Abbiamo definito “Affaire Sanitario Pfas Piemonte” in termini eufemistici: “presa in giro” (clicca qui). Perche?
Perchè il girotondo del monitoraggio del sangue della popolazione alessandrina era passato dal sindaco di Alessandria al presidente della Regione e questi, al culmine dello sberleffo (anche televisivo: alle Iene), l’aveva “affidato” ad un fantomatico Comitato Etico. Cioè, come si dice in gergo calcistico e ormai politico, ha buttato la palla in tribuna. Cosa ha a che fare, infatti, una indagine sierologica da affidare all’ASL di Alessandria con un Comitato Etico? Nulla.
Esso è un organismo, peraltro nominato sei mesi fa, che ha come compito di “realizzare sperimentazioni farmacologiche, sperimentazioni cliniche non farmacologiche su protocolli e procedure mediche, chirurgiche, psicologiche, diagnostiche e terapeutiche, sperimentazioni cliniche su dispositivi medici” ovvero “studi su ogni procedura che implichi l’uso di organi, tessuti e cellule umane a scopi scientifici” ovvero “richieste di autorizzazione all’uso terapeutico di medicinali per uso compassionevole” ovvero “suicidio medicalmente assistito”. E’ un organismo pletorico di 18 membri, tra cui avvocati, farmacologici, assicuratori, farmacisti, rappresentanti farmaceutici, ingegneri, nutrizionisti, nessun epidemiologo, presidente una farmacista e vice un rappresentante sanitario.
Che cazzo c’entra? A meno che, continuare a NON sottoporre lavoratori e cittadini alle analisi del sangue per NON confermare l’enormità epidemiologica di malattie e morti, altro non voglia essere che… una sperimentazione di massa di suicidi assistiti! Suicidi?
Si presta a questa oscenità il sindaco di Alessandria che avrebbe il dovere civile e giuridico, in quanto massima autorità sanitaria locale, di applicare il principio di precauzione alla salute pubblica e fermare le produzioni di Solvay.