L’oligarca svizzero Stephan Schmidheiny in tribunale di Novara è accusato di omicidio volontario con dolo eventuale per 392 vittime dell’amianto. Si difende affermando che esse non si sono ammalate durante la sua gestione ma sicuramente prima che diventasse lui padrone dell’Eternit di Casale Monferrato. Malgrado questi espedienti dei suoi strapagati avvocati, Schmidheiny era stato condannato per disastro ambientale doloso, reato prescritto in Cassazione nel 2014. Ora è sotto processo in seguito della “spacchettamento” deciso dai giudici di Torino, che avevano inviato i fascicoli alle procure italiane competenti territorialmente. Quella di Torino si accontenta di confermare quattro anni di carcere, quella di Napoli chiede 23 anni e 11 mesi.