Per decenni, fino a quando non è stato messo al bando internazionale, Solvay ha tenacemente mentito che il pfas PFOA fosse né tossico né cancerogeno. Ora riafferma la menzogna anche per il pfas C6O4, suo brevetto esclusivo, che dallo stabilimento di Spinetta Marengo cosparge la provincia di Alessandria nell’atmosfera, nel suolo, nelle falde, in Bormida e Po. “Il C6O4” giura per placare gli animi “non è biopersistente, non è bioaccumulabile, possiede un profilo tossicologico e cancerogeno migliore”. Ovvero, come dice il suo direttore, “è poco cancerogeno”, come le sigarette: dipende dalla quantità. (Con la “piccola” differenza che il fumo è suicidio mentre i Pfas sono omicidio).
Gli indistruttibili Pfas sono massicciamente utilizzati in tantissimi i processi industriali, così i profitti stratosferici della multinazionale belga si scontrano di nuovo con le risultanze scientifiche internazionali: “Il C6O4 altera in modo significativo, e per alcuni versi ancora maggiore del PFOA, i processi biologici”. L’ultima dimostrazione che si abbatte sulla menzogna, proviene dalla ricerca del Dipartimento di Biomedicina comparata e alimentazione (BCA) e del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRSA-CNR, Brugherio).
Lo studio pubblicato su Environmental International, una della più prestigiose riviste scientifiche di studi ambientali, si è concentrato “sull’esposizione ai Pfas di una specie animale importante a livello ecologico: la vongola filippina (o vongola verace), un organismo chiave per l’ecosistema lagunare anche in ragione del fatto che è un organismo filtratore e quindi accumula le sostanze presenti nell’acqua. Può essere quindi considerato un organismo sentinella e le alterazioni, dopo l’esposizione al C6O4 osservate nell’espressione dei geni della vongola legati a processi biologici fondamentali come la risposta immunitaria, lo sviluppo del sistema nervoso o il metabolismo lipidico, sono dati molto allarmanti, anche per la specie umana”.
“Il fatto che questa sostanza venga usata senza nessun limite di legge assumendo che non abbia effetti sugli organismi esposti è chiaramente contraddetto dai dati sperimentali”: avvertono gli scienziati. Ma Solvay, unica produttrice di Pfas in Italia, nascondendosi dietro l’attuale assenza di regolamentazione sul suo utilizzo, resiste a fermare gli impianti C6O4 di Spinetta finchè obbligata -sulla spinta delle lotte dei Movimenti- dal governo, o dagli enti locali, o dalla magistratura.