
Stephan Schmidheiny, magnate svizzero e unico imputato nel processo Eternit bis, è stato condannato a 9 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo. Apparentemente sembra la bella notizia, di una giustizia che fa giustizia. E invece no. E’ il contrario. La Corte d’Assise d’Appello di Torino lo ha assolto per 28 casi a cui se ne sono aggiunti 27 andati in prescrizione. Dei 147 casi del primo grado sono rimasti 92 morti per cui è stato condannato in Appello. Condannato? Si fa per dire. È stata, invece, ridimensionata la sentenza pronunciata in primo grado a Novara a giugno 2023 quando l’imputato era stato condannato a 12 anni di reclusione per omicidio colposo aggravato per 147 morti su 392 inizialmente considerati.
Guido Carlo Alleva, difensore dell’angioletto Schmidheiny, nello stappare il rinomato prosecco di sua produzione, ne ha approfittato per anticipare la linea difensiva al processo Solvay di Alessandria contro l’angioletta Ilham Kadri: non c’è nesso causa-effetto tra le emissioni aria acqua suolo (praticamente innocue) e le malattie e le morti sofferte dalla popolazione (praticamente sotto la norma). E con il sindaco di Alessandria ha già messo in fresco il DOC dopo lo sciacquone del patteggiamento.