Se si ammette che il Diritto è un mezzo e la Giustizia un fine, ne consegue che non si può fare Diritto senza sapere quale sia il fine di quel fare. Alla Bennet il formaggio grana costa caro. 2 anni e 4 mesi, più 800 euro di multa (continua)
Categoria: Bennet
Assolto in Corte d’Appello infermiere che rubò spazzolini al Bennet di Alessandria.
Il Bennet non ha mai ritirato la denuncia, nonostante gli spazzolini furono subito recuperati e rimessi in vendita. L’uomo, un infermiere tunisino di 51 anni, aveva rubato gli spazzolini per il figlio con problemi ai denti. Il giudice in Corte d’Appello ha ritenuto il valore degli spazzolini di particolare tenuità ed ha applicato la norma che estingue questo tipo di reato, cancellando definitivamente la sentenza del primo grado. Nessun segnale di umanità e carità da parte dell’ipermercato che ha preferito la linea dura nonostante la nostra campagna di boicottaggio.
Clicca qui La Stampa “Rubò spazzolini per il figlio. Assolto dopo la condanna. Sentenza ribaltata in 4 mesi: applicata legge che estingue reati lievi.”
La bilancia squilibrata della Giustizia.
Il simbolo della Giustizia è la bilancia. Simbolo dell’equilibrio. Se su un piatto peso un reato e sull’altro piatto peso la pena: i due piatti devono stare in equilibrio. Il furto non pesa come l’omicidio, le rispettive pene hanno infatti pesi diversi. Anche i furti non hanno lo stesso peso, dunque anche le pene devono avere pesi diversi. Devono o dovrebbero? Se uno ruba alla collettività per 287 milioni di euro di frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione indebita, è condannato a 4 anni di reclusione di cui 3 coperti da indulto e 1 dai servizi sociali per qualche ora alla settimana. Se un altro invece ruba qualche centesimo di euro ad un privato per un paio di spazzolini oppure per due chili di pane e pasta, è condannabile rispettivamente a 5 mesi e a 6 mesi. Dunque i piatti della bilancia della Giustizia si dimostrano in uno scandaloso inaccettabile squilibrio. A maggior ragione se nel primo caso il ladro è un miliardario che ruba per avidità mentre negli altri due casi i ladri sono dei disoccupati che rubano per fame. A maggior ragione se il miliardario ha rubato allo Stato indebitato, cioè a ciascuno di noi, lo Stato che condona, mentre i disoccupati hanno rubato ai privati, anzi a privati miliardari che invece non perdonano. Ogni riferimento a fatti e persone esistenti è puramente voluto: Berlusconi con lo Stato italiano nel film “La giustizia è uguale per tutti”; Abdelhamid Akrout e Alfredo Gugliotta con i supermercati Bennet di Michele Ratti e Galassia di Dario Brendolan nel film “La giustizia è uguale per tutti”. Quanti altri film con questo titolo.
Boicottiamo il Bennet.
Ad Alessandria, ruba ricambi di spazzolini per il figlio di nove anni. Infermiere diplomato, 51 anni, disoccupato, li aveva nascosti nel giubbotto per portarli al bambino che ha problemi ai denti. Bennet non ritira la querela. Nemmeno di fronte alla pubblica umiliazione davanti alle casse. Nemmeno di fronte alla immediata restituzione della misera refurtiva, dunque a danno nullo. Nemmeno di fronte al pentimento e al risarcimento morale. Nemmeno di fronte ad un incensurato. Bennet è intransigente, non ha pietà, non offre un posto di lavoro al poveraccio, rifiuta addirittura di ritirare la querela. Il giudice Seddaiu applica la legge (bella legge che abbiamo che manda in galera per due meloni mentre il Quirinale invita i pregiudicati) e infligge 27 giorni di reclusione tramutati in 6.750 euro di multa. Sai quanti spazzolini dovrebbe rubare per pagare la multa.
Clicca qui Agorà Magazine “I poveri sono di solito senza diritti, talvolta si scontrano con il Diritto…sciocco”
Clicca qui La Stampa “Levata di scudi contro il Bennet che non ha avuto pietà dopo il furto”
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