Dalle api segnali di un pianeta in pericolo.

“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. (Albert Einstein).

Le api, queste straordinarie creature che abitano il Pianeta da oltre 100 milioni di anni, costituiscono il filo conduttore per raccontare diverse sfide ecologiche come quelle della riduzione della biodiversità, del cambiamento climatico, della degradazione del suolo e della transizione energetica. Quando la specie più presuntuosa del Pianeta mette mano al corso della natura provoca gravi danni, alterando la possibilità di sopravvivenza dei non umani, come gli impollinatori, senza comprendere che in realtà si tratta di un ecocidio autodistruttivo. Paradossalmente l’agricoltura, che è una delle attività più strettamente dipendenti da una biosfera sana, è una delle maggiori cause di cambiamenti irreversibili e, quindi, insostenibili come il riscaldamento globale e l’estinzione degli impollinatori da cui trae giovamento e ricchezza. L’impiego massiccio di energie fossili, la distribuzione di veleni come i pesticidi (sono persistenti, tossici e bioaccumulabili), la perdita della fertilità, nelle monocolture di vegetali selezionati per soddisfare esigenze economiche (es.: gli organismi modificati geneticamente), sono alcune delle principali cause di un sistema di produzione alimentare ecologicamente insostenibile. Non c’è più tempo, non possiamo permetterci di sprecare risorse economiche come quelle dedicate alla produzione degli agro-carburanti (mais coltivato per ottenere metano, il biogas) e alle piante modificate geneticamente (es.: quelle rese resistenti agli erbicidi); bisogna fare un passo indietro nel modo di gestire le risorse naturali. Una specie può prosperare solo se godono di salute tutte le altre, dobbiamo sposare questo principio.

Il libro di Giuseppe Zicari, “Agricoltura chimica e impollinatori: segnali di un Pianeta in pericolo. Il biomonitoraggio con le api”, prova a raccontare una visione diversa del Mondo che stiamo costruendo (pardon: distruggendo), una storia piena di retroscena e colma di pericoli sottovalutati. Il file PDF è scaricabile su https://sites.google.com/site/zicari73/, mentre il libro cartaceo è acquistabile su https://www.youcanprint.it/store.

Salva le api salva te stesso.

3 giugno ore 20.30 www.facebook.com/isdevicenza.it/ Evento organizzato da ISDE Vicenza in occasione della Giornata Mondiale delle api, sui pericoli per la salute degli esseri viventi e dell’ambiente derivanti dall’uso inappropriato di insetticidi e pesticidi negli ambienti domestici e urbani. In particolare, sarà esaminato il caso dei trattamenti “adulticidi” anti-zanzare, la cui inutilità e inefficacia è oramai definitivamente dimostrata. Più efficaci sono invece i trattamenti “larvicidi”, adottati da molti comuni amici delle api.

Un milione di firme per salvare le api.

Si è conclusa la raccolta firme on line per sostenere l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “Save Bees and Farmers” – “Salviamo Api e Agricoltori“, che ha portato a raccogliere oltre un milione di firme in tutta l’Unione Europea.
Se questa ICE sarà convalidata la Commissione Europea e il Parlamento Europeo dovranno rispondere alle richieste dei cittadini per un’agricoltura senza pesticidi e rispettosa degli insetti impollinatori… LEGGI L’ARTICOLO >

Bonifiche ancora a zero.

Su 41 Siti di interesse nazionale, quelli in cui i procedimenti di bonifica sono fermi allo 0% sono 13 per quanto concerne i terreni , e 16 per quanto riguarda la falda. Il totale è di oltre 200mila ettari tra terra e mare contaminati a causa delle attività antropiche svolte nel corso del XX secolo e, in alcuni casi, ancora in essere. Questa è l’eredità lasciata dai grandi gruppi industriali di un tempo, poi convogliati in società come Eni, Edison, Enel, Total, Api, Arvedi, Snia, Caffaro, Solvay, ArcelorMittal(continua)

Albert Einstein: quando l’ultima ape morirà all’uomo resteranno 4 anni di sopravvivenza.

 

 
Imidacloprid, thiamenthoxam, clothianidin. Si tratta di pesticidi neonicotinoidi impiegati abitualmente dagli agricoltori, in quanto più forti di qualsiasi altro antiparassitario. Il loro utilizzo, però, ha una gravissima conseguenza: mettere a serio rischio la permanenza delle api sul nostro pianeta. Salvarle non significa solo preoccuparsi dell’estinzione di una specie. Significa, anche, allarmarsi per la mancanza di un tassello fondamentale nella catena alimentare. Il loro lavoro ha un apporto sulla produzione agricola totale del 75% e le conseguenze per la nostra alimentazione sarebbero drastiche. Salvare le api dunque significa salvare noi stessi. Dunque è vitale l’eliminazione dei neonicotinoidi. E’ quanto ha deciso l’Unione Europea (http://journal.cittadellarte.it/arte-societa/arrivato-lo-stop-ai-pesticidi-dannosi-le-api). Invece il governo italiano fa l’opposto (http://www.labottegadelbarbieri.org/il-regalo-di-martina-alla-bayer/). 

La moria delle api è un “problema” che riguarda tutti.

Il video è stato prodotto dall’Associazione Unaapi (Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani) e lancia un messaggio chiaro e immediato in merito alla regolamentazione dei pesticidi in agricoltura cercando dunque di frenare la lobby dell’industria agrochimica e portare avanti le ragioni della richiesta di messa al bando dell’uso in agricoltura di sostanze chimiche, nocive per le api, l’ambiente e dunque la salute umana.

Senti questo forte ronzio? Sono le migliaia di persone che hanno firmato.‏

Le api, le farfalle e i coleotteri sono gli strumenti che la Natura ha voluto per l’impollinazione. L’uomo ha pensato bene di trovare un loro micidiale nemico: l’inquinamento dovuto a sette pesticidi. L’Europa ha già compiuto un primo passo vietandone l’impiego di tre delle multinazionali Bayer e Syngenta: Clothianidin, Imidacloprid e Thiametoxam. Ma non basta. Se non vogliamo che presto l’agricoltura riceva un colpo mortale, anche gli altri quattro veleni devono essere vietati: il Fipronil, il Clorpirifos, la Cipermetrina e la Deltametrina. Greenpeace chiede di sottoscrivere e di fare sottoscrivere l’appelloclicca qui