Vota “P.D.P.P. e P.”.

La maggioranza degli italiani non va più a votare. Prima andava, poi sempre meno. Un gran vaffà. Se ci fosse il “P.D.P.P. e P.” tornerebbe a votare. Anzi, attirerebbe i voti di quelli che pur vanno a votare turandosi il naso. Avrebbe la potenzialità di un partito di maggioranza relativa, anzi di maggioranza assoluta. Infatti, chi non lo voterebbe? Secondo l’Istat, non lo voterebbero -in gran parte- imprenditori, ristoratori, macellai, parrucchieri, meccanici, estetisti, ecc. a cui aggiungiamo medici, notai, professionisti, avvocati, peraltro ampiamente rappresentati in Parlamento (alcuni siedono proprio in Parlamento). Cioè quelli che non pagano le tasse, evasori riottosi perfino a pagare oboli di sanatorie, condoni, concordati, cioè legalmente ladri che continuano a usufruire di servizi collettivi come scuole, strade, ospedali, lamentandosi pure se i Pronto soccorso non funzionano. Tanto gli altri pagano per loro.
 
Chi paga le tasse? Gli altri: i dipendenti pubblici e privati, e i pensionati, le cui tasse sono trattenute alla fonte. Ecco che cosa manca: il Partito dei lavoratori dipendenti pubblici e privati, e dei pensionati,  il “P.D.P.P e P.”.  Un partito molto  meno di destra dei partiti di destra, e molto più di sinistra dei partiti di sinistra. Ecco la soluzione? Mettere insieme i pubblici con i privati. Uniti con i pensionati. In fondo, i pubblici si sentono sempre più privati. Ma i privati li vedono ancora privilegiati. Troppi anche i precari tra i privati. E i pensionati? Loro almeno non si ricordano più se  erano stati pubblici o privati. Anche quelli con pensione al minimo non godono di non pagare le tasse.
 
Insomma, si tratta solo di mettere insieme tutti quelli che possiedono una condizione in comune: i soli che pagano le tasse, i soli che reggono lo Stato. Compartecipi, dovrebbero votare il “P.D.P.P e P.”. Per logica. Magari si assocerebbero anche i 5,7 milioni in povertà assoluta, che rinunciano perfino a farsi (malamente) curare. Sarebbe un gran partito di massa. Ma ci sta un partito classista in una società interclassista? Ora che è evaporato il Movimento Vaffà e il primo partito è l’astensionismo? Secondo il comico Daniele Luttazzi “L’illusione è che  un partito  possa risolvere la pochezza umana. Questa è demagogia“.