I sindaci dei Comuni di Cornate d’Adda, Imbersago, Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Solza, Verderio e gli amministratori della Provincia di Lecco e del Parco Adda Nord contestano l’autorizzazione concessa dalla Provincia di Bergamo a Italcementi per portare da 30 a 110 tonnellate all’anno i rifiuti da bruciare al cementificio di Calusco d’Adda.
Categoria: Italcementi
Comitati e Sindaci contro Italcementi e Provincia di Bergamo.
Parere negativo dei Comitati “La nostra aria” e “Zero Rifiuti” e dei Sindaci dei Comuni di Paderno, Robbiate, Imbersago, Verderio, Solza, Sotto il Monte e Cornate, alla richiesta di Italcementi di modificare l’autorizzazione integrata ambientale AIA per incrementare da 30.000 tonnellate/anno a 110.000 ton/anno il quantitativo di combustibili da rifiuti solidi non pericolosi (CSS – Combustibili Solidi Secondari) da utilizzare per alimentare a Caluso il forno di produzione del clinker (componente base del cemento), in parziale sostituzione dei combustibili fossili convenzionali.
Comitati e sindaci chiedono alla Provincia di Bergamo, considerata vera e propria controparte, uno studio epidemiologico-ambientale di “coorte”, residenziale e “retrospettivo” (ante-operam), considerato che le aree limitrofe al cementificio sono già fortemente inquinate, e l’eccesso di mortalità per cancro alla mammella riscontrato a Calusco con un incremento dell’87%. Italcementi, sfruttando i pareri favorevoli pronunciati da Ats Bergamo e Arpa, ha rispedito la richiesta ai mittenti.
Disastro ambientale della Italcementi in Sardegna.
Il prossimo 8 luglio al tribunale di Cagliari dovrebbe esserci finalmente (in tempo per evitare la prescrizione) l’udienza decisiva per valutare la richiesta del pm Giangiacomo Pilia di rinvio a giudizio a carico di cinque imputati (uno dei quali ha subìto anche un provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari) di disastro ambientale provocato dallo stabilimento Italcementi, in località Nuraxi, comune di Samatzai. Su 220 mq di terreno e in prossimità sono state sottoposte a sequestro dieci aree abusive con nascosti 196 mila metri cubi di materiali pericolosi che hanno compromesso le matrici ambientali suolo e falda per la riscontrata presenza fuori limite dei parametri arsenico, cromo esavalente, ferro, manganese nonché fluoruri e solfati, esponendo a pericolo la salute della locale popolazione. Il principale testimone di accusa, Omar Cabua, ha subìto svariati atti intimidatori, due aggressioni fisiche, gli hanno lanciato una molotov in piena notte contro casa, e per strada il messaggio: “Se licenziano, sei morto”.
Italcementi fa disastri ambientali in Sardegna. Molotov contro chi la denuncia.
E’ un colosso dai fatturati gonfi di guadagni, con la coscienza carica di licenziamenti e cassa integrazione e ricatti occupazionali. La tedesca Italcementi Heidelberg, una delle più importanti cementerie d’Italia, usa la Sardegna come una colonia e a ridosso del centro abitato di Samatzai sotterra oltre 200 mila metri cubi di arsenico, cadmio, piombo, selenio e tallio, coprendo di rifiuti i pascoli e persino le sorgenti e i corsi d’acqua. C’è forte timore di rappresaglie. Eppure c’è chi denuncia la multinazionale ai carabinieri fornendo testimonianza, prove e campioni, fotografie e video. Prove inconfutabili per uomini del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri che arrivano con gli escavatori della Procura di Cagliari. All’udienza del prossimo 22 febbraio compaiono imputati eccellenti: Salvatore Grimaldi Capitello, Ignazio La Barbera, Lorenzo Metullio, Giuseppe Cataldo , Basilio Putzolu. Clicca qui.
Per il direttore Capitello sono stati disposti gli arresti domiciliari. Chi ha avuto il coraggio di denunciare? Chi subisce minacce di morte? Chi è il solo che osa presentarsi in tribunale come parte civile? Omar Cabua. A ridosso del processo ha subìto un’aggressione (“Sono stato bloccato con la mia auto da degli sconosciuti che sono scesi dalla loro macchina e mi hanno picchiato, dicendomi di farmi gli affari miei”): è l’ultimo pesante avvertimento di una serie iniziata tre anni fa, quando si è trovato una molotov sul portoncino di casa. Come vive da allora? “Vivo con uno stato d’ansia pesante. Ogni rumore è un incubo, non c’è più serenità. Io ho deciso di denunciare lo stato delle cose qui a Samatzai perché non tollero che per un pugno di posti di lavoro abbiano devastato il territorio. Per fortuna la Giustizia sta facendo il suo corso. Hanno svenduto il territorio e a noi restano solo macerie, malattie, inquinamento e devastazione. Andrò avanti nella mia battaglia. Non mi fermo”. Clicca qui.
Omar ha sempre al suo fianco Giulia Moi, ex europarlamentare nella Commissone Ambiente e Salute, con la sua associazione Progresso Sostenibile.
Omar ha fiducia nella Giustizia. Ci auguriamo di non aggiungere un capitolo al nostro libro “Ambiente Delitto Perfetto” (di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia)
Italcementi di Novi Ligure. Sostanze radioattive e cancerogene? La Provincia nega la valutazione di impatto ambientale.
Il progetto approvato senza altri controlli. Autorizzate le ceneri delle centrali termoelettriche a carbone di Sassari e Vado Ligure (sequestrata dalla Procura di Savona). La VIA era stata negata anche per la Cementir di Arquata Scrivia.
Ceneri volanti al cementificio Italcementi di Novi Ligure.
Non c’è nessun pericolo per lavoratori e cittadini. Lo garantisce il PD in consiglio comunale. E chi lo garantisce al PD? L’Italcementi. E chi lo garantisce all’Italcementi? La Tirreno Power appena incriminata e sequestrata a Vado Ligure. State sereni, cittadini.
Per l’Italcementi si tratterebbe di “una azione virtuosa dal punto di vista ambientale, sempre meglio di una discarica”
Il progetto dell’azienda prevede l’utilizzo nel cementificio di Novi Ligure (San Bovo) delle ceneri provenienti da imprecisate centrali a carbone e sospette di essere cancerogene, tossiche e mutagene.
L’Italcementi dà per scontata l’autorizzazione della Provincia.
Il Comitato dei residenti si era opposto all’utilizzo delle “ceneri volanti” per il rischio diossina e la Cementir di Arquata Scrivia aveva rinunciato. Ora torna alla carica l’Italcementi a Novi Ligure con il progetto presentato alla Provincia –ancora privo di Valutazione di impatto ambientale- per produrre cemento usando nella macinazione 70 mila tonnellate annue di ceneri di carbone e lignite provenienti dai filtri delle centrali a carbone.