Da aprile, l’abilità dei loro strapagati avvocati e l’italica farragine della giustizia hanno fatto sì che, di udienza in udienza, la sentenza definitiva è stata fatta slittare al 17 dicembre prossimo.
Sogin, il governo, è riuscito a rinviare il giudizio, tentando lo scippo: cercando di spostare il processo da Torino a Roma, Roma sede considerata più vicina alla loro sfera di influenza. Così ha presentato appello al Consiglio di Stato contro la sentenza di maggio del Tar Piemonte. Eccezioni procedurali, pretesti e cavilli giuridici: ma Tar e Consiglio di Stato gli hanno dato torto tre volte. Però, di rinvio in rinvio, stiamo arrivando all’udienza del 17 dicembre. Purtroppo la conseguenza più grave è che la loro tattica dello scippo e del rinvio ci ha messo in enormi difficoltà economiche. Le spese legali e giudiziarie, con tanto di trasferte a Roma e avvocati romani, si sono dilatate al punto che abbiamo consumato tutti i soldi raccolti con l’entusiasmante sottoscrizione popolare e il provvidenziale Beppe Grillo.
Non siamo più in grado di far fronte alle spese future, di proseguire il ricorso, di andare all’udienza del 17 dicembre che prevede anche la verificazione tecnica di ingegneri nucleari. Cioè ulteriori costi, migliaia di euro. Dobbiamo arrenderci? Visto che altresì l’esposto in Procura, che pur abbiamo presentato, per ora non ha prodotto effetti. La giustizia è solo per i potenti? Ritirare il ricorso? Dopo averli battuti in tre tappe, dobbiamo arrenderci in dirittura finale? Ritirare il ricorso? Oppure resistiamo?Oppure resistiamo. Oppure tutti assieme facciamo una nuova grande sottoscrizione popolare, anche con i mezzi infornatici -blog, meetup- che Beppe Grillo ci mette a disposizione. Inventiamo altre forme di comunicazione. Facciamo sì che le centinaia di sottoscrittori diventino migliaia. Diventino il nocciolo duro di quei milioni di resistenti che saranno necessari per respingere il business nucleare. Resistere resistere resistere. Anche alle intimidazioni: Sogin ha già minacciato querela. Perché resistere al Tar? Perchè il ricorso è importante per il movimento antinuclearista nazionale. Infatti è firmato da comitati e associazioni locali, è riferito a Bosco Marengo (Alessandria) dove al posto di un ex impianto di combustibile nucleare Sogin (con l’autorizzazione del governo) vuole illegittimamente costruire un deposito di scorie radioattive, ma è un ricorso con valore per tutto il territorio italiano, è un obbiettivo nazionale per i movimenti di opposizione all’atomo in Italia. La pronuncia del Tar diventerà un precedente legale per tutto lo Stato. Se a noi favorevole, ad essa si potranno appellare tutte le popolazioni dei siti italiani che hanno ereditato i rifiuti nucleari delle centrali dismesse e che sono i primi candidati alle nuove centrali e ai nuovi depositi. Soprattutto la sentenza del Tar metterà in discussione l’intera strategia di rilancio nucleare del Governo, come affermato a gran voce dallo stesso.
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