Sono emblematici i risultati del “mini monitoraggio sperimentale” della Regione Piemonte, molto mini e molto sperimentale -oltre che con decenni di ritardo- in quanto limitato a 127 persone -volutamente- pescate lontano dal polo chimico Solvay del sobborgo Spinetta Marengo di Alessandria, ovvero nei Comuni di Montecastello, Cassine, Castellazzo Bormida, Frascaro, Sezzadio, Basaluzzo, Bosco Marengo, Capriata d’Orba, Frugarolo, Castelspina, Casal Cermelli.
La Regione, infatti, a complice copertura della multinazionale belga, evita le analisi del sangue di massa della popolazione alessandrina più vicina all’epicentro inquinante dello stabilimento, che pur il sindaco fa finta di reclamare. Perché sarebbero la “pistola fumante” dei danni provocati dall’azienda: già evidenziati dagli eccessi di patologie e morti nelle indagini epidemiologiche, compresa la nostra con l’Università di Liegi precisamente mirata sui cancerogeni Pfas e allarmante.
Eppure i Pfas sono stati trovati nel sangue campionato dal minimonitoraggio, secondo la nota della Regione pubblicata dal settimanale Il Piccolo: “Da una prima valutazione emerge un quadro relativamente tranquillizzante rispetto alla presenza dei Pfas storici la cui presenza risulta mediamente sotto la soglia dei 20 nanogrammi/millilitro,
I micidiali ADV e C6O4 sono Pfas di brevetto esclusivo della Solvay: che li avrebbe dunque sparati in atmosfera a decine di chilometri di distanza da Spinetta Marengo, come già dimostrato avviene nelle falde e in Bormida per queste sostanze, tossiche, cancerogene, indistruttibili.
Vengono, infine, i brividi a leggere la “scrupolosità” espressa dalla Regione disponibile ulteriormente a monitorare gli organi delle persone con il Pfas nel sangue: chi ha già sviluppato o svilupperà un tumore a tiroide rene testicolo eccetera.
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