Ammaliamo il mondo. La salute al primo posto?

Il 22 e 23 febbraio 2025 si terrà il corso di formazione “AMMALIAMO IL MONDO – La salute al primo posto?” L’evento può essere seguito on line in diretta live o vissuto in presenza, presso la Fabbrica delle “e” a Torino, in corso Trapani 91/b.

Come primo evento dell’anno abbiamo pensato di fare un corso che riguarda la nostra salute: vogliamo quindi riflettere sulle connessioni tra ambiente e salute, sulle ricadute della crisi climatica e l’uso degli inquinanti. Parleremo di diritti calpestati e di quelli ri-conosciuti dopo anni di battaglie, soprattutto da parte di gruppi, associazioni, ong. La parte finale sarà dedicata al “che fare”: modi e metodi per far fronte ai continui attacchi alla salute nostra e del pianeta di cui facciamo parte. Accanto all’approfondimento, con specialisti del settore, verrà dato spazio al racconto di esperienze significative in atto e al ruolo degli attivisti. Si ragionerà su dati, nazionali ed internazionali, su strategie operative e sulla legislazione in atto in materia e sulle modifiche che andrebbero apportate.

Interverranno relatori di indiscussa professionalità e competenza del mondo medico e scientifico, giornalisti e rappresentanti di organizzazioni da sempre in prima linea su queste tematiche: Legambiente, Sapereambiente, Libera, Gruppo Abele, ISDE Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, Torino Respira, Premio Luisa Minazzi, Movimento di Lotta per la Salute G. Maccacaro.

Contatti: tel 342.3850062; mail casacomune.laudatoqui@gmail.com; www.casacomuneaps.org

Il programma di “Ammaliamo il mondo. La salute al primo posto?”

Sabato 22 febbraio 2025

 Ore 10,30 – INTRODUZIONE AL CORSO – PERCHE’, PER CHI, COME

Mirta Da Pra Pocchiesa e Federica Pecoraro, coordinatrici di Casacomune

Ore 11.00 – ONDATE DI CALORE E DINTORNI. LE RICADUTE DELLA CRISI CLIMANTICA SULLA SALUTE

Letizia Proserpi, divulgatrice e socia ISDE

Ore 12.00 – INQUINANTI INDUSTRIALI CHE INQUINANO ACQUA, ARIA E TERRE AMIANTO – IL CASO ETERNIT DI CASALE MONFERRATO Silvana Mossano, giornalista (online)

 Ore 14.30 – INQUINANTI INDUSTRIALI CHE INQUINANO ACQUA, ARIA E TERRE IL CASO PFAS

Vincenzo Cordiano, ISDE Associazione Italiana Medici per l’Ambiente

Vitalia Murgia, ISDE Associazione Italiana Medici per l’Ambiente

Ore 15.30 – INQUINANTI IN AGRICOLTURA. IL PESO DEL GLIFOSATO E DEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI

Simona Savini, Campagna Agricoltura Greenpeace Italia (online) Comitato Gruppo Locale Torino

Ore 16.30 – NON LI VEDI MA LI RESPIRI. QUALI PROBLEMI PER I CENTRI URBANI

Beppe Piras, Comitato Torino respira

Ore 17,30 – Lavori di gruppo/Spazio di discussione/confronto tra i partecipanti (facoltativo e solo per iscritti in presenza che si prenotano)

Domenica 23 febbraio 2025

Ore 09.15 – SMALTIMENTO RIFIUTI E SOSTANZE TOSSICHE NELL’INDUSTRIA E ECOMAFIE TRA FALSE NOTIZIE E VERITA’

Antonio Pergolizzi, saggista e giornalista curatore del rapporto ecomafie di Legambiente (online)Ore 10.00 – LE CONSEGUENZE DEGLI INQUINANTI SULLA SALUTE UMANA

Antonino Frustaglia, Medico specializzato in Cardiologia, Gerontologia e Geriatria.

Ore 11.00 – CHE FARE? PROBLEMI E AZIONI POSSIBILI PER CAMBIARE ROTTA E GENERARE CAMBIAMENTO

Introduce Marica Di Pierri, Associazione a sud online

Comitato Mamme no PFAS

Movimento Lotta per la salute con Lino Balza

ISDE Piemonte

ARPA con Alberto Maffiotti Biologo-Dirigente del Dipartimento Arpa Piemonte Nord Ovest

Sapereambiente con Marco Fratoddi

Il modello Albania.

Il sistema di deportazione è stato inaugurato da Meloni e Edi Rama nel 2023 con un accordo fra l’Italia e la sua ex colonia Albania. Sono realizzati due centri in territorio albanese a spese italiane, dove i migranti catturati in mare a 500 Km di distanza vengono deportati: dapprima nel porto di Shёngjin e poi nella vicina cittadina di Gjadёr configurata come un Cpr (Centro di permanenza per i rimpatri) volto a detenere in carcere i migranti in attesa di essere respinti nei Paesi di origine.
 
Il tutto è una violazione della Convenzione di Ginevra e delle Convenzioni internazionali di diritto del mare: ultimo anello di una catena cheimprigionando le persone migranti in una speranza negata, è lo specchio perfetto delle politiche italiane ed europee in materia di flussi migratori. Un modello, sì, ma di disumanità. 

Modello America.

Sfogliate il libro delle nefandezze umane. Alla pagina dell’anno 1619, mese di agosto, troverete l’immagine di schiavi denudati e incatenati in fila per entrare nella stiva della nave Sao Joao Baptista e poi della White Lion, i bastimenti negrieri che dalle spiagge dell’Angola portavano i primi 33 schiavi a Jamestown, Virginia. Quello era il viaggio di andata. E ora confrontate quella immagine, dipinta 406 anni fa, con la fotografia rilasciata dalla Casa Bianca del 47° presidente Donald Trump, intitolata “Deportazione!”, dove la scena è clamorosamente capovolta, ci sono una trentina di disgraziati in fila indiana e in catene, come si addice agli schiavi, che stanno salendo dentro la stiva dell’aereo da trasporto militare per essere espulsi, buttati via, come si fa con gli avanzi di un pranzo durato 4 secoli. Uomini in divisa e armati di fucile mitragliatore controllano la partenza degli schiavi rinominati “clandestini”, proprio come quattro secoli fa i trafficanti bianchi, armati di mazze e spade controllavano gli arrivi dei “selvaggi” appena razziati dai villaggi africani. Dopo quei 33 schiavi in America ne sono arrivati tra i 9 e i 15 milioni, nessuno è in grado di conteggiare uomini e donne che valevano qualcosa in vita e nulla da morti. Hanno lavorato nei campi prima della canna da zucchero poi in quelli di cotone a costo zero, se si esclude il cibo per il sostentamento delle braccia. Generando una formidabile ricchezza nell’America dei pellegrini bianchi che di genocidio in genocidio, sgomberarono le terre dell’oro e della frontiera. Fino a decollare verso i fasti economici della Rivoluzione industriale proprio come i cugini dell’impero britannico che prelevavano schiavi dall’Africa all’Oriente. L’abbiamo chiamato progresso, ce ne vantiamo, convinti come siamo che la crudeltà servita ieri e rinnovata oggi, resterà per sempre nel conto dei debiti sospesi. (Pino Corrias)

Tra memoria e attualità: il mondo sanitario nel programma di eutanasia nazista.

Emmi G., di soli 16 anni, fu una delle migliaia di vittime con disabilità durante il nazismo. Giudicata “schizofrenica”, venne sterilizzata e successivamente inviata a Meseritz-Obrawalde, dove venne uccisa il 7 dicembre 1942 con un’overdose di tranquillanti.
 
Per il Giorno della Memoria presentiamo un approfondimento dedicato alle figure del mondo sanitario che parteciparono al “Programma di eutanasia” in cui, tra il 1939 e il 1945, trovarono la morte circa 200.000 persone con disabilità o con disturbi psichici. «Crimini che bisogna continuare a studiare e a ricordare, per riconoscere, prevenire e contrastare il rischio del riemergere di logiche discriminatorie e delle loro pericolose ricadute umane… Clicca qui Tra memoria e attualità: il mondo sanitario nel programma di eutanasia nazista

Se questo è un uomo.

Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poichè accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso; tale quindi, che si potrà a cuor leggero decidere della sua vita o morte al di fuori di ogni senso di affinità umana; nel caso più fortunato, in base ad un puro giudizio di utilità. Si comprenderà allora il duplice significato del termine “Campo di annientamento”… 

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