Categoria: Acqua
Una Sfida Nuova Per L’acqua Pubblica
Qui Comincia l’Avventura
Referendum Per L’Acqua Pubblica
Ad Alessandria La “Questione Acqua” E’ Sempre Questione Morale
Clicca qui per conoscere la situazione attuale e il commento di Raggi.
Clicca qui per confrontare la denuncia del 2007.
PFOA: Italia Inadempiente Secondo la Comunità Europea
L’Intervento di Medicina Democratica al Convegno sull’Acqua
“LA MONTAGNA GARANTISCE IL DIRITTO ALL’ACQUA A TUTTI I POPOLI: DIFENDIAMOLA”.
Chi volesse, cliccando qui, può leggere la relazione.
Cliccando qui potrete leggere l’intervento di Luigi Casanova
Comitato Scientifico Comissione Europea: “Dai Rubinetti Rischi per Neonati e Ragazzi”
Un comitato scientifico incaricato dalla Commissione europea lancia l’allarme sulla qualità delle acque potabili italiane. Nelle tubazioni elementi tollerati ( ? ) dagli adulti ma pericolosi per i bambini e i giovani nell’età dello sviluppo. Leggi qui.
Sono anni che il Forum dei Movimenti per l’Acqua e Medicina Democratica lanciano questo allarme e denunciano la folle politica delle “deroghe” ai limiti dei tossici presenti nell’acqua SENZA che vengano fatti gli investimenti dovuti per eliminarle e SENZA che i cittadini vengano informati, come prevede la stessa Legge che concede la possibilità di ottenere queste famigerate “deroghe”. Pensiamo al cromo esavalente e al PFOA:
Un motivo in più perchè l’acqua ritorni pubblica e sotto il controllo dei cittadini; una forte argomentazione da offrire ai cittadini per invitarli a firmare e far firmare per il Referendum.
La Montagna Garantisce il Diritto all’Acqua a Tutti i Popoli: Difendiamola
Seminari, eventi, convegni e attività per discutere e condividere alcune prospettive “sostenibili” in territorio alpino.
Un mondo diverso è possibile. L’acqua è un bene che deve essere gestito e controllato dai cittadini.
PROGRAMMA: (per il programma completo: clicca qui)
* Sabato 24 aprile
presso l’Auditorium del Liceo Scientifico G.W. Leibniz di Bormio
Convegno sull’ACQUA- LA MONTAGNA GARANTISCE IL DIRITTO ALL’ACQUA A TUTTI I POPOLI: DIFENDIAMOLA
ore 9.30 – saluti dell’ Avv. PIERPAOLO CORRADINI Vice Presidente Provincia di Sondrio
ore 9.40– introduzione OSCAR DEL BARBA Presidente CIPRA Italia
Relatori:
ore 9.55 – PAOLO CARSETTI Segreteria Forum Italiano dei Movimenti per L’ACQUA
ore 10.15 – CARLO BRAMBILLA Vice Presidente Commissione Centrale CAI-TAM
ore 10,35 – ANTONELLO PROVENZALE Primo Ricercatore Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, CNR U.O.S. di Torino: “Impatti del cambiamento climatico sull’ambiente”
ore 10.55 – coffee break
ore 11.10 – ANGELO TARTAGLIA Prof. Politecnico di Torino: “Energie rinnovabili”
ore 11.30 – ALBERTO LUCARELLI Prof. Diritto Pubblico presso l’Università Federico II di Napoli
ore 11.50 – MARIO BASSANI Avvocato, Professore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano facoltà di Scienze Politiche, già Presidente della Provincia di Milano: “Possibilità e prospettive della gestione delle risorse idriche affidata a Società a partecipazione pubblica”.
ore 12.10 – LINO BALZA Responsabile regionale “Medicina Democratica” Piemonte “Dal Bormida al Delta del Po: Pfoa nell’acqua e nel sangue. Attacco micidiale alla biodiversità e alla salute tra allarmi e silenzi”
ore 12.30 – pausa pranzo
ore 14.45 – CRISTINA COLETTO Associazione Yaku: “Dalle Ande alle Alpi: culture in difesa dell’acqua”
ore 15.05 – GIUSEPPE SONGINI autore di “Acque misteriose”, sullo sfruttamento idroelettrico in provincia di Sondrio
ore 15.25 – VALTER BONAN Comitato DOLOMITI BELLUNESI
ore 15.45– LUIGI CASANOVA Vicepresidente CIPRA Italia “L’acqua e i cambiamenti climatici nelle Alpi”
Moderatori: ADRIANO LICINI e MICHELA ZUCCA
Il Pericolo Amianto nelle Condutture Idriche che i Nostri Amministratori Sottovalutano
Nel novembre 2008 il II Forum dei Movimenti per l’Acqua di Aprilia ha chiesto che (TUTTE) le condotte idriche contenenti amianto vanno cambiate per il principio di Precauzione pur nell’assenza di dimostrazioni certe di incremento della cancerogenicità legata all’amianto ingerito nelle popolazioni a valle di queste condotte (v.atti nel sito/ http://www.acquabenecomune.org/IMG/pdf/Documento_per_Secondo_Forum_Aprilia_22-11-08.pdf).
Su questa base abbiamo inserito questo obiettivo della QUALITA’ dell’Acqua come uno dei punti qualificanti il grande progetto del Forum che fino dalla Manifestazione del 1 dicembre 2007 aveva posto come parola d’ordine di quella prima grande discesa in campo del Popolo dell’Acqua il completamento e ristrutturazione delle Reti idriche italiane. E’ la prima grande opera pubblica che vorremmo vedere realizzare da un governo serio dalla parte dei cittadini .La ripubblicizzazione dell’acqua è la chiave di volta per ottenere i controlli di qualità attualmente omessi e imporre gli investimenti necessari alla ristrutturazione.
Sull’amianto, come verso tutte le sostanze potenzialmente tossiche mutagene o cancerogeniche presenti nell’acqua, esempio il PFOA e il cromo esavalente della Solvay, di fronte all’incertezza del danno alla Salute, vale sempre e soltanto il principio di Precauzione e quello di Responsabilità. Sono i principi cardine che Medicina democratica, Giulio Maccacaro e Lorenzo Tomatis (e l’Epidemiologia moderna) hanno insegnato a generazioni di medici ed operatori della Salute.
” …Difendiamo non con le parole, ma con i fatti, l’ambiente, rimettiamo la Salute al primo posto, ricordiamo che la salute è un bene che la nostra Costituzione ci riconosce come un diritto. Cambiamo rotta, usiamo prudenza, riscopriamo il principio di precauzione e di responsabilità, imbocchiamo la strada che Lorenzo Tomatis ci ha, per tutta la sua vita, instancabilmente indicato: “adottare il principio di precauzione e quello di responsabilità significa anche accettare il dovere di informare, impedire l’ occultamento di informazioni su possibili rischi, evitare che si consideri l’intera specie umana come un insieme di cavie sulle quali sperimentare tutto quanto è in grado di inventare il progresso tecnologico […] dando priorità alla qualità della vita e all’equità sociale e ponendo il mantenimento della Salute al di sopra dell’ interesse economico”… “
1) Molti studi sospettano un ruolo cancerogenetico dell’amianto per via alimentare (v. Franco Berrino, Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori Milano)
2) I topi utilizzati negli studi “bevono” amianto e sviluppano il tumore a livello del polmone dove le fibre arrivano per via linfatica ed ematica.
3) Sulla correlazione positiva tra Amianto e tumori del tratto gastro enterico nell’UOMO vedi questo lavoro di Franco Berrino http://www.arpnet.it/aea/zipf/Relazione%20Berrino.pdf., ma è amianto RESPIRATO
4) Ma esistono anche molti altri studi che non arrivano alle stesse conclusioni di Hasanoglu: non c’è certezza della correlazione tra amianto ingerito e patologie tumorali (OMS-2003/
5) Il prof.Franco Berrino segnala comunque di evitare assolutamente l’uso di acqua contaminata con amianto ANCHE per usi NON potabili (lavaggio superfici, igiene personale e/o pubblica, scarichi WC ecc) perchè all’evaporazione le fibre possono liberarsi nell’aria con rischi elevati di inspirazione da parte degli utenti di queste acque.
6) La Regione Emila Romagna monitora le sue acque e sostiene uno dei più efficenti registri regionali del Mesotelioma / vedi: http://www.regione.emilia-romagna.it/amianto/le_sue.htm
Dal 2007 è attivo il Coordinamento dei Registri regionali dei mesoteliomi (tumore elettivo in correlazione con l’amianto). Obiettivo del progetto, affidato dal Ccm (Coordinamento Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie) all’Ispesl e alla Regione Piemonte, è coordinare le attività dei registri regionali mesoteliomi, di accreditamento dei laboratori per la diagnostica dell’amianto e di segnalazione e studio delle esposizioni emergenti ad amianto. Per questo progetto il Ccm ha stanziato un finanziamento di 1.300.000 €, così ripartiti: Ispesl 800.000 €, Regione Piemonte 500.000 €.
Fonte: http://www.ccm-network.it/prg_area6_amianto_registro_mesoteliomi
Riassumendo:
1) Sappiamo CON CERTEZZA che l’amianto è altamente cancerogeno se inalato, per cui le esposizoni dei lavoratori o dei cittadini esposti devono essere eliminate, la produzione e il commercio di prodotti a base di amianto interedetti, tutti i siti inquinati devono essere bonificati e le discariche strettamente monitorate; tutte queste ultime, inoltre, devono essere organizzate e condotte a norma di Legge e NOTE a tutti i cittadini con una mappa consultabile online-on time (aggiornata costantemente).
Lettera Inviata ai 200 Sindaci Alessandrini
e, per Suo tramite, egr. sigg. Consiglieri
Vi alleghiamo l’ordine del giorno approvato il 19 febbraio 2010 dal Consiglio della Comunità Montana Valli Curone, Grue e Ossona, Val Borbera e Valle Spinti.
Nell’auspicio che approviate delibere di modifica degli Statuti comunali, dichiarando l’acqua ‘bene comune e diritto umano universale ’ ed il servizio idrico come ‘privo di rilevanza economica’, e sottraendosi in questo modo alla incostituzionale normativa nazionale.
Riconoscimento dell’acqua come bene comune e del servizio idrico integrato come servizio privo di rilevanza economica
Premesso che
• la gestione del servizio idrico integrato in Italia e attualmente regolata dall’ art. 23 bis della legge n. 133/2008;
• la norma in questione già nella sua primitiva formulazione contemplava, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società mediante il ricorso a gara, facendo largo forzatamente all’ingresso di privati;
• il recente art. 15 del Decreto Legge 25/09/2009 n. 135, “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee”, convertito nella legge 20/11/2009 n. 166 – che ha modificato l’art. 23 bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 – muove passi ancor più decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici prevedendo l’affidamento della gestione dei servizi pubblici a rilevanza
economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa, a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40% e la cessazione degli affidamenti “in house” a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni (in essere alla data del 22 agosto 2008) alla data del 31 dicembre 2011;
ritenuto che
• l’acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi;
• l’acqua costituisce un bene comune dell’umanità, un bene comune universale, un bene comune pubblico, quindi indisponibile, che appartiene a tutti;
• il diritto all’acqua e un diritto inalienabile: l’acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente da tutti;
• l’accesso all’acqua deve essere garantito a tutti come un servizio pubblico;
• già alla luce dell’attuale nuovo quadro legislativo, e sempre più in prospettiva, se non affrontato secondo principi di equità, giustizia e rispetto per l’ambiente, l’accesso all’acqua rappresenta una vera emergenza democratica;
• la privatizzazione dell’acqua è un epilogo da scongiurare perché espropria l’acqua potabile dal controllo degli Enti locali e dei cittadini e consegna il bene comune ” acqua” al mercato, con tutte le
ripercussioni sociali che questa può generare, in specie nelle zone di montagna;
• le istituzioni hanno la libertà e l’autonomia di scegliere se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a altro Ente (pubblico, privato), in piena legittimità e
coerenza con le vigenti direttive europee sui servizi pubblici locali;
• il Consiglio Provinciale di Alessandria il 20 dicembre 2004, ha approvato, con il voto favorevole della maggioranza e l’astensione dell’opposizione, l’Ordine del giorno sui “Riconoscimento dell’Acqua come Bene Comune e Patrimonio dell’Umanità” e l’accesso all’acqua potabile come “Diritto fondamentale Universale, degno di protezione giuridica”;
• la Comunità Montana Valli Curone Grue Ossona ha a suo tempo attraverso una mozione approvata dal Consiglio in data 23 aprile il proprio appoggio alla legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico;
Tutto ciò premesso e considerato,
il Consiglio della Comunità Montana Valli Curone, Grue e Ossona, Val Borbera e Valle Spinti
DICHIARA L’ACQUA
• un bene comune ed insostituibile per la vita di ogni vivente;
• un diritto inviolabile, universale, inalienabile ed indivisibile dell’uomo, che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’art. 2 della Costituzione della Repubblica Italiana;
DICHIARA
il Servizio Idrico Integrato un servizio pubblico privo di rilevanza economica in quanto servizio pubblico per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini;
IMPEGNA
la Giunta affinché tale riconoscimento sia riportato nell’ambito dello Statuto della nuova Comunità cosi come hanno fatto e stanno facendo numerosi Enti locali italiani ed affinché il presente documento sia trasmesso all’ATO 6 Alessandrino e a tutti i Sindaci della Comunità Montana.
ADESSO BASTA. Sull’Acqua Decidiamo Noi!
Sabato 20 marzo, manifestazione nazionale
Da aprile, grande campagna di raccolta firme
per la promozione di tre referendum abrogativi.
Ad Alessandria è questione morale: clicca qui
Se il Governo Berlusconi pensava, con l’approvazione dell’art.15-decreto Ronchi, di chiudere i giochi sulla privatizzazione dell’acqua, consegnando questo bene comune agli appetiti dei mercati e delle grandi multinazionali, si è sbagliato di grosso.
L’approvazione di quella legge, avvenuta fra l’indignazione generale, ha costituito un gravissimo attacco alle mobilitazioni e alle proposte messe in campo dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, che, accanto alle resistenze in tutti i territori del Paese, ha consegnato da due anni una legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua, corredata da oltre 400.000 firme. Di cui oltre 4.000 da noi raccolte ad Alessandria.
Se quella legge giace colpevolmente nei cassetti delle commissioni parlamentari, le lotte per la ripubblicizzazione dell’acqua si sono ulteriormente estese in tutti i territori: sono ormai oltre cento i Comuni che hanno approvato delibere di modifica degli Statuti comunali, dichiarando l’acqua ‘bene comune e diritto umano universale ’ ed il servizio idrico come ‘privo di rilevanza economica’, e sottraendosi in questo modo alla incostituzionale normativa nazionale.
Comuni che hanno nel frattempo costituito il ‘Coordinamento nazionale degli enti locali per l’acqua pubblica’ e che, il prossimo 6 marzo, terranno a Roma la loro prima assemblea nazionale.
Sabato 20 marzo un grande manifestazione nazionale attraverserà le strade e le piazze di Roma per ribadire il NO alla privatizzazione dell’acqua, per riaffermare che l’acqua è un bene comune e un diritto umano universale e per chiedere l’immediata approvazione della nostra legge d’iniziativa popolare, che chiede la ripubblicizzazione dell’acqua e la sua gestione partecipativa.
Abbiamo sempre considerato l’acqua come un paradigma di molti beni comuni naturali e sociali da sottrarre ai privati e ai grandi capitali finanziari.
In questi anni e in moltissimi territori sono nate decine di altre resistenze in difesa dei beni comuni.
Significative mobilitazioni popolari, capaci di proposte alternative nel segno della democrazia condivisa, stanno tenacemente contrastando la politica delle “grandi opere” devastatrici dei territori, una gestione dei rifiuti legata al business dell’incenerimento, un modello energetico dissipatorio e autoritario, basato su impianti nocivi ed ora anche sul nucleare.
La manifestazione del 20 marzo, oltre ad essere un importante ed unificante momento di lotta, può mettere al centro con intelligenza e determinazione la questione della democrazia partecipativa, ovvero l’inalienabile diritto di tutte/i a decidere e a partecipare alla gestione dell’acqua e dei beni comuni, del territorio e dell’energia, della salute e del benessere sociale.
Sullo stop alle politiche di privatizzazione e sulla necessità di una forte, radicata e diffusa campagna nazionale, un vastissimo fronte in queste settimane si è aggregato al Forum italiano dei movimenti per l’acqua : dalle associazioni dei consumatori alle associazioni ambientaliste, dal mondo cattolico e religioso al popolo viola, dai movimenti sociali al mondo sindacale, alle forze politiche.
Tutte e tutti insieme abbiamo deciso di lanciare a partire dal prossimo mese di aprile, una grande campagna di raccolta firme per la promozione di tre referendum abrogativi.
Tre SI per la ripubblicizzazione dell’acqua, tre SI per dire basta ai profitti su un bene essenziale.
Uno strumento per dire una volta per tutte : “Adesso basta. Sull’acqua decidiamo noi!”
Cliccando qui, puoi verificare come viene gestita l’acqua pubblica in provincia di Alessandria: tramite gli atti del Convegno scoprirai che “questione acqua” è anche “questione morale” .
I veleni nascosti sotto Spinetta Marengo
“Bomba ecologica. Emergenza pozzi a Spinetta. Il sindaco ne vieta l’uso. Cromo esavalente nelle falde della Fraschetta. Nel mirino il polo chimico”.
Sono i titoloni sui giornali e TV.
Dove sta la novità, la sorpresa? La dottoressa Rini, capo laboratorio dello zucchericio, fin dagli anni ’80 denunciava ripetutamente sui giornali che l’acqua in falda era inquinata al punto da essere inutilizzabile nella lavorazione delle barbabietole. Un allarme che io stesso negli anni ho ripreso più volte, pubblicando sulla stampa le foto dei bidoni nascosti, rivendicando l’Osservatorio della Fraschetta e contestando l’inutile progetto Linfa. L’ho ancora ripetuto la settimana scorsa all’assemblea di Pozzolo Formigaro. Oggi, prima che si esaurisca di nuovo l’ondata emotiva, invito di nuovo gli enti preposti ad andare a vedere che cosa c’è sotto e attorno allo stabilimento ex Montedison e ora Solvay e Arkema. Non ci sono barriere che tengano. Spinetta è come Bussi in Abruzzo, di cui parlano tutti i telegiornali. Nel sottosuolo all’interno della fabbrica stanno percolando nelle falde i veleni sversati, non solo il cromo. Bisogna fare i carotaggi e le analisi. Cosa è stato depositato nel bunker antiaereo di cui si chiacchiera dal dopoguerra? Bisogna andare a vedere. Le colline sullo sfondo dello stabilimento non sono naturali nella piana di Marengo: sono depositi di rifiuti. Bisogna andare a scavare. Provvederanno ASL e ARPA? Lo pretenderà la massima autorità sanitaria comunale, cioè il sindaco di Alessandria, preoccupato di interrompere i cicli produttivi e non altrettanto dell’acquedotto? E gli altri sindaci della Fraschetta? Per i reati commessi, per le misure di emergenza, per i risarcimenti: sarà tempestivo l’intervento della Magistratura? Il Comune si costituirà parte civile? Sono queste le domande inquietanti che poniamo nel timore che un nuovo velo venga tra qualche giorno a coprire le vergini grida di allarme e sdegno.
Lino Balza