Scorie nucleari che vanno e vengono.

Mentre il governo è pronto a mettere mano al portafoglio per investire in nuove centrali nucleari, si aggiunge un nuovo capitolo alla lunga, e ancora irrisolta, questione della gestione delle scorie prodotte prima che l’Italia dicesse addio all’atomo. La Sogin, la società dello Stato incaricata di smantellare le vecchie centrali e di costruire il Deposito nazionale, si è appena affidata a due super esperti per svolgere servizi che dovrebbero scenari inediti. Piazzare all’estero le scorie italiane più pericolose, e nel frattempo occuparsi di quelle che a breve dovranno rientrare nel nostro Paese dall’estero. Costi astronomici.
Una soluzione Sogin: acquistare speciali contenitori, denominati cask , per trasportare e stoccare rifiuti presso un sito idoneo ritenuto idoneo: “sito di stoccaggio temporaneo e Deposito Avogadro”. Di che deposito si tratta? È l’impianto Fiat di Saluggia, nel Vercellese, che oggi appartiene a Stellantis. Clicca qui.
 
Su Il Manifesto l’articolo del 1996 “Sventare un piano pericoloso” di Lino Balza clicca qui.