Giù le mani dall’Acquedotto Pugliese!

Attacco finale del governo Meloni alla gestione pubblica dell’Acquedotto Pugliese, portato avanti attraverso l’impugnazione della legge regionale n.14/2024, con la quale la Regione Puglia consente l’ingresso ai comuni pugliesi nelle quote di partecipazione alla gestione del Servizio Idrico Integrato regionale.
Il Governo si fa forte di un pronunciamento dell’Autorità Garante della Concorrenza, ma la posta in gioco è chiara ed evidente: nel 2025 scade la concessione dell’affidamento pubblico dell’Acquedotto Pugliese e il governo vuole aprire la strada alla privatizzazione del servizio.

In piazza oggi a Taranto per la crisi dell’ILVA.

Oggi la prospettiva non è difendere un’industria inquinante e in perdita, ma chiedere che i fondi pubblici siano utilizzati per il bene comune. Dobbiamo puntare a una riconversione dei lavoratori verso attività pulite, bonifiche ambientali e un’economia ispirata ai principi dell’Agenda Onu 2030 per la sostenibilità ambientale.

Anticipiamo il testo del discorso a nome di PeaceLink. Cliccare qui per il link sul testo

Parlamento e Comuni tradiscono il referendum per l’acqua pubblica.

Alla fine del 2023 sono scaduti molti affidamenti diretti della gestione (in house providing) del Servizio Idrico Integrato: la privatizzazione incombe. Tranne poche eccezioni, come ad esempio l’eccellenza di Acqua Bene Comune Napoli, nel resto del Paese manca ancora quel gestore pubblico che consenta il rinnovo diretto – fuori dalla concorrenza di mercato – dell’affidamento della gestione dell’acqua. E’ la logica conseguenza del tradimento della volontà popolare chiaramente espressa nel Referendum del 2011: fuori l’acqua dal mercato e dal profitto! Grandi responsabilità pesano sul Parlamento complice l’inerzia di molti sindaci e consigli comunali che per legge hanno il dovere di governare il Servizio Idrico Integrato. Clicca qui l’appello per la gestione dell’acqua bene comune.

Fermate i 52 giganteschi “aerogeneratori” in Montefeltro.

Sono ormai 9 i progetti di impianti eolici di taglia industriale presentati a catena, nell’arco di pochi mesi.  L’istanza al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Toscana, per impedire l’assalto scriteriato di pale eoliche in alta Valmarecchia e Valtiberina, è stato presentato da  Italia Nostra sezioni Firenze e Valmarecchia, WWF sezioni di Rimini e Forlì-Cesena, Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Regione Toscana, Associazione I Cammini di Francesco in Toscana, Gruppo di Intervento Giuridico, Associazione Culturale D’la dè Foss (Al di là del Fosso), Associazione Altura ed i Gruppi Crinali Bene Comune in Valmarecchia e Appennino Sostenibile in Toscana. Clicca qui

Superando torna dopo Ferragosto.

La redazione di «Superando.it» si prende alcune settimane di pausa. Riprenderà le pubblicazioni con regolarità dal 17 agosto, ma nel frattempo, naturalmente, lascia a disposizione dei Lettori e delle Lettrici  ampi archivi, sempre divisi per settore (Diritti – Autonomia – Salute – Lavoro – Studio – Sport e Turismo – Società) (continua…)

Soulèvements fa paura.

Con Les soulèvements de la terre

In Francia, il governo di Macron ha compiuto un passo senza precedenti nella repressione del movimento sociale ed ecologista. Il 21 giugno ha decretato lo scioglimento del movimento Soulèvements de la Terre, che conta su oltre 140mila sostenitori e più di 150 comitati locali. Un modo come un altro per far sapere all’enorme numero di cittadini che lo detesta che non c’è alcuno spazio di dialogo e che chi non è d’accordo è bene che non esca nemmeno di casa. Centinaia di migliaia di persone hanno espresso solidarietà al movimento in forma singola o associata da tutto il mondo

Perché Soulèvements fa così paura

Un rapporto confidenziale della “Digos” francese sul movimento da soffocare.

Il Centro di Iniziative per la Verità e per la Giustizia.

Se volete contattare il CIVG per collaborare con questo progetto, per proporre materiali, per chiedere altre informazioni, inviate una mail a info@civg.it. A seguire, alcuni articoli caricati sul sito.

Pfas: una legge limiti zero.  In Italia è in atto un crimine ambientale e sanitario. Chiedi al governo la messa al bando. Movimento di lotta MaccacaroLeggi tutto

A Cagliari la marcia per dire no alla militarizzazione della Sardegna Laura Tussi Leggi tutto

Kosovo 1999. Un aspetto di storia mai raccontata. Enrico Vigna Leggi tutto

Democrazia è: colmare il divario tra Movimenti e Partiti.

La via può essere una Legge sui partiti. Questa legge manca dal 1948 ed è un tassello fondamentale per riportare la politica italiana in una situazione fisiologica. La politica infatti è affetta da gravi patologie che hanno radici lontane e che la rendono incapace di dare risposte alle esigenze concrete della cittadinanza, e dei Movimenti che la rappresentano. Ovviamente si tratta di una legge che richiede un grande lavoro di sensibilizzazione della società.

Le motivazioni delle patologie sono esemplarmente evidenziate nell’intervista del prof. Polistena: clicca qui.

Per continuare il lavoro intrapreso per la costituzione di un Gruppo per la definizione e la promozione della Legge, l’incontro, organizzato da www.reteperlapoliticitasociale.org, è per il 26 giugno 2023, ore 21.15. Siamo  quindi invitati a dare il nostro contributo al link http://meet.google.com/tfq-towu-ndn.

Le brigate d’assalto di Beppe Grillo.

Beppe Grillo: “Volete il leader? Ma siate i leader di voi stessi. Fate le brigate di cittadinanza, mettete il passamontagna e di nascosto andate a fare i lavoretti, mettete a posto marciapiedi, aiuole, tombini. Fate il lavoro e scappate. Reagite cazzo!”. L’amara invettiva di Beppe Grillo non voleva far ridere. Nel lessico, Grillo parafrasava le Brigate Partigiane: formate  su base volontaria per lo più da componenti irregolari, a volte organizzate dagli ex soldati operanti nei territori di occupazione italiana:  queste formazioni operarono nel periodo compreso tra l’8 settembre 1943 e la fine delle ostilità 6 maggio 1945. I passamontagna sono suggeriti perché mettere a posto marciapiedi e tombini è illegale benché azione nonviolenta.

Fanno ridere invece le farsesche reazioni:  “Grillo ha istigato alla violenza, rievocando lessicalmente organizzazioni eversive che hanno scritto tra le pagine più sanguinose della Repubblica” (Enrico Borghi, senatore Iv, Twitter, 17.6). “L’odio e la violenza evocati nelle parole di Grillo riportano agli anni bui dove il piombo e il sangue hanno sporcato le strade dell’Italia. Chieda immediatamente scusa” (nota ufficiale di FdI, 17.6). “Parole gravi, sconcertanti e inaccettabili che evocano pagine drammatiche della storia del nostro Paese. Anche Elly Schlein è pronta a indossare il passamontagna per reagire contro il governo di centrodestra sotto il simbolo delle brigate?” (nota ufficiale della Lega, 17.6). “L’evocazione di Grillo è un incitamento alla violenza, che, come diceva Isaac Asimov, è l’ultimo rifugio degli incapaci. E anche degli imbecilli” (Maurizio Lupi, leader Noi Moderati, 17.6). “Sono toni che potrebbero richiamare all’istigazione alla violenza sociale. Alimentare odio è gravissimo, abbracciare chi lo fa lo è altrettanto. Provo dolore per il Pd, partito che ha sempre garantito la tenuta istituzionale, ridotto in questo stato” (Raffaella Paita, coordinatrice Iv, 17.6). “Sono pericolosi populisti” (Carlo Calenda, leader Azione, 17.6).

“Grillo è un cattivo maestro vile che aizza le persone più deboli” (Fabio Rampelli, deputato FdI, 17.6), “Grillo incita alla violenza” (Licia Ronzulli, senatrice FI, 17.6). “Grillo, frasi choc” (Corriere.it, 17.6). “Schlein si consegna a Conte e a Grillo stile Brigate rosse” (Maurizio Belpietro, Verità, 18.6). “Grillo scherza col fuoco. Cattivo maestro” (Giornale, 18.6). “Le brigate giallorosse. Cercano il morto”, “La sinistra torna alle caverne” (Libero, 18.6). “Torna Grillo ed è caos. Bufera sulle sue parole. Le precedenti frasi choc” (Stampa, 18.6), “Grillo invoca il ‘passamontagna’. Pioggia di critiche” (Repubblica, 18.6). “Il guastatore in passamontagna” (Marcello Sorgi, Stampa, 18.6).

Il nodo Kosovo sta avanzando a tappe forzate.

Il fallimento di 24 anni di gestione NATO e USA dopo l’aggressione. Un articolo di Enrico Vigna (clicca qui) che quotidianamente è  in contatto con  referenti sul posto, esponenti politici, sociali, militari, sindacali, religiosi e rappresentanti delle enclavi. Una sintesi, sicuramente carente e limitata, di telefonate, scambi di mail, domande, analisi tratteggiate, supposizioni, ma che sono  valutazioni dalla parte dirigente della società serba, anche con differenze politiche tra loro,  e che hanno un valore indubbiamente profondo e concreto, perché arrivano “dal campo”.

Il gasdotto Snam tra zone alluvionate e foreste.

Una “grande opera” dal costo abnorme di 2 miliardi e 400 milioni di euro, avversata da oltre 18 anni da comitati, associazioni, Comuni, Province, cittadini lungo tutto il suo percorso. Un’opera fossile che aggraverà ancor più il cambiamento climatico, causa di eventi estremi sempre meno “eccezionali”. Una monumentale opera “inutile”, visto che la nostra rete è già sovradimensionata rispetto alle nostre esigenze nazionali. Clicca qui.

Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana.

Il  10 giugno in Piazza San Pietro e, in contemporanea, in altre otto piazze del mondo, il Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana, dal titolo “Not alone” (#notalone) In Piazza anche 30 Premi Nobel e migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo. Evento  organizzato dalla Fondazione vaticana Fratelli tutti, in collaborazione con la Basilica di San Pietro, il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e il Dicastero per la Comunicazione. Iniziativa, ispirata all’Enciclica Fratelli tutti e occasione per promuovere la fraternità e l’amicizia sociale tra le persone e tra i popoli come antidoto alle molte forme di violenza e alle guerre in corso nel mondo. 

Due click per la democrazia.

E’ possibile firmare online le due leggi d’iniziativa popolare per la riforma della finanza dei Comuni e per la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti (www.riprendiamociilcomune.it). Da mesi una rete di oltre cento comitati territoriali si è attivata in tutto il Paese con banchetti, iniziative, presentazioni di odg nei Consigli Comunali, per mettere al centro della discussione il ruolo e la trasformazione subita dai Comuni in trenta anni di politiche liberiste e di austerità e l’espropriazione di beni comuni, diritti e democrazia che ciò ha comportato per le comunità territoriali. Mentre si tende alla devastante opzione dell’autonomia differenziata che esaspera le diseguaglianze territoriali e frantuma il paese, è  drammatica la situazione in cui versano gli enti locali:  tagli drastici al personale, privatizzazioni dei servizi pubblici, a partire dall’acqua e nonostante un referendum vinto, dismissione del patrimonio pubblico, consumo di suolo. Continua qui.

 

Torino: nasce “Resistenza Verde”.

In occasione della Giornata mondiale della Terra, centinaia di persone hanno pedalato per le strade di Torino al grido di “Fermate il consumo di suolo nella nostra città”, toccando alcuni dei luoghi interessati da progetti che, da diversi mesi, sono oggetto di vibranti contestazioni da parte dei cittadini. “In Bici contro il cemento e il greenwashing” è stata la prima iniziativa organizzata dalla rete “RESISTENZA VERDE TORINO”, coordinamento dei comitati costituitosi da poche settimane.

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In mille a Venezia per difendere la Laguna e la Democrazia.

A 50 anni dalla Legge Speciale, grande manifestazione per difendere la laguna, la democrazia, i giovani, cacciare la cupola degli affaristi e uscire dall’illegalità

– delle grandi navi a Marghera invece che fuori laguna,

– di tre nuovi disastrosi terminal per aumentare l’arrivo di turisti, a Montiron (Laguna Nord), nel Parco San GIuliano e ai Pili (proprietà del sindaco!),

– di scavo e allargamento del canale dei petroli,

– di 7 Km di scogliere di massi da 1 ton l’uno lungo il canale dei petroli, per riempire le casse di colamata di fanghi, invece che (obbligo di legge) farle tornare com’erano, barene,

-di un palazzetto dello sport sui campi coltivati a Tessera, con soldi del PNRR che invece, per legge, dovrebbero servire al recupero di periferie degradate,

– di una torre da 20 piani, che calpesta il miglior quartiere di Mestre, il Villaggio San Marco, progettato negli anni 50 da Samonà, Piccinato e Egle Trincanato, area dove il PAT (Piano Regolatore) e il Palav (Piano della Laguna) vietano ogni nuova edificazione.

Proteggere la madre terra. Difendere i diritti umani.

Conferenza con Michel Forst, Relatore Speciale delle Nazioni Unite – Dana Lauriola, Portavoce movimento NO Tav  -Livio Pepino, Direttore Edizioni Gruppo Abele – Francesco Martone, Portavoce della “Rete In Difesa di” – Ultima Generazione – Convenzione di Aarhus – Javier Villamizar Corona, presidente di AsoUwa – Liliana Rios Roa, Movimiento Político de Masas Social y Popular. Modera Marina Forti.

Clicca qui la conferenza sulla newslettera di Doriella&Renato, con  le altre iniziative NoTav in Valsusa.

Internet la nostra liberazione o la nostra rovina?

Molti fra noi “movimentisti”, soprattutto quelli che provengono da esperienze tipo sessantottine, si chiedono: le nuove generazioni riusciranno a fare quanto noi abbiamo fallito, insomma a rivoluzionare -grazie a internet-  un po’ questo mondo sull’orlo di catastrofi?  

Se clicchi qui Geert Lovink: La fine di internet ti imbatti in una risposta pessimistica: “In una situazione come la nostra, descritta da forme culturali ed economiche di stagnazione e recessione, la rivoluzione delle generazioni più giovani non è molto verosimile. Oggi, la sottocultura non può svilupparsi in opposizione alla cultura dominante. Questa è la ragione fondamentale per cui ci troviamo in questa situazione. Per quanto riguarda Internet, abbiamo visto la concentrazione del potere, la centralizzazione e la monopolizzazione che proviene sia dallo Stato che dalle aziende. Eppure, così come per il cambiamento climatico, tutti gli allarmi sono caduti nel vuoto. Internet è oggi caratterizzato da una strana sintesi di dipendenza digitale e sorveglianza statale. Tutto questo crea la sensazione che non ci sia via d’uscita; non sappiamo dove andare…”

Donna, vita, libertà.

A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignità e i diritti , clicca qui  il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo:

“Donne contro le guerre”. Resoconto dell’iniziativa organizzata da “Erinna”.
Un appello di donne: Addio alle armi. Nel mondo con uno sguardo femminile amorevole e irriducibile.
Scriviamo all’ambasciata dell’Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni.
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane.

Non c’è bisogno di sondaggi: vince il partito dell’astensione.

Alcune forze politiche valorizzano la propria presenza con l’imperativo di NON votare per i due schieramenti di centrosinistra (PD più cespugli e cespuglietti, Calenda, Renzi, Bonino, Fratoianni) e di centrodestra (Meloni, Salvini, Berlusconi). Spiegano, soprattutto il M5S, che si tratta di due coalizioni falsamente contrapposte ma in realtà del tutto organiche all’attuale sistema, si differenziano – per ragioni meramente strumentali ed elettoralistiche – solo nel modo di interpretare l’ideologia politicamente dominante, alla quale in realtà aderiscono in toto, perciò va scongiurato un bipartismo… fra due destre.

C’è anche chi sottolinea che votare non è sufficiente.

MIR Italia  Movimento Internazionale della Riconciliazione”: Votare non basta. Occorre una nostra azione politica, che vada oltre le associazioni per pace e nonviolenza Bisogna fare una protesta sociale incisiva, nonviolenta, come l’obiezione alle spese militari. (clicca qui).

Sui media circolano però anche programmi alternativi… alle elezioni stesse:

“Partito Comunista del Proletariato d’Italia”:  L’astensione attiva, politica, cioè il boicottaggio di queste elezioni farsa, è la tattica giusta, (clicca qui)

“Nuovo – Partito comunista italiano”: Votare e far confluire i voti su una sola delle liste anti Larghe Intese (Unione Popolare, Italia Sovrana e Popolare, Partito Comunista Italiano, Italexit per l’Italia, Vita e altre minori)  per rendere il Parlamento ingestibile .

Reddito di cittadinanza Salario minimo”: La lotta è un’alternativa. Non è rappresentata dall’astensione, necessaria ma sterile, è un’alternativa all’astensione, come lo è al “voto utile antifascista” e a liste che pretendono di rappresentare gli interessi proletari e popolari senza essere dentro le lotte, senza essere fuori e contro il sistema dei partiti parlamentari e il sindacalismo gestito dalle direzioni collaborazioniste.

“Coordinamenta femminista e lesbica – Roma  AED femminismo Associazione Educazione Demografica – Bergamo”:  Non votare è l’unica salvaguardia di un minimo di dignità che ci può essere rimasta come subalterne/i. Il nostro orizzonte deve essere la modifica dei rapporti di forza, è l’unica strada che abbiamo. Possediamo degli strumenti storici come le piazze, il boicottaggio, il sabotaggio, lo sciopero, la disubbidienza civile singola e collettiva, e dobbiamo inventarci altre forme di lotta perché da qui in poi sarà durissima e la risposta del potere estremamente violenta. (clicca qui)

Mentre il Po evapora sotto i nostri occhi, il G7.

L’Agenzia internazionale dell’energia (espressione degli stessi paesi industrializzati dell’Ocse) è categorica: per avere una qualche speranza di contenere l’incremento della temperatura globale sarebbe necessario non estrarre un grammo di carbone e una goccia di petrolio, ovvero è necessario azzerare da subito qualsiasi nuovo investimento in combustibili fossili. Invece il “Club del clima” del G7 va in direzione esattamente opposta: riattivazione di centrali a carbone e sostegno pubblico a nuovi investimenti nel settore del gasAnzi, i primi 12 gruppi petroliferi al mondo (tra cui l’ENI) si avviano a spendere 100 milioni di euro al giorno da qui al 2030 per sviluppare nuovi giacimenti di gas e petrolio.

Fridays for future: governo sordo cieco e muto davanti alla siccità.

L’esecutivo era stato avvisato da marzo che avremmo  vissuto una delle siccità peggiori di sempre, complice la crisi climatica, ma non ha fatto nulla, impegnato nel Pitesai (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee) e nel TAV che, oltre ad avere un bilancio climatico devastante, porterebbe alla perdita di decine di miliardi di litri d’acqua di falda, corrispondenti al fabbisogno idrico annuo di una città di 600.000 abitanti, e anche nel collocare l’Eni nel più grande progetto al mondo di gas naturale liquefatto (Gnl) in Qatar, una bomba climatica.

Di conseguenza i razionamenti d’acqua saranno all’ordine del giorno se il governo non affronterà  il problema alla radice e continuerà  a pensare alla crescita economica come dogma assoluto. Invece deve efficientare la rete idricafare delle  fonti rinnovabili  il pilastro del nostro sistema energetico, puntare al  totale ripensamento del settore alimentare che porti a prediligere gli alimenti vegetali non destinati agli allevamenti animali. Clicca qui.

Siccità, manca l’acqua e Solvay avvelena le falde.

“l’ExtraTerrestre”, il settimanale ecologista del Manifesto, dedica un intero numero (8 pagine) alla questione della siccità estrema che mette in ginocchio l’Italia. In particolare, nel servizio di Mauro Ravarino, è messa in rilievo “la minaccia alla disponibilità di acqua che deriva dall’inquinamento delle falde, dovuto a scarichi e sversamenti industriali che raggiungono le acque sotterranee”. Le falde sono per natura rinnovabili e di buona qualità ma hanno tempi di ricarica molto lunghi mentre  in Italia  sono sempre più sotto pressione delle attività industriali. E il giornale prende appunto a riferimento l’avvelenamento dei PFAS: sostanze perfluoroalchiliche riconosciute come interferenti endocrini e cancerogeni dalla scienza internazionale.

Due gli scandali evidenziati: quello delle acque di vasti territori del Veneto irrimediabilmente contaminati dalla Miteni di Trissino, contro la quale (dopo chiusura) si è arrivati finalmente a processo. E soprattutto “quello della contaminazione da Pfas in provincia di Alessandria, ad opera della Solvay di Spinetta Marengo, dove –nonostante la presenza di questi inquinanti accertata nella falda esterna della fabbrica e nei fiumi Bormida Tanaro e Po- la multinazionale belga ha ottenuto dalla Provincia di Alessandria l’estensione della AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per l’uso e la  produzione del Pfas C6O4 (dopo PFOA  e ADV)”.

Il servizio avverte: “Il tempo sta scadendo. O si inverte la rotta oppure andrà peggio”. Un acquedotto è già bloccato, due Comuni sono già in emergenza idrica. Andrà sicuramente peggio se Solvay non ferma immediatamente le produzioni. Così come è stata costretta a fare negli Stati Uniti. Come sarebbe costretta in Italia se fosse approvato il Disegno di legge presentato dal senatore Mattia Crucioli che mette al bando i Pfas.

Invece Solvay in questi giorni  ha ribadito lo status quo prendendo tempo. Dunque ha esposto uno specchietto per le allodole impegnandosi, ennesima promessa del marinaio, a sostituire gli attuali Pfas con sostanze innocue. Sostituirli non subito ma dal 2026, morti e ammalati nel frattempo compresi nel prezzo. Sostituire con cosa? con l’ennesimo sostituto peggiore del precedente? Come già fatto per il Pfoa con il C6O4 autorizzato come innocuo dalla Provincia (Lega)? Ebbene, l’allodola Gianfranco  Cuttica, che sta riproponendo la sua candidatura (Lega) a Sindaco, si è subito riflesso entusiasta nello specchietto di Solvay. I due storici complici (gli altri due leghisti sono Provincia e Regione), d’altronde, sono ben consapevoli che i Pfas in aria-acqua-suolo sono solo la punta del’iceberg del disastro ecosanitario di Alessandria, e che le problematiche chiusure dello stabilimento vanno ben oltre i PFAS.

Post scriptum. Una analisi tecnica (clicca qui) dello scarico dei reflui Solvay nei fiumi Bormida Tanaro Po, di Claudio Lombardi ex assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria.

Continua la lotta contro il Disegno di Legge sulla Concorrenza e il Mercato.

La lotta ha coinvolto in questi mesi centinaia di realtà associative e di movimento, sindacali e politiche. Ha prodotto mobilitazioni sociali nei territori, ed è riuscita a far schierare quattro Consigli Regionali, tutti i Consigli Comunali delle più grandi città e diverse decine di Comuni medi e piccoli. Una mobilitazione diffusa e incisiva, capace di portare a casa un primo importantissimo risultato: sull’obbligo di privatizzazione dei servizi pubblici locali il governo Draghi è stato costretto a fare marcia indietro e il testo definitivo non contiene più tutti i vergognosi vincoli alla possibilità per i Comuni di autoprodurre i servizi pubblici per la propria comunità di riferimento. Un risultato che non modifica la nostra critica alla filosofia mercatista e liberista a cui s’ispira il Ddl  Concorrenza, che, in linea con le scelte di fondo di questo Governo, negli altri settori rilancia con forza liberalizzazioni e privatizzazioni. Per questo, mentre il Senato vota il Ddl Concorrenza, saremo ancora una volta in piazza. Per dire che è radicalmente altra la strada da seguire, e passa per la tutela e la riappropriazione sociale dell’acqua, dei beni comuni e dei servizi pubblici come fondamenta del progetto di un’altra società.

Fermare il governo, difendere acqua pubblica, beni comuni, sanità, diritti e democrazia.

Mobilitazione per il 14 maggio contro il disegno di legge sulla concorrenza e il mercato, che  si prefigge una nuova ondata di privatizzazioni di beni comuni fondamentali, dall’acqua all’energia, dai rifiuti al trasporto pubblico locale, dalla sanità ai servizi sociali e culturali, fino ai porti e alle telecomunicazioni. Fa il paio con il disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata. Clicca qui.

A Roma il diritto a manifestare è sospeso da mesi.

A partire da ottobre scorso, e fino al 31 dicembre 2022, il Ministro dell’Interno, il Prefetto e il Sindaco, riuniti nel Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, hanno disposto il divieto allo svolgimento di manifestazioni (anche statiche) in alcune piazze nei pressi del Parlamento e di Palazzo Chigi. Tale divieto è indegno per un paese democratico, lede il diritto a manifestare garantito dalla Costituzione (articolo 21). Lo ribadisce (clicca qui) il Forum italiano per l’Acquabenecomune  in occasione del

28 Aprile 2022, ore 16.00

Roma – Piazza delle Cinque Lune

Presidio

Per l’acqua, i beni comuni e i servizi pubblici e contro il DDL Concorrenza

Verso il Forum di Convergenza dei Movimenti Sociali.

Il Forum si terrà a Roma il 25-26-27 febbraio al fine di  costruire a Firenze il 26 marzo la grande mobilitazione di convergenza per l’alternativa di sistema. Gli obiettivi sono: – dare maggiore forza, sapere ed efficacia al campo comune dell’opposizione sociale per l’alternativa di sistema

– rendere più leggibile e visibile il progetto di altra società che include e valorizzai tanti temi, proposte e vertenze in cui esso si articola

– darci più strumenti per fermare una classe dirigente che nega le lezioni della pandemia, continua a distruggere ambiente, vita e diritti, e aumenta le diseguaglianze – allargare il più possibile le relazioni e le alleanze. Il programma del Forum sarà articolato in modo da evitare discussioni strettamente tematiche, favorendo l’intersezionalità dei temi e la discussione intorno ad alcune grandi domande di questo tempo, guardando anche al quadro europeo e globale, garantendo in ogni sessione l’approccio di genere, e favorendo la massima partecipazione attiva.

SOS Salute Pubblica Liguria.

La Regione Liguria e il suo Servizio Sanitario (trasformato, non a caso, in “sistema”) hanno dato un chiaro esempio di questo processo di riduzione di risorse al Servizio Sanitario pubblico (a partire dal personale), privatizzazioni di funzioni e addirittura di interi plessi ospedalieri, decisionismo tecnico, affidato a c.d. manager, che taglia in radice la partecipazione e il confronto politico sulle scelte. Clicca qui il programma di lotta della neonata Rete ligure SOS Salute Pubblica Liguria.  

Aiutaci a fermare Draghi.

Il Governo Draghi vuole aprire una nuova stagione di privatizzazioni nonostante il chiaro insegnamento della pandemia. Il Disegno di Legge per la #concorrenza, di cui si sta avviando la discussione al Senato, punta a rilanciare la cessione ai privati di tutti i servizi pubblici locali, acqua compresa.
L’art. 6 di questo provvedimento rischia di mettere una pietra tombale sull’esito referendario del 2011 cancellando la volontà popolare.  Aiutaci a fermarlo!

Firma anche tu la petizione

STOP al DDL Concorrenza, NO alle privatizzazioni. Per l’acqua pubblica e i beni comuni

Contro la tassonomia pro atomo e gas.

Le nostre motivazioni contro l’inserimento di nucleare e gas tra le “fonti sostenibili”. In difesa, in Italia, dei referendum del 2011 sui beni comuni. Convegno con Andrea Bulgarini, Alfonso Navarra, Mario Agostinelli, Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Edo Ronchi, Massimo Scalia, Marco Bersani, Luciana Castellina, Eleonora Evi, Federico Butera, Massimo Serafini, Haidi Gaggio Giuliani, Vittorio Bardi, Ennio La Malfa, Guido Viale, Antonio De Lellis, Keivan Motavalli, Gian Piero Godio, Maurizio Bucchia, Antonella Nappi, Marco Zinno, Rocco Altieri, Sabina Santovetti, Luciano Benin, Antonia Sani, Patrizia Sterpetti, Ennio Cabiddu, Daniele Barbi, Oliviero Sorbini, Laura Tussi, Fabrizio Cracolici e Luigi Mosca. Clicca qui la locandina.

Fermare il DDL concorrenza, difendere i beni comuni e i servizi pubblici.

Rete delle Città in Comune, Attac Italia, Giuristi Democratici e Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, consapevoli che l’articolo 6 del DDL concorrenza rappresenta un attacco frontale ai beni comuni e ai diritti delle persone e delle comunità locali perché prevede la privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali, hanno  preparato due ordini del giorno, a questo link, da presentare nei consigli comunali, che chiedono lo stralcio di suddetto articolo. Clicca qui: Fermare il DDL concorrenza, difendere i beni comuni e i servizi pubblici

Carovana dell’acqua – Per un PNRR dei diritti, a difesa dell’acqua e dei beni comuni.

La Carovana si conclude sabato 20 novembre a Napoli con un’iniziativa a carattere nazionale. Clicca qui il  link. del programma e dell’itinerario. Clicca qui “Per un PNRR dei diritti, a difesa dell’acqua e dei beni comuni. No alla privatizzazione del Sud Italia!” la piattaforma rivendicativa.

Liberiamo l’acqua dalla Borsa!

Per evitare di trasformarla da fonte di vita e bene comune pubblico mondiale a fonte speculativa di profitti e “avere finanziario privato”. Per contrastare la privatizzazione servizio idrico in cui si sta impegnando il Governo. Clicca qui il documento di Agorà degli abitanti della Terra; Associazione Monastero del Bene Comune; “Associazione Laudato sii – Un’alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale; Cevi Udine; Comitato Milanese Acqua Pubblica, Emmaus Italia; Forum Italiano Dei Movimenti dell’acqua; Laudato Sii; Mamme No Pfas, Movimento Blu; Pax Christi; Radio Intineraria”. Partecipa al sit-in a Milano in piazza Affari, davanti alla Borsa.

Draghi, una dichiarazione di guerra all’acqua e ai beni comuni.

Con il DDL Concorrenza, il premier Draghi mantiene la parola di dieci anni fa di Draghi governatore della Banca d’Italia: privatizzazioni su larga scala, schiaffo in faccia al Referendum. E’ proprio dal combinato disposto tra PNRR, DDL sulla concorrenza e decreto semplificazioni (poteri sostitutivi dello Stato) che il Governo intende mettere una pietra tombale sull’esito referendario provando così a chiudere una partita che Draghi ha iniziato a giocare ben 10 anni fa dimostrando, oggi come allora, di fare solo gli interessi delle grandi lobby finanziarie e svilendo strumenti di democrazia diretta garantiti dalla Costituzione.

Continueremo a batterci per la difesa dell’acqua, dei beni comuni e dei diritti ad essi associati e della volontà popolare a partire dalla manifestazione nazionale in programma il 20 novembre a Napoli. Clicca qui Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

Privatizzazione idrica a go go.

Secondo  il Consiglio Nazionale dei Geologi, la riforma del settore idrico contenuta nel Pnrr nei fatti prepara la definitiva privatizzazione del servizio: ll Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) prevede investimenti per ‘garantire la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo e il miglioramento della qualità ambientale delle acque interne e marittime’. Ma la cosiddetta riforma del settore idrico contenuta nel Pnrr, pur presentandosi come un rafforzamento della governance, nei fatti prepara la definitiva privatizzazione del servizio idrico attraverso la conquista del Sud Italia da parte delle società multiutility del centro nord. Insomma, si tratta di un rilancio dei processi di privatizzazione centrato sull’allargamento del territorio di competenza di alcune grandi aziende multiservizio quotate in Borsa che gestiscono i fondamentali servizi pubblici a rete come acqua, rifiuti, luce e gas. Mentre invece dovrebbe essere prioritario approvare una legge attuativa dell’esito referendario del 2011”.

La finta transizione energetica di Civitavecchia.

Dove il governo intende passare da combustibile fossile a… combustibile fossile, “riconvertire”  cioè le  centrali a carbone in centrali a gas. A ruota ci sono anche gli analoghi progetti per Brindisi, Fusina e La Spezia. La cittadinanza di Civitavecchia si ribella con il progetto Porto Bene Comune: un’idea all’avanguardia che trasforma l’intera area portuale di Civitavecchia in un’isola energetica territoriale a emissioni zero attraverso impianti fotovoltaici, un off shore eolico e l’utilizzo dell’idrogeno verde per lo stoccaggio, con la creazione di centinaia di posti di lavoro ma soprattutto tutelando la qualità dell’aria e il contenimento dell’attuale tasso vertiginoso di malattie riconducibili all’inquinamento.