Carovana dell’acqua – Per un PNRR dei diritti, a difesa dell’acqua e dei beni comuni.

La Carovana si conclude sabato 20 novembre a Napoli con un’iniziativa a carattere nazionale. Clicca qui il  link. del programma e dell’itinerario. Clicca qui “Per un PNRR dei diritti, a difesa dell’acqua e dei beni comuni. No alla privatizzazione del Sud Italia!” la piattaforma rivendicativa.

Liberiamo l’acqua dalla Borsa!

Per evitare di trasformarla da fonte di vita e bene comune pubblico mondiale a fonte speculativa di profitti e “avere finanziario privato”. Per contrastare la privatizzazione servizio idrico in cui si sta impegnando il Governo. Clicca qui il documento di Agorà degli abitanti della Terra; Associazione Monastero del Bene Comune; “Associazione Laudato sii – Un’alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale; Cevi Udine; Comitato Milanese Acqua Pubblica, Emmaus Italia; Forum Italiano Dei Movimenti dell’acqua; Laudato Sii; Mamme No Pfas, Movimento Blu; Pax Christi; Radio Intineraria”. Partecipa al sit-in a Milano in piazza Affari, davanti alla Borsa.

Draghi, una dichiarazione di guerra all’acqua e ai beni comuni.

Con il DDL Concorrenza, il premier Draghi mantiene la parola di dieci anni fa di Draghi governatore della Banca d’Italia: privatizzazioni su larga scala, schiaffo in faccia al Referendum. E’ proprio dal combinato disposto tra PNRR, DDL sulla concorrenza e decreto semplificazioni (poteri sostitutivi dello Stato) che il Governo intende mettere una pietra tombale sull’esito referendario provando così a chiudere una partita che Draghi ha iniziato a giocare ben 10 anni fa dimostrando, oggi come allora, di fare solo gli interessi delle grandi lobby finanziarie e svilendo strumenti di democrazia diretta garantiti dalla Costituzione.

Continueremo a batterci per la difesa dell’acqua, dei beni comuni e dei diritti ad essi associati e della volontà popolare a partire dalla manifestazione nazionale in programma il 20 novembre a Napoli. Clicca qui Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua sostiene e partecipa allo sciopero generale dell’11 ottobre.

Che, tra le altre cose, pone al centro della piattaforma rivendicativa il contrasto alla privatizzazione, alla mercificazione e allo smantellamento dei servizi pubblici essenziali. Si impone una radicale inversione di rotta che metta al centro la tutela dei beni comuni in quanto elementi fondanti le comunità e la società, che garantisca una reale transizione ecologica, un’efficace azione di contrasto ai cambiamenti climatici e il rispetto dei diritti fondamentali per le lavoratrici, per i lavoratori e per la collettività, a partire dal diritto all’accesso all’acqua, dal diritto alla salute, dal diritto ad un ambiente salubre, dal diritto ad un lavoro sicuro e non precario.

La “Carovana dell’acqua” attraverserà l’Italia.

Il percorso a sostegno della piattaforma di mobilitazione volta al contrasto dell’attuazione del PNRR (clicca qui), si svilupperà attraverso la costruzione di una “carovana dell’acqua” che attraverserà vari territori nei mesi di ottobre e novembre con una serie di iniziative collegate per concludersi il 20 Novembre a Napoli con un’iniziativa pubblica a carattere nazionale.

PFAS pericolosi per la salute nascosti anche nei cosmetici.

I Pfas devono essere messi al bando: sono dappertutto, dall’abbigliamento ai prodotti per la casa., persistenti e bioaccumulabili, tossici e cancerogeni, finiscono nelle acque e nel sangue.  Anche  creme, rossetti, mascara, ciprie, ombretti contengono i PFAS: ufficialmente lo dimostra  un ampio studio di un gruppo internazionale di ricercatori americani, canadesi, cinesi condotto da Emi Eastman, Department of Physics, University of Notre Dame, Notre Dame, Indiana USA, e basato sull’analisi chimica  di 231 prodotti cosmetici (testati).  I prodotti come ombretti o rossetti vengono applicati in zone molto delicate del viso come occhi e bocca e questo aumenta il rischio all’esposizione ai Pfas che possono essere assorbiti dalla pelle o attraverso i condotti lacrimali o ingeriti, se vicino alla bocca. In più, come tutti i Pfas, quando arriva la fase del lavaggio questi cosmetici vanno a finire nello scarico e poi nelle acque ed anche nell’acqua potabile. Questi composti, secondo i ricercatori, oltre ad essere di per sé  pericolosi per la salute, possono scomporsi nel corpo e generare  altri PFAS, come l’acido perfluoroottanico, collegato a tumori e basso peso alla nascita.

Draghi cala definitivamente la maschera.

Comitato tecnico di Draghi: una dichiarazione di guerra all’ambiente e alla democrazia. Arrivano le nomine di ultra-liberisti a guardia del PNRR e delle riforme collegate. Rivela così ancora una volta il suo vero disegno di ritorno al passato.  Non ci si poteva attendere di meglio da un Presidente del Consiglio che nel 2011, 50 giorni dopo il referendum sull’acqua, ha scritto nero su bianco che andava fatta una riforma volta alla privatizzazione dei servizi pubblici locali. Clicca qui.

Acqua pubblica e clima, col Recovery andrà ancora peggio.

Utili vietati? 8 miliardi di fatturato e bollette sempre più salate. E col Pnrr andrà peggio

Grazie alla regolazione delle tariffe realizzata da Arera, l’agenzia per le reti, i gestori  fatturano miliardi e realizzano grandi utili sottraendo risorse che potrebbero essere destinate agli investimenti. Ora il Recovery riverserà fondi per 4,38 miliardi purché le reti però tornino in mano privata.

Siamo nel bel mezzo di una crisi climatica, la gestione ai privati è una catastrofe

Per il Consiglio Nazionale dei Geologi  già ora il sistema non è pienamente in grado di assicurarci la disponibilità e salubrità della risorsa. Inoltre la riforma del settore idrico contenuta nel Pnrr nei fatti prepara la definitiva privatizzazione del servizio.

Canone ridicolo e concessioni affidate senza gara: il grande affare delle minerali

Noi siamo i più grandi consumatori di acqua imbottigliata, secondi solo al Messico e largamente primi fra i paesi occidentali. Secondo Legambiente, a fronte di un business stimato fra i sette e i dieci miliardi di euro l’anno, nelle casse regionali entrano solo 18 milioni

Transizione eco-illogica del ministro Cingolani

In febbraio avevo espresso preoccupazioni per l’impostazione del nuovo ministero della Transizione ecologica. Ora le preoccupazioni si sono rivelate fondate, in tanti tra coloro che si occupano di sostenibilità ambientale assistiamo attoniti alla transizione eco-illogica. La cifra di Cingolani sembra essere l’addizione verde più che la sostenibilità ambientale. Una visione fatta esclusivamente di crescita e […]

Privatizzazione idrica a go go.

Secondo  il Consiglio Nazionale dei Geologi, la riforma del settore idrico contenuta nel Pnrr nei fatti prepara la definitiva privatizzazione del servizio: ll Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) prevede investimenti per ‘garantire la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo e il miglioramento della qualità ambientale delle acque interne e marittime’. Ma la cosiddetta riforma del settore idrico contenuta nel Pnrr, pur presentandosi come un rafforzamento della governance, nei fatti prepara la definitiva privatizzazione del servizio idrico attraverso la conquista del Sud Italia da parte delle società multiutility del centro nord. Insomma, si tratta di un rilancio dei processi di privatizzazione centrato sull’allargamento del territorio di competenza di alcune grandi aziende multiservizio quotate in Borsa che gestiscono i fondamentali servizi pubblici a rete come acqua, rifiuti, luce e gas. Mentre invece dovrebbe essere prioritario approvare una legge attuativa dell’esito referendario del 2011”.

Mobilitazione per il decennale del referendum su acqua e nucleare.

Nei giorni precedenti al 12 e 13 giugno – organizzazione di iniziative e azioni diffuse sui territori caratterizzandole sul tema dell’acqua e dei referendum, nello specifico si sta verificando la possibilità di una collaborazione con i Fridays For Future per le iniziative del venerdì 11/6 e della fattibilità di una mobilitazione nei confronti del Parlamento;

Sabato 12/6 organizzazione di una manifestazione nazionale a Roma nel pomeriggio caratterizzandolo con i temi emersi dalla straordinaria esperienza di partecipazione popolare che sono stati i referendum del 2011 e puntando sul valore paradigmatico rispetto all’alternativa di società;

Domenica 13/6 organizzazione di un dibattito on line a carattere internazionale invitando a partecipare le realtà e i protagonisti dei processi di ripubblicizzazione.

Clicca qui.

Perché il Movimento di lotta per la salute Maccacaro sollecita l’apertura del procedimento penale ad Alessandria contro Solvay.

Acqua DOC Solvay distribuita davanti al Tribunale di Alessandria.

Con un sesto esposto al Procuratore capo Enrico Cieri (clicca qui il testo integrale), il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” sollecita  l’apertura del procedimento penale ad Alessandria contro Solvay per disastro ecosanitario continuato e omessa bonifica, in violazione della sentenza 2019 della Cassazione (clicca qui), con l’evidenza dei reati relativi alla produzione e all’uso dei Pfas (PFOA – C6O4 – ADV) commessi – in concorso con le Autorità pubbliche – senza  soluzione di continuità dagli anni ’90 ad oggi ad opera dello stabilimento di Spinetta Marengo.

Il quale, ancora di proprietà Montedison, già nel 1990 era stato sottoposto a processo a seguito delle mie denunce di ricorrenti scarichi PFOA in Bormida, ma dal 2009 al 2017 per i Pfas esso diventa l’oggetto principale dei miei esposti contro Solvay alla Procura della Repubblica di Alessandria al fine “di sanzionare le emissioni e le perdite; di vietare  gli scarichi in atmosfera e acque; di vietare d’urgenza la pesca in Bormida e Tanaro e Po; di vietarne l’uso potabile, di vietare le donazioni del sangue ai lavoratori della Solvay esposti ai PFAS.  Ritenendo che  ci siano  danni ambientali e umani per scarichi per tutto il bacino del Po, emissioni e perdite, dunque reati della cosciente Solvay che neppure ora elimina i Pfas dalle lavorazioni, allego copiose risultanze del mondo scientifico internazionale nonché gli esami del sangue della Fondazione Maugeri di Pavia  e della Medizinisches Labor Bremen attestanti  valori di PFOA superiori ai limiti di legge addirittura in lavoratori non adibiti a reparti produttivi ma in laboratori di ricerca, e addirittura in una dipendente non esposta a lavorazioni che prevedono l’utilizzo della sostanza: con il sospetto perciò che anche gli abitanti della Fraschetta sono esposti ai danni del PFOA ”.

Abbiamo poi integrato questo volume di documentazione con i sei esposti al nuovo procuratore capo Cieri e ai procuratori Eleonora Guerra e Fabrizio Alessandria, per conoscenza e competenza inviati a Prefetto e Commissione interparlamentare ecomafie. Complessivamente i volumi del depositato in Tribunale sono ragguardevoli, per fortuna l’informatica ci consente di sostituire il cartaceo: se ne immagini la mole valutando gli effetti matrioska dei “clicca qui” addirittura dentro ciascun “clicca qui”.  Ad esempio, compresi nelle oltre 230 pagine del Dossier “Pfas. Basta!” (clicca qui) che tratteggia la lunga storia dei Pfas (PFOA e C6O4 e ADV), a partire dagli anni ’90 dallo stabilimento Montedison – Solvay di Spinetta Marengo , tratta in breve da stralci dei libri “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione – Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, nonché degli oltre 400 articoli sul Sito www.rete-ambientalista.it gestito dal “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”. La lunga storia delle connivenze, complicità, corruzioni, ignavie  di Comune Provincia Regione Governo Asl Arpa Sindacati  Giornali Magistratura.

L’intervento della Magistratura è sollecitato a maggior ragione per almeno sette ordini di urgenze.

Per l’aggravarsi della situazione sanitaria e idrogeologica.

Per la violazione della sentenza della Cassazione: reati di omessa bonifica e disastro ambientale continuato.

Per obbligare Solvay a rendere pubblici gli standard analitici di Pfas e Bisfenolo senza i quali è vanificata   l’identificazione delle sorgenti di contaminazione nonché della mancata risoluzione delle perdite.

Per contrastare le connivenze della Provincia e bloccare la produzione e l’utilizzo del C6O4.

Per arginare la manovre seguenti i ricorsi di Solvay al Tar del Piemonte.

Per collegare le sinergie con il processo in corso a Vicenza contro Miteni.

Pfas Veneto: il processo ambientale più importante d’Italia.

Soprattutto se entrerà in sinergia con il processo gemello di Alessandria contro di Solvay, che sta per partire. A Vicenza il Gup ha rinviato a giudizio 14 manager di diversa nazionalità dell’azienda Miteni e delle multinazionali Mitsubishi Corporation e International Chemical Investors Group, oltre che la stessa Miteni di Trissino. L’accusa è di aver avvelenato con i Pfas (Pfoa ,GenX e C6O4) per decenni, senza soluzione di continuità, le acque sotterranee e di falda di oltre 300 mila abitanti delle province di Padova, Vicenza e Verona, provocando tumori, malformazioni, aborti e malattie del sistema cognitivo, ecc. La prima udienza in corte di assise il primo luglio. Le contestate sono centrate su reati dolosi e non colposi:  avvelenamento delle acque, disastro doloso, inquinamento ambientale bancarotta fraudolenta. Le parti civili costituite sono oltre duecento. Il processo continua una lotta avviata otto anni fa e animata in particolare  da “Mamme No Pfas” fin quando nel 2017 è scattata l’emergenza sanitaria, della quale sono state investite le istituzioni, dalla Regione al Governo. Fondamentale saranno le ripercussioni sulla enorme bonifica, con analogia con la vicenda Solvay di Spinetta Marengo.

Anche gli  avvocati di Miteni avranno l’impudenza di sostenere che non vi sono  certezze nel panorama scientifico sugli effetti nocivi delle sostanze perfluoroalchiliche per l’uomo, con la conseguenza di mancanza di volontarietà da parte degli imputati.

Di seguito, i più recenti “post” sul Sito della “Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute , l’ambiente, la pace e la non violenza” gestito dal “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”.

Vietare una volta per tutte i Pfas, e farlo presto. La posizione Cinquestelle in Parlamento.

A Spinetta Marengo la polvere sui mobili delle case contiene Pfas e altre sostanze tossiche.

La Regione Veneto e la Provincia di Alessandria nascondono alle popolazioni i dati Pfas sensibili alla loro salute. Gli omissis nelle autorizzazioni e gli alimenti avvelenati.

I biberon al bisfenolo. Uno dei sei esposti depositati presso la Procura della Repubblica di Alessandria  denuncia: alla Solvay di  Spinetta Marengo nel cocktail con i Pfas (PFOA, C6O4, ADV) tra gli interferenti endocrini c’è anche il Bisfenolo.

L’allarme “Pfas e Bisfenolo riducono qualità dello sperma, volume testicoli e …

La chimica che inquina l’acqua

Decimo anniversario del referendum 2011 acqua e nucleare. Mobilitazione contro Draghi.

10 anni fa una coalizione ampia e determinata ha sancito una vittoria storica nel nostro Paese con 27 milioni di sì ai referendum su acqua, servizi pubblici e nucleare.  10 anni dopo, in piena pandemia, quella vittoria basata sulla difesa dei beni comuni e sull’affermazione dei diritti di tutti sui profitti di pochi, ha un significato ancora più attuale. Infatti la cosiddetta riforma” del settore idrico contenuta nel Recovery Plan così come aggiornato dal governo Draghi punta ad un sostanziale obbligo alla privatizzazionein particolare nel Mezzogiorno. D’altronde Draghi non ha mai dissimulato la volontà di calpestare l’esito referendario visto che solo un mese e mezzo dopo firmò insieme al Presidente della Banca Centrale Europea Trichet, la lettera all’allora Presidente del Consiglio Berlusconi in cui indicava come necessarie privatizzazioni su larga scalaL’attuale versione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza risulta in “perfetta” continuità con queste indicazioni e rimane, dunque, una risposta del tutto errata alla crisi sindemica, riproponendo le stesse ricette che hanno contribuito a crearla.

Dunque proponiamo di avviare un confronto per organizzare insieme una grande mobilitazione in occasione del decennale per ribadire insieme che i beni comuni sono un valore fondante delle comunità e della società senza i quali ogni legame sociale diviene contratto privatistico e la solitudine competitiva l’unico orizzonte individuale. Dunque giovedì 29 aprile ore 18, assemblea nazionale on line: clicca qui.

La Regione Veneto e la Provincia di Alessandria nascondono alle popolazioni i dati Pfas sensibili alla loro salute.

Non c’è solo la Provincia di Alessandria che nega alla popolazione la conoscenza di fondamentali documenti inerenti la propria salute, ovvero l’accesso  integrale alla autorizzazione AIA concessa alla Solvay di Spinetta Marengo con ben 38 “omissis” per la produzione del micidiale Pfas cC6O4. C’era anche la Regione Veneto che ora però è stata condannata dal Tar: la popolazione inquinata da decenni ha il diritto di sapere i dettagli della contaminazione degli alimenti coltivati in zona, quali sono i prodotti più a rischio e la loro provenienza, con riferimento a tutte le dodici sostanze pfas che sono state analizzate. Analogamente ci si aspetta che la Magistratura alessandrina faccia altrettanto ordinando alla Provincia la desecretazione dell’AIA. Perché questi Enti nascondano i dati? E’ presto spiegato: non è escluso che la trasparenza del“Piano di campionamento degli alimenti per la ricerca di Pfas” riveli il reale impatto dei Pfas sulla catena alimentare veneta e costringa la Regione a riformulare lo stesso “Piano di sorveglianza sanitario”.

Tale revisione è quanto mai doverosa alla luce delle scoperte di correlazioni (prof. Foresta) tra Pfas e malformazioni nervose: già nelle fasi embrionale e di sviluppo cognitivo, fino al Parkinson.

–>(5) Legambiente: nel Recovery Plan via i PFAS da Veneto e Piemonte.

I mecenatismi  sono investimenti atti a saldare la dipendenza delle amministrazioni leghiste locali, ma la questione PFAS in Italia ha ormai assunto dimensioni strategiche. Infatti Legambiente ha presentato al Governo  dieci opere-faro sulle quali concentrare i fondi del Recovery Plan, per avviare una vera transizione ecologica per l’Italia. Tra queste, la bonifica dei territori e delle falde inquinate dai PFAS in Veneto e Piemonte, che per quanto riguarda lo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo si traduce nell’eliminazione della fonte dell’inquinamento, cioè nella cessazione degli impianti che producono e usano il Pfas C6O4. Clicca qui

40mila australiani risarciti per i danni PFAS.

La contaminazione dell’acqua al centro della causa depositata presso il Tribunale federale per milioni di dollari di risarcimenti. I residenti sono stati colpiti dai PFAS utilizzati negli apparecchi antincendio in una vicina base aerea di Pearce alla periferia di Perth. Si estenderà ad altri territori sedi di basi militari la class action nazionale contro il Dipartimento della Difesa, che ha iniziato a fornire acqua in bottiglia e ha annunciato un’indagine per verificare  i pozzi e le acque sotterranee inquinati dalle sostanze chimiche utilizzate nelle altre basi aeree.

No acqua pubblica? No Draghi!

Al punto 22 del programma del governo si leggeva: “L’acqua è un bene comune: bisogna approvare subito una legge sull’acqua pubblica, completando l’iter legislativo in corso”. L’appello si rivolgeva soprattutto al  M5S che aveva posto l’acqua pubblica come prima stella affinchè  “si abbandoni la politica di privatizzazioni e si imbocchi la strada della ripubblicizzazione di questo bene che Papa Francesco nella Laudato Si definisce diritto umano essenziale, fondamentale e universale.” Impensabile che sarà  una stella di Draghi. Allora  ci chiediamo: a cosa serve un ministero della transizione ecologica se non rispetta il volere degli italiani nel Referendum?

No bonifica Bussi? No Draghi!

Ci chiediamo a cosa serve un ministero della transizione ecologica se la mega-discarica dei veleni tossici di Bussi sul Tirino continua ad inquinare. Se si conferma, come a Spinetta Marengo, che non sono bonifica nè gli interventi di copertura e impermeabilizzazione dei terreni, nè il sistema di emungimento delle acque sotterranee, vale a dire il procedimento che permette di prelevare l’acqua di falda, depurarla e rimetterla in circolo pulita.

Lo stato di contaminazione Solvay secondo l’Arpa?

Avevamo avanzato formale richiesta (via PEC) della Relazione 2020 dell’Arpa riferita alla Solvay di Spinetta Marengo (clicca qui). Gli episodi di inquinamento nell’anno trascorso non hanno fatto che accrescere le forti preoccupazioni sui sistemi di controllo che avevamo espresso a Magistratura ed Enti locali, nonchè all’opinione pubblica. Ancora nulla ci è stato consegnato. Per quanto riguarda le attività di (presunta) bonifica, ovvero messa in sicurezza, non conosciamo  più di quanto risultava a metà 2020, ad esempio: “In Area 1, le acque di falda, non oggetto di bonifica in nessuna delle aree sorgenti di Cromo VI, sono ancora contaminate per via di sorgenti di contaminazione non ancora bonificate. Area 2b, non avviata  bonifica vista la presenza contestuale di contaminazione da Cromo VI, Piombo ed Arsenico negli stessi terreni.  Area 3, l’inquinamento  è ancora da caratterizzare. Per quanto concerne le acque di falda interne ed esterne allo stabilimento, compromesse per la presenza di numerosi inquinanti come evidenziato in più studi e procedure, dal 2010 è stata messa in funzione una barriera idraulica  che non può garantire in tutte le condizioni meteoclimatiche, sulla base delle analisi già compiute da Arpa e da Solvay, il contenimento delle acque inquinanti.

La mega-discarica dei veleni tossici di Bussi sul Tirino continua ad inquinare.

E’ la conferma, come a Spinetta Marengo, che non sono bonifica gli interventi di copertura e impermeabilizzazione dei terreni, ed il sistema di emungimento delle acque sotterranee, vale a dire il procedimento che permette di prelevare l’acqua di falda, depurarla e rimetterla in circolo pulita. Clicca qui.

L’acqua è un diritto essenziale e inalienabile.

Che deve passare attraverso una trasparente e ‘reale’ gestione pubblica. Invece, nonostante l’esito del Referendum abrogativo del 2011 che decretò la vittoria del sì per una gestione dell’acqua pubblica, siamo ancora costretti a rivendicare istanze che mettano in luce il fatto che l’acqua non può, e non deve, essere considerata una merce sulla quale privati possono lucrare. Per fare il punto della situazione è stato promosso un Convegno nazionale: clicca qui.

Le proposte programmatiche del Forum Acqua.

Licenziate  dal Coordinamento Nazionale: clicca qui il Report della riunione. Sinteticamente:

  • la tutela e la ripubblicizzazione dei servizi pubblici a partire dal servizio idrico mediante l’approvazione della proposta di legge per l’acqua pubblica la quale prevede, tra le altre cose la soppressione di ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente;
  • la costituzionalizzazione del diritto all’accesso all’acqua e dei diritti della Natura;
  • l’attivazione di un grande piano per la ristrutturazione delle reti idriche.

Mantova, 100mila tonnellate di rifiuti che minacciano la salute, le falde e il lago.

Il  primo obiettivo era fare l’inceneritore, con il quale poi convertire lo stabilimento e cambiare il fine ultimo della fabbrica. Dopo il no della conferenza di servizi provinciale, l’affare è saltato e le tonnellate di cadmio e arsenico e solventi e piombo sono rimaste lì”.  Clicca qui Pietro Mecarozzi

Avevamo annunciato la caporetto dei Cinquestelle.

Come avevamo avvertito, la caporetto dei Cinquestelle è già evidente nei territori dove il tradimento degli impegni ecopacifisti (Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, TAP, ILVA, PFAS, Acqua pubblica, F35 ecc.) ha direttamente gelato la pelle delle popolazioni, e si estenderà a tutto il territorio nazionale. Il M5S  dalla “alleanza con nessuno”, disinvolto e repentino è passato tra il lusco e il brusco alla “alleanza con chiunque”, a prescindere dai temi identitari ossia dall’alleanza con chi l’aveva votato. Non guardando più in faccia l’interlocutore ecopacifista, ha dato di sé una immagine non sincera e non sicura, inaffidabile anzi traditrice. Appunto: tra il lusco e il brusco. Ora la questione grillina sembra diventare: “sì o no ad una intesa stabile con il PD?”. Assieme al  PD,  resuscitato l’anno scorso dal miracolo di quel genio di Salvini, arroccarsi al governo infatti garantirebbe il più a lungo possibile i posti in parlamento che le prossime elezioni taglieranno per effetto del referendum ma soprattutto del consenso. “La questione grillina” è invece un problema di contenuti, di alleanze, sì, ma di alleanza con quel mondo dei Beni Comuni che  credette di aver finalmente identificato i propri temi con quelli del movimento di Grillo. Insomma la sopravvivenza è la questione del recupero di una identità.

Più analizzi e più trovi Pfoa e C6O4. Già dieci i Comuni alessandrini contaminati.

Dopo le falde sotto lo stabilimento Solvay Spinetta Marengo e la chiusura (con otto mesi di ritardo) dell’acquedotto di Montecastello, dall’Asl/Arpa (che hanno aperto gli occhi, di poi averci volutamente ignorato per decenni) sono stati analizzati pozzi usati per il prelievo delle acque degli acquedotti della bassa valle Tanaro e dello Scrivia in provincia di Alessandria: si confermano già contaminati di Pfoa / C6O4 quelli dei Comuni di Pietra Marazzi, Bassignana, Tortona, Castelnuovo Scrivia, Isola Sant’Antonio, Sale, Guazzora e Villarvernia.

Solvay  si dichiara innocente per non aver commesso il fatto oppure perché il fatto non costituisce reato. La prima difesa – “Escludiamo in modo categorico ogni nostra  responsabilità”  è risibile considerando dal secolo scorso che il polo chimico è l’unica azienda in Piemonte a utilizzare (e scaricare in aria e acqua fino al Po) Pfoa e che , addirittura, per il C6O4 detiene un brevetto mondiale. La seconda Giuridicamente consideriamo le tracce di contaminazione a norma dei limiti”– suona addirittura come cinica irrisione. Tracce? Non sono tracce: 0,23 microgrammi/litro (usano questa unità di misura per trattare con numeri falsamente bassi) equivale a 230 nanogrammi/litro contro un limite fissato dal Veneto di 90, un limite proposto da UE di 50, mentre l’ obiettivo che proporrà Il ministro italiano dell’ ambiente è 0,000.

Solvay manda all’attacco Cisl e Uil per l’autorizzazione del pfas C6O4.

Andrea Diotto

Comitato Stop Solvay, Movimento Maccacaro, Legambiente, all’attacco contro il pfas C6O4? Massiccia la controffensiva della Solvay. Parte da Bruxelles, dalla amministratore delegato Ilham Kadri. Si dia da fare con quello che guadagna, è il primo che rischia di saltare, il direttore di Spinetta Marengo, Andrea Diotto, il quale infatti si sta sbracciando sui mass media. Presso i quali le compiacenze sono sempre enormi, ma ormai deboli di credibilità. Dunque butti nella mischia i sindacati. Agli ordini: Cisl e Uil chiedono un incontro urgente con Regione Piemonte e Comune di Alessandria affinchè “convincano” la Provincia a rilasciare nuova autorizzazione AIA di uso e vendita del tossico e cancerogeno C6O4, malgrado stia già dilagando nel sangue, nelle falde, negli acquedotti. Di norma, con i politici, sarebbe come sfondare una porta aperta, però nel frangente storico ci sono di traverso i Movimenti in piazza. La complicità di Cisl e Uil è assicurata: già nel 2002 stopparono la Cgil che denunciava, addirittura con un pubblico volantino, il tossico e cancerogeno Pfoa fratello gemello del C6O4. La Cgil, tirata per le orecchie dal direttore Stefano Bigini, annodò la coda in mezzo alle gambe e per altri anni il Pfoa avvelenò finchè bloccato dagli esposti di Lino Balza. Il messaggio ricattatorio che Cisl e Uil oggi trasmettono tramite i giornali compiacenti è un eufemismo sonoro: senza AIA, senza C6O4, la fabbrica di Spinetta Marengo chiude, anzi… la multinazionale belga se ne va dall’Italia, ovvero “ll No Aia rischia di modificare le scelte industriali che il gruppo Solvay può assumere nei confronti del sito e del gruppo stesso a livello nazionale”. Il messaggio  terroristico è ridicolo dal punto di vista imprenditoriale, infatti ad Solvay affida la barzelletta a Diotto e Diotto ai sindacati: senza C6O4 l’ azienda è costretta a cessare  le produzioni di  fluoro-polimeri. Il cC6O4, il “pfas buonocome lo definisce Diotto, in realtà rappresenta solo un business Solvay (e l’AIA una sorta di assicurazione penale contro i risarcimenti per danni alla salute) mentre a livello internazionale si praticano le alternative (più costose), come in Italia indicate dall’Istituto Negri. Noi non barattiamo la salute con l’ambiente, non mettiamo il nostro profitto prima di tutto il resto”:Diotto, nella sua “lettera aperta” rassicura lavoratori e cittadini che vivono in un “mondo migliore(sic)… intanto che tiene lontano da Spinetta la propria famiglia da quello che egli stesso definisce“un disastro”, il disastro Solvay del Pfoa tossico e cancerogeno e del C6O4, e ADV, fra gli altri. Invece i Movimenti gli hanno già risposto: EMISSIONI ZERO.  Dunque la Provincia respinga la nuova AIA e revochi la vecchia AIA, la Procura della Repubblica requisisca (corpo del reato) alla Solvay le occultate cartelle cliniche dei lavoratori contenenti le abnormi analisi del sangue dei lavoratori e blocchi l’utilizzo del C6O4, il Comune e la Regione eseguano il monitoraggio ematico a tutti i lavoratori e cittadini, insieme alle indagini epidemiologiche. Queste Istituzioni non rilascino a Solvay la “patente di avvelenamento” che noi definiamo “licenza di uccidere”. 

Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.