Quando i morti in guerra diventano “troppi”.

Mezzo milione di bambini morti in Iraq nel ’96 non sono stati “troppi” per Madeleine Albright segretaria di stato Usa. 695 civili israeliani uccisi nel raid di Hamas il 7 ottobre sono considerati “troppi” da Benjamin Netanyahu primo ministro di Israele. 40mila palestinesi, tra cui 14mila bambini (metà non identificati), non sono considerati “troppi” da Netanyahu, anzi è “tremendamente positivo” il rapporto 40 a 1 fra vittime palestinesi e vittime israeliane. Sono considerati «far too many», davvero troppi, da Kamala Harris, candidata presidentessa degli Stati Uniti. 
 
Davvero troppi 40 mila (186mila secondo la rivista medica inglese Lancet)?  Esattamente a che punto diventano «troppe» le vittime civili? Quale sarebbe un numero non eccessivo di persone ammazzabili?  Qual sarebbe la soglia statistica oltre la quale i «danni collaterali» diventano crimini? 
 
Clicca qui una riflessione di Alessandro Portelli su Il Manifesto.