Ma quale deriva autoritaria, è democrazia senza conflitto.

La trama, del disegno di legge sulla sicurezza pubblica in approvazione, è sempre la stessa: punire il nemico, ovvero  reprimere dissenzienti, poveri, migranti;  sviare e occultare la responsabilità delle diseguaglianze sociali, della guerra, della devastazione climatica. Esempi.
 
Per “l’occupazione di immobili e terreni” è previsto un nuovo reato: «occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui» (con reclusione da due a sette anni), e ad essere punito è anche «chiunque si intromette o coopera nell’occupazione dell’immobile».
 
L’aggravante relativa ai reati di «violenza o minaccia a pubblico ufficiale e resistenza a pubblico ufficiale» si arricchisce  con riferimento specifico al suo esercizio «al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di una infrastruttura strategica»: oggi Tav, domani ponte di Messina.
 
La tutela privilegiata per gli operatori di polizia si estende alle lesioni anche lievi o lievissime, come avviene quando agenti in tenuta antisommossa  fronteggiano studenti a mani nude.
 
Viene introdotto il delitto di rivolta penitenziaria, che comprende la resistenza «anche passiva», reato da estendere  in prospettiva alla disobbedienza civile  degli eco-attivisti, detti ecovandali.
 
Per i quali, ma anche per reprimere presidi e cortei spontanei fuori da fabbriche e scuole, il blocco stradale o ferroviario «con il proprio corpo» diviene illecito penale con l’aggravante appunto che il fatto è commesso da più persone:  reclusione da sei mesi a due anni.
 
Per i migranti non può mancare l’ampliamento dell’ambito di applicazione del daspo urbano (ordine di allontanamento).