Chi rompe NON paga e i cocci NON sono suoi. Solvay non vuole pagare il danno ambientale, la bonifica, i risarcimenti alle vittime. E volano gli stracci con Ausimont. Ci godono i consulenti d’oro. E i PR.

Solvay si era spaventata. Il Ministero dell’Ambiente (ISPRA) aveva stimato provvisoriamente un acconto di 51 milioni di euro come prima valutazione del danno ambientale di Spinetta Marengo. Nel conto finale quei milioni possono dunque diventare miliardi… clicca qui per continuare a leggere.

Clicca qui Pennatagliente “Udienza del 2 aprile 2014 con riferimento alla consulenza di Luca Prosperetti”
Clicca qui La Stampa “Bonifica in ritardo per l’Ausimont”

Medicina democratica, SEL, Movimento 5Stelle e Federazione della sinistra unanimi sulla proposta di Osservatorio ambientale della Fraschetta.

Impegno comune per la bonifica: evitare la chiusura dello stabilimento e affermare il diritto alla salute. Proposto un Comitato scientifico internazionale. Dopo l’introduzione di Barbara Tartaglione per Medicina democratica (clicca qui), sono seguite le relazioni di Marcello Talpo per 5Stelle e Filippo Boatti per SEL. Sala stracolma e partecipante, 5 minuti per ogni domanda e 5 per ogni risposta. Molte domande all’assessore Lombardi, che ha impegnato la Giunta. Grande assente il PD, più volte criticato. Dell’Osservatorio si parlerà stasera all’assemblea di Predosa. L’Osservatorio fa anche parte delle proposte elettorali del PD di Tortona.

Clicca qui Pennatagliente “Alessandria, giovedì 3 aprile: un’iniziativa sulla Solvay”
Clicca qui Corriereal “Caso Solvay: indispensabile l’Osservatorio della Fraschetta”
Clicca qui Il Piccolo “Sel, FdS, Movimento 5 Stelle rilanciano con l’Osservatorio”
Clicca qui la videoregistrazione della Tavola rotonda alla Taglieria del pelo.
Clicca qui la videoregistrazione dell’intervento di Medicina democratica all’assemblea a Predosa.
Clicca qui La Stampa “Sul lavaggio terre inquinate Predosa vara altra battaglia”
Clicca qui La Stampa “Tutela dell’ambiente, elezioni e paesi uniscono gli intenti”

Ma aspettiamo il morto prima d’intervenire?

Di questo passo abbiamo una frequenza di un incidente al giorno. Stamane 2 aprile alle ore 11 altro incidente sul lavoro. Ancora al reparto Vinileteri dove a dicembre si era ustionato il capo reparto (ricoverato al CTO di Torino) e a ottobre si era ustionato agli occhi il capo turno. Oggi due meccanici Solvay mentre smontavano una linea sono stati investiti da spruzzi di acido fluoridrico HF al volto e alle braccia. Entrambi, nonostante i gravissimi precedenti da noi denunciati, non indossavano tute anti acido, che li avrebbero protetti. Soccorsi dalle autoambulanze del 118 sono stati ricoverati entrambi al pronto soccorso, a differenza di quanto non avvenuto il giorno prima per l’apprendista. Stiamo aspettando il morto per intervenire? Lo SPRESAL non interviene mai?
Clicca qui La Stampa “Due incidenti sul lavoro alla Solvay, non è scattato il piano di emergenza”
Clicca qui La Stampa “Due operai ustionati dall’acido fluoridrico”

Si susseguono gli esempi dei massicci investimenti che Solvay dedica alla manutenzione degli impianti.

Ormai non fanno più notizia. Le fughe di gas e gli incidenti sul lavoro alla Solvay di Spinetta Marengo sono talmente ricorrenti che non fanno più notizia. Molti, non tutti purtroppo (l’azienda tenta di nasconderli), ci vengono segnalati dai lavoratori e noi li segnaliamo ai giornali. Ma spesso non hanno eco mediatica. Ieri si sono ripetute le modalità del recente incidente in cui una delle vittime, il capoturno, restò pericolosamente ferito… clicca qui per continuare a leggere.

Ausimont boccia il presunto “Piano di bonifica” Solvay.

Anche secondo questo consulente si tratta di un progetto fasullo. Medicina democratica per prima l’aveva giudicato tale: clicca qui. Sulla metodologia del prof. Maurizio Onofrio ci esprimeremo quando sarà conosciuta. Ribadiamo che su un progetto di bonifica di tanta complessità, come quello di Spinetta Marengo, è necessario un Comitato scientifico internazionale gestito dall’Osservatorio ambientale della Fraschetta, quello Vero.

Importante esperimento scientifico a Spinetta Marengo.

Il professor emerito Del Frate, illustre consulente della difesa al processo Solvay, ha rivelato che una discarica di tossico nocivi quando ricoperta di terra ed erbetta: diventa impermeabile. I cancerogeni sotterrati sono così al sicuro, non colano in falda. I creduloni ci sono cascati e hanno fatto la prova: hanno messo dell’acqua in una scodella, hanno appoggiato sulla scodella un piattino di carta, hanno messo sul piattino un mucchietto di zucchero, hanno ricoperto lo zucchero con della terra (terra rossa, della Fraschetta) e infine hanno versato dell’acqua sopra la terra. Non ci crederete ma l’acqua della scodella era rossiccia e dolciastra. Cioè… Siccome nessuno l’ha assaggiata non c’è la prova scientifica che fosse dolce. Però lo zucchero era bagnato. Fate voi

La Fraschetta non è la Terra dei fuochi.

Non solo, soprattutto è la terra delle acque avvelenate. Ma anche lo specchio della debolezza degli ambientalisti, che seguono la propria ignorando la battaglia del vicino comitato. Assemblee sul No Tav a Pozzolo Formigaro o Bosco Marengo tacciono sul deposito nucleare a poche centinaia di metri. A Spinetta Marengo si raccolgono migliaia di firme su una minima discarica e si crepa per la Solvay. Ad Arquata Scrivia l’Ecolibarna è disgiunta dal Terzo Valico. Eccetera. Questo Blog si è appunto posto come scopo, tramite l’informazione, di mantenere un minimo di collegamento tra le anime disperse dell’ambientalismo locale, dopo il fallimento della Rete ambientalista alessandrina.
Clicca qui La Stampa “Attenti la Terra dei fuochi può replicarsi in provincia”

Il progetto di bonifica con ditionito appena presentato da Solvay è una clamorosa bufala.

Dunque Ausimont boccia il presunto “Piano di BonificaSolvay. Sul quale Medicina democratica ribadisce il suo giudizio (vedi pagina 60 del dossier: clicca qui). Mentre su quello del prof. Maurizio Onofrio di Ausimont ci esprimeremo quando sarà conosciuto. Ribadiamo che su un progetto di bonifica di questa complessità è necessario un Comitato scientifico internazionale gestito dall’Osservatorio ambientale della Fraschetta, quello Vero.
Clicca qui La Stampa
Clicca qui Alessandrianews

Molti ottimi motivi per sottoscrivere la petizione con cui si chiede un referendum popolare di conferma del TTIPTransatlantic Trade and Investment Partnership.

Innanzitutto difendere il “Principio di precauzione” nella politica comunitaria in materia ambientale, che ci distingue dagli USA. La nostra cultura giuridica prende in considerazione le condizioni di rischio di una scelta, un atto di prudenza rispetto ad un evento dannoso quindi “prima” che questo si verifichi, mentre quella degli USA è fondata solamente sul rigore della sentenza nei confronti di chi, a fronte di prove inequivocabili, ha procurato un danno, quindi “a danno avvenuto”. Gli USA ad esempio spingono per gli OGM, Organismi geneticamente modificati. Per saperne di più: clicca qui.
Clicca qui per firmare la petizione.

Chiediamo a tutte le associazioni, comitati e cittadini che si oppongono al Tav Terzo Valico di darci una mano.

Con un contributo anche piccolo, che ci consenta di portare a termine un percorso, quello legale, indispensabile nel tentativo di fermare quest’opera inutile e dannosa per l’ambiente, per la salute dei cittadini e per l’economia italiana. Sono necessari 20.000 euro: clicca qui per vedere i conti. Puoi contribuire anche partecipando alla cena: clicca qui.

Aumenta il debito allo Stato di Ausimont e Solvay per il disastro ecologico di Spinetta Marengo.

Dopo quelli già stimati in 51 milioni di euro, l’ISPRA aggiungerà una valutazione degli altri danni ambientali: falda profonda, Bormida, ecosistemi e salute pubblica, risarcimenti per patologie e decessi, indagini epidemiologiche, spese Pubblica Amministrazione e Servizio Sanitario Nazionale.  
Clicca qui per continuare a leggere.

Clicca qui Il Piccolo “Valutazione supplementare del danno ambientale”
Clicca qui La Stampa “Inquinamento chimico. Chi pagherà?”

Chi inquina, paga? Che la Solvay non faccia la fine dell’Ecolibarna.

La bomba ecologica di Spinetta Marengo rischia di fare la fine di quella di Serravalle Scrivia. E’ da trent’anni che non si fa la bonifica dell’Ecolibarna e ormai non la si farà più. Almeno 70.000 metri quadri contaminati al suolo e in falda da oli minerali, combustibili, lubrificanti, rifiuti tossico nocivi liquidi e solidi, nemmeno i 20.000 metri cubi più superficiali dei terreni sono stati asportati. Ancora oggi non sappiamo esattamente cosa ci sia sotto e attorno l’Ecolibarna: ammette la Provincia. Ancora oggi gli interventi previsti per una minima messa in sicurezza sono irrisori e non coperti da finanziamenti (pubblici naturalmente: chi ha inquinato non ha pagato, e nemmeno è andato in galera). Non siamo in grado di garantire un futuro ai terreni e alle falde, e alla salute pubblica: ammette la Provincia.
Clicca qui Il Piccolo “Non si sa ancora cosa c’è sotto”
Clicca qui Pennatagliente

Lo scandalo infinito dell’Ecolibarna.

L’Ecolibarna di Serravalle Scrivia è forse il più vecchio scandalo di disastro ecologico della provincia di Alessandria. La bonifica non è mai stata conclusa perchè, scontata l’assenza delle amministrazioni pubbliche, è completamente mancata la mobilitazione delle popolazioni locali. Ora il Comitato chiede la messa in sicurezza del sito e l’indagine epidemiologica, ma la mobilitazione popolare non sorregge le tardive e sacrosante richieste.

La nostra presenza nei processi per affermare la giustizia alle vittime e la prevenzione dentro e fuori i luoghi di lavoro.

Tirreno Power di Vado Ligure, sequestro degli impianti: una prima misura da consolidare ed estendere. Stato dell’arte di processi penali ai quali partecipiamo che riguardano la salute e la sicurezza sul lavoroAmianto: quale giustizia per le vittime e per gli ex esposti.
Clicca qui.

Ausimont e Solvay rei confessi.

Tramite i rispettivi consulenti, Solvay sta meticolosamente dimostrando le responsabilità penali di Ausimont, che sapeva tutto e nascondeva, e Ausimont sta meticolosamente dimostrando quelle di Solvay, che sapeva tutto e nascondeva. Senza soluzione di continuità. Ausimont e Solvay non negano il disastro ecologico, è indiscutibile l’inquinamento, si accapigliano solo sul quanto, quanto ha inquinato una e quanto l’altra, io di meno tu di più… Confermano insomma appieno i capi di imputazione: avvelenamento doloso delle acque e dolosa omessa bonifica. Insomma confessano il reato, sono rei confessi. Clicca qui, anche per continuare a leggere le gesta del triorchite, dell’homo ridens e di Lucy.

Clicca qui Alessandrianews “Il cromo esavalente creato ex novo da trasformazioni chimiche”
Clicca qui La Stampa “Il cromo 6 peggiorato da perdite della Solvay”
Clicca qui Pennatagliente
Clicca qui Il Piccolo “Si sonnecchia sopra i veleni”

Stravince Angelo Riccoboni! Battuti in finale Giancarlo Sardi e Lorenzo Robbiano.

Premio Attila Alessandria 2013
Ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori
L’imprenditore ha avuto la meglio sui sindaci concorrenti. Pur di vincere, si è con testardaggine impegnato a sfregiare irrimediabilmente l’immagine della “Riccoboni Holding” che si definiva “azienda che da 50 anni non solo ha a cuore la salvaguardia del territorio e dell’ambiente ma addirittura è a protezione dell’ambiente”.

Clicca qui per leggere la pergamena dedicata al grande vincitore.

Clicca qui Agora magazine “Stravince Riccoboni al Premio Attila 2013”
Clicca qui “Ad Angelo Riccoboni il Premio Attila 2013”

Ausimont: “E’ tutta colpa di Solvay. L’inquinamento non è pregresso, parte dal 2002 quando è cambiata la gestione”.

 
L’avvocato Santa Maria, colpito da orchiepididimite acuta bilaterale destra, soccorso da Trefiletti e Colombo.
 
Dice Ausimont: l’inquinamento attuale non è colpa dell’eredità del passato bensì delle attività di Solvay, infatti è stato proprio dopo il 2002 che c’è stato un generalizzato notevole peggioramento ambientale, con picchi di concentrazione in crescendo, l’alto piezometrico e le fisiologiche perdite fognarie in falda si sono fatte più gravi perché Solvay ha scaricato veleni sopra i veleni ormai azzerati o silenti da vent’anni, è Solvay che ha fatto uscire i veleni fuori dallo stabilimento, la cosiddetta barriera idraulica non ha migliorato la situazione. Clicca qui per continuare a leggere


La ragione essenziale per cui non è mai stato realizzato l’Osservatorio ambientale della Fraschetta.

Detto brutalmente: hanno il coraggio di firmarla anche i dipendenti Michelin e Solvay la petizione contro la discarica Guarasca a Spinetta Marengo tra il pozzo pubblico Molinetto e i pozzi privati Solvay. Questa sarebbe nella Fraschetta solo una goccia di inquinamento in più, eppure rappresenta la classica goccia che fa traboccare il vaso gigantesco della intolleranza popolare. Clicca qui per continuare a leggere.

Clicca qui Il Piccolo “Fraschetta inquinata. Peggio di Taranto”
Clicca qui La Stampa “5Stelle per l’Osservatorio”
Clicca qui Pennatagliente
Clicca qui La Stampa “Le paure di Spinetta sulla discarica. E la conferenza dei servizi è slittata”
Clicca qui La Stampa Lino Balza “Vero Osservatorio per vera bonifica”

Perché una discarica a Spinetta proprio sulla falda destinata a dissetare Alessandria?

Alessandria, giovedì 13 marzo, alle 21, incontro pubblico presso la Casa di Quartiere di via Verona 116. Clicca qui.

Clicca qui Il Piccolo on line “Perchè la discarica?”
Clicca qui Alessandrianews
Clicca qui Corriereal 
Clicca qui La Stampa “Le paure di Spinetta sulla discarica. E la conferenza dei servizi è slittata”
Clicca qui La Stampa Lino Balza “Vero Osservatorio per vera bonifica”
Clicca qui “A Cassine partecipata assemblea”

La strega Grimilde Ausimont avrebbe venduto a Biancaneve Solvay la succosa mela nascondendo che era avvelenata.

Solvay fa la gnorri per non pagare il dazio e litiga con Ausimont, come i ladri di Pisa. I due non si ritrovano in Piazza dei Miracoli come quelli che litigavano di giorno per andare a rubare insieme di notte, bensì nell’aula della Corte di Assise di Alessandria. Il finto scontro ha lo scopo di prolungare il processo verso la prescrizione ed evitare a Solvay i costi dei risarcimenti e della bonifica. Così l’ingenua Solvay accusa la perfida Ausimont di averla truffata avendole nascosto che lo stabilimento in vendita era avvelenato. Come la strega cattiva con Biancaneve. Per provarlo Solvay fa sfilare in aula i sette nani. Clicca qui.

Clicca qui La Stampa “Solvay: cromo non cancerogeno”
Clicca qui La Stampa “Al processo sono scintille tra Ausimont e Solvay”
Clicca qui Il Piccolo “Lo scontro sul cromo”
Clicca qui Lino Balza La Stampa “Sono veleni tossici quelle 21 sostanze”
Clicca qui Pennatagliente “Basta andare su internet per conoscere l’avvelenamento dello stabilimento Solvay”
Clicca qui Alessandrianews “Ausimont contro Solvay: truffa contrattuale?”