Veniamo al progetto M&G per la produzione di bioetanolo definito da Ghisolfi di seconda generazione e proposto a Crescentino. Lo si descrive con molta enfasi, la stessa direi che si era inizialmente adottata per illustrare l’impianto di prima generazione proposto a Rivalta, rivelatosi alla fine poco virtuoso. Ora, poiché l’esperienza qualcosa insegna sempre, direi che valga la pena di essere cauti.
Premesso che noi siamo favorevoli al progresso, alle innovazioni intelligenti e allo sviluppo delle energie alternative ai carburanti fossili, ribadisco che non lo siamo ad ogni costo.
Se l’impianto proposto utilizza scarti agricoli (paglia di riso, stocchi di mais, ecc.) reperiti in zona tramite accordi preventivi con gli agricoltori e non necessita di terreni agricoli per la produzione della materia organica necessaria al suo funzionamento, quindi non necessita di energia fossile per produrre altra energia cosiddetta verde, lo stesso potrebbe essere visto con un certo interesse.
Se non sono necessarie colonne di autocarri per il trasporto della materia prima verso l’impianto e del prodotto ottenuto verso i luoghi in cui verrà utilizzato, anche gli abitanti di Crescentino non avranno ragione di preoccuparsi per il traffico conseguente e l’inquinamento dell’aria derivante.
Però, da quanto si legge nei primi dati sommari forniti dal proponente, pare che occorrano 4.000 ettari di terreno da coltivare a canna palustre (cioè un appezzamento di 5 x 8 km. – ovverosia 60.000 pertiche di terreno) che non mi sembrano pochi, se pure fossero solo quelli, che non si specifica dove verranno reperiti. Mi domando: esistono 4.000 ha di terreni marginali in zona?
Questa è solamente una prima perplessità, ma stante al fatto che anche a Rivalta Scrivia, alla presentazione del progetto i motivi di preoccupazione parevano pochi ma gli stessi sono aumentati man mano che noi approfondivamo la conoscenza del progetto, mi sentirei di consigliare agli amici di Crescentino di studiarsi il progetto e di farlo rapidamente, con molto impegno. In caso di dubbi o perplessità meglio chiedere delucidazioni.
Inoltre è sicuramente opportuno che qualcuno di loro si faccia carico di partecipare alla Conferenza dei Servizi che credo verrà organizzata presso l’Assessorato all’Ambiente della Provincia prima di concedere il nulla osta alla costruzione dell’impianto. Anche in quel contesto c’è la possibilità di venire a conoscenza di dati e informazioni utili a farsi un’idea più precisa sulla bontà del progetto. In questi casi la prudenza è sempre d’obbligo. Cari saluti.
Rivalta Scrivia, 7 marzo 2010
Premesso che noi siamo favorevoli al progresso, alle innovazioni intelligenti e allo sviluppo delle energie alternative ai carburanti fossili, ribadisco che non lo siamo ad ogni costo.
Se l’impianto proposto utilizza scarti agricoli (paglia di riso, stocchi di mais, ecc.) reperiti in zona tramite accordi preventivi con gli agricoltori e non necessita di terreni agricoli per la produzione della materia organica necessaria al suo funzionamento, quindi non necessita di energia fossile per produrre altra energia cosiddetta verde, lo stesso potrebbe essere visto con un certo interesse.
Se non sono necessarie colonne di autocarri per il trasporto della materia prima verso l’impianto e del prodotto ottenuto verso i luoghi in cui verrà utilizzato, anche gli abitanti di Crescentino non avranno ragione di preoccuparsi per il traffico conseguente e l’inquinamento dell’aria derivante.
Però, da quanto si legge nei primi dati sommari forniti dal proponente, pare che occorrano 4.000 ettari di terreno da coltivare a canna palustre (cioè un appezzamento di 5 x 8 km. – ovverosia 60.000 pertiche di terreno) che non mi sembrano pochi, se pure fossero solo quelli, che non si specifica dove verranno reperiti. Mi domando: esistono 4.000 ha di terreni marginali in zona?
Questa è solamente una prima perplessità, ma stante al fatto che anche a Rivalta Scrivia, alla presentazione del progetto i motivi di preoccupazione parevano pochi ma gli stessi sono aumentati man mano che noi approfondivamo la conoscenza del progetto, mi sentirei di consigliare agli amici di Crescentino di studiarsi il progetto e di farlo rapidamente, con molto impegno. In caso di dubbi o perplessità meglio chiedere delucidazioni.
Inoltre è sicuramente opportuno che qualcuno di loro si faccia carico di partecipare alla Conferenza dei Servizi che credo verrà organizzata presso l’Assessorato all’Ambiente della Provincia prima di concedere il nulla osta alla costruzione dell’impianto. Anche in quel contesto c’è la possibilità di venire a conoscenza di dati e informazioni utili a farsi un’idea più precisa sulla bontà del progetto. In questi casi la prudenza è sempre d’obbligo. Cari saluti.
Rivalta Scrivia, 7 marzo 2010
Enzo Pernigotti