“Perseverare è diabolico quando si parla di una fantomatica ‘produzione strategica per la nazione’; anche quando quella ‘produzione’ continua ad essere una perdita economica che porterà alla catastrofe nazionale; soprattutto quando quella‘ produzione’ regala morte, malattia, disperazione”. […] “E’ il momento di cambiare strada, di chiudere la vecchia fabbrica della morte e di riconoscere a Taranto un giusto risarcimento, a partire dall’istituzione di una no-tax area e un piano di bonifica e riconversione economica studiato da professionisti di riconosciuto talento, avvalendosi di forza lavoro principalmente tarantina”. Continua a leggere la Lettera dei Genitori Tarantini al premier Conte e sottoscrivila (a genitoritarantini.ta@gmail.com) come già fatto da migliaia di cittadini. Clicca qui.
Categoria: Ilva
L’Ilva è incompatibile con la salute pubblica: i suoi impianti inquinanti devono essere fermati.
Il Comitato Cittadino per la Salute e l’Ambiente di Taranto chiede al sindaco che formalizzi questa richiesta e pretenda in modo netto e ufficiale al Ministero dell’Ambiente la revoca della facoltà d’uso degli impianti sottoposti a sequestro penale. (Clicca qui).
Comitato Taranto a Conte: non sprecare fondi su ArcelorMittal.
“Il Just Transition Fund, lo strumento della transizione verde del Recovery Fund, è stato tuttavia fortemente ridimensionato e noi riteniamo che le risorse rimanenti non possano essere sprecate in un’impossibile rilancio dell’Ilva”. È un passaggio della lettera che oggi il Comitato cittadino per la salute e l’ambiente a Taranto ha inviato al premier Giuseppe Conte. “Non vogliamo – si legge nell’appello a Conte – che il Just Transition Fund divenga la stampella per far proseguire ancora di qualche mese l’agonia dell’Ilva concedendo abilmente ad ArcelorMittal fondi europei e aiuti di stato. Clicca qui l’appello.
Lettera aperta al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: Occorre aggiornare lo Studio sugli effetti delle esposizioni ambientali e occupazionali a Taranto. Il Comitato Cittadino per la Salute e l’Ambiente chiede che lo studio epidemiologico su Taranto, consegnato al Tribunale di Taranto nel 2012 e poi proseguito grazie alla Regione Puglia, venga aggiornato per verificare e quantificare con precisione i danni sanitari causati dall’ILVA. Clicca qui.
No soldi pubblici per salvare l’Ilva.
Lo Stato non può farsi carico delle perdite di ArcelorMittal. La fabbrica non è sostenibile né dal punto economico né da quello ambientale e sanitario. Se lo Stato ritiene che sia utile salvare la produzione gettando ulteriori miliardi di soldi pubblici in un’azienda che cade a pezzi e senza futuro, allora è necessario che le organizzazioni tarantine e la cittadinanza scendano in strada per raccontare le alternative sostenibili e gli interventi di riconversione che si potrebbero attivare con tali investimenti pubblici. Clicca qui il video con Alessandro Marescotti.
L’Ilva è come il Paltò di Napoleone in “Miseria e Nobiltà”.
Radio Radicale intervista Alessandro Marescotti presidente di PeaceLink: INVITALIA non può salvare l’ILVA. La sua mission è differente rispetto a quella che fu la mission di GEPI. Tra il 1971 e il 1992 a GEPI lo Stato erogò circa 4.000 miliardi di lire per gestire 108.000 lavoratori. Una prospettiva non più proponibile oggi: INVITALIA non può tornare a diventare un carrozzone per mascherare i fallimenti. Cliccate qui per saperne di più.
Aumenta l’inquinamento Ilva durante il coronavirus.
In forte aumento le emissioni di benzene e di polveri sottili sia entro lo stabilimento sia nel quartiere Tamburi di Taranto. Clicca qui PeaceLink.
Il contratto firmato dal governo con ArcelorMittal è nefasto: contrasta con il diritto alla salute e alla vita e, ancora una volta, viola i diritti umani di un’intera popolazione.
Il governo – nel suo tentativo di evitare l’implosione dell’ILVA – gioca la carta della disperazione: sposta al 2025 il termine della messa a norma degli impianti. La Corte Costituzionale aveva di fatto “chiuso un occhio” sul primo decreto salva-ILVA contando sul fatto che i lavori di messa a norma sarebbero stati rapidissimi. Quello che sta avvenendo è invece l’esatto contrario: ben dieci anni di ritardo vengono previsti! Quante vittime lascerà sul campo un ritardo di questa portata? L’accordo prevede tale proroga nonostante la VIIAS (Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario) certifichi la pericolosità degli impianti in funzione che causano un rischio sanitario “non accettabile” agli attuali livelli produttivi di 4,7 milioni di tonnellate/anno di acciaio. Come farà il governo a garantire un rischio sanitario accettabile prospettando un aumento della produzione da 4,7 a 8 milioni di tonnellate/anno di acciaio? Come farà il governo a dimostrare che da qui in poi non vi saranno vittime in questo prolungarsi del percorso di messa a norma degli impianti? E solo chi si fa illusioni può pensare che l’accordo apra le strade ad un roseo futuro per i lavoratori di Taranto. La prospettiva è che ArcelorMittal vada via da Taranto pagando una penale da 500 milioni ma avendo acquisito il clienti dell’ILVA. E lasci al governo il compito di trovare un improbabile sostituto. Clicca qui PeaceLink: Non vi fate abbindolare. Il vero scopo del nuovo piano è quello di dare altri due anni di tempo per la messa a norma degli impianti. Intanto la gente muore
In piazza a Taranto a chiedere il fermo degli impianti ILVA.
Il 26 febbraio la manifestazione di cittadini attivi, genitori e bambini, ma anche lavoratori consapevoli. Clicca qui PeaceLink.
Ennesima assoluzione in sede penale per i morti da amianto.
Dalla Cassazione per l’ex Italsider Ilva di Taranto. Risarciti solo gli avvocati di parte civile. Fra prescrizioni e assoluzioni, dei 27 imputati per la morte di 31 lavoratori nessuno è condannato: il fatto non sussiste.
A Taranto scenderemo in piazza il 26 febbraio, perché le madri e i padri non abbandonano mai i loro figli.
Ci saremmo aspettati che gli impianti pericolosi, inquinanti, economicamente fallimentari, li avrebbe spenti il Governo per tutelare i bambini di Taranto e invece li stava spegnendo Mittal. Ma il Governo lo ha impedito, costringendo ArcelorMittal a inquinare ancora, a provocare a Taranto un rischio sanitario inaccettabile per migliaia di persone. Clicca qui la Lettera a Giuseppe Conte: “Lei, che è docente di diritto, sa che lo Stato deve incarnare almeno la diligenza del “buon padre di famiglia”. Ma che buon padre di famiglia è quello che espone i suoi figli a un rischio sanitario inaccettabile ? Lei farebbe così con i suoi figli?”.
Sentenza di sblocco del forno 2 Ilva: preferibili i rischi per la salute rispetto alla perdita di quote di mercato.
L’analisi della sentenza di Gianmario Leone con un drastico commento di “Tarantocontro”: clicca qui.
Clicca qui Taranto il riesame non spegne l’altoforno 2.
Con l’immunità penale aumentati i decessi a Taranto.
Più l’indagine Ilva si avvicina ai quartieri Tamburi, Paolo VI e Borgo, più si alza la mortalità. Clicca qui Paola Casella.
Nell’Italia dei ladri e degli inquinatori vanno in galera i pacifisti.
Prima di una galleria e di un ponte anche gli atei si fanno il segno della croce. Benetton si dichiara “parte lesa” e chiede -lui- i risarcimenti dallo Stato. I Riva si sono ingozzati con l’Ilva. La mafia si rimbocca le maniche per il Tav. E in galera chi ci va? Nicoletta Dosio che impugna uno striscione in una manifestazione pacifica: sblocco per 40 minuti di un casello che ha inferto alle autostrade (proprio ai miliardari!) un danno di… ben 700 euro per mancato introito dei pedaggi. Ma 49 milioni di euro truffati dalla Lega saranno restituiti (?) in… 80 anni. Garzia presidenziale a Bossi. Ai pacifisti un anno di galera, neppure un minuto per bancarottieri e grandi evasori e per gli avvelenatori di Eternit, Solvay, Ilva eccetera. Vergogna. Manifestazioni in tutta Italia.
Clicca qui Paolo Frosina e Sarah Buono “A26. Crolla il soffitto di una galleria: nuovo caso per i PM”. “La prof No Tav finisce in cella a 73 anni”.
Clicca qui Sandra Amurri: “Taranto, mancano i pediatri per i bambini malati di tumore”
Clicca qui Nicoletta Dosio “Contro l’ingiustizia la resistenza è un dovere”.
Clicca qui Pennatagliente: Fanno i danni e pretendono di essere risarciti.
Clicca qui le manifestazioni contro l’arresto di Nicoletta Dosio e altre iniziative NoTav in Valsusa.
Tu sei favorevole a fermare gli impianti Ilva fuori norma e pericolosi?
Il VIIAS certifica un rischio sanitario inaccettabile anche ai ridotti livelli produttivi del 2019. Campagna di pressione sui parlamentari italiani perché prendano a cuore il futuro e la salute dei bambini di Taranto, in quanto la vicenda viene spesso presentata solo in termini economici, senza alcun riferimento ai valori essenziali della vita e della salute. Questi sono i dati ISS di incidenza dei tumori a Taranto rispetto agli altri comuni della provincia jonica. Clicca qui Peacelink.
I bambini dell’oncologia: “Chiudete l’Ilva”.
Clicca qui il video delle Iene.
La Caporetto ILVA: perdite esorbitanti e licenziamenti inaccettabili.
1) E’ impossibile rendere competitiva una fabbrica viziata da gigantismo. Il punto di pareggio costi/ricavi a Taranto è a 7 milioni di tonnellate/anno mentre nel 2018 ne ha prodotti 4,7.
2) ArcelorMittal richiede una “cura da cavallo” che non risolleverà lo stabilimento ma che lo farà definitivamente stramazzare morto per terra.
E allora la domanda è: possibile che questa cosa chi governa non l’abbia capita?
L’impressione è che nessuno la voglia capire per mera convenienza politica. Occorrerebbe prendere atto che l’ILVA sta affondando e che l’unico modo per salvare i lavoratori è preparare le scialuppe di salvataggio, non rimanere sulla nave che si inabisserà.
Ilva tra incudine e martello.
Il giudice rigetta la richiesta di proroga dell’altoforno 2. Clicca qui il Corriere di Taranto.
La stampa ha anticipato quello che dovrebbe essere “l’ultimo” piano presentato dal governo ad ArcelorMittal. Clicca qui Il Messaggero.
“E’ una catastrofe continuata” rammenta la figlia del lavoratore morto per un tumore da lavoro, al quale è stata intitolata la piazza antistante il Petrolchimico. Clicca qui.
Ilva: conflitto tra lavoro e salute, conflitto tra padroni e operai, conflitto tra operai e popolazione.
Una storia vista tante volte in Italia per le fabbriche della morte.
Accordo con AcelorMittal? Smantellare l’impianto, risanare il sito e ricostruirlo altrove? Tenerne in vita solo una parte e cercare soluzioni alternative – il risanamento del sito – per le maestranze “superflue”? Chiuderlo come Icmesa, Acna, Farmoplant ecc.? Che fare: clicca qui Guido Viale.
Nazionalizzare: la macchina assassina non può restare ai privati. Clicca qui Marco Revelli.
Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un bambino. Il dibattito di questi giorni oscura ancora una volta la sentenza della Corte dei diritti dell’Uomo che condanna lo Stato Italiano. La posizione critica di PeaceLink nella situazione attuale della trattativa Conte-Mittal clicca qui.
Il coraggio di dire la verità sull’Ilva.
I governi hanno delegato ad AcelorMittal la scelta scomodissima di chiudere l’ILVA: clicca qui Alessandro Marescotti Peacelink.
La prosecuzione della produzione di acciaio a Taranto non è l’unica scelta possibile: clicca qui ISDE Italia
L’Ilva uccide, non garantisce l’occupazione: clicca qui Marco Bersani Attac Italia
Cala la produzione ILVA e calano i dati dell’inquinamento: clicca qui il monitoraggio
Nazionalizzare l’Ilva significa.
Nazionalizzare l’Ilva significa ridurne le dimensioni, bonificarla, convertire l’area in altre produzioni e servizi. C’è chi non è d’accordo. E chi è d’accordo ma non ha il coraggio di dirlo.poli
Clicca qui Massimo Giannini, Marco Revelli, Turi Palidda, Franco Astengo, Doriana Goracci, IlSole24Ore, Slai Cobas, CARC, (nuovo) partito comunista italiano, Proletari comunisti, Avvocatura democratica.
Nazionalizzare l’ILVA.
Nazionalizzazione per la riconversione della produzione al fine di eliminare all’origine l’inevitabile riproduzione di inquinamento cancerogeno che colpisce lavoratori e abitanti.
Clicca qui Ex Ilva: veleni, scudo penale, reddito-lavoro e salute-vita : Alessandro Marescotti (presidente di PeaceLink), Sergio Bellavita e Francesco Rizzo (USB).
Clicca qui Altra Liguria.
Ilva di Taranto: lavoro o salute.
Sta per essere convertito in legge il decreto comprensivo dello scudo penale per i manager Acelor Mittal legato all’attuazione del piano ambientale (e anche i capisquadra e i capireparto, spalleggiati da qualche sindacato, chiedono l’analogo esonero delle responsabilità). Clicca qui un appello di Salvatore Palidda: affinché i sindacati fermino la deriva reazionaria.
Guerra nel governo sul Decreto Ambiente.
A pochi giorni dal “Climate Action Summit” di New York. Clicca qui Virginia Della Sala “Guerra sui sussidi dannosi. Slitta il decreto Ambiente”. Il testo contiene sovvenzioni per iniziative green e norme per potenziare la VIA (anche in ottica Ilva) contrapposte in bilancio ai sussidi (19 miliardi) ambientalmente dannosi in particolare a favore delle fonti fossili.
ArcelorMittal Taranto: la situazione è di pesante attacco.
Clicca qui la posizione di Slai cobas.
Ambientalisti e sindacati di base contrari all’immunità penale per ArcelorMittal (Ilva).
Pubblicato il “decreto imprese“ in Gazzetta ufficiale che per l’ex Ilva prevede lo scudo penale alle operazioni di attuazione delle prescrizioni fissate dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), con scadenza finale 2023 e secondo cronoprogramma. Clicca qui USB e Associazione Genitori Tarantini. Intanto l’azienda proroga per altre 13 settimane la cassa integrazione.
Ai cittadini di Tamburi neanche una lira di risarcimento dai Riva.
Il denaro e i beni che la miliardaria famiglia Riva doveva rimborsare alle vittime del rione di Taranto sono svaniti nel nulla. Quando i legali dei danneggiati chiedono il pignoramento trovano un pianoforte e una affettatrice. Scomparsa l’eredità di Emilio, fondatore dell’impero Ilva, arrestato con i figli Nicola e Fabio, per associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari, omissioni dolose di cautele sui luoghi di lavoro, corruzione in atti giudiziari ecc.
Il M5s muore non solo di Tav ma anche di Ilva.
Arcelor Mittal incassa la marcia indietro di Di Maio tramite il ritorno all’immunità penale (“a scadenza”) e ora vuole stravincere bloccando il riesame dell’autorizzazione ambientale AIA del ministro Costa alla luce dei nuovi drammatici dati sul rischio sanitario. Mangiare la minestra o saltare dalla finestra: in Europa ci sono 30milioni di tonnellate di sovracapacità produttiva, i clienti dell’Ilva se li è già presi, dunque ad Acelor non può fregar di meno chiudere lo stabilimento di Taranto.
Area marina protetta per cambiare l’immagine di Taranto.
E’ possibile prima di chiudere l’avvelenamento dell’Ilva e bonificare? Clicca qui il Convegno a Palazzo Montecitorio
L’immunità penale a Ilva/ArcelorMittal è anticostituzionale.
Clicca qui dall’Ordinanza del GIP Benedetto Ruberto del Tribunale di Taranto (in neretto i passaggi principali su cui la Corte Costituzionale si pronuncerà).
La nazionalizzazione dell’ILVA è l’unica soluzione per il lavoro e la salute.
“Nazionalizzazione senza indennizzo per ArcelorMittal, e sotto il controllo dei lavoratori, nel quadro della nazionalizzazione di tutta la siderurgia”. Non è una posizione accolta dai sindacati. Clicca qui.
Immunità penale Ilva/ArcelorMittal riscritta o abolita?
Secondo Gianmario Leone (Corriere di Taranto), affermare che la norma non esista più e sia stata abolita non corrisponde al vero, come invece sostiene il vicepremier Di Maio. Clicca qui.
Di Maio furioso. La minaccia di Mittal: ‘Senza scudo chiudiamo. O torna l’immunità o stop il 6 settembre’. Clicca qui Carlo Di Foggia.
600 bambini nati malformati a Taranto: attentato alla salute con censura di Stato.
Un dato non presentato pubblicamente ai giornalisti prima delle elezioni europee bensì confinato in un angolino della Valutazione Danno Sanitario ILVA, che quasi nessuno ha letto. E così l’informazione non è diventata una notizia. Il M5s doveva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Adesso che sono al governo hanno tenuto nel cassetto il nuovo studio epidemiologico Sentieri.
L’alternativa alla chiusura dell’Ilva.
Passa per l’autogoverno della città e della fabbrica da parte dei cittadini e degli operai tarantini, tramite una risposta radicale a partire dall’occupazione della fabbrica e del municipio tarantino, per un autogoverno di Taranto basato sui consigli degli operai e dei cittadini. E’ la posizione del Partito di Alternativa Comunista: clicca qui. Insurrezionale: non la condividiamo.
E’ lotta nonviolenta ma è lotta vera a Taranto.
Cittadini e lavoratori, insieme ai Movimenti NoGrandiOpere, in un pacifico e determinato corteo per chiedere la chiusura dell’Ilva (Arcelor Mittal), la bonifica con il reimpiego degli operai e la riconversione economica del territorio. Clicca qui.
La Valsusa chiede la chiusura dell’Ilva (Arcelor Mittal).
Sarà a Taranto il 4 maggio. TUTTO L’ACCIAIO NON VALE LA VITA DI UN SOLO BAMBINO. Clicca qui l’appello e le altre iniziative No Tav.
Basta! L’Ilva va chiusa. Manifestazione il 4 maggio a Taranto.
Il tradimento dei Cinquestelle contestato ai ministri Di Maio (Mise), Grillo (Salute) e Costa (Ambiente) al tavolo di confronto governo/associazioni .
Clicca qui il video con Massimo Battista e Michele Riondino rappresentanti dei “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti”
Clicca qui il video con Alessandro Marescotti presidente dell'”Associazione PeaceLink”
Con la gestione Arcelor Mittal c’è più inquinamento di prima. Clicca qui i dati.
Primo Maggio a Taranto. Corteo e concerto autofinanziati da “Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti”. Sul palco Movimenti e Artisti di tutta Italia. Michele Riondino: i Cinquestelle ci hanno sedotti e abbandonati. Se si vuole conciliare la salute con il lavoro: bisogna chiudere l’Ilva. Clicca qui Maria Teresa Totaro (Il Fatto).
Osservatorio nazionale amianto: +500% di tumori tra i lavoratori Ilva. Clicca qui.
Ilva. Slai Cobas contro i silenzi del “Piano Taranto”.
Fermare le fonti inquinanti e bonificare. Invece 2600 operai, che dovevano essere impegnati nelle bonifiche, sono stati espulsi da Arcelor Mittal. Dobbiamo ricostruire un sindacato di classe. Le mamme, i genitori dei bambini morti devono capire che senza gli operai non si va da nessuna parte. Clicca qui il dettagliato intervento di Slai Cobas.
La rivolta contro il Movimento5Stelle.
Il ritorno a Taranto il 24 aprile del vicepremier Luigi Di Maio si annuncia incandescente: crocifissione o resurrezione? Secondo gli accusatori, il Movimento5stelle avrebbe tradito gli elettori e la città è in rivolta dopo l’accordo con Acelor Mittal, dopo che Peacelink, Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, Comitato quartiere Tamburi, Isde Medici per l’ambiente Massafra, FLMUniti-CUB, Giustizia per Taranto, Legamjonici, LiberiAmo Taranto, Tamburi Combattenti, Taranto L.I.D.E.R., Taranto Respira, TuttaMiaLa Città, libere cittadine e liberi cittadini, Mamme del quartiere Tamburi ecc. avevano ribadito che “L’Ilva non può continuare a produrre nel cuore di una città in maniera compatibile alla salute umana, neanche in presenza di investimenti importanti. L’unica via perseguibile è chiusura, bonifica ad opera dei lavoratori attualmente impiegati, tutela della salute e riconversione economica dell’intera area ionica”. Analogamente si è espresso il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”: clicca qui.
I Cinquestelle ci accusano di essere “allarmisti”: clicca qui.
Ma tutti i dati ambientali e sanitari li smentiscono: clicca qui. E clicca qui .
Dunque il 24 aprile sarà dura per Di Maio acquietare i tarantini nel clima descritto dai giornali: clicca
Il Convegno al servizio della lobby Ilva Acelor Mittal.
E’ scontato che il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” sia al fianco dei Comitati e delle Associazioni che si battono per la “Urgente chiusura dell’Ilva e conseguente riconversione economica dell’intera area ionica” (clicca qui)
per le motivazioni ripetutamente riportate sul Sito della Rete Ambientalista: clicca qui.
E’ scontato che imprenditori, sindacati, politici, ministri, giornalisti, si oppongano alla chiusura urgente dell’Ilva, come sempre avvenuto (Acna, Farmoplant, Tav ecc.) per “conciliare lavoro e salute” ovvero gli interessi padronali e politici sulla pelle delle vittime.
Ma non era per tutti scontato che facesse parte di questa schiera Medicina democratica, l’Associazione già conflittuale e anticapitalista fondata dallo scienziato Giulio Maccacaro, la quale si era sempre battuta per la chiusura delle fabbriche della morte. Questa sciagurata posizione ribadita in un Convegno a Taranto (clicca qui)
era invece scontata per i Soci, anche fondatori dell’Associazione, che l’hanno abbandonata a causa della sopravvenuta mutazione genetica che ha tradito i princìpi di Maccacaro. Il recente Convegno di una Associazione sconosciuta nel territorio può passare inosservato fra i tarantini, anche se fotografa il circolo vizioso che caratterizza la mutazione genetica di una Medicina democratica oggi ridotta ai minimi termini dell’iscrizione e pienamente integrata nel sistema: essa, annichilite le Sezioni territoriali e cessata ogni azione come Movimento di lotta nei territori,
a) entra come parte civile (parte lesa, lesa di che?) in tutti i procedimenti penali, i quali normalmente si risolvono senza condanne e bonifiche e soprattutto senza risarcimenti sostanziali per le Vittime, ma assicurano foraggiamenti agli avvocati e alla propria cassa;
b) la cassa è vitale per il bilancio: senza di essa per alcuni non sarebbero praticabili conferenze, rappresentanze, trasferimenti, libri, riviste, referenze, consulenze, incarichi ecc.;
c) tra queste attività autoreferenziali rientrano costosi convegni come quello di Taranto (vitto e alloggio e viaggio: una bestemmia per il volontariato di chi per decenni se li è sempre pagati di tasca propria);
d) abolito il Movimento delle Sezioni, le suddette attività servono a giustificare la propria esistenza quale “studio legale” di fatto. In tale veste è l’interesse di Medicina democratica per Taranto: per i processi. E ritorniamo al punto a) del circolo vizioso.
Replica di Medicina democratica a Movimento di Lotta per la Salute Maccacaro.
Il tempestivo comunicato stampa di Medicina democratica (clicca qui) di replica al “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” (post sotto riportato) non smentisce l’ambiguità attribuitale, anzi, purtroppo esso afferma che Medicina democratica si contrappone ai cittadini e agli ambientalisti che chiedono l’urgente chiusura dell’Ilva e la conseguente riconversione economica dell’intera area ionica. Lo fa con la solita filastrocca antiambientalista: “salute e lavoro binomio inscindibile” “conciliare lavoro e salute” “progressiva riduzione degli impatti maggiormente inquinanti” “confronto lavoratori e residenti” “soluzione contrattata del conflitto fra le ragioni del capitale e le ragioni della salute”. I cittadini di Taranto non hanno ragioni “da vendere”, come afferma il presidente di Medicina democratica, dalla loro parte hanno le ragioni di migliaia di morti e ammalati, non hanno più salute da vendere, non sono più disposti a tirare avanti sulla propria pelle con i compromessi del colpo al cerchio e alla botte. E non sono certo i convegni di pseudo “scienziati e legulei” che offrono la salvezza delle vite.
Chi scrive è uscito da Medicina democratica dopo 40 anni, perché non era più il Movimento di lotta per la salute di Maccacaro, il quale da scienziato e partigiano avrebbe chiesto la chiusura dell’Ilva quale fabbrica della morte (Acna, Manfredonia, Farmoplant, Icmesa). Purtroppo l’attuale Medicina democratica non ha più radicamenti sui territori, anche in Puglia non ha più una Sezione, è prevalentemente impegnata a far cassa presenziando parte civile ai processi. Così, non a caso, è a Taranto parte civile contro Ilva (ma non Arcelor Mittal).
Lino Balza
Urgente chiusura dell’Ilva e conseguente riconversione economica dell’intera area ionica.
Le chiedono Peacelink, Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, FLMUniti-CUB, Giustizia per Taranto, Tamburi Combattenti, Taranto Respira, Tutta Mia La Città, libere cittadine e liberi cittadini, Mamme del quartiere Tamburi, Movimento di lotta per la salute Maccacaro ecc. Slai Cobas è contrario ad ogni ipotesi di chiusura. Ambiguo il convegno organizzato da Medicina democratica (continua).
Accerchiato il municipio di Taranto da mamme e bambini che protestano contro l’inquinamento.
Clicca qui il video del girotondo dei bambini: chiudete l’Ilva.
Le mamme di Tamburi vanno a “chiudere ” l’ILVA di Taranto .
Lucchetti sul cancello della direzione del Siderurgico, dopo che il sindaco aveva ordinato la chiusura di due scuole e a fronte di nuovi allarmati dati sull’inquinamento. Clicca qui Sandra Amurri.
Premio Attila sezione “Pace nonviolenza” vince Matteo Salvini.
Per la sezione “ Ambiente e salute” è necessario un riconteggio dei voti nel ballottaggio fra le famiglie Benetton e Riva. Per Matteo Salvini invece non c’è stata partita. Il volto è quello del ministro dell’Interno , ma il corpo è di una donna intenta ad allattare due spaventosi gemelli, simbolo di razzismo e nazionalismo. Il carro allegorico è stato tra i protagonisti della tradizionale sfilata di Carnevale a Düsseldorf. La raffigurazione è accompagnata da due bandiere tricolore recanti il messaggio “Brutta Italia” e da un tatuaggio a forma di cuore, stampato sulla spalla sinistra, riferito alla mafia.
Gli inquinanti dell’Ilva sono aumentati.
Lo afferma l’Arpa Puglia e lo sottolineano gli ambientalisti di Peacelink. Clicca qui.
Siamo tutti tarantini, perché a Taranto vengono violati i diritti umani.
Un fiume silenzioso di persone nella fiaccolata. Fiorella Mannoia ha inviato questo contributo musicale https://tinyurl.com/y5m6c7fu
Peacelink smentisce Di Maio.
Una nuova denuncia di Peacelink: attorno alla cokeria Ilva in un anno incremento del 160% per il benzene, del 140% per l’idrogeno solforato e del 195% per gli Ipa totali. Tutti cancerogeni. Smentite le affermazioni del ministro Luigi Di Maio.
Taranto deve salvare i suoi bambini dalla strage dell’Ilva.
Mentre i figli continuano a morire, i genitori manifestano con le fiaccole e contestano governo e politici. Clicca qui Mortalità infantile maggiore del 21% rispetto alla media regionale. Asma bronchiale e infezioni respiratorie 33% in più rispetto agli altri bambini.
Contestato di tradimento il M5s sull’ILVA a Taranto.
Cittadini e ambientalisti irrompono nella conferenza dei parlamentari con uno striscione contro l’immunità penale. Per video e foto di Peacelink clicca qui.
Ilva. Altro che “collinette ecologiche”, non erano fatte di terra ma di rifiuti industriali.
Al quartiere Tamburi di Taranto, immense discariche abusive hanno già contaminato i terreni con sostanze altamente tossiche e cancerogene. E ora si teme per la falda.