No all’autorizzazione a produrre allo stabilimento Ilva.

In assenza di garanzie per la salute pubblica e in presenza di un parere così netto dell’Istituto Superiore della Sanità.
Infatti, afferma Peacelink,  l’azienda Acciaierie d’Italia aveva commissionato uno studio per valutare l’impatto sanitario delle emissioni in uno scenario produttivo di 6 milioni e di 8 milioni di tonnellate di acciaio annue, sostenendo che, grazie all’adozione delle migliori tecnologie disponibili (BAT), le emissioni “post operam” sarebbero rientrate – in entrambi gli scenari – sotto la soglia di rischio accettabile. Ma l’ISS ha sollevato puntuali obiezioni sulla metodologia adottata. Questa presa di posizione dell’ISS rappresenta un segnale forte. La VIS commissionata dall’azienda presenterebbe per l’ISS criticità metodologiche che porterebbero a una sottostima del rischio sanitario effettivo. Taranto ha diritto a un futuro libero dalla spada di Damocle dell’inquinamento mortale per costruire un futuro di sviluppo sostenibile.

I Pfas non dovrebbero mai trovarsi nei giocattoli per bambini.

Secondo l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente-Isde e l’Associazione Culturale Pediatri-Acp, i Pfas continuano a essere presenti nei prodotti destinati ai bambini, con il rischio di gravi conseguenze sulla loro salute. Isde e Acp hanno inviato una lettera ai ministri della Salute e dell’Economia per chiedere di vietare l’uso di Pfas e bisfenoli, già banditi dagli imballaggi alimentari in diversi Paesi, ma ancora ammessi nei giocattoli. Le evidenze scientifiche sono schiaccianti: i Pfas sono sostanze che indeboliscono il sistema immunitario, riducono l’efficacia dei vaccini e aumentano il rischio di malattie croniche, sono stati rinvenuti nelle urine dei bambini di tutta Europa e sono associati a problemi di sviluppo, obesità e persino tumori.
 
La partita ora si gioca nei palazzi della politica, tra pressioni industriali, in particolare di Solvay che, nello stabilimento di Spinetta Marengo, è l’unico produttore italiano di Pfas. Sono scelte che definiranno il livello di tutela per le nuove generazioni.

Il “caso Pfas” spiegato nelle scuole.  

Se possiamo dare un suggerimento a Greenpeace e a chi ha le disponibilità finanziarie per farlo, è avviare nelle scuole italiane l’esperienza del Liceo scientifico G.B. Quadri di Vicenza, nel corso della quale sarà anche affrontato  il caso Miteni e l’inquinamento da PFAS, accompagnato dalla visione di Dark Waters. Sarà raccontato ai ragazzi l’impatto dell’inquinamento ambientale legato al caso Miteni di Trissino, un disastro che ha coinvolto profondamente il territorio vicentino. Grazie alla sua esperienza come giornalista d’inchiesta, Marco Milioni offrirà una prospettiva unica sul rapporto tra ambiente e responsabilità collettiva. Il progetto vicentino  non solo forma, ma stimola il pensiero critico e l’interesse per il giornalismo investigativo, coinvolgendo attivamente studenti e istituti del territorio. Clicca qui.

Politici, stop patteggiamenti con Solvay sulla pelle della gente.

“I Comitati e le Associazioni invitano la Procura di Alessandria a non intraprendere procedimento di patteggiamento con Solvay/ Syensqo inteso a favorire in senso premiale all’imputato di chiudere anticipatamente senza dibattimento la vicenda penale relativa al disastro eco sanitario dello stabilimento di Spinetta Marengo.”
“I Comitati e le Associazioni diffidano le Istituzioni locali e nazionali (Comune, Regione, Ministero ecc.) di proseguire tavoli di trattative intesi a favorire tale patteggiamento che affievolisce i reiterati reati penali e civili di contaminazione ambientale e non riconosce alle Vittime, persone fisiche morte o ammalate, i reali risarcimenti rapportati ai danni individualmente subìti”.
“I Comitati e le Associazioni, a discrimine di ogni ipotesi di patteggiamento,  pongono  irrinunciabilmente al primo posto l’immediata interruzione della condotta di contaminazione che continua a perdurare, cioè pongono l’arresto della produzione e dell’utilizzo delle sostanze tossiche e cancerogene: con l’azzeramento delle emissioni in aria, nel sottosuolo ed in falda e col procedere contestualmente -a carico dell’azienda- ad una reale e completa bonifica dell’inquinamento fino ad oggi generato”.
Su questi tre imperativi etici e politici -in primis fermare Solvay- hanno concordato i gruppi locali dei Comitati e delle Associazioni di Alessandria, impegnandosi ciascuno ad articolare all’opinione pubblica prese di posizione forti e inequivocabili nei confronti delle Istituzioni, in grado di mobilitare la popolazione e fare blocco sulla  Procura.
Così, hanno proceduto con comunicati stampa Legambiente (clicca qui) e Movimento di lotta per la salute Maccacaro (clicca qui). Così, proseguiranno le prese di posizione di  WWF, Comitato Stop Solvay, Medicina democratica, Vivere in Fraschetta, GreenpeaceAnemos eccetera. Aspettando i Sindacati e i Partiti.

Il programma di “Ammaliamo il mondo. La salute al primo posto?”

Sabato 22 febbraio 2025

Ore 10,30 – INTRODUZIONE AL CORSO – PERCHE’, PER CHI, COME

Mirta Da Pra Pocchiesa e Federica Pecoraro, coordinatrici di Casacomune

Ore 11.00 – ONDATE DI CALORE E DINTORNI. LE RICADUTE DELLA CRISI CLIMANTICA SULLA SALUTE

Letizia Proserpi, divulgatrice e socia ISDE

Ore 12.00 – INQUINANTI INDUSTRIALI CHE INQUINANO ACQUA, ARIA E TERRE AMIANTO – IL CASO ETERNIT DI CASALE MONFERRATO Silvana Mossano, giornalista (online)

Ore 14.30 – INQUINANTI INDUSTRIALI CHE INQUINANO ACQUA, ARIA E TERRE IL CASO PFAS

Vincenzo Cordiano, ISDE Associazione Italiana Medici per l’Ambiente

Vitalia Murgia, ISDE Associazione Italiana Medici per l’Ambiente

Ore 15.30 – INQUINANTI IN AGRICOLTURA. IL PESO DEL GLIFOSATO E DEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI

Simona Savini, Campagna Agricoltura Greenpeace Italia (online) Comitato Gruppo Locale Torino

Ore 16.30 – NON LI VEDI MA LI RESPIRI. QUALI PROBLEMI PER I CENTRI URBANI

Beppe Piras, Comitato Torino respira

Ore 17,30 – Lavori di gruppo/Spazio di discussione/confronto tra i partecipanti (facoltativo e solo per iscritti in presenza che si prenotano)

Domenica 23 febbraio 2025

Ore 09.15 – SMALTIMENTO RIFIUTI E SOSTANZE TOSSICHE NELL’INDUSTRIA E ECOMAFIE TRA FALSE NOTIZIE E VERITA’

Antonio Pergolizzi, saggista e giornalista curatore del rapporto ecomafie di Legambiente (online)Ore 10.00 – LE CONSEGUENZE DEGLI INQUINANTI SULLA SALUTE UMANA

Antonino Frustaglia, Medico specializzato in Cardiologia, Gerontologia e Geriatria.

Ore 11.00 – CHE FARE? PROBLEMI E AZIONI POSSIBILI PER CAMBIARE ROTTA E GENERARE CAMBIAMENTO

Introduce Marica Di Pierri, Associazione a sud online

Comitato Mamme no PFAS

Movimento Lotta per la salute con Lino Balza

ISDE Piemonte

ARPA con Alberto Maffiotti Biologo-Dirigente del Dipartimento Arpa Piemonte Nord Ovest

Sapereambiente con Marco Fratoddi

Ammaliamo il mondo. La salute al primo posto?

Il 22 e 23 febbraio 2025 si terrà il corso di formazione “AMMALIAMO IL MONDO – La salute al primo posto?” L’evento può essere seguito on line in diretta live o vissuto in presenza, presso la Fabbrica delle “e” a Torino, in corso Trapani 91/b.

Come primo evento dell’anno abbiamo pensato di fare un corso che riguarda la nostra salute: vogliamo quindi riflettere sulle connessioni tra ambiente e salute, sulle ricadute della crisi climatica e l’uso degli inquinanti. Parleremo di diritti calpestati e di quelli ri-conosciuti dopo anni di battaglie, soprattutto da parte di gruppi, associazioni, ong. La parte finale sarà dedicata al “che fare”: modi e metodi per far fronte ai continui attacchi alla salute nostra e del pianeta di cui facciamo parte. Accanto all’approfondimento, con specialisti del settore, verrà dato spazio al racconto di esperienze significative in atto e al ruolo degli attivisti. Si ragionerà su dati, nazionali ed internazionali, su strategie operative e sulla legislazione in atto in materia e sulle modifiche che andrebbero apportate.

Interverranno relatori di indiscussa professionalità e competenza del mondo medico e scientifico, giornalisti e rappresentanti di organizzazioni da sempre in prima linea su queste tematiche: Legambiente, Sapereambiente, Libera, Gruppo Abele, ISDE Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, Torino Respira, Premio Luisa Minazzi, Movimento di Lotta per la Salute G. Maccacaro.

Contatti: tel 342.3850062; mail casacomune.laudatoqui@gmail.com; www.casacomuneaps.org

Il programma di “Ammaliamo il mondo. La salute al primo posto?”

Sabato 22 febbraio 2025

 Ore 10,30 – INTRODUZIONE AL CORSO – PERCHE’, PER CHI, COME

Mirta Da Pra Pocchiesa e Federica Pecoraro, coordinatrici di Casacomune

Ore 11.00 – ONDATE DI CALORE E DINTORNI. LE RICADUTE DELLA CRISI CLIMANTICA SULLA SALUTE

Letizia Proserpi, divulgatrice e socia ISDE

Ore 12.00 – INQUINANTI INDUSTRIALI CHE INQUINANO ACQUA, ARIA E TERRE AMIANTO – IL CASO ETERNIT DI CASALE MONFERRATO Silvana Mossano, giornalista (online)

 Ore 14.30 – INQUINANTI INDUSTRIALI CHE INQUINANO ACQUA, ARIA E TERRE IL CASO PFAS

Vincenzo Cordiano, ISDE Associazione Italiana Medici per l’Ambiente

Vitalia Murgia, ISDE Associazione Italiana Medici per l’Ambiente

Ore 15.30 – INQUINANTI IN AGRICOLTURA. IL PESO DEL GLIFOSATO E DEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI

Simona Savini, Campagna Agricoltura Greenpeace Italia (online) Comitato Gruppo Locale Torino

Ore 16.30 – NON LI VEDI MA LI RESPIRI. QUALI PROBLEMI PER I CENTRI URBANI

Beppe Piras, Comitato Torino respira

Ore 17,30 – Lavori di gruppo/Spazio di discussione/confronto tra i partecipanti (facoltativo e solo per iscritti in presenza che si prenotano)

Domenica 23 febbraio 2025

Ore 09.15 – SMALTIMENTO RIFIUTI E SOSTANZE TOSSICHE NELL’INDUSTRIA E ECOMAFIE TRA FALSE NOTIZIE E VERITA’

Antonio Pergolizzi, saggista e giornalista curatore del rapporto ecomafie di Legambiente (online)Ore 10.00 – LE CONSEGUENZE DEGLI INQUINANTI SULLA SALUTE UMANA

Antonino Frustaglia, Medico specializzato in Cardiologia, Gerontologia e Geriatria.

Ore 11.00 – CHE FARE? PROBLEMI E AZIONI POSSIBILI PER CAMBIARE ROTTA E GENERARE CAMBIAMENTO

Introduce Marica Di Pierri, Associazione a sud online

Comitato Mamme no PFAS

Movimento Lotta per la salute con Lino Balza

ISDE Piemonte

ARPA con Alberto Maffiotti Biologo-Dirigente del Dipartimento Arpa Piemonte Nord Ovest

Sapereambiente con Marco Fratoddi

2.000 miliardi di danni. La lobby dei Pfas e l’inciucione italiano.

Rispetto a quando per la prima volta (1990) scrivemmo che lo stabilimento di Spinetta Marengo scaricava Pfas in Bormida. Rispetto a quando dai primi anni 2000 eravamo in pochi, se non i  soli, a diffondere sui Pfas informazioni e documenti internazionali sempre più allarmanti, anche trasmettendoli -come Movimento di lotta per la salute Maccacaro– in forma di esposti (venti) alla Procura di Alessandria. Ebbene, rispetto a quei tempi, fino a quelli odierni, per tutti i quali ci appuntiamo la medaglietta di indefessa costanza, ebbene oggi si può affermare che la tragedia Pfas primeggia quasi in tutti gli organi di informazione, merito anche negli ultimissimi anni dell’accelerata mediatica della campagna di Greenpeace in Italia ( http://bit.ly/3FAJ7H0 ). Meglio tardi che mai. Ma non ancora a sufficienza.
Infatti, a tutt’oggi, le produzioni dei cancerogeni e tossici Pfas della Solvay non sono state fermate ad Alessandria e l’uso dei  Pfas non è  stato messo al bando in Italia.
 
Lo stallo malmostoso è il segno che  la lobby delle aziende chimiche e industriali capitanata da Solvay è tutt’altro che rassegnata: grandi manovre sono in corso attorno ai processi Miteni di Vicenza e Solvay di Alessandria, con il sospetto che si voglia spegnerli, quando meno impacchettarli. In Veneto l’allarmato documento di Mamme No Pfas, Isde, Cillsa, Legambiente, Cgil Veneto e Rete dei comitati denuncia l’esistenza di un semiclandestino tavolo di autorità politiche, istituzionali e giudiziarie  che tratta con le aziende imputate coprendone le responsabilità penali e risarcitorie (https://www.rete-ambientalista.it/2025/01/11/delitto-perfetto-2-vicenza/). In Piemonte: l’altro “inciucio” della tabula rasa dei patteggiamenti giudiziali a danno delle Vittime e della bonifica, su cui hanno preso posizione Legambiente e Movimento di lotta per la salute Maccacaro (https://www.rete-ambientalista.it/2025/01/11/delitto-perfetto-2-alessandria/ ).
A lato di questo “inciucione”, la lobby è quanto mai aggressiva in campagne di pressione sui politici e di  disinformazione atte a  sviare l’attenzione pubblica dalle loro responsabilità verso i rischi per la salute e i relativi costi sociali (esemplari furono le campagne pro-tabacco). Lo scopo delle centinaia di lobbisti (addirittura Mario Draghi) è duplice: indebolire e affossare la proposta di Bruxelles di vietare la vendita e commercializzazione dei Pfas, e spostare il peso economico dei lavori di bonifica dalle aziende ai cittadini.
La multinazionale belga in Europa mantiene, con Ilham Kadri amministratrice delegata di Syensqo spin off di Solvay, un ruolo apicale nella “Campagna di disinformazione” dopo la richiesta di restrizione e divieto dei Pfas promossa nel 2023 dai cinque Stati europei (Danimarca, Germania, Norvegia, Olanda, Svezia). La campagna punta all’esclusione dal divieto dei fluoro polimeri: da considerarsi innocui prodotti finiti rispetto ai Pfas “storici” intermedi di produzione, e soprattutto da affermarsi essenziali per lo sviluppo della nuova tecnologia verde sponsorizzata dal Green Deal e finanziata in parte dal PNRR. Il nuovo fluoropolimero essenziale per l’idrogeno verde sarebbe Aquivion, che dal 2025 a Spinetta noi  produrremo senza utilizzo di pfas”. Falso. Aquivion rimane un Pfas e una volta riversato in ambiente il prodotto degrada in Pfas”: clicca qui.
 
Nella sua campagna, la lobby sta anche fronteggiando l’indagine interdisciplinare transfrontaliera coordinata da Le Monde, Forever Lobbying Project (FLP), che coinvolge 46 giornalisti di  diverse redazioni , 18 esperti accademici e avvocati internazionali e 29 media partner in 16 Paesi. L’indagine “sulla peggiore crisi di inquinamento che l’umanità abbia dovuto affrontare”, utilizzando una metodologia articolata e basata su criteri scientifici, ha infatti portato a galla quanto costerà ripulire dal “veleno del secolo” 23.000 siti in Europa, tra cui quelli, come Alessandria e Vicenza, considerati “hotspot PFAS”, dove la contaminazione ha già dimostrato di aver raggiunto  livelli particolarmente  pericolosi per la salute delle popolazioni esposte. A prescindere dagli incalcolabili costi umani e sociali in morti e ammalati e dall’impatto dei PFAS sui nostri sistemi sanitari, l’indagine  si è “limitata” a calcolare i costi per  bonificare le falde acquifere e i terreni impregnati di PFAS.
La cifra è da capogiro, ed equivale a 2 trilioni e mezzo di euro, 2,5 mila miliardi di euro in un periodo di 20 anniovvero un costo annuale pari a 100 miliardi di euroPer l’Italia, ad esempio, l’opera di pulizia costerebbe intorno a 12 miliardi di euro l’anno: stima assai per difetto se solo si guardano i costi depositati presso il tribunale di Vicenza. Cifre che comunque esploderebbero ulteriormente, in perpetuo, se non ci sarà lo stop immediato dei Pfas. Il nodo politico è: questi costi da chi verranno affrontati? dalle aziende che hanno messo in circolazione il PFAS, o dai cittadini tramite le proprie tasse?
Il principio sarebbe: chi inquina paga. Dunque il nodo è politico: mentre  gli altri Paesi CEE   chiedono a gran voce all’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche (ECHA) di mettere al bando i PFAS, in Italia la storica  complicità politica e sindacale, delle istituzioni locali e governative, non ferma  le produzioni Pfas della Solvay a Spinetta Marengo, primo indispensabile passo verso il divieto in Italia  dell’uso di Pfas in tutte le manifatture, come fu (1992) per l’Eternit e l’amianto.
 
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro

Non possiamo più dirci cristiani.

Betlemme, presepe di macerie.
La dimensione della misericordia, dell’accoglienza e della pace, è stata messa da parte nel mondo occidentale: ha scelto sciaguratamente la via delle armi per la soluzione dei conflitti, ha privilegiato il riarmo al disarmo, tagliando le spese sociali, in particolare quelle per l’istruzione e per la salute.
 
Ha preferito chiudere i porti e le frontiere, respingere i profughi che fuggono dalle guerre e i migranti costretti a lasciare le loro dimore a causa delle carestie, dei cambiamenti climatici, della devastazione delle foreste. L’Europa chiusasi in fortezza, come se fosse assediata da eserciti, ha fatto sì che il Mediterraneo diventasse un enorme cimitero.
 
Il Parlamento italiano ha emanato leggi che riducono il migrante irregolare a delinquente, e creato i CpR, centri di detenzione peggiori delle carceri. Un ministro del governo ha impedito a navi piene di naufraghi, salvati da morte sicura, di approdare al porto più vicino, lasciandoli per giorni e giorni in condizioni disumane. Salvini, Il ministro del nostro Paese che “difende i confini” dall’ “invasione” di naufraghi, negando il diritto umano al soccorso in mare e sequestrando persone innocenti che non hanno commesso alcun crimine, è assolto dal giudizio di un tribunale umano. Non potranno essere assolti, tuttavia, lui e il Paese che rappresenta, da ogni coscienza umana che crede nella giustizia.
 
Un’ Europa che non si adopera per mettere fine al massacro genocida che si perpetua nella Striscia di Gaza, dove decine di migliaia di bambine/i sono vittime innocenti, come può dirsi cristiana, come può celebrare il Natale?
 

Se anche noi avessimo le assicurazioni sanitarie private.

A cosa risponde la legge sull’Autonomia differenziata appena bocciata dalla Consulta, se non al preciso progetto di creare una Sanità di serie A per i ricchi, dove far approdare le migliori professionalità, e una sotto-Sanità pubblica per pazienti indigenti, con meno medici, verosimilmente più scadenti, e più morti precoci (e quindi meno pensioni. Sull’esempio della sanità degli Usa, dove un assassino è diventato un eroe sui social per aver “giustiziato” uno dei beneficiari diretti del sistema spietatamente feroce per cui negli Stati Uniti può curarsi, e dunque sopravvivere, solo chi ha un’assicurazione sanitaria o un datore di lavoro che gliela fornisca.
 
Ricordiamo agli inizi della pandemia di covid gente ricoverata in terapia intensiva con polmoniti bilaterali che si vedeva recapitare a casa fatture per decine di migliaia di dollari. Malati che vanno in ospedale per operarsi a un organo e poi vengono lasciati in sala operatoria perché solo lì apprendono che la polizza non copre interventi per patologie in cui sia stato compromesso un organo limitrofo. Anziani che muoiono da soli privi di assistenza; puerpere povere lasciate agonizzare nelle roulotte. Se non hai un’assicurazione sanitaria sei uno scarto. Clicca qui.

Dopo 30 anni, il sindacato in rivolta?

Dida: il peccato originale.
C’è chi non ha apprezzato l’ironia dell’articolo Vota “P.D.P.P. e P.”, però, se è pur vero che in Italia non v’è partito che ambisca a rappresentare il mondo del lavoro dipendente, a suo nome e per suo conto vi è ancora chi agisce nella società. Ed è il sindacato. Due sindacati, Cgil e Uil hanno proclamato uno sciopero generale per il 29 novembre. Dovrebbe -è auspicabile- reggersi e consolidarsi  su due questioni principali: la “questione salariale” e la “questione fiscale”, due facce della stessa medaglia, dalle quali discendono poi la crisi dell’occupazione e l’irreperibilità di risorse nella  sanità, nella scuola, nei servizi pubblici  eccetera.
 
Ebbene, per queste questioni, per queste crisi sociali, per questa stagnazione salariale, per questo declino economico italiano, il sindacato ha grosse responsabilità. L’Italia è l’unico Paese Ocse in cui in trent’anni, a partire dal 1990, i salari reali siano diminuiti: non quelli nominali bensì quelli reali, in rapporto all’aumento dei prezzi, all’inflazione. La contrazione del salario medio annuo è stata del -2,9% contro l’aumento del +31,1% della Francia e del +34% della Germania.
 
Lo sciopero è, giustamente, contro il governo Meloni (aumento dei prezzi del 17% contro l’aumento dei salari del 5,7%, alle stelle i profitti e le rendite), però il macigno che oggi pesa sulle spalle di lavoratori cominciò a gravare tre decenni fa. Il “peccato originale”, porta la data 1992: governo Amato, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni. E quell’“accordo sul costo del lavoro”: abolizione della “scala mobile”, rinuncia alla contrattazione, impegno alla moderazione salariale a oltranza con riferimento alla “inflazione programmata”. Insomma, la cosiddetta “concertazione” fu il disarmo unilaterale del sindacato, la riduzione certa del tenore di vita dei lavoratori, in cambio di promesse generiche e in malafede per i successivi governi. Grazie a questa politica dei redditi, l’exPCI veniva accolto dal padronato nell’area di governo, ma veniva lacerato in profondità il rapporto già in crisi tra sindacati e lavoratori. Le critiche a questa scelta furono durissime già allora. Si ricordano i bulloni ai comizi sindacali e gli “autoconvocati”. La storia successiva del centrosinistra conferma licenziamenti di massa, privatizzazioni pubbliche, spostamento della ricchezza verso rendite e profitti e  diseguaglianza dei redditi. A maggior ragione del centrodestra.
 
Il circolo vizioso economico e sociale, oggi, è enfatizzato dalla  riduzione del potere contrattuale del sindacato, dall’allargamento del precariato, dall’involuzione produttiva verso settori a basso valore aggiunto (turismo, ristorazione e servizi alla persona), bassa innovazione e competizione basata su contenimento dei costi e intenso sfruttamento. E si drammatizza nei soggetti più fragili: minori in famiglie a basso reddito, persone anziane e con disabilità, migranti, penalizzazione delle donne nel mercato del lavoro…

Mettere in comune informazioni utili sull’ambiente.

ULTIME PRESENTAZIONI E VIDEO PUBBLICATI
  • Inquinamento atmosferico: la raccolta dei dati in relazione ai nuovi limiti europei
  • Diffondere conoscenza ambientale: l’esperienza di Ambientenonsolo
  • Presentazione del rapporto Mobilitaria 2024
  • Mobilità elettrica urbana: una giusta transizione
  • Comunicazione media e sostenibilità
  • L’eccessivo inquinamento dell’aria nelle città
  • Osservatorio della Mobilità Urbana Sostenibile
  • Appunti per la comunicazione del rischio nel progetto Ome Health Citizen Science

I Pfas nel sangue provocano anche riduzione del sonno.

I ragazzi con più alti livelli di PFAS nel sangue dormono fino a 80 minuti in meno degli altri: uno studio condotto dalla Keck School of Medicine della University of Southern California (USC) ha rivelato il legame.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Advances e supportato dal National Institutes of Health (NIH), ha coinvolto 144 partecipanti di età compresa tra i 19 e i 24 anni.
Gli studiosi hanno identificato sette geni influenzati dai PFAS che potrebbero contribuire ai disturbi del sonno. Tra questi HSD11B1, un gene che regola la produzione del cortisolo, l’ormone che controlla i ritmi di sonno-veglia.

Tutto va bene, madama la marchesa.

La crescita dei salari in Italia, da decenni, è sostanzialmente nulla ed esiste una parte larga della popolazione che sbarca il lunario con salari al di sotto dei 9 euro lordi (circa il 30% su una platea di lavoratori formata da dipendenti privati, operai agricoli e lavoratori domestici). L’Italia è ultima in Europa per il tasso di occupazione. 
 
Il nostro mercato del lavoro è affetto da tre grandi e inevase criticità: divario territoriale, bassa occupazione e alta inattività giovanile, fortissimo divario di genere. Inoltre, con l’inflazione degli ultimi anni, la perdita di potere di acquisto per i lavoratori è stata in media del 15%.
 
Il XXIII Rapporto annuale dell’Inps smentisce  la propaganda  dei TG a reti unificate, secondo la quale siamo al record dell’occupazione mentre abbiamo il record del lavoro povero, ovvero che lo 0,7% di crescita del Pil del 2023 è più alto della Germania mentre abbiamo visto crescere solo disuguaglianze e divari.
 
La povertà ha ricominciato a crescere,  toccando 5,8 milioni di persone, dopo l’abolizione del Reddito e della Pensione di cittadinanza  sostituito in parte con l’Assegno di inclusione che ha escluso dal sostegno pubblico oltre 300 mila nuclei familiari con un’incidenza negativa soprattutto sul Sud Italia e sulle famiglie con soggetti di età avanzata e anche minori. E’ fallito il supporto per la formazione e il lavoro: sono solamente 102 mila i beneficiari della misura, con appena 3,7 mensilità, e il risultato è di portare su un mercato del lavoro sempre più precario e sempre più caratterizzato dal lavoro povero e sottopagato.

Non diventi irreversibile la crisi economica del settore sanitario e socio-sanitario!

«Richiedere l’adozione di improcrastinabili misure perequative e di sostegno ai settori sanitari, socio-sanitari, sociali ed assistenziali, avvertendo che, in assenza di interventi urgenti e mirati, la crisi economica del settore sanitario e socio-sanitario potrebbe diventare irreversibile, con il rischio di un’ulteriore riduzione della qualità e dell’accessibilità dei servizi»: è l’istanza espressa da ANFFAS e ANASTE, in una nota inviata congiuntamente a tutte le principali Istituzioni nazionali (continua…)

Ambiente svenduto. Ambiente delitto perfetto.

Non sono bastati due volumi (disponibili a chi ne fa richiesta), stiamo scrivendo un terzo sempre con lo stesso titolo “Ambiente Delitto Perfetto”, aggiornato di disastri ambientali che hanno causato migliaia di vittime e sono finiti nelle aule dei tribunali, per sfociare però in archiviazioni, assoluzioni, prescrizioni. Delitti perfetti.
 
Aggiorneremo con i processi Pfas di Vicenza e Alessandria e dell’Ilva di Taranto. Nonché con un viaggio dal Nord al Sud nelle inchieste sull’ambiente svenduto, sulle quali ci anticipa questo servizio su Il Fatto Quotidiano (clicca qui) per quanto riguarda le ecatombi dell’Eternit, della Caffaro, della Miteni, delle Solvay, della discarica di Malagrotta, della Montedison di Bussi, di Montedison e Pertusola a Crotone, del quadrilatero della morte Priolo Augusta Melilli  Siracusa, delle raffinerie Eni di Gela, delle raffinerie sarde Saras e Sarroch.

La lunga coda segreta del Covid.

Insieme a pochi altri organi d’informazione siamo stati ben lieti di dare recentemente visibilità (a questo e a questo link) alla battaglia delle persone con Long Covid, sindrome multisistemica ancora poco conosciuta e difficilmente diagnosticabile, che si manifesta dopo un’infezione acuta da SARS-CoV-2 con un complesso eterogeneo di sintomi che possono durare anche anni e con un generale peggioramento della qualità della vita.
Recentemente si è svolto a Roma il convegno Long-COVID e malattie neurologiche: analisi degli effetti a lungo termine e strategie di intervento, organizzato dalla RIN (Rete IRCCS delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione), con il patrocinio della SIN (Società Italiana di Neurologia) e in collaborazione con la Società Centro Studi Americani ed Edra nell’àmbito di un progetto del Ministero della Salute coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, ma purtroppo, come segnala la Rete Long Covid Italia, nemmeno in tale occasione si è data visibilità a questa rete diffusa di persone colpite dal problema, se è vero che nessuna di esse vi è stata invitata (continua…)

I Pfas nella Settimana mondiale della tiroide.

Cancro alla tiroide

Le malattie tiroidee derivano da fattori genetici e comportamentali ma anche ambientali. Infatti gli studi scientifici accendono di frequente i riflettori sul ruolo chiave che svolgono i Pfas sulle patologie connesse ad alterazioni ormonali: obesità, diabete, malattie della tiroide, ipotiroidismo giovanile, infertilità, osteoporosi ecc, oltre che  nel cancro e in oltre 400 malattie rare. Cioè, i livelli degli ormoni oscillerebbero semplicemente  in base all’età e al tipo di alimentazione, se, contro natura, non fossero aggrediti dall’avvelenamento da Pfas.

Per l’associazione tra Pfas e tumore della tiroide, in particolare il carcinoma papillare, è incontrovertibile lo studio caso-controllo multicentrico (Usa, Olanda, Israele), pubblicato nel 2023, e replicato dai ricercatori dell’Icahn Scool of Medicine at Mount Sinai di New York.

Questa è la situazione già ampiamente verificabile nei dati epidemiologici dei pazienti colpiti dall’avvelenamento da Pfas nelle aree venete e piemontesi ad opera rispettivamente della Miteni di Trissino e della Solvay di Spinetta Marengo.

L’occasione per focalizzare il ruolo dei Pfas sarà nel corso della “Settimana mondiale della tiroide” che si celebrerà a partire dal 20 maggio e si concluderà il 25 maggio, in occasione della “Giornata Mondiale della tiroide”.

L’iniziativa è patrocinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e promossa dalle principali società scientifiche endocrinologiche, mediche e chirurgiche, quali Associazione Italiana della Tiroide (AIT), Associazione Medici Endocrinologi (AME), Società Italiana di Endocrinologia (SIE), Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP), Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), Società Italiana Unitaria di Endocrino Chirurgia (SIUEC), Associazione Italiana Medicina Nucleare (AIMN), European Thyroid Association (ETA), insieme a CAPE Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini e sostenuta con un contributo incondizionato da parte di Eisai, IBSA Farmaceutici e Merck Serono».

Speciale Pfas 13. Un disastro ambientale e sanitario.

Secondo Greenpeace “in Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana sono state rilevate concentrazioni di Pfas a volte persino superiori a 500 ng/l. Una situazione allarmante, soprattutto alla luce del fatto che il limite accettabile stabilito dalla Direttiva Europea 2020/2184 è pari a 100 nanogrammi per litro (ng/l)”. In Italia i siti più contaminati sarebbero 1.600, oltre 17mila in tutta Europa.

Clicca qui gli effetti dei PFAS sulla salute umana e sull’ambiente analizzati dagli  studiosi dell’Alma Mater e dell’Università di Padova, e dal Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna.

Pfas cocktail letale per i vigili del fuoco.

Allineandosi dietro il muro di gomma del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, nessuna presa di posizione da parte del prefetto di Alessandria, Alessandra Vinciguerra, al monito indirizzatole dal sindacato di base USB in merito al massiccio utilizzo dei Pfas sia nelle miscele anti-fiamma sia negli indumenti tecnici come tute e giubbotti dei vigili del fuoco. Approfonditi studi condotti negli Stati Uniti e nei i Paesi Ue, infatti,  hanno  segnalato i pompieri come una categoria di lavoratori ad alto rischio di tumori, come il cancro ai testicoli o alla prostata, il mesotelioma e il linfoma non Hodgkin.

Seminare dubbi, non raccogliere certezze.

Su www.smips.org  S.M.I.PS SCIENZA MEDICINA ISTITUZIONI POLITICA SOCIETA’, trovate, fra gli altri questi articoli:

Migliorare il processo di riforma del sistema di cura della non Autosufficienza (di cui alla legge 33/2023)

Quello sterminio di persone con disabilità è un monito per i tempi presenti

Autonomia differenziata: chi i soldi li ha, li avrà; chi non li ha, avrà meno

Italia: medici più anziani d’Europa, 55% ha più di 55 anni

Aumentano in Europa le diagnosi di tumore, colpita 1 persona su 20

40% dei tumori evitabili

Oms: previsti 35 milioni di nuovi casi di tumore nel 2050 (+77%), 1/4 a rischio di contrarlo

In Italia tubercolosi in aumento, ma se ne parla poco

Pfas letali ancora più cotti che crudi.

Basta bollire gli alimenti per eliminare i Pfas? Tutt’altro. Nel cibo cotto i Pfas sono presenti in misure decine di volte superiori a quanto avviene nello stesso alimento crudo. A dimostrarlo è uno studio condotto dall’Istituto di ricerca sulle acque del Cnr, principale ente pubblico di ricerca italiano. I ricercatori hanno prelevato acqua dalla falda inquinata tramite il pozzo di un’abitazione della zona rossa del vicentino. Con l’acqua prelevata sono stati lessati pasta, riso, carote, patate e carne di manzo. Tutto questo analizzando acqua e cibi prima e dopo la cottura. Ebbene la concentrazione di pfas nell’acqua aumenta al crescere del tempo di ebollizione, invece di calare come molti credevano, e gli inquinanti, con la cottura, passano negli alimenti. In proporzione più alta per pasta e il riso, che assorbono più acqua.

Secondo Greenpeace Italia  «per tutelare la collettività non basta erogare alla popolazione acqua pulita, è necessario il divieto dell’uso e della produzione dei perfluorati sull’intero territorio nazionale». 

Pfas motori di crescita del cancro al colon.

La progressione del cancro è confermata dallo studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Science & Technology da un team di epidemiologi dell’Università di Yale, che ha esposto cellule di cancro al colon a livelli di PFAS comparabili a quelli presenti nel sangue dei vigili del fuoco (a rischio per la frequente esposizione ai ritardanti di fiamma). I Pfas hanno indotto le cellule cancerose a migrare in nuove posizioni, una caratteristica tipica delle cellule responsabili di metastasi.

Studi legali e associazioni ambientaliste non tutelano i risarcimenti alle Vittime.

Quando si tratta di reati ambientali e sanitari, gli avvocati in Italia non vanno  oltre le cause in sede penale, trovando più facile accodarsi alle iniziative dei Pubblici Ministeri, piuttosto che impegnare risorse e rischi per cause in sede civile. Tali processi però propiziano insignificanti benefici per l’ambiente (vedi il libro Ambiente Delitto Perfetto), e ancor meno risarcimenti alle persone fisiche Vittime degli inquinamenti.

Non così è in altri Paesi, soprattutto negli Stati Uniti dove il fenomeno delle “class actions” costituisce uno dei punti fondamentali del sistema processuale perché fornisce efficaci forme di tutela alle varie situazioni a rilevanza sovra individuale. In Italia, diversamente dall’esperienza statunitense, l’introduzione delle azioni collettive nell’ordinamento giuridico è recente e ha avuto una scarsa applicazione. Il motivo è dovuto all’assenza di studi legali con professionalità adeguata, con attitudini imprenditoriali, con l’anticipazione delle spese della consulenza. Alla stregua degli avvocati disincentivati, le stesse Associazioni ambientaliste trovano più comodo presentarsi in penale come parti lese e fare cassa con i risarcimenti a loro dedicati.

Conclusione: le Vittime in Italia non sono neppure risarcite per i danni alla salute. Negli Usa, invece, nel corso di circa due secoli di vita le class actions hanno avuto un successo straordinario. Lo conferma, ad esempio, la recente (seconda) condanna al Gruppo Monsanto, filiale del colosso tedesco Bayer, a risarcire 857 milioni di dollari di danni a studenti e genitori volontari di una scuola esposta ai policlorobifenili (pcb), i cosiddetti inquinanti ‘eterni’ tipo PFAS.

Piano Sanitario Ligure da rifare.

IL FRONTE COMUNE LIGURE PER LA DIFESA DELLA SANITA’ PUBBLICA invita a partecipare il 21 novembre dalle ore 10 al Presidio davanti all’ingresso del Consiglio Regionale di Via D’Annunzio, in occasione della votazione del Piano socio sanitario regionale 2023-2025.

LA SANITA’ PUBBLICA E’ AL COLLASSO mentre quella privata accumula ricchezze sulla nostra salute e sulla carenza di cura.

DICIAMO NO!!! alla volontà privatizzatrice della Regione, alla rinuncia alle cure per chi non può spendere, al progetto di Autonomia Differenziata appoggiato dalla Regione. La salute e la sanità pubblica sono un diritto, difendiamolo. LA SALUTE NON E’ UNA MERCE, SI DIFENDE NON SI SVENDE. Associazioni, Circoli, Comitati: Ambulatorio Internazionale Città Aperta. Cooperativa Ce.Sto, Liguria a Sinistra, Attac Genova, Banca Etica, Arci Barabini di Trasta, Arci Zenzero, Oltre il Giardino, Cittadinanza Attiva, Comitato Banchelle, Comitato Liberi Cittadini di Certosa, Comitato Malinverni, Comitato Sanitario Val Bormida, Comitato Parco delle Mura, Comitato Via Vecchia, Comunità di San Benedetto al Porto, Eco Istituto Reggio Emilia Genova, Rete Genovese” Insieme per la salute di tutti”, ISDE Medici per l’ambiente, Istituto per le Materie e le Forme Inconsapevoli- MFI, Istituto per le Materie e le Forme Inconsapevoli- MFI, Italia Nostra Onlus, Rete “Manifesto Società Spezzina”, Medicina Democratica, Movimenti Cooperazione Educativa- MCE, Movimento di Lotta per la salute Maccacaro – Rete ambientalista, Non una di meno – NUDM, Patto per la salute mentale, Quelli del Ponte Morandi, Rete di donne per la politica, Rinascimento Genova, SOS Salute Pubblica Liguria, Società della Cura Genova, Unione Donne Italiane UDI. Organizzazioni sindacali: CGIL, SPI CGIL, CUB Organizzazioni politiche: Alleanza Verdi – Sinistra italiana, Gruppo Consiliare Regionale PD, Linea Condivisa, Lista Sansa, Movimento 5 Stelle, Partito Comunista Italiano, Partito Comunista dei Lavoratori, Possibile, Sinistra Anticapitalista.

Fronte Comune in Val Bisagno.

Il Fronte comune ligure “Insieme per la sanità pubblica”, composto da circa 50 associazioni, tra cui il Movimento di lotta per la salute Maccacaro, ha avviato il suo percorso di partecipazione popolare con una assemblea in Val Bisagno per illustrare la piattaforma rivendicativa  verso governo e regione, clicca qui

Laudato sì, Laudato qui.

Seminario di approfondimento sulle questioni più importanti sul tappeto oggi, tra esperti di crisi climatica e ricadute ambientali, sociali, economiche e esponenti di movimenti, associazioni e singoli attivistiche, a diverso titolo, sono impegnati in azioni di conversione ecologica.

Casacomune

Laudato si’, Laudato qui

Non possiamo più indugiare, dobbiamo riflettere e agire: fare e per fare dobbiamo capire: informarci e formarci, ascoltare…

Clicca qui il Programma e come iscriversi.

Le tematiche affrontate sono molteplici, come molteplici sono gli aspetti della crisi ambientale e sociale dei nostri tempi: ecomafie, agricoltura, migrazioni ambientali, lavoro, etica del profitto e sanità pubblica, qualità della vita, ruolo dei movimenti e delle ONG, ecofemminismo, economia e spiritualità.

Al nostro fianco, avremo relatori di grande professionalità e competenza del mondo accademico e di organizzazioni da sempre in prima linea su queste tematiche. Non mancheranno testimonianze di attivisti, sindacalisti, associazioni ed altri attori impegnati quotidianamente che sono la vera spinta al cambiamento perché mossi da passione e dalla cura per il bene comune, capaci di guardare lontano, capaci di futuro.

Piattaforma sanità pubblica Fronte comune ligure.

Conferenza stampa di presentazione della PIATTAFORMA PER LA DIFESA DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE PUBBLICO a cura delle Associazioni, Movimenti, Reti, Organizzazioni promotrici del “Fronte comune ligure. Insieme per la sanità pubblica”. Clicca qui Principi di fondo, i Presupposti indispensabili, le Proposte e le Rivendicazioni.

PFAS emergenza sanitaria mondiale: perché non ligure?

La Regione Liguria sottovaluta colpevolmente i costi umani (morti e malattie) e i conseguenti costi economici (cure mediche) derivanti dall’emergenza ambientale e sanitaria provocata dai tossici e cancerogeni PFAS.

Perciò al Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti chiediamo

Che, nell’immediato, disponga che l’Asl si attrezzi per effettuare a ciascun cittadino le analisi del sangue atte ad accertare e determinare la presenza di composti perfluorurati PFAS.

Che, in tempi brevi, programmi le indagini sanitarie collettive per dette analisi tramite campionamenti di sangue a beneficio della popolazione tutta, individuando progressivamente le fasce più a rischio (esempio lavoratori e gestanti) e i sottogruppi statistici dell’indagine epidemiologica (esempio età).

Che, contemporaneamente, predisponga affinchè Arpal esegua indagini ambientali con monitoraggi periodici tramite campionamenti delle acque di superficie e di falda, compreso acquedotti e impianti di depurazione, atte a determinare la presenza di dette sostanze perfluorurate.

Che, contemporaneamente, individui con le organizzazioni sindacali i settori produttivi per l’estensione delle indagini ambientali anche alle emissioni atmosferiche.

Le motivazioni di queste allarmate e urgenti rivendicazioni ambientali e sanitarie in merito ai PFAS sono state compiutamente esposte ai giornalisti nella Conferenza stampa. Clicca qui

La terza edizione della Carovana dei Mutualismi.

La Carovana dei Mutualismi, il festival diffuso a cui aderiscono le diverse realtà che praticano il mutualismo, si concluderà il 14 e 15 ottobre a Pinerolo, al termine della staffetta  iniziata 16 e 17 giugno a Bari, passando per Firenze, Partinico, Mantova, Corridonia, Milano ,Torino. A Pinerolo, sede della prima Società Operaia di Mutuo Soccorso d’Italia fondata il 12 ottobre 1848 e del Museo Storico del Mutuo Soccorso, l’assemblea plenaria di tutti i partecipanti alla Carovana sarà chiamata ad approvare il Manifesto dei mutualismi, che raccoglierà i risultati del percorso condiviso dei mesi precedenti. Clicca qui.

PFAS emergenza sanitaria mondiale: perché non ligure?

La Regione Liguria sottovaluta colpevolmente i costi umani (morti e malattie) e i conseguenti costi economici (cure mediche) derivanti dall’emergenza ambientale e sanitaria provocata dai tossici e cancerogeni PFAS.

Perciò al Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti chiediamo

Che, nell’immediato, disponga che l’Asl si attrezzi per effettuare a ciascun cittadino le analisi del sangue atte ad accertare e determinare la presenza di composti perfluorurati PFAS.

Che, in tempi brevi, programmi le indagini sanitarie collettive per dette analisi tramite campionamenti di sangue a beneficio della popolazione tutta, individuando progressivamente le fasce più a rischio (esempio lavoratori e gestanti) e i sottogruppi statistici dell’indagine epidemiologica (esempio età).

Che, contemporaneamente, predisponga affinchè Arpal esegua indagini ambientali con monitoraggi periodici tramite campionamenti delle acque di superficie e di falda, compreso acquedotti e impianti di depurazione, atte a determinare la presenza di dette sostanze perfluorurate.

Che, contemporaneamente, individui con le organizzazioni sindacali i settori produttivi per l’estensione delle indagini ambientali anche alle emissioni atmosferiche.

Le motivazioni di queste allarmate e urgenti rivendicazioni ambientali e sanitarie in merito ai PFAS sono compiutamente esposte ai giornalisti nella Conferenza stampa. Clicca qui

Restituire il diritto alla salute.

Tre anni dopo l’apparizione del Covid (e relativi oltre 4,3 miliardi per vaccini Big Pharma) restano ancora 178mila interventi chirurgici da recuperare, oltre a quasi un milione di screening oncologici e a 5 milioni di visite mediche da calendarizzare. All’emergenza si arrivò impreparati.  Quando si sottrae denaro al Servizio Sanitario pubblico e lo si sperpera regalandolo ai privati, non restano i soldi per pagare personale, esami e interventi, oltre naturalmente le cure.

E’ il dramma che sta rivivendo la sanità pubblica: mancano 29mila figure professionali, di cui 4.311 medici, non c’è una Regione che si salvi.  Nei Pronto soccorso della Sicilia mancano 372 medici (il 60% di quelli previsti dalle piante organiche), nel Lazio 375, circa il 40%, così come in Emilia-Romagna. In Piemonte ce ne dovrebbero essere 297 in più, in Calabria 90, in Friuli-Venezia Giulia 62, in Campania 420, in Puglia 200, in Veneto 232. Poi c’è la questione dell’ondata di privatizzazioni del servizio, con l’appalto a cooperative esterne. Ondata che è arrivata in Piemonte – dove le cooperative sono presenti in 17 ospedali –, nel Lazio, in Friuli-Venezia Giulia. E poi ancora Liguria, Emilia-Romagna, Veneto, Marche, Lombardia, Regione quest’ultima dove mancano tra i 450 e i 550 medici.

La sanità è solo formalmente gratuita per tutti, invece sempre più i cittadini, quelli che possono permetterselo, ricorrono alla sanità privata causa le interminabili liste di attesa: in media 1.700 euro a famiglia/anno. Il 5,2% dei nuclei familiari versa in disagio economico per le spese sanitarie; 378.627 nuclei (l’1,5%) si impoveriscono per le spese sanitarie e 610.048 (il 2,3%) sostengono spese sanitarie cosiddette “catastrofiche”. Il finanziamento per il Servizio Sanitario Nazionale previsto dalla nuova Legge di Bilancio nel 2023 non tiene nemmeno il passo dell’inflazione.

Superando torna dopo Ferragosto.

La redazione di «Superando.it» si prende alcune settimane di pausa. Riprenderà le pubblicazioni con regolarità dal 17 agosto, ma nel frattempo, naturalmente, lascia a disposizione dei Lettori e delle Lettrici  ampi archivi, sempre divisi per settore (Diritti – Autonomia – Salute – Lavoro – Studio – Sport e Turismo – Società) (continua…)

L’articolo 32 della Costituzione prevede il diritto alla salute quale pilastro fondamentale del sistema Paese.

La sanità è solo formalmente gratuita per tutti, invece sempre più i cittadini, quelli che possono permetterselo, ricorrono alla sanità privata causa le interminabili liste di attesa: in media 1.700 euro a famiglia/anno. Il 18mo Rapporto Sanità del Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata riferisce che il 5,2% dei nuclei familiari versa in disagio economico per le spese sanitarie; 378.627 nuclei (l’1,5%) si impoveriscono per le spese sanitarie e 610.048 (il 2,3%) sostengono spese sanitarie cosiddette “catastrofiche”. Il finanziamento per il Servizio Sanitario Nazionale previsto dalla nuova Legge di Bilancio nel 2023 non tiene nemmeno il passo dell’inflazione.

Fermare la privatizzazione della sanità e della salute.

Per la tutela del diritto alla Salute, per un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario – pubblico, solidale e universale – a cui garantire le necessarie risorse economiche e organizzative ma soprattutto il personale: operatori e professionisti che possano realmente garantire il diritto alla cura di tutte e tutti, con salari adeguati, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica, recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale e dalle liste d’attesa, e valorizzare il lavoro di cura; serve, per questo, un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, superi la precarietà della cura e di chi cura; per garantire la salute e la dignità delle persone non autosufficienti; per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo dei servizi della prevenzione, ispettivi e di vigilanza. Avere una sanità pubblica vuol dire garantire le cure per tutte e tutti, in tutto il Paese, e fermare la privatizzazione della sanità e della salute.