Secondo le analisi del laboratorio tedesco DVGW-Technologiezentrum Wasser di Karlsruhe, il fiume di Parigi, in cui si nuoterà alle Olimpiadi, ha un’alta concentrazione di acido trifluoroacetico (TFA), usato per pesticidi e refrigerazioni, una tra le sostanze note collettivamente come PFAS tossici e cancerogeni: poco lontano dalla cattedrale di Notre-Dame 2,9 microgrammi per litro (un microgrammo è un milionesimo di grammo), mentre 0,5 è già indicato come limite massimo per la Cee. Jacob de Boer, tossicologo della Vrije Universiteit di Amsterdam e Ian Cousins, professore di chimica ambientale dell’ Università di Stoccolma, sconsigliano: «Non raccomanderei di nuotarci regolarmente».
In Francia sono stati investiti quasi 1,5 miliardi di euro per risanare le acque della Senna in modo da renderla balneabile per le Olimpiadi di quest’anno e, dal 2025, per chiunque ci voglia nuotare. L’obiettivo degli interventi è abbattere la presenza di batteri legati allo smaltimento delle acque reflue, quelli appartenenti ai generi Escherichia ed Enterococcus. Non agiscono invece sui Pfas, chiamati “forever chemicals”, “inquinanti perenni”: uno studio del 2016 ha stimato che ai reni umani servano dai 10 ai 56 anni per eliminare i PFAS più persistenti.