Su Il Piccolo del 2 Aprile il giornalista Enrico Sozzetti ha dato notizia dell’esito della Conferenza dei Servizi (composta da Comune, Provincia, Asl Alessandria e Arpa) per la valutazione dell’analisi di rischio ambientale relativa al sito industriale della Solvay Solexis di Spinetta Marengo.
Il presunto scopo della Conferenza è un attento studio del grado di contaminazione del sito e dei conseguenti rischi per la salute umana e per l’ambiente circostante.
Ci chiediamo innanzitutto che attendibilità possano avere le valutazioni degli enti che vi partecipano.
Infatti questi avrebbero dovuto vegliare sulla salute pubblica da molto tempo.
Se così fosse stato, oggi, non ci troveremmo a dover affrontare questo disastro ambientale.
Il PFOA, per esempio, è una parola che gli enti, prima delle denunce di Medicina Democratica e dei servizi della trasmissione delle IENE, non avevano mai pronunciato.
Abbiamo ricevuto alcune mail anonime di persone che si dichiarano dipendenti Solvay con richieste di spiegazioni riguardo all’esistenza o meno di un limite di esposizione professionale (TLV) per il PFOA.
La preoccupazione dei dipendenti nasce dal fatto che l’azienda non effettuerebbe alcun monitoraggio ambientale per questa sostanza.
Il PFOA utilizzato dalla Solvay è il Perfluoro ottanoato di ammonio per il quale esiste un limite di esposizione che è pari a 0,01 mg/m3 (0,01 µg/l o 0,01 ppb).
Il limite è presente nell’ Elenco dei TLV della ACGIH pubblicato in Italia dal “Giornale degli Igienisti Industriali”, gennaio 2001, edito dall’AIDII (Associazione Italiana degli Igienisti Industriali).
La stessa Federchimica ne dà notizia in una sua pubblicazione del 2003 (clicca qui).