Il recente studio scientifico “Mortality cost” ha valutato l’impatto sanitario delle emissioni di CO2 dell’acciaieria Ilva di Taranto su tutto il pianeta. Lo studio stima che le emissioni di CO2 dell’Ilva, partendo dai dati emissivi del 2020 e considerando solo le ondate di calore, potrebbero causare 1.876 decessi nel mondo entro il 2100. Ogni anno di continuazione di immissione di CO2 in atmosfera aggiungerebbe nuove vittime, moltiplicando il numero di decessi stimati. Per esempio, se l’Ilva continuasse le sue emissioni del 2020 per altri 10 anni, i decessi stimati nel mondo aumenterebbero a 18.760. Più dei lavoratori dello stabilimento siderurgico.
Alla luce di quanto sopra, Alessandro Marescotti di PeaceLink, d’intesa con il prof. Michele Carducci, ha consegnato un esposto alla Procura della Repubblica di Taranto affinchè valuti l’ipotesi di reato di pericolo transfrontaliero e trangerazionale, adottando le iniziative di competenza affinché non si verifichi il “mortality cost” previsto nello studio scientifico.
E’ la prima azione legale in Italia di lotta agli effetti sanitari dei cambiamenti ambientali associati a una grande fonte emissiva di C02.