Si può analizzare la contaminazione da Pfas partendo dal caso particolare per risalire alla situazione generale, o viceversa. Si può, cioè, partire da Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, l’unico sito di produzione di queste sostanze in Italia. Qui, intorno al colosso della chimica, Solvay Specialty Polymers, ci si ammala di più. A confermalo sono gli studi epidemiologici condotti dall’Arpa e dall’azienda sanitaria locale. Chi vive nei pressi dello stabilimento Solvay registra un incremento del 19% delle patologie tumorali, in particolare del polmone, della pleura e dell’apparato emolinfopoietico, rispetto al resto del territorio alessandrino e piemontese. Anche qui l’attivismo ecologista, a partire dal Movimento di Lotta per la Salute Maccacaro, da anni denuncia gli impatti e rischi ambientali della produzione di Pfas. I risultati degli studi sono purtroppo una triste conferma delle nostre ragioni di lotta.
Si può, invece, partire dallo IARC, dalla l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro che ha decretato alcuni di questi composti come certamente cancerogeni per l’uomo, tra questi ci sono il Pfoa,(acido perfluoroottanoico). Ma anche quelli che rientrano nella categoria “possibilmente cancerogeni” portano alti livelli di nocività per la salute, in particolare danni al fegato, malattie della tiroide, obesità e problemi di fertilità. “Molti Pfas sono distruttori endocrini, influenzano quindi la fertilità maschile e femminile. Inoltre, hanno effetti sul controllo del peso corporeo, sulla funzionalità della tiroide e della ghiandola mammaria, causano immunotossicità. Anche nei bambini sono stati osservati effetti sullo sviluppo, come l’alterazione del comportamento, pubertà precoce e anche nei neonati è stata riscontrata una diminuzione del peso alla nascita. L’esposizione a lungo termini a Pfas è stata associata a un aumento del rischio del cancro, soprattutto ai reni, alla prostata e ai testicoli. Il principale problema è che esistono più di quattromila sostanze appartenenti ai Pfas.
Il seguente lungo articolo, clicca qui, affronta la problematica da entrambi i puti di partenza.