Crotone. Venticinque anni di lotta contro i tumori.

Crotone, il Sito di interesse nazionale.
Tonnellate di rifiuti fronte mare di tre industrie dismesse devono essere bonificate da più di un ventennio. Il piano esiste dal 2019 ma le scorie sono ancora lì. E la popolazione si ammala di tumore.
 
Le scorie dei processi produttivi sono finite, insieme alla loppa di alto forno proveniente dall’Ilva di Taranto, in una miscela chiamata Conglomerato idraulico catalizzato. È il famigerato Cic con cui dal 1999 sono stati riempiti i piazzali della scuola primaria San Francesco, l’Itc di via Acquabona ma anche centri commerciali, alloggi popolari, villette a schiera, strade, persino il palazzo della Questura e le banchine del porto. Per l’esattezza 18 siti, messi sotto sequestro solo nel 2008. Il governo incaricò Eni di bonificare l’area.
 
I crotonesi lottano da cinque lustri contro i tumori e per ottenere la bonifica. Ma la bonifica non si è mai vista. Gli interventi conclusi riguardano esclusivamente opere di messa in sicurezza (cementificazione e isolamento dei rifiuti), cosa ben diversa da interventi che permetterebbero la restituzione di terreni integri e liberi da discariche.
 
Gli scarti industriali restano in città, il commissario di governo li invia «tal quale» nella discarica di Sovreco. I comitati manifestano chiedendo la revoca dell’ordinanza e la bonifica dei luoghi.