Il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione per una strategia comune per lo smaltimento definitivo dell’amianto, fissando al 2028 la scadenza per il suo completamento.
La risoluzione si articola in una serie di proposte, tra le quali:
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introduzione di un registro pubblico degli edifici degli Stati membri contenenti amianto;
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sostegno alle associazioni delle vittime;
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definizione di una tabella di marcia degli interventi e la garanzia che gli ispettori che operano sul campo siano dotati di attrezzature di protezione adeguate e che gli addetti alla rimozione siano sufficientemente qualificati.
Ecco il commento del relatore al testo: “Le ultime generazioni di lavoratori non sono necessariamente consapevoli dei pericoli che corrono. Perciò sollecitiamo la Commissione a presentare una direttiva specifica che assicuri che il personale addetto alla rimozione riceva una formazione adeguata”. “Molte persone sono convinte che ci siamo definitivamente sbarazzati dell’amianto negli anni novanta, quando sono stati dimostrati i suoi effetti dannosi per la salute umana. Nonostante la messa al bando estesa a tutta l’Europa nel 1999, però, nel nostro continente e nel resto del mondo ci sono ancora milioni di edifici, uffici, navi e tubature che contengono amianto. Sembra incredibile, ma perfino la sede di questo parlamento contiene ancora amianto, che la settimana scorsa ha provocato un po’ di paura. Grazie all’ampia maggioranza che ha sostenuto la mia relazione, abbiamo mandato un forte messaggio alla Commissione europea, che ora deve agire”.
Si profila pertanto la data ultima di presenza dell’amianto negli edifici, già oggi messo al bando ma per il quale non sussiste nessun obbligo concreto di rimozione. Dal 2028 l’amianto sarà fuori legge ed entro tale data dovrà essere necessariamente smaltito.