La notizia è trapelata da Bollate, quartier generale della Solvay in Italia. L’antefatto. Si apprende dai documenti dell’assemblea generale straordinaria dell’8 dicembre che il colosso chimico offre ai suoi azionisti il pagamento di un bonus complessivo di 12 milioni di euro alla sua amministratrice delegata Ilham Kadri. Lo conferma lo stesso ufficio stampa aziendale dopo le informazioni pubblicate su L’Echo e De Tijd. L’8 dicembre l’assemblea generale degli azionisti deciderà la scissione della multinazionale belga (22.000 occupati in 61 Paesi, con 99 siti produttivi e 20 centri ricerca) in due società indipendenti: Solvay diretta da Philippe Kerencome e Cinesco guidata da Kadri per concentrarsi sullo sviluppo di nuove generazioni di batterie per veicoli elettrici e su soluzioni che integrino l’idrogeno verde.
La scissione anticipa di tre anni il fine mandato della Ceo. Per la leader franco-marocchina non sembra una promozione dopo quattro anni, o forse lo è considerando la concessione di un “bonus eccezionale” pari a “12 milioni di euro in considerazione del suo impegno eccezionale nel contesto dell’attuazione del progetto di separazione parziale”. C’è da dire che l’insoddisfazione degli azionisti, pur “nel rendere omaggio alla Kadri gli anni di performance eccezionali alla guida del Gruppo” ha valutato la necessità “di migliorare la gestione dei costi e puntare alla riduzione del debito di bilancio dell’azienda”.
Amoveatur ut promveautur che sia, si tratta pur sempre di 12 milioni di euro. A questo punto la notizia bomba: il bonus destinato a risarcire le Vittime del disastro ecosanitario alessandrino. In celebrazione del 160° compleanno del Gruppo fondato da Ernest Solvay. Pare di sentirli al telefono gli avvocati, Dario Bolognesi: “Ma è come una ammissione di colpa al processo che sta per iniziare”, e Luca Santamaria: “E io che ero già pronto ad accusare anche questo PM di complotto”. Pare di vederlo il direttore imputato di disastro ambientale, Andrea Diotto. E il neo direttore, Stefano Colosio, che non alza la cornetta del telefono perché non saprebbe rispondere agli incontenibili giornalisti, soprattutto locali, se la sua casacca è Solvay o Cinesco: “A Bollate sono in tilt”.
Però, a chi scrive, questa notizia bomba, del risarcimento alle Vittime, sembra una fake news messa in giro nel headquarters di Bollate, da Bruxelles evidentemente non premiabile per i non brillanti 6 siti produttivi italiani: fatturato di 2.570 milioni di euro e qualche impatto ambientale di troppo, a paragone del fatturato di 13,4 miliardi di euro del Gruppo Solvay. L’intento scandalistico era far rumore facendo leva sull’enormità del cadeau alla Kadri associata al suo inverosimile sacrificio, neanche parziale, a favore del risarcimento alle Vittime. Fatti i conti, tutti sono portati a pensare, però, che un’azienda che può permettersi un regalino di Natale di 12 milioni, in quanto agli azionisti vanno miliardi di profitti, dovrebbe eticamente risarcire le proprie Vittime. Ovvero dovrebbe essere obbligata dalla legge. A Bruxelles, domani, festa del dogma dell’Immacolata Concezione, l’assemblea generale straordinaria della multinazionale negherà come un assioma queste considerazioni.