al trasporto delle merci) di cui trentanove scorrono in galleria tra Genova  e Rivalta Scrivia del Comune di Tortona, distruggono  il territorio e l’ecosistema, di quattro valli – Polcevera, Verde, Scrivia e Lemme – mettendo a serio rischio le falde acquifere e la salute pubblica a causa della presenza di rocce amiantifere all’interno delle montagne che occorre forare per dar vita al nuovo tracciato. Da un anno la talpa che dovrebbe scavare il tunnel a Radimero – una località del Comune alessandrino di Arquata Scrivia – è ferma (ed è stata persino smontata) per problemi legati alla qualità delle rocce da scavare, e non si conosce se e quando potrà riprendere la sua opera devastatrice. Clicca qui.

Voci narranti. Storie resistenti dalla Val di Susa.

Presentazione del libro con Marco Aime, Ezio Bertok, Nicoletta Dosio e Livio Pepino, organizzata insieme al Controsservatorio Valsusa. Dodici autobiografie di militanti No Tav “diversamente giovani”: dai loro racconti emerge con forza la dimensione popolare del movimento No Tav. Racconti che partono da lontano, da ricordi d’infanzia in cui spesso sono presenti richiami alla Resistenza al nazifascismo e alla lotta partigiana, ripercorrono esperienze di impegno nel sociale e nelle lotte sindacali per il lavoro e approdano alla militanza nel movimento No Tav in continuità con il vissuto precedente. Clicca qui insieme alle altre iniziative NoTav.

Ogni giovedì Radio No Tav.

Il programma ha origine come Radio Maddalena Libera, radio pirata che emetteva dalla Libera Repubblica della Maddalena, Val Susa, pianeta Terra. Stralci dell’epoca potete sentirli nella sigla iniziale…. Ogni settimana approfondiamo avvenimenti di attualità sulla lotta e cerchiamo di socializzare tutte le informazioni utili a chi si batte contro il treno veloce, in Valsusa e altrove. Sul sito potete trovare un buon archivio, ordinato tramite tag, con le registrazioni delle trasmissioni di questi ultimi anni…. Potete contattare la redazione al nostro numero 3770862441 attivo durante il programma.”.

Per le altre iniziative di lotta in Valsusa: clicca qui.

Mobilitazione internazionale contro Tav Torino Lione.

Oltre 5.000 persone si sono radunate  per manifestare contro l’alta velocità e i 260 km di tunnel Lione-Torino, nonostante i divieti ingiustificati della prefettura a monte, i controlli della polizia e la valanga di repressione che ha travolto i nostri compagni italiani alla frontiera: gli autobus che trasportavano 300 persone della Val di Susa sono stati fermati al tunnel del Fréjus. Inoltre, a 50 No Tav è stato negato l’ingresso nel territorio francese. In confronto, i “pro Lione-Torino”, che si sono riuniti in presidio giovedì, erano solo 150 a manifestare il loro sostegno al progetto. (continua

Fermare l’escalation: nessuna base per nessuna guerra.

È passato un anno dalla manifestazione indetta a Coltano contro la costruzione di una nuova base militare dell’esercito italiano per i corpi speciali, in particolare il 1º reggimento dei carabinieri paracadutisti “Tuscania” e il reparto d’élite dei carabinieri “G.I.S.” (Gruppo Intervento Speciale). La forte risposta che nel nostro territorio siamo riusciti a costruire ci ha permesso di rallentare il progetto: ad oggi, nonostante un DPCM mai ritirato che decreta la costruzione della base a Coltano, non una pietra è stata posataQuesta parziale vittoria non ci basta. Non sarà possibile vincere la lotta contro la costruzione di nuove basi militari se non si ferma l’escalation globale verso la guerra. Lo Stato italiano ha già speso un miliardo per le armi inviate in Ucraina e le spese militari aumentano costantemente (passando da 25,7 miliardi a 26,5 miliardi solo tra il 2022 e il 2023). Ogni euro speso per il riarmo è un euro sottratto ai servizi essenziali e al benessere complessivo della società. Queste guerre sono pagate dai popoli ma fanno solo gli interessi dei potenti. Sono il frutto della concentrazione della ricchezza in mani di pochi e premessa perché questa continui a crescere. Clicca qui l’assemblea  promossa dal “Movimento No Base – Né a Coltano né altrove” con “GKN, Rete No Fossile, No Tav, No Ponte, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, No Muos, Climate Social Camp, Pax Christi, Movimento Migranti e Rifugiati Napoli, Ex opg occupato – je so’ pazzo Napoli, Collettivo Dada Boom La Spezia, S.I. Cobas Toscana, Lucca No guerra no base, Bologna for climate justice, Valdera Avvelenata”. 

Torino Lione, l’opera più inconcludente (oltre che più inutile) d’Europa.

Sia pure a denti stretti ormai lo ammettono anche i pasdaran nostrani del TAV: la Francia non ha alcun interesse a costruire la propria tratta della Torino-Lione, per ragioni economiche e per le previsioni di traffico al ribasso. Per ora bastano e avanzano le linee attuali. Se ne riparlerà, forse, nel 2043. Solo l’Italia continua a vaneggiare di opere faraoniche. In attesa del disastro leggi il commento dell’ing. Alberto Poggio, ricercatore del Politecnico di Torino e membro della Commissione Tecnica nominata dall’Unione Montana dei comuni della Valle di Susa per studiare l’evoluzione del progetto. La voragine economica è costituita dal tunnel di base: dal 1990 a oggi sono stati già bruciati circa due miliardi di euro senza posare nemmeno un metro di nuova ferrovia. A parte gli eterni studi, sondaggi e lavori preparatori, la sua costruzione è – di fatto – ancora da avviare, con un’ulteriore spesa prevista di non meno di 10 miliardi di euro. Una vera bomba finanziaria a orologeria, che sta per scoppiare nelle mani dello Stato italiano e di quello francese, entrambi con debiti pubblici fuori scala. Nessuno dei due Governi ha finora avuto il coraggio di premere il pulsante “stop” ma questo colossale castello di carte non potrà rimanere in piedi a lungo.

2 giugno. Giornata dei disertori.

Tra le iniziative Notav Valsusa, sulla newslettera di Doriella&Renato (clicca qui) trovate “Giornata dei disertori, manifesta zione antimilitarista: “Disertiamo la guerra! Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna. Distruggiamo le frontiere! No all’industria bellica.  No all’invio di armi!. No alle missioni militari all’estero. Contestiamo le cerimonie militariste del 2 giugno, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma. Ogni 2 giugno la Repubblica celebra sé stessa con esibizioni militari, parate e commemorazioni. Con gli anni questa ‘festa’ ha assunto una sempre più marcata connotazione nazionalista e militarista”.

Assemblea verso il 17 e 18 giugno in Val Maurienne.

Dove dovrebbe sbucare il famoso tunnel su lato francese, e dove ci sarà una grande mobilitazione popolare e internazionale per dire STOP alla costruzione della nuova linea ad alta velocità Torino Lione. In un momento in cui il governo d’oltralpe mostra un ulteriore segnale di ripensamento  rispetto alla fattibilità dell’opera, individuando nei suoi costi eccessivi il motivo dell’incertezza. Clicca qui sulla newslettera di Doriella&Renato le altre iniziative NoTav in Valsusa.

Il TAV si schianta contro il muro francese.

Come volevasi dimostrare, la Francia non ha nessuna intenzione di costruire il faraonico, inutile, costoso e inquinante Tav Torino-Lione: il buco di 57 km nelle Alpi e di 15-20 miliardi nelle casse italiane progettato negli anni ‘80 e superato dai tempi e dai dati. Il cronoprogramma del Conseil d’orientation des infrastructures rinvia la tratta francese al 2043, cioè a mai. Fra gli alti lai del cosiddetto ministro Salvini e della retrostante Confindustria.  Quale sorpresa? sono almeno undici anni che Parigi non ne vuol sapere: infatti non ha mai finanziato la sua parte. Senza la tratta nazionale francese va a cadere anche una delle ultime argomentazioni dei promotori dell’opera, cioè il guadagno di mezz’ora di tempi di percorrenza tra Torino e Lione (a costo di sventrare due valli e spendere decine di miliardi). Ora in linea teorica se la scelta del governo francese dovesse essere confermata anche i lavori per il tunnel di base (di cui non è stato ancora scavato nemmeno un metro, sebbene alcuni giornali facciano finta del contrario) dovrebbero fermarsi perchè l’Unione Europea ha condizionato i finanziamenti del tunnel alla costruzione delle linee nazionali. 

Clicca qui i commenti. 

Valsusa: 30 milioni di euro per militarizzare il cantiere TAV.

Continua il processo nei confronti degli attivisti del centro sociale torinese Askatasuna, particolarmente attivo nelle proteste contro il Tav. Susa. L’anno scorso la Procura di Torino li ha accusati di formare un’associazione a delinquere; nelle varie udienze del processo, si sono aggiunti dettagli alla spesa che lo Stato italiano sostiene ogni giorno per proteggere i siti preparatori della TAV da contestazioni. In Aula è emerso che, durante il processo di militarizzazione del territorio, sono stati spesi negli ultimi 10 anni circa 30 milioni di euro in filo spinato, jersey di cemento e barriere alte 5 metri sparse tra i boschi, elementi che hanno rovinato il volto naturale dell’area, come raccontato da Nicoletta Dosio: clicca qui articolo . Un’altra spesa collaterale riguarda l’autoporto di San Didero: l’area è stata delimitata da recinzioni e filo spinato, sorvegliata giorno e notte da decine di carabinieri e poliziotti, per un costo totale di oltre 5 milioni di euro; un’area fantasma, con i lavori bloccati da problemi vari nell’assegnazione dell’appalto.

In un’altra udienza, lo Stato ha chiesto un risarcimento per la prolungata esposizione dei poliziotti ai gas lacrimogeni utilizzati per sedare le proteste dei manifestanti. Un risarcimento che nasconde l’ammissione della pericolosità e tossicità dei gas lacrimogeni, classificati come armi chimiche.  

Newslettera di Doriella&Renato.

Ciao, vi mandiamo la Newslettera del 12 aprile 23 con, nella parte in evidenza,  la vostra proposta di  referendum (Referendum per il divieto di esportazione di armamenti in territori bellici, ovvero un referendum contro l’invio di armi italiane all’Ucraina . n.d.r.)

Abbiamo anche rinnovato l’abbonamento alla vostra newslettera. A presto, buon lavoro”.

Come di consueto, le newslettere di  Doriella (Cavazzini) & Renato (Ramello) ci raccontano  e annunziano  le iniziative di lotta NoTav in Valsusa e dintorni e anche del resto della penisola: clicca qui quella di questa settimana, oppure la trovi postata come ogni giovedì su Trancemedia.Eu nella sezione “Sotto il Moloch” https://www.trancemedia.eu/sotto-il-moloch/

100° settimana di iniziative al nuovo presidio a San Didero.

Continua la mobilitazione contro l’occupazione delle terre del presidio ex-autoporto a San Didero, per contrastare la preparazione del cantiere per costruire un nuovo autoporto e spostare quello attuale a Susa per lasciare il posto a opere per la nuova linea Torino Lione. Clicca la newslettera di Doriella&Renato per leggere tutte le iniziative di lotta NoTav della Valle Susa.