Mattarella, invece di occuparsi di altro.

Lettera di Carlo Soricelli, curatore dell’osservatorio di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it
 
Signor Presidente abbiamo una classe dirigente che con il silenzio assassina i lavoratori. Anche ieri 5 morti, 19 negli ultimi 3 giorni: ma quasi la metà non andranno nelle statistiche italiane e europee perchè non sono assicurati a INAIL Caro Presidente come non scandalizzarsi del silenzio del Ministro dell’Agricoltura quando vedi che negli ultimi due giorni sono morti in tre schiacciati dal trattore: nelle province di Piacenza, Foggia e Lecce, e che quest’anno sono morti già 18 agricoltori schiacciati dal trattore e nel 2024 sono stati 143, e quasi 3000 nei 18 anni di monitoraggio dell’Osservatorio.  Come non scandalizzarsi nel vedere che sono già 39 gli autotrasportatori morti nel 2025, e che negli ultimi 4 giorni sono morti 19 lavoratori. Come non scandalizzarsi leggere che l’anno scorso in provincia di Trento sono morti 10 lavoratori l’Osservatorio ne ha registrati 25? lo stesso in Friuli Venezia Giulia: vengono diffusi 19 morti complessivi, mentre solo sui luoghi di lavoro l’Osservatorio ne ha registrati 26. Ed è così in tutto il Paese caro Presidente, un terzo dei morti sul lavoro vengono occultati, e di questo occultamento è responsabile tutta la classe dirigente del Paese, che è sempre avvertita dall’Osservatorio ma che è indifferente: tutta la politica, sia chi governa, sia chi è all’opposizione. Anche nel 2025 siamo già a 263 morti complessivi e di questi 203 sui luoghi di lavoro. Si faccia sentire Signor Presidente non bastano più i richiami alla responsabilità, di questi se ne fregano, tanto questi morti mica  toccano le loro famiglie. io conosco personalmente la disperazione dei famigliari di chi perde un caro sul lavoro: sono madri, mogli, mariti, figli e nipoti.

I morti sul lavoro nell’intero 2024 a cura dell’Osservatorio di Bologna morti sul lavoro.

Clicca qui il Report a cura di Carlo Soricelli. Tutti dati sono scandalosi, per le donne, gli stranieri, gli autotrasportatori ecc.  Fra tutti, è incredibile la strage di anziani che muoiono lavorando: sono oltre il 30% degli ultrasessantenni e di questi sempre sui luoghi di lavoro 157 hanno addirittura più di 70 anni. E’ davvero incredibile non fare nessuna distinzione sull’età per andare in pensione tra chi svolge un lavoro pericoloso e chi no.

Mostra sui morti sul lavoro con 100 opere su queste tragedie.

Carlo Soricelli è il fondatore dell’Osservatorio morti sul lavoro di Bologna, http://cadutisullavoro.blogspot.it, attivo dal 1° gennaio 2008, e molto più preciso e veritiero dell’Inail. Pittore e scultore da oltre 50 anni, come potete vedere in allegato allestirà una mostra importantissima con un centinaio di opere sui morti e infortuni sul lavoro, tema che egli tratta con le opere fin dal 1980. La mostra presso la Carisbo di Bologna dal 20 dicembre, con inaugurazione alle ore 16, presso la sede della Fondazione in Via Farini 15, mostra che durerà fino al 19 gennaio 2025, E’ sotto gli occhi di tutti la strage che c’è sul lavoro e occorrerebbe sensibilizzare i nostri giovani sulla Sicurezza. Sarebbe bello, dice Soricelli, che gli studenti delle scuole venissero a vederla: c’è tra l’altro il “muro delle farfalle bianche” dove ci sono le foto di lavoratori e lavoratrici morti sul lavoro. Spero che vengano organizzate visite, soprattutto rivolte agli studenti delle ultime classi, che tra poco entreranno nel mondo del lavoro, mi auguro che i dirigenti delle scuole portino gli studenti a visitarla, così si rendono conto che la Sicurezza è fondamentale quando andranno nel mondo del lavoro.

Dopo 30 anni, il sindacato in rivolta?

Dida: il peccato originale.
C’è chi non ha apprezzato l’ironia dell’articolo Vota “P.D.P.P. e P.”, però, se è pur vero che in Italia non v’è partito che ambisca a rappresentare il mondo del lavoro dipendente, a suo nome e per suo conto vi è ancora chi agisce nella società. Ed è il sindacato. Due sindacati, Cgil e Uil hanno proclamato uno sciopero generale per il 29 novembre. Dovrebbe -è auspicabile- reggersi e consolidarsi  su due questioni principali: la “questione salariale” e la “questione fiscale”, due facce della stessa medaglia, dalle quali discendono poi la crisi dell’occupazione e l’irreperibilità di risorse nella  sanità, nella scuola, nei servizi pubblici  eccetera.
 
Ebbene, per queste questioni, per queste crisi sociali, per questa stagnazione salariale, per questo declino economico italiano, il sindacato ha grosse responsabilità. L’Italia è l’unico Paese Ocse in cui in trent’anni, a partire dal 1990, i salari reali siano diminuiti: non quelli nominali bensì quelli reali, in rapporto all’aumento dei prezzi, all’inflazione. La contrazione del salario medio annuo è stata del -2,9% contro l’aumento del +31,1% della Francia e del +34% della Germania.
 
Lo sciopero è, giustamente, contro il governo Meloni (aumento dei prezzi del 17% contro l’aumento dei salari del 5,7%, alle stelle i profitti e le rendite), però il macigno che oggi pesa sulle spalle di lavoratori cominciò a gravare tre decenni fa. Il “peccato originale”, porta la data 1992: governo Amato, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni. E quell’“accordo sul costo del lavoro”: abolizione della “scala mobile”, rinuncia alla contrattazione, impegno alla moderazione salariale a oltranza con riferimento alla “inflazione programmata”. Insomma, la cosiddetta “concertazione” fu il disarmo unilaterale del sindacato, la riduzione certa del tenore di vita dei lavoratori, in cambio di promesse generiche e in malafede per i successivi governi. Grazie a questa politica dei redditi, l’exPCI veniva accolto dal padronato nell’area di governo, ma veniva lacerato in profondità il rapporto già in crisi tra sindacati e lavoratori. Le critiche a questa scelta furono durissime già allora. Si ricordano i bulloni ai comizi sindacali e gli “autoconvocati”. La storia successiva del centrosinistra conferma licenziamenti di massa, privatizzazioni pubbliche, spostamento della ricchezza verso rendite e profitti e  diseguaglianza dei redditi. A maggior ragione del centrodestra.
 
Il circolo vizioso economico e sociale, oggi, è enfatizzato dalla  riduzione del potere contrattuale del sindacato, dall’allargamento del precariato, dall’involuzione produttiva verso settori a basso valore aggiunto (turismo, ristorazione e servizi alla persona), bassa innovazione e competizione basata su contenimento dei costi e intenso sfruttamento. E si drammatizza nei soggetti più fragili: minori in famiglie a basso reddito, persone anziane e con disabilità, migranti, penalizzazione delle donne nel mercato del lavoro…

Ricatto occupazionale della Solvay a Spinetta Marengo.

Solvay: “I sindacati ci dormono su”.
Puntuale come un orologio belga, cala sulla tragica vicenda ecosanitaria del polo chimico alessandrino il tradizionale ricatto occupazionale. Nella sua telefonata, ci confida il Segretario chimico, Marco Apostolo non ha usato mezzi termini: voi  sindacati dovete uscire dal letargo, non potete mostravi silenziosi neutralisti  mentre ci stanno mettendo in croce, mentre ci vogliono mettere al bando in Italia con una legge, mentre chiedono al sindaco la chiusura di impianti o addirittura della fabbrica di Spinetta Marengo, dovete mettervi in gioco perché il taglio dell’occupazione è affar vostro prima che nostro.
 
Chi sta ponendo il ricatto occupazionale è il direttore (“Country Manager”) di Syensqo in Italia dopo lo scorporo (“spin off”) dalla casa madre Solvay, a complemento dell’annuncio della “CEO” (amministratore delegato), Ilham Kadri, di un taglio in Europa di 300-350 dipendenti. Alla base del provvedimento, come vi avevamo preannunciato più volte, ci sta il  “work in progress offshoring” (trasferimento) di  produzioni in Cina, in particolare  relativo all’unità produttiva di Spinetta Marengo e al centro ricerca di Bollate. Al termine di questo percorso, avverte il vertice Syensqo, si porrà il problema occupazionale per queste due unità: però più durerà a lungo questo percorso meglio sarà (per i profitti Solvay n.d.r), ritardarlo dipenderà anche da voi se vi darete un po’ da fare a frenare questa ondata distruttiva. Ondata distruttiva: Apostolo, a buon intenditor poche parole, si riferisce alla nostra campagna nazionale per la messa al bando dei Pfas in Italia, alla fatidica data 2026 per il  divieto Europeo all’uso di siffatte sostanze, al processo (il secondo) avviato presso il tribunale di Alessandria, alla Regione Piemonte che non riesce più a decelerare il drammatico monitoraggio sanitario della popolazione: “pistola fumante” nelle cause di risarcimento per le Vittime, morti e ammalati.
 
Per mettervi sulla buona strada interventista, ha predicato l’Apostolo al discepolo Segretario, noi porremo da subito l’anticipo di un esubero di una trentina di persone tra Spinetta e Bollate. “Vi consulteremo nelle sedi preposte e voi datevi da fare nelle sedi opportune, non presentatela come un ricatto perché noi siamo guidati dai principi di dignità e empatia” (sic). In questa capacità di mettersi nei panni altrui, tipica della politica, c’è sempre un sindacato più empatico dell’omologo.  

Ricatto occupazionale della Solvay a Spinetta Marengo.

Solvay: “I sindacati ci dormono su”.
Puntuale come un orologio belga, cala sulla tragica vicenda ecosanitaria del polo chimico alessandrino il tradizionale ricatto occupazionale. Nella sua telefonata, ci confida il Segretario chimico, Marco Apostolo non ha usato mezzi termini: voi sindacati dovete uscire dal letargo, non potete mostravi silenziosi neutralisti  mentre ci stanno mettendo in croce, mentre ci vogliono mettere al bando in Italia con una legge, mentre chiedono al sindaco la chiusura di impianti o addirittura della fabbrica di Spinetta Marengo, dovete mettervi in gioco perché il taglio dell’occupazione è affar vostro prima che nostro.
 
Chi sta ponendo il ricatto occupazionale è il direttore (“Country Manager”) di Syensqo in Italia dopo lo scorporo (“spin off”) dalla casa madre Solvay, a complemento dell’annuncio della “CEO” (amministratore delegato), Ilham Kadri, di un taglio in Europa di 300-350 dipendenti. Alla base del provvedimento, come vi avevamo preannunciato più volte, ci sta il  “work in progress offshoring” (trasferimento) di  produzioni in Cina, in particolare  relativo all’unità produttiva di Spinetta Marengo e al centro ricerca di Bollate. Al termine di questo percorso, avverte il vertice Syensqo, si porrà il problema occupazionale per queste due unità: però più durerà a lungo questo percorso meglio sarà (per i profitti Solvay n.d.r), ritardarlo dipenderà anche da voi se vi darete un po’ da fare a frenare questa ondata distruttiva. Ondata distruttiva: Apostolo, a buon intenditor poche parole, si  riferisce alla nostra campagna nazionale per la messa al bando dei Pfas in Italia, alla fatidica data 2026 per il  divieto Europeo all’uso di siffatte sostanze, al processo (il secondo) avviato presso il tribunale di Alessandria, alla Regione Piemonte che non riesce più a decelerare il drammatico monitoraggio sanitario della popolazione: “pistola fumante” nelle cause di risarcimento per le Vittime, morti e ammalati.
 
Per mettervi sulla buona strada interventista, ha predicato l’Apostolo al discepolo Segretario, noi porremo da subito l’anticipo di un esubero di una trentina di persone tra Spinetta e Bollate. “Vi consulteremo nelle sedi preposte e voi datevi da fare nelle sedi opportune, non presentatela come un ricatto perché noi siamo guidati dai principi di dignità e empatia” (sic). In questa capacità di mettersi nei panni altrui, tipica della politica, c’è sempre un sindacato più empatico dell’omologo.   

Tutto va bene, madama la marchesa.

La crescita dei salari in Italia, da decenni, è sostanzialmente nulla ed esiste una parte larga della popolazione che sbarca il lunario con salari al di sotto dei 9 euro lordi (circa il 30% su una platea di lavoratori formata da dipendenti privati, operai agricoli e lavoratori domestici). L’Italia è ultima in Europa per il tasso di occupazione. 
 
Il nostro mercato del lavoro è affetto da tre grandi e inevase criticità: divario territoriale, bassa occupazione e alta inattività giovanile, fortissimo divario di genere. Inoltre, con l’inflazione degli ultimi anni, la perdita di potere di acquisto per i lavoratori è stata in media del 15%.
 
Il XXIII Rapporto annuale dell’Inps smentisce  la propaganda  dei TG a reti unificate, secondo la quale siamo al record dell’occupazione mentre abbiamo il record del lavoro povero, ovvero che lo 0,7% di crescita del Pil del 2023 è più alto della Germania mentre abbiamo visto crescere solo disuguaglianze e divari.
 
La povertà ha ricominciato a crescere,  toccando 5,8 milioni di persone, dopo l’abolizione del Reddito e della Pensione di cittadinanza  sostituito in parte con l’Assegno di inclusione che ha escluso dal sostegno pubblico oltre 300 mila nuclei familiari con un’incidenza negativa soprattutto sul Sud Italia e sulle famiglie con soggetti di età avanzata e anche minori. E’ fallito il supporto per la formazione e il lavoro: sono solamente 102 mila i beneficiari della misura, con appena 3,7 mensilità, e il risultato è di portare su un mercato del lavoro sempre più precario e sempre più caratterizzato dal lavoro povero e sottopagato.

Cgil, superate 500 mila firme per i referendum.

clicca qui  https://www.cgil.it/referendum

La soglia delle 500 mila firme per presentare i quattro referendum popolari è stata raggiunta. La Cgil chiamerà i cittadini a esprimersi sulle norme dei licenziamenti previste dal Jobs Act, ma anche per introdurre l’obbligo di causale per i contratti a termine e la responsabilità del committente di un appalto nel caso di incidente sul lavoro. Il sindacato parla di “grande interesse” raccolto sui temi proposti. Per la Cgil, che ha finora contato 582.244 firme, si tratta di una battaglia “per un lavoro stabile, dignitoso, tutelato e sicuro”.

Il voto contro la deregulation del mercato del lavoro.

Nella propaganda elettorale, la sinistra non ha dato l’adeguato risalto  alla presentazione del Disegno di Legge di iniziativa popolare della CGIL con  quattro referendum contro il famigerato Jobs Act, del primo ministro Matteo Renzi segretario PD, simbolo della stagione dell’austerità. Il decreto sul licenziamento rappresenta il cuore (nero) della riforma del 2015, perché con esso, grazie al superamento dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, si sono indeboliti i lavoratori assunti dopo l’entrata in vigore (7 marzo 2015), esponendoli al rischio della perdita del posto di lavoro e rendendoli più ricattabili e meno inclini a rivendicare i loro diritti. Indebolendo i lavoratori si è inteso indebolire anche il ruolo del sindacato in azienda: il che è ragione sufficiente per spiegare perché la Cgil ha scelto di chiamare i cittadini a esprimersi su questo quesito, tra i tanti possibili. I lavoratori delle piccole imprese (cioè con meno di 16 dipendenti) ai quali, come noto, l’art. 18 non si applica, beneficerebbero del secondo quesito referendario in materia di licenziamenti, finalizzato a modificare la storica legge del 1966 che fissa in sei mensilità il tetto massimo dell’indennizzo: un importo indecoroso, che il giudice potrà superare in caso di esito positivo del referendum.

I referendum  non risolverebbero  tutti i problemi che la lunga stagione della deregulation ha prodotto (a partire dal lavoro povero), ma costituirebbe il primo e necessario passo da fare se quella stagione si vuole realmente chiudere, abbandonando definitivamente la logica tossica dello scambio tra diritti (certi) e occupazione (incerta e sotto-tutelata) di cui il Jobs Act ha rappresentato la più coerente e convinta declinazione.

Diritto al lavoro dei disabili.

Sono passati venticinque anni da quando fu approvata la Legge 68/99, “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, ma ancora molto c’è da fare, innanzitutto dal punto di vista culturale, ma anche sulla stessa procedura oggi vigente (continua…).

Questo è uno degli articoli che trovate su Superando.it.  Superando.it è un servizio di informazione sulla disabilità promosso dalla FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap. Il  servizio di aggiornamento gratuito è disponibile a tutti ed attivabile direttamente dal sito Superando.it cliccando qui. Per qualsiasi richiesta invia una email a info@superando.it.

Morti sul lavoro: dallo stillicidio quotidiano alle stragi periodiche.

Continua a rimanere scritta nel libro dei sogni la proposta di Raffaele Guariniello di creare una procura nazionale sulla sicurezza del lavoro. Una proposta che nessuno dei governi che si sono succeduti in questi anni ha voluto realizzare. Né possono porre rimedio le tante procure della repubblica istituite nel nostro Paese, ciascuna con una ristretta area di operatività, e per giunta raramente provviste di specializzazione in materia. Né assume rilievo l’obiezione mossa da taluno secondo cui l’azione del pubblico ministero sarebbe meramente repressiva, e mai preventiva. Clicca qui.

Strage sul lavoro.

Fino a poche settimane fa, a Firenze era operativo un solo ispettore tecnico addetto ai controlli di sicurezza sui luoghi di lavoro. Gli altri 16, assunti a luglio dopo aver superato il concorso, stavano svolgendo il periodo di formazione prima di entrare completamente in servizio. La dotazione organica ottimale dovrebbe essere di 27 unità. Quindi, anche con gli ultimi ingressi, ne mancano ancora 10. Oltre a questi, dovrebbero essere attivi 50 ispettori del lavoro – che si distinguono da quelli tecnici perché hanno competenze diverse – ma al momento se ne contano appena 24. Questo dato, comune a tutta Italia, spiega molto di come la macchina della prevenzione delle irregolarità e degli incidenti sul lavoro abbia armi spuntate.

Ilva, fandonie sui conti e l’ambiente. E sulla nuova privatizzazione.

<<“Nessuno degli impegni presi è stato mantenuto”, in merito all’occupazione e al rilancio industriale. “In questi anni la produzione si è progressivamente ridotta in spregio agli accordi sottoscritti”. Peggio, “è stata mantenuta bassa lasciando campo libero ad altri attori stranieri”. Chissà se la manager Lucia Morselli, posta a capo di Acciaierie d’Italia dalla multinazionale ArcelorMittal, querelerà pure lui, il ministro Adolfo Urso, dopo l’informativa al Senato con cui ha dato il benservito al gestore straniero degli stabilimenti di Taranto, Genova e Novi Ligure. Parole sferzanti, inequivocabili, tali da confutare il mucchio di fandonie sui conti riportati in pareggio, sugli impianti rinnovati, sui dipendenti in sicurezza e la scomparsa delle emissioni nocive che negli anni scorsi venivano raccontate da questo giornale e pochi altri. Ora che il governo fa sue queste verità, compresa l’accusa a Mittal di aver mantenuto il controllo sulla più grande fabbrica italiana solo per sbarrare la strada ai concorrenti, resta da chiedersi: perché ci avete messo tanto? Non sono troppi 15 mesi per denunciare la disastrosa situazione ereditata – è vero – dai governi precedenti?>>. Continua a leggere il commento di Gad Lerner. Ora si passa ad una specie di ri-nazionalizzazione, ovvero ri-privatizzazione coi soldi dello Stato.

Italia record di occupati.

Se non possiamo festeggiare la pace e l’ambiente, almeno potremmo solennizzare che “In Italia l’occupazione continua a crescere”, come titolano giornali e tv a reti unifcate? Tasso di occupazione al 61,8% (+0,1 punti)? Prima di optare per lo champagne, riveliamo “il piccolo” trucco statistico: a partire dal 2021, sono considerate occupate “le persone che, durante la settimana di riferimento, hanno lavorato per almeno un’ora a fini di retribuzione o di profitto, compresi i coadiuvanti familiari non retribuiti”. 

Il dato tanto sbandierato dal governo Meloni, come il più elevato dal 1977 (anno di inizio delle serie storiche Istat sull’occupazione),  non può quindi essere comparato con i dati sull’occupazione precedente al 2021. Alla luce della nuova definizione, l’essere occupato/a non è più garanzia di un reddito stabile superiore alla soglia di povertà relativa. Differenziando i dati per settore, infatti, l’occupazione cresce di più nei settori caratterizzati da “lavoro povero” a minor valore aggiunto, quali costruzioni, terziario arretrato, logistica, servizi di cura e pulizie.

C’è da festeggiare? Certo, il governo può vantare un risultato: il ridimensionamento del reddito di cittadinanza ha aumentato la coazione al lavoro, come si evidenzia dal calo degli inattivi. Ma si tratta di lavoro precario, usa e getta, poco produttivo. Il tasso di disoccupazione totale sale al 7,8% (+0,1 punti) e quello giovanile al 24,7% (+1,5 punti). Tale apparente paradosso (la simultanea crescita di occupati e disoccupati) è spiegata dalla forte riduzione degli inattivi.

C’è fa festeggiare?  La perdita di potere d’acquisto dovuto all’inflazione, che favorisce la stagnazione economica?  La produttività dell’industria italiana che ha visto un calo dello 0,7% a fronte di un aumento delle ore lavorate? Il divario con l’Europa che cresce? L’Italia  il paese dove si lavora di più, si lavora peggio e si è meno pagati?

Salute ambiente pace al centro della manifestazione del 7 ottobre.

Una grande manifestazione nazionale a Roma per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare. È “La Via Maestra. Insieme per la Costituzione”, la mobilitazione lanciata da più di 100 associazioni e reti, che a loro volta raccolgono tantissime realtà della società civile, tra cui anche la Cgil, per sabato 7 ottobre nella capitale. Clicca qui.

Ma era omicidio volontario.

Dopo 5726 giorni, dopo tanto correre, scappare dalla giustizia ha varcato la soglia del carcere Harald Espenhahn, il manager tedesco condannato per omicidio colposo (derubricato da doloso, tale era) per la morte di sette operai dello stabilimento ThyssenKrupp di corso Regina Margherita, a Torino, durante un incendio scoppiato nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007. Una sentenza arrivata in via definitiva nel 2016 ma mai eseguita a causa dei continui ricorsi che l’imputato ha fatto alla giustizia tedesca per evitare il carcere. Clicca qui.

Morti sul lavoro la strage non si arresta.

L’Osservatorio Nazionale di Bologna  Caduti sul Lavoro è stato aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 16 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. Clicca qui il report dei primi sette mesi del 2023.

 

Superando torna dopo Ferragosto.

La redazione di «Superando.it» si prende alcune settimane di pausa. Riprenderà le pubblicazioni con regolarità dal 17 agosto, ma nel frattempo, naturalmente, lascia a disposizione dei Lettori e delle Lettrici  ampi archivi, sempre divisi per settore (Diritti – Autonomia – Salute – Lavoro – Studio – Sport e Turismo – Società) (continua…)

Li chiamano fatalità.

Su 334 cantieri ispezionati, l’80% risulta irregolare. 116 provvedimenti di sospensione delle attività d’impresa, 100 per sicurezza lavoro e 56 per lavoro nero. Su 723 aziende ispezionate e 1.795 posizioni lavorative, 349 di queste trovate irregolari. “Più nel dettaglio, sono state 568 prescrizioni per violazioni in materia di sicurezza e 166 le sospensioni, con 289 persone deferite per D. Lgs. n.81/08, per un totale di 3.038.828 euro in sanzioni e ammende”.
I padroni se la cavano con qualche multa e qualche fermo produttivo. Tra gli operai che ogni giorno lavorano tanti non torneranno più a casa. Questi i risultati prima che i Consulenti entrassero nell’Ispettorato. (continua)

I giovani europei con disabilità chiedono diritti e lavoro.

Le discriminazioni subite e una probabilità cinque volte maggiore di non trovare occupazione, rispetto ai coetanei senza disabilità: ne hanno parlato i giovani con disabilità del Comitato Giovani dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, e del progetto “Ascend Citi”, partecipando all’EYE, l’Evento Europeo dei Giovani, ospitato dal Parlamento Europeo a Strasburgo, che ha riunito oltre diecimila giovani provenienti da tutta Europa (continua…)

Serve un unico forte movimento per la pace e l’ambiente, cioè per il lavoro.

Siamo al 2 giugno 2023. «Siamo sull’orlo di due abissi: l’inverno nucleare, basta un incidente e ci siamo, e l’estate incandescente per la crisi climatica. Serve un unico forte movimento per la pace e l’ambiente»: così il missionario comboniano Alex Zanotelli fotografa l’attuale momento storico. (clicca qui).

Una banca dati rivolta a persone con disabilità che cercano lavoro.

Si chiama “Cerco Lavoro (Legge 68/1999)” la banca dati promossa dall’Associazione ANDEL (Agenzia Nazionale Disabilità e Lavoro) cui le persone con disabilità disoccupate od occupate in cerca di un nuovo lavoro possono iscriversi gratuitamente. L’iscrizione farà sì che ANDEL favorirà l’inserimento mirato nel momento in cui riceverà richieste da aziende, cooperative o altri soggetti sociali promotori di progetti inclusivi, nonché informazioni su scoperture di posti presso datori di lavoro pubblici e privati (continua…)

Ambiente, amianto, infortuni sul lavoro.

Lunedì 12 dicembre alle 9.30 nella sala Laudato si’, al Campidoglio, a Roma, l’Osservatorio Nazionale Amianto e la Fondazione E-Novation saranno insieme in un convegno dal titolo “ESG – Stati Generali della Sostenibilità – ambiente e amianto, infortuni sul lavoro, governare la sostenibilità” durante il quale saranno sviscerati i temi degli infortuni sul lavoro, delle malattie professionali e più in generale della tutela dell’ambiente. Clicca qui.

15° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DELLA THYSSEN KRUPP.

GIORNATA NAZIONALE PER IL DIRITTO ALLA SALUTE E ALLA VITA DEI LAVORATORI, per fare cessare l’epidemia di morti e feriti sul lavoro in fabbrica e in ogni luogo di lavoro.

“….Nel nostro Paese i soli infortuni sul luogo di lavoro od in itinere causano più di 1400 morti l’anno. Diciannovemila dal 2009.

E ancora più elevata è la mortalità da malattie da lavoro, difficili da quantificare perché il loro riconoscimento segue un iter lungo e tortuoso alla fine del quale spesso restano ingiustamente disconosciute. Dati disastrosi cui aggiungere ora i giovani colpiti nel corso della scuola lavoro e le tante donne penalizzate dalla mancata valutazione del rischio di genere….

A ciò si aggiungano i tagli deliberati nel corso degli anni che hanno ridotto così tanto il personale addetto ai controlli sul rispetto delle norme di prevenzione e sicurezza da spingere le imprese a risparmiare sui costi relativi con la quasi certezza dell’impunità….

Per questo riteniamo indispensabile la ricostruzione nel paese e nel mondo del lavoro di una cultura della sicurezza oggi assente e il rilancio delle lotte per: la ricostruzione dei sistemi di prevenzione e controllo; l’inasprimento delle sanzioni penali a carico del datore di lavoro e dei dirigenti per il mancato adempimento degli obblighi relativi alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori; l’istituzione di una apposita Procura Nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro; l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro; il ripristino del testo originale del D.lgs. 81/08, eliminando le modifiche peggiorative per la salute e la sicurezza dei lavoratori introdotte dalle successive modifiche (D. Lgs.106/09, Decreto del fare, Decreto semplificazioni, Decreti attuativi del Jobs Act. Le altre notizie No Tav sulla mailinglist di Doriella&Renato: clicca qui.

Gli operai mandati a morire d’amianto.

AllIsochimica di Avellino dove i lavoratori lavoravano a mani nude e con pochi e insufficienti attrezzi di protezione, a scoibentare e ricoibentare i vagoni dei treni delle Ferrovie dello Stato: 2276 tonnellate di amianto dal 1982 al 1988 smaltite ovunque. 231 lavoratori si sono ammalati e 11 hanno perso la vita. Il tribunale di Avellino ha condannato Rete Ferroviaria Italiana e Isochimica a 10 anni di reclusione e  al risarcimento ai familiari delle persone uccise da patologie tumorali e respiratorie causate dalla inalazione di amianto.

Mattarella, non chiuda gli occhi sulla strage dei morti sul lavoro.

Dal 1 gennaio 2008, l’Osservatorio nazionale di Bologna è l’unico in  Italia che monitora realmente i morti sul lavoro. Chiuderà alla fine di quest’anno per il fallimento di questa iniziativa: cioè  per l’insensibilità dello Stato, della Politica e di chi se ne dovrebbe occupare e non lo fa. Il numero REALE di morti è quello rilevato dall’Osservatorio: il 30% in più  di quello falso diffuso da INAIL, in questi 15 anni invece sono morti complessivamente per infortuni oltre 20.000 lavoratori. Dall’inizio di questo anno sono morti 1186 lavoratori. Carlo Soricelli, fondatore dell’Osservatorio, scrive al presidente della Repubblica, clicca qui. 

I programmi elettorali secondo gli ecopacifisti e il volontariato.

Quelli che avrebbero più motivo di andare alle urne, i più fragili, i più poveri, i più emarginati, sono proprio quelli che non votano. E, al contrario, il nucleo costante dell’elettorato è costituito dalle categorie superiori, dai ceti più ricchi e più istruiti, dai maschi delle regioni del centro-nord. La crescita dell’astensione obbedisce a una logica implacabile: accentua le disuguaglianze economiche, sociali, demografiche. Se gli uni finiscono per essere estromessi, allontanati, dimenticati, gli altri sono sovrarappresentati. Il Parlamento eletto rischia di dare come non mai un’immagine falsata del Paese. Finora i partiti hanno fatto poco o nulla per arginare l’astensione. Le liste dei candidati, i soliti nomi, noti e arcinoti, avranno semmai contribuito allo sconforto e alla frustrazione. Soprattutto sono sottovalutati i programmi. Su questo insistono ecopacifisti e volontariato.

 “s o s t e n i b i l i t a e q u i t a s o l i d a r i e t a . i t” : Con l’auspicio che si possa formare un’aggregazione comprendente buona parte del variegato mondo ambientalista intorno a pochi punti essenziali, elenchiamo di seguito alcuni punti  (La transizione ecologica. Conversione economica dell’ecologia. La leva fiscale. Riforme sociali per ridurre le disuguaglianze)

su cui riteniamo necessario avviare un confronto per provare a costruire un’alleanza sul fronte ecologista: (clicca qui).

Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”: Occorre una coalizione contro la guerra. Fermare la guerra, cessare la produzione e l’invio di armi assassine, revocare le folli e scellerate “sanzioni” che stanno devastando l’economia europea e gettando nell’abisso della miseria le classi lavoratrici e popolari. (clicca qui).

“OMAR (Osservatorio Malattie Rare) con lAMR (Alleanza Malattie Rare)”: Incontro-confronto con i  responsabili Sanità delle varie forze politiche, per sottoporre le proprie istanze, con l’auspicio che esse possano essere da subito considerate dal nuovo Parlamento e dal nuovo Governo. (continua…)

Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap): Servirebbe in un vero e proprio contratto da sottoscrivere con l’intero movimento associativo delle persone con disabilità e delle loro famiglie, che obblighi chi andrà al governo a dare concretezza alle pari opportunità e all’inclusione sociale delle stesse persone con disabilità. (continua…)

Ecoitaliasolidale:  Non si intravedono validi programmi elettorali sull’ambiente, siamo aperti al confronto per valutare se può esistere ancora in Italia una rappresentanza politica competente. (clicca qui).

Unione Popolare: L’unione che raccoglie senza simboli o bandiere di singoli partiti un insieme di realtà politiche di sinistra e associative ha esplicitamente messo tra le sue priorità la transizione ambientale nel suo programma allegato in sintesi (clicca qui).

“Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”: Ed ancora una volta saranno esclusi dal voto milioni di persone che in Italia vivono, lavorano, crescono i loro figli, fanno un gran bene al nostro paese. Milioni di persone che continuano a subire nel nostro paese un regime di apartheid, una violenza razzista istituzionale che è strettamente connessa ed complice della violenza razzista e schiavista e assassina dei poteri criminali e del regime dei predatori e della corruzione. Cosa si attende ancora a riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che in Italia vivono? Cosa si attende ancora a far cessare il regime della segregazione razzista nel nostro paese?

“CSVnet”, la rete che riunisce 48 Centri di Servizio per il Volontariato: Mancano nel dibattito elettorale idee e proposte strategiche per potenziare il Terzo Settore e valorizzare l’impegno del volontariato per un Paese più inclusivo, solidale e sostenibile.  Lettera ai leader delle principali forze politiche chiedendo impegni precisi per sostenere il Terzo Settore e i volontari che in questi anni hanno tenuto unito un Paese indebolito dalla crisi economica e sociale e dalla pandemia (continua…)

“Federazione FISH Liguria”:  Quante persone sorde o ipoudenti escluse dal dibattito pre-elettorale!
Richiedere, ricevere e comunicare informazioni e idee su base di uguaglianza con gli altri: lo prescrive la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che dal 2009 è una Legge Italiana, e tuttavia, come denunciano due Associazioni aderenti alla Federazione FISH Liguria, chiedendo in tal senso un intervento dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), «le persone sorde o ipoudenti stanno incontrando molte difficoltà, in ogni sede, ad ascoltare e comprendere bene quanto viene detto dai candidati alle prossime elezioni politiche nazionali» (continua…)

AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla):  Dare continuità alle azioni sulla sclerosi multipla e le patologie correlate; e per le persone con disabilità in generale. Documento con le priorità di azione urgenti
(continua…)

Fridays for Future Italia:  Volete il nostro voto ma ignorate la nostra voce. La politica dei partiti si è presa tutto il palcoscenico e la facoltà di scegliere cosa è meglio per il paese, ma è lontana dalle istanze e dalle preoccupazioni delle persone che dicono di rappresentare. Non potete rappresentarci se non ci ascoltate. Clicca qui https://fridaysforfutureitalia.it/lagenda-climatica/

 APRI Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di Down, l’autismo e il danno cerebrale: Quanto mai necessari alcuni provvedimenti  aumentando la qualità di vita delle persone con autismo e del loro contesto familiare e sociale nel presente e nel futuro, oltre a ridurre la grande spesa pubblica che oggi costituisce un eclatante esempio di spreco di risorse. (continua…)

Centro Studi Erickson: Il tema del riconoscimento nella scuola delle differenze e di un approccio educativo attento alle diversità è praticamente assente dai programmi elettorali delle principali forze politiche. E invece facilitare inclusione, equità e pari opportunità è esplicitamente previsto dall’“Obiettivo 4” (“Istruzione di qualità”) dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. (continua…)

Record per morti sul lavoro.

Aumentano da Nord a Sud gli incidenti sul lavoro e purtroppo anche quelli mortali. Sono 364 i lavoratori che hanno perso la vita nei primi cinque mesi del 2022, con una media di oltre due morti sul lavoro al giorno. In netto aumento, inoltre, le denunce di infortunio (+48%), che rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso aumentano del 48%. Lo rivela l’osservatorio Vega Engeneering su dati Inail.

In questo tragico bilancio la provincia di Alessandria  è la prima in classifica. Clicca qui.

Ilva una vergogna nazionale.

Guarda il video Sopravvivere sotto l’ex Ilva, Tamburi di morte a Taranto

Lo Stato Italiano continua a non tutelare la salute e i diritti dei tarantini. La nuova condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è una sorta di conferma a quanto già contenuto nella prima sentenza che sulla gestione della vicenda dell’ex Ilva, inchiodò il governo di Roma. A quasi quattro dalla condanna della Cedu e a quasi dieci dal sequestro degli impianti, insomma, la salute dei tarantini è ancora a rischio. Siamo di fronte a una vergogna nazionale. Clicca qui Peacelink. Domenica 22 maggio a Taranto saremo di nuovo in piazza Garibaldi alle ore 17 per riaffermare il diritto alla vita e alla dignità dei cittadini esposti a rischi sanitari inaccettabili.

Due mesi di mobilitazione sul territorio toscano contro le morti sul lavoro.

Nel 2021 le denunce  presentate all’INAIL sono state 448.110 e sono morti 1404 lavoratori per infortuni sul lavoro, con un aumento del 18% rispetto all’anno 2020. Senza considerare il lavoro nero, i morti per covid e le malattie professionali. La mancanza di sicurezza e la ricerca del massimo profitto come per la strage di Viareggio o il crollo del ponte Morandi a Genova e le altre numerose stragi definite fatalità aumentano ancora di più questo tragico bilancio. Le responsabilità del Premio Attila 2021.  Clicca qui il programma delle lotte.

Altre 500mila persone senza stipendio.

Le famiglie di 500 mila lavoratori, tutti dai 50 anni in su, privi di green pass rafforzato, resteranno senza stipendio per quattro mesi. Si aggiungeranno, secondo i dati Istat e Caritas,  a quanti vivono al di sotto della soglia di povertà: che si  aggirano intorno ai 6 milioni di persone, il 10% dell’intera popolazione, con tendenza ad aumentare a causa della crisi. Se però nel calcolo si includono tutti quelli che sono stati occupati almeno 1 mese e che reputano il lavoro come il loro status prevalente, il dato cresce al 13,2%. La fascia degli over 50 in povertà è intorno al 30% del totale. L’impatto di questi 500 nuovi disoccupati si ripercuoterà sull’intero sistema economico italiano. “Se siamo d’accordo che lo scopo delle misure anti covid è di garantire la sicurezza collettiva diventa chiaro che il tampone risponde esattamente a questa esigenza. Eliminarlo dalle alternative al green pass è esclusivamente punitivo,” sostiene Gianluca Cicinelli: clicca qui “la macelleria sociale già in atto diventa pura criminalità”.

Italcementi fa disastri ambientali in Sardegna. Molotov contro chi la denuncia.

E’ un colosso  dai fatturati gonfi di guadagni, con la coscienza carica di licenziamenti e cassa integrazione e ricatti occupazionali. La tedesca Italcementi Heidelberg, una delle più importanti cementerie d’Italia, usa la Sardegna come una colonia e a ridosso del centro abitato di Samatzai sotterra oltre 200 mila metri cubi di arsenico, cadmio, piombo, selenio e tallio, coprendo di rifiuti i pascoli e persino le sorgenti e i corsi d’acqua. C’è forte timore di rappresaglie. Eppure c’è chi denuncia la multinazionale ai carabinieri fornendo testimonianza, prove e campioni, fotografie e video. Prove inconfutabili per uomini del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri che arrivano con gli escavatori della Procura di Cagliari. All’udienza del prossimo 22 febbraio compaiono imputati eccellenti: Salvatore Grimaldi Capitello, Ignazio La Barbera, Lorenzo Metullio, Giuseppe Cataldo , Basilio Putzolu. Clicca qui.

Per il direttore Capitello sono stati disposti gli arresti domiciliari. Chi ha avuto il coraggio di denunciare?  Chi subisce minacce di morte? Chi è il solo che osa presentarsi in tribunale come parte civile? Omar Cabua. A ridosso del processo ha subìto un’aggressione (“Sono stato bloccato con la mia auto da degli sconosciuti che sono scesi dalla loro macchina e mi hanno picchiato, dicendomi di farmi gli affari miei”): è l’ultimo pesante avvertimento di una serie iniziata tre anni fa, quando si è trovato una molotov sul portoncino di casa. Come vive da allora? “Vivo con uno stato d’ansia pesante. Ogni rumore è un incubo, non c’è più serenità. Io ho deciso di denunciare lo stato delle cose qui a Samatzai perché non tollero che per un pugno di posti di lavoro abbiano devastato il territorio. Per fortuna la Giustizia sta facendo il suo corso. Hanno svenduto il territorio e a noi restano solo macerie, malattie, inquinamento e devastazione. Andrò avanti nella mia battaglia. Non mi fermo”Clicca qui.

Omar ha sempre  al suo fianco Giulia Moi, ex europarlamentare nella Commissone Ambiente e Salute, con la sua associazione Progresso Sostenibile.

Omar ha fiducia nella Giustizia. Ci auguriamo di non aggiungere un capitolo al nostro libro “Ambiente Delitto Perfetto” (di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia)

Rimbalzo piuttosto che balzo del PIL. Però balzo dei morti sul lavoro.

Infatti l’Italia è passata da un crollo del PIL dell’8,9% del 2020 al +6,4% del 2021. Un rimbalzo accompagnato da lavoro povero, precario e insicuro. Lavoro che  uccide: nel 2021 ci sono state 1.404 morti sul lavoro, a causa dei mancati controlli per mancanza di ispettori, e quei pochi effettuati sono risultati irregolari per l’86% delle aziende.

Ilva: gli operai prendano nelle proprie mani la loro vita!

La posizione dello SLAI Cobas di Taranto: clicca qui. Non solo le bonifiche interne alla fabbrica se li carica lo Stato, nella classica legge del sistema capitalista: socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti, ma ora anche i soldi per la decarbonizzazione vengono presi da quelli per le bonifiche della città.

Università Europea Movimenti Sociali per una transizione ecologica e sociale.

L’Università Estiva Europea dei Movimenti Sociali si terrà in Germania. Temi in discussione: la transizione economica, ecologica, sociale, antirazzista, femminista, democratica, del lavoro, il commercio, pace e diritti umani. Le plenarie avranno la traduzione simultanea in inglese, francese, tedesco. I seminari in due lingue. Negli eventi più piccoli autorganizzati ci sarà un aiuto alla comprensione nelle diverse lingue con la presenza di traduttori. E’ previsto un vasto programma culturale, con eventi e concerti.

Clicca qui per tutte le informazioni utili alla partecipazione.

Sviluppo ferroviario nella città di Genova.

Ferrovia merci Porto-bivio Fegino: gli impatti semisconosciuti di un’opera di cui si parla da vent’anni. 1.800 palazzi interessati nell’arco di 150 metri. 7.000 famiglie interferite nei 50 metri più vicini ai binari. l’impatto di un’opera che in un tratto prevede anche di affiancare il traffico merci alla linea metropolitana. Una fascia di terreno larga 15 metri per quattro binari che corrono in mezzo alle case. Clicca qui.

Nubi grigie in un cielo rossastro è lo scenario tarantino consegnato ai Ministri.

Oltre 60 foto che ritraggono Taranto in ogni angolazione. In ogni scatto ci sono i fumi dell’ex Ilva. Ora quelle fotografie dell’inquinamento sono sul tavolo dei Ministri. Sono state inviate dall’Associazione dei genitori tarantini che da sempre chiedono la chiusura dello stabilimento. Si tratta di immagini raccolte da semplici cittadini negli ultimi 3 mesi che evidenziano la colorazione rossastra del cielo o nubi grigie che sovrastano l’area degli impianti siderurgici. Con riferimento alla chiusura delle aree di produzione a caldo di Genova e Trieste, si legge nella lettera, si chiede come il Governo intenda giustificare la continuazione della produzione di acciaio, per mezzo del carbone, a Taranto. Quando si potrà tornare a credere nelle istituzioni che dovrebbero prendere seriamente in considerazione come tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un bambino? E chi pagherà i danni? – Scrivono i genitori tarantini. Clicca qui.

TAV. Le bugie hanno le gambe corte e il naso lungo.

In più la lunghezza delle  orecchie di Alessandro Morelli, viceministro alle Infrastrutture per il governo italiano dei “migliori” nonchè leghista già direttore di Radio Padania,  negli incontri internazionali ha raggiunto dimensioni  già viste ai suoi partner: clicca qui.

Hanno blaterato per anni che in Valsusa i lavori procedevano, hanno militarizzato un’intera Valle costruendo  cantieri tra cemento, reti di ferro e filo spinato e questo non gli è bastato per proseguire con l’opera devastatrice. Che a lor signori piaccia di più intascarsi i denari che procedere con i lavori? La nostra lotta infatti si fonda sulla convinzione che questa “grande opera” devastatrice non serve che ad arricchire i soliti panzuti, che da troppo tempo mangiano sulle teste di tutte e tutti, a discapito proprio dei bisogni di primaria necessità come la salvaguardia dell’ambiente e dei territori per una vita in salute, che sicuramente in tempi di pandemia andrebbe messa al primo posto.

Il MIR: storia, struttura, aree di lavoro, campagne e progetti.

Il M.I.R. (Movimento Internazionale della Riconciliazione), il cui acronimo inglese è IFOR (International Fellowship of Reconciliation), è un movimento internazionale, a base spirituale, composto di donne e uomini che sono impegnati nel praticare la nonviolenza attiva come stile di vita, come mezzo di riconciliazione nella verità e mezzo di trasformazione personale, sociale, economica e politica.

Il MIR italiano ha scelto come simbolo il charkha, l’arcolaio a ruota per filare il cotone. Gandhi chiedeva a tutti gli indiani di tessere da se stessi il cotone per rivalutare il lavoro manuale perché, attraverso la tradizionale attività artigianale, tutti potessero guadagnarsi il pane: per questo ne aveva fatto il simbolo della nonviolenza. Per noi rappresenta un richiamo alla semplicità di vita, ad un lavoro senza sfruttati e sfruttatori, rispettoso dell’ambiente; il modello di vita che perseguiamo.

Per saperne di più leggi di seguito. LEGGI ORA

Convegno “sicurezza, salute, obbligo di fedeltà”.

Che ha come protagonisti familiari di stragi e morti sul lavoro, lavoratori e lavoratrici, Rsu e Rls, attivisti/e che lottano e proprio per questo sono colpiti dalla repressione, esperti che mettono a disposizione conoscenze e competenze a sostegno di chi subisce rappresaglie fino al licenziamento e di chi, dovunque, conduce la lotta per l’unità della classe.

Il quadrilatero della morte siciliano, il prete verde e l’arcivescovo industrialista.

4 raffinerie, una fabbrica di cloro a celle di mercurio e un’altra di magnesio, un inceneritore, un cementificio, 3 centrali termoelettriche e un depuratore: il “quadrilatero della morte” che si estende tra i comuni di Augusta, Priolo Gargallo e Melilli fino alle porte di Siracusa, è famoso per il numero impressionante di tumori maligni che colpiscono soprattutto gli uomini al colon retto e le donne ai polmoni.. Fin dagli anni 90 è dunque famoso padre Palmiro  Prisutto per aver fatto battaglie per la tutela della salute, del lavoro e dell’ambiente. Più volte ha chiesto l’intervento delle istituzioni, con lettere indirizzate ai diversi capi di Stato, premier e politici perché intervenissero sulle mancate bonifiche e sull’inquinamento.

Ebbene, l’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto, gli contesta gli articoli canonici 1740 e 1741, perché avrebbe “arrecato grave danno o turbamento alla comunione ecclesiale”, “la perdita della buona considerazione da parte di parrocchiani”, “grave negligenza o violazione dei doveri parrocchiali”, e la “cattiva amministrazione delle cose temporali con grave danno della Chiesa”. Durante la messa padre Palmiro infatti ha il vizio di leggere i nomi dei morti di tumore, la lista ormai supera gli 800 nomi. Per questo il prete verde  dovrà lasciare la guida della chiesa madre, malgrado che in poco meno di una settimana sono state raccolte più di 3 mila firme contro l’arcivescovo. Irremovibile. Che ci sia una pressione dell’area industriale per la sua rimozione? Ma daiii!

Un infortunio sul lavoro ogni 50 secondi.

600.000 all’anno. Tre omicidi al giorno. 130.000 incidenti con invalidi. A questo crimine di pace aggiungiamo le malattie professionali, ad esempio i morti per amianto. Milioni di imprese e soli 4.500 ispettori del lavoro  spesso costretti in ufficio piuttosto che in ispezioni. (Quanti  dei 10.000 poliziotti  inviati di rinforzo in Valsusa contro i NoTav potevano essere riqualificati ispettori?). E nei pochi controlli effettuati oltre l’80% delle imprese risultano fuorilegge, anzi in nero, dunque anche in evasione fiscale e collusioni con le mafie, sulla pelle di milioni di lavoratori soprattutto immigrati. Tant’è che il 35% del PIL si nutre di economie sommerse, e delle loro vittime che tanto commuovono pochi politici. Clicca qui due commenti.