In Sardegna, oggetto di schiavitù militare, si muore di inquinamento bellico: luoghi di incommensurabile importanza naturalistica diventano aree di bombardamenti, esplosioni, raffiche di tiri, il suolo ridotto ad una distesa di crateri ingombri di relitti militari, i famigerati missili M.I.L.An con tracciante al torio che sparge radioattività nell’ambiente, l’inquinamento penetra nel suolo, nelle acque, e si spande nell’aria, con pesanti conseguenze sulla salute delle persone, leucemie, linfomi, tumori diagnosticati sui militari e sui civili residenti in prossimità.
Mentre una quarantina di antimilitaristi/e hanno subito il rinvio a giudizio per reati che arrivano sino all’associazione con finalità di terrorismo, si registra una nuova assoluzione, con formula piena, per i cinque capi di stato maggiore imputati di disastro ambientale nel poligono militare di Teulada, Sardegna sud occidentale, impiantato negli anni ‘50, come grandezza secondo rispetto agli altri poligoni a fuoco presenti in Sardegna (e in Europa).
Comitati e associazioni sono schierati contro questa ennesima ingiustizia provocata dalla militarizzazione della Sardegna: Comitato A Foras, Cagliari Socialforum, Madri contro l’operazione Lince, Disarmisti esigenti, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, sindacati di base, vari studenti medi, Comitato di solidarietà con la Palestina, Comitato Gettiamo le basi, che si è costituito parte civile insieme alle associazioni ambientaliste Legambiente, Gruppo d’intervento giuridico, e alla Regione Sardegna.
Clicca qui una intervista di Laura Tussi con Mariella Setzu.