“I No Tav sono un organizzazione violenta, quanto resta del terrorismo italiano anni ‘70. Diciamo che per un torinese, No Tav significa sicuramente terrorista metropolitano, chiunque vive a Torino ha questa percezione. La cosa più grave nei confronti dei No Tav è che siccome si avvolgono di una motivazione ambientalista, quando questa motivazione viene legittimata loro reclutano, con una dinamica che ci riporta davvero agli anni 70”. Su RAI 3 queste sono le dichiarazioni di Maurizio Molinari, oggi direttore di Repubblica, ieri corrispondente da Tel Aviv dove dava dei terroristi ai palestinesi mentre erano massacrati dagli israeliani. Portavoce di Berlusconi da quando è in difficoltà a controllare la dentiera, a dargli manforte è Antonio Tajani, il quale di rosso ha solo il naso, il che spiega l’affermazione “Si comincia con lo spinello e si arriva all’eroina” (come dire: si comincia a tagliare il filetto e si finisce per sbudellare il cognato). Entrambi sarebbero lì per commentare l’aggressione fascista alla sede della CGIL, ma ne vogliono ridimensionare la gravità e dunque parlano d’altro, piuttosto che di antifascismo e di scioglimento di Forza Nuova. Su queste enormità il silenzio di Maurizio Landini, presente in studio, la dice lunga sullo stato della CGIL.
Il Movimento No Tav gli ha replicato come segue. “Forse vale la pena ricordare a Molinari che sabotaggi, manifestazioni, picchetti e Disobbedienza Civile sono pratiche di resistenza portate avanti dai Movimenti ambientalisti in tutto il globo, tra l’altro regolarmente celebrate proprio sulle pagine del suo giornale purché si verifichino a quella distanza di sicurezza che non infastidisce i finanziatori del suo gruppo editoriale. Forse vale la pena ricordare a Molinari che la sua percezione del Movimento No Tav non è quella di ‘chiunque vive a Torino’ ma quella di un ristrettissimo circolino formato da qualche esaltato che si è entusiasmato per le madamine del rotary club il tempo di un happening in Piazza Castello. Forse vale la pena ricordare a Molinari che nel movimento No Tav si riconoscono, da decenni, centinaia di migliaia di cittadini tra Torino e la Val Susa, la totalità delle Associazioni ecologiste italiane e dei partiti verdi che siedono al Parlamento Europeo senza contare sindaci, consiglieri regionali, unione montana e decine di enti in tutta la regione Piemonte. Forse vale la pena ricordare a Molinari che “i no tav” non sono un’organizzazione, violenta o non-violenta che sia, ma un Movimento che fa paura per una sua peculiarità davvero unica in Italia: fa quello che dice e dice quello che fa. Forse vale la pena ricordare a Molinari che ‘il terrore’ in Val di Susa lo largisce uno Stato che manganella una popolazione con ha la sola colpa di aver tenuto la schiena dritta per troppo tempo, che minaccia di togliere i figli ai genitori coi quali manifestano, che entra all’alba nella case per portarsi via parrucchieri, pescivendoli, studenti, commesse e pensionati per rinchiuderli tra quattro mura. Forse vale la pena ricordare a Molinari che lui fa il direttore del principale quotidiano sedicente “di sinistra” e che sta parlando del più longevo e radicato Movimento Ambientalista italiano”.
Ma forse non vale la pena di ricordare queste cose a Molinari, le conosce benissimo ma è pagato altrimenti.
L’equiparazione comunisti/fascisti, destra/sinistra, opposti estremismi, torna ad essere il sistema e la narrazione decisiva del vero controllo sociale e autoritario del paese, altro che green pass. I fascisti sono serviti a questo, come sempre, come da sempre in questo paese che con i fascisti e il fascismo i conti non li ha mai voluti fare.