Tutto va bene, madama la marchesa.

La crescita dei salari in Italia, da decenni, è sostanzialmente nulla ed esiste una parte larga della popolazione che sbarca il lunario con salari al di sotto dei 9 euro lordi (circa il 30% su una platea di lavoratori formata da dipendenti privati, operai agricoli e lavoratori domestici). L’Italia è ultima in Europa per il tasso di occupazione. 
 
Il nostro mercato del lavoro è affetto da tre grandi e inevase criticità: divario territoriale, bassa occupazione e alta inattività giovanile, fortissimo divario di genere. Inoltre, con l’inflazione degli ultimi anni, la perdita di potere di acquisto per i lavoratori è stata in media del 15%.
 
Il XXIII Rapporto annuale dell’Inps smentisce  la propaganda  dei TG a reti unificate, secondo la quale siamo al record dell’occupazione mentre abbiamo il record del lavoro povero, ovvero che lo 0,7% di crescita del Pil del 2023 è più alto della Germania mentre abbiamo visto crescere solo disuguaglianze e divari.
 
La povertà ha ricominciato a crescere,  toccando 5,8 milioni di persone, dopo l’abolizione del Reddito e della Pensione di cittadinanza  sostituito in parte con l’Assegno di inclusione che ha escluso dal sostegno pubblico oltre 300 mila nuclei familiari con un’incidenza negativa soprattutto sul Sud Italia e sulle famiglie con soggetti di età avanzata e anche minori. E’ fallito il supporto per la formazione e il lavoro: sono solamente 102 mila i beneficiari della misura, con appena 3,7 mensilità, e il risultato è di portare su un mercato del lavoro sempre più precario e sempre più caratterizzato dal lavoro povero e sottopagato.

Julian Assangen colpevole di giornalismo.

Sono libero oggi perché dopo anni di carcere mi sono dichiarato… colpevole di giornalismo. Gli europei devono obbedire alla legge sullo spionaggio degli Stati Uniti. Se le cose non cambiano, nulla impedirà che quanto è accaduto a me accada di nuovo. I giornalisti non dovrebbero essere perseguiti per aver svolto il loro lavoro. Il giornalismo non è un crimine. È un pilastro di una società libera e informata”.
Clicca qui l’intervista ad Assange. 

Promemoria per la sinistra (che la destra sa a memoria ma infrange) e a Mattarella.

Hanno liberamente manifestato in tutto il mondo, meno che in Italia (e Israele)
 
La Costituzione risponde alle due domande.
E’ lecito o no manifestare in piazza a favore della Palestina e/o contro Israele?
Sì, lo è: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero” (art. 21) e “i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi” (art. 17).
È lecito vietare una manifestazione a favore della Palestina?
No, non è lecito. Né pro o contro Palestina, Israele, Hamas, Hezbollah, Ucraina, Russia, Corea del Nord o del Sud,  Madagascar, Mussolini, Hitler, Stalin, Pol Pot, Kim Jong-un, i vaccini, i semafori, gli autovelox e quanto altro venga in mente.
No, non è lecito, quindi la Questura di Roma, il Viminale e il Tar Lazio che hanno vietato la marcia pro-Pal e anti-Israele hanno violato la Costituzione, perché per manifestare pro o contro qualsiasi causa, anche la più orrenda o strampalata, non occorre alcuna autorizzazione preventiva: “Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica” (art. 17).
E “comprovati” vuol dire comprovati, non inventati o immaginati o sognati in base al gradimento o allo sgradimento del governo di turno per gli slogan che si presume verranno espressi dai manifestanti.
Tutto questo, primaDurante e dopo la manifestazione. Se qualcuno commette reati (violenze, minacce, odio razziale, apologie o istigazioni di reato), lo si denuncia o – se previsto dalla legge – lo si arresta.