Il libro verrà presentato sabato 30 aprile, a Castelnuovo Scrivia, ore 21,15, sala Pessini di Castelnuovo Scrivia.
In questo libro, “Memoria partigiana”, Antonello Brunetti ha preso spunto da un fascio di fogli che gli era pervenuto dalla famiglia Merlo. In questi, Dino Merlo, partigiano della Arzani e poi della Oreste, racconta le sue vicende. Queste prendono il via dal 1938, quando diciassettenne compì una spedizione a Pavia con la famosa Lucia Sarzi che si era fermata per alcune settimane a Castelnuovo con il suo teatro itinerante. Poi dall’8 settembre subito attivo per salvare ebrei alessandrini, disertori russi e polacchi, partigiani feriti, per stampare in quel di Gerbidi volantini da diffondere in tutta la provincia di Alessandria. Venuto a contatto con Silla, Fillack, Buranello, accompagnò in montagna decine di giovani, fra i quali Marco e Chicchirichì. Operò fra l’Ebro, il Giarolo e la val Vobbia, con presenza quasi fissa nelle valli Grue, Curone e Borbera. Sfuggito per poco alla fucilazione, partecipò alla battaglia di Pertuso e successivamente diresse il campo di prigionia di Dovanelli. Fu il responsabile del gruppo di partigiani che dopo il 25 aprile fece sfilare centinaia di tedeschi da Sampierdarena a piazza De Ferraris prima di consegnarli agli alleati. Il libro, di un centinaio di pagine, non ha alcuna caduta retorica o autoelogiativa, anzi ne emerge una vita partigiana estremamente difficile e colma di sofferenze, comprese le amarezze derivanti da dissidi interni.
In questo libro, “Memoria partigiana”, Antonello Brunetti ha preso spunto da un fascio di fogli che gli era pervenuto dalla famiglia Merlo. In questi, Dino Merlo, partigiano della Arzani e poi della Oreste, racconta le sue vicende. Queste prendono il via dal 1938, quando diciassettenne compì una spedizione a Pavia con la famosa Lucia Sarzi che si era fermata per alcune settimane a Castelnuovo con il suo teatro itinerante. Poi dall’8 settembre subito attivo per salvare ebrei alessandrini, disertori russi e polacchi, partigiani feriti, per stampare in quel di Gerbidi volantini da diffondere in tutta la provincia di Alessandria. Venuto a contatto con Silla, Fillack, Buranello, accompagnò in montagna decine di giovani, fra i quali Marco e Chicchirichì. Operò fra l’Ebro, il Giarolo e la val Vobbia, con presenza quasi fissa nelle valli Grue, Curone e Borbera. Sfuggito per poco alla fucilazione, partecipò alla battaglia di Pertuso e successivamente diresse il campo di prigionia di Dovanelli. Fu il responsabile del gruppo di partigiani che dopo il 25 aprile fece sfilare centinaia di tedeschi da Sampierdarena a piazza De Ferraris prima di consegnarli agli alleati. Il libro, di un centinaio di pagine, non ha alcuna caduta retorica o autoelogiativa, anzi ne emerge una vita partigiana estremamente difficile e colma di sofferenze, comprese le amarezze derivanti da dissidi interni.