L’ENI contro il giudice che privilegia la salute rispetto ai profitti.

L’ENI ricorre subito, “E’ illegittimo, abnorme e infondato”, contro il provvedimento del Gip di Siracusa (31 luglio 2024) che non autorizza la prosecuzione delle attività del depuratore Ias di Priolo Gargallo, in cui si trattano i reflui civili di due Comuni, Priolo e Melilli, e i fanghi della zona industriale siracusana, posto sotto sequestro dal giugno del 2022 nell’ambito di un’inchiesta della Procura per disastro ambientale.
 
Il Gip ha deciso di disapplicare il «decreto bilanciamento», “salva Isab”, cioè il decreto interministeriale – Ambiente e Made in Italy – (12 settembre 2023) che decide come mantenere operativo l’impianto biologico consortile priolese e, così, garantire la continuità industriale del polo petrolchimico. Il decreto stabilisce alcune deroghe al Testo unico ambientale sulle emissioni di idrocarburi, fenoli e solventi organici aromatici.
 
Questi “alleggerimenti” dei limiti imposti dalla legge, insomma, vìolano i principi di bilanciamento tra le esigenze dell’attività produttiva e dell’occupazione e la tutela della sicurezza sul luogo di lavoro, della salute e dell’ambiente. I decreti “salvaIsab/Ias” del Governo, nel caso di sequestro preventivo da parte dell’autorità giudiziaria di stabilimenti industriali dichiarati di interesse strategico nazionale o di impianti o infrastrutture necessari ad assicurarne la continuità produttiva, infatti consentirebbero  al giudice di autorizzare la prosecuzione dell’attività. Invece il Gip Palmeri,  “tenendo conto anche del danno sanitario”, ritiene come nel caso di Ias “non vi è nel concreto alcun obiettivo di risanamento non essendo previsti investimenti o soluzioni tecniche in grado di risolvere entro il periodo di 36 mesi fissato dalla Corte la situazione di compromissione ambientale”.