Anagni e Colleferro nel sacco degli armamenti.

La Valle del fiume Sacco scende in piazza contro le armi. E in particolare contro il progetto, finanziato con fondi europei, per produrre nitrogelatina (150 chili all’ora) nella fabbrica “ex Winchester” di Anagni, oggi usata invece per la “demilitarizzazione” (il recupero e riciclo di materiale bellico). Una rete di comitati civici e associazioni della Valle del Sacco ha deciso di manifestare di fronte ai cancelli della fabbrica, di proprietà della multinazionale franco-tedesca KNDS.
 
La nuova attività sorgerebbe in una zona boschiva vincolata da tutela ambientale e compresa nel SIN (Sito di Interesse Nazionale) per bonifica ambientale, a poche centinaia di metri dai primi caseggiati e dall’autostrada A1.
Nella Valle del Sacco, a 50 chilometri da Roma, a Colleferro dal 1912 si producono bombe, mine e missili. La Bombrini Parodi Delfino (Bdp) dava il pane a oltre 3mila operai e con l’indotto faceva lavorare decine di migliaia di persone. Tra gli anni 80 e 90 la BDP viene assorbita nel gruppo Snia Viscosa e dopo il 2000 dalla Simmel Difesa e oggi dal gruppo franco-tedesco KNDS: con 160 impiegati si fabbricano ancora – ufficialmente – spolette, munizioni, granate, teste per missili e razzi.
 
I nuovi venti bellici hanno riacceso l’interesse su Colleferro: la KNDS è la capofila di un progetto che attinge ai fondi della difesa europea per circa 41 milioni di euro, per produrre cariche propellenti modulari per sistemi di artiglieria. Un piano che riguarda anche Anagni.