
Il sindaco tradisce Solvay.

Movimenti di Lotta per la Salute, l"Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
In Francia, la legge vieta la produzione, l’importazione, l’esportazione e l’immissione sul mercato di cosmetici, scarpe da sci, tessuti per l’abbigliamento, scarpe e impermeabilizzanti con PFAS a partire dal 2026, e di tutti i tessuti che li contengono dal 2030. Per gli utensili da cucina, nessun divieto per le padelle antiaderenti con rivestimento di PTFE (Teflon). Il testo iniziale della legge, infatti, conteneva anche questo divieto, ma la pressione dell’industria lo ha fatto saltare. In particolare, ha avuto un ruolo importante il Groupe SEB, proprietario di marchi di padelle come Tefal e Lagostina, che fa parte della lobby di Solvay. In compenso, la legge francese, a differenza di quella italiana, istituisce la ricerca sistematica nell’acqua potabile di 20 PFAS classificati come preoccupanti a livello europeo. Clicca qui.
L’Alpha Project di Solvay Chimica Italia (Rosignano, Livorno) punta al riciclo dei sei metalli del gruppo del platino (platino, palladio, rodio, rutenio, iridio e osmio): materie prime critiche necessarie per l’industria della difesa e dell’aerospazio, l’elettronica, la mobilità elettrica e lo sviluppo delle energie rinnovabili. In particolare, platino e palladio servono per realizzare i catalizzatori; rutenio e iridio vengono impiegati nell’elettronica; l’osmio si usa per gli strumenti chirurgici ed esperimenti scientifici. Clicca qui.
La Regione Liguria ha avviato dal 2018 uno studio complessivo su due aree pilota, la piana del torrente Bisagno nel comune di Genova e la piana del fiume Entella nel comune di Chiavari, per valutare la presenza di queste sostanze nelle falde acquifere, affidando ad Arpa l’attività di analisi e monitoraggio. Clicca qui.
Il programma ministeriale raccoglierà 180 campioni di sangue tra i residenti di Marghera e Mira per rilevare i livelli medi di Pfas, diossine e altre sostanze. Clicca qui.
Per eliminare i PFAS dalle acque oggi si ricorre a metodi fisici quali la filtrazione per osmosi e quella con carbonio. Entrambi presentano insormontabili limiti, e sono relativamente costosi. Infatti, finora non esistono alternative. Gli PFAS sono caratterizzati da molecole con atomi di carbonio legati ad atomi di fluoro attraverso un legame talmente forte che, mentre assicura ai materiali plastici che li contengono una durata teoricamente illimitata, rende impossibile la loro degradazione chimica. Infatti, sono chiamati contaminanti perenni. E per questo, per eliminarli, di solito si ricorre alla filtrazione, e non alle reazioni chimiche: occorrerebbe troppa energia, e non si avrebbe un esito ottimale. Tutto ciò, tuttavia, in un futuro troppo lontano potrebbe cambiare, grazie a un approccio completamente diverso, che sta dando risultati incoraggianti: quello della cosiddetta biomimetica, cioè l’imitazione di quanto accade in natura. Clicca qui.
Un commento di Luigi Campanella, professore emerito all’Università La Sapienza di Roma. Clicca qui.
Intervista a Lino Balza dopo lo sciagurato patteggiamento del Comune di Alessandria, che apre ad un colpo di spugna sul disastro ecologico e sanitario.