Bocciato senza rimedio dalle associazioni e dai comitati davanti alla Commissione Ambiente del Senato, il Disegno di Legge, primo firmatario Vilma Moronese e relatore Andrea Ferrazzi, è stato bocciato ma con appello da Greenpeace. La quale, a firma di Giuseppe Ungherese assieme al comitato Mamme No Pfas, ha consegnato infatti una relazione che chiede modifiche al DDL: “L’Italia si faccia promotrice di una politica rivolta alla riduzione ed eliminazione di queste sostanze, intraprendendo percorsi in linea con altri paesi europei ed extraeuropei, che si stanno dirigendo verso l’impiego delle stesse solo per usi essenziali, in vista di una loro progressiva sostituzione con molecole biodegradabili e biocompatibili, in altri termini con sostanze non pericolose. Venga stabilito un cronoprogramma che, partendo dalla fissazione dei limiti tendenti a ZERO, preveda il progressivo e rapido divieto di utilizzo al fine di arrivare al divieto di produzione e di uso di queste sostanze dannose”.
“I miglioramenti” proposti da Greenpeace sono giudicati dagli ambientalisti una toppa che non chiude il buco del DDL Moronese: non vietano in modo totale le emissioni in terra acqua suolo ma cercano di limitarne la presenza con limiti “tendenti” a zero, rimandano un “divieto di produzione e di uso” a tempi futuri e aleatori. Dunque non verrebbe nella sostanza modificato il DDL Moronese che infatti non si allinea con i Paesi che hanno messo al bando i Pfas, bensì “mira a ridurre, e se possibile annullare, l’immissione nell’ambiente, prevedendo inoltre un periodo transitorio di adeguamento alle misure di regolamentazione degli scarichi di acque reflue industriali per gli impianti già autorizzati”. Esso sembra fatto su misura per la Solvay di Spinetta Marengo, che lo approva potendo infatti continuare a produrre. Fino a quando? Finchè la multinazionale belga, con tanta buona fede e a discapito dei profitti, proverà a “ridurre” gli scarichi e addirittura “annullare”. Beninteso: annullare “se possibile”. Se impossibile, morti e malattie continuino a portare pazienza.