Non è limitato alle aree altamente inquinate, bensì tutti i cittadini europei sono esposti a un inquinamento chimico e di salute pubblica allarmante: i PFAS sono una minaccia invisibile che si infiltra nel cibo che mangiamo, nell’acqua che beviamo e persino nelle nostre case attraverso i prodotti di uso quotidiano. Tant’è che nell’ambito della campagna Toxic Free Future (TFF), guidata dall’EEB European Environmental Bureau e con la partecipazione di 9 organizzazioni no-profit nazionali, 16 politici di Repubblica Ceca, Spagna e Belgio sono stati sottoposti al test del livello ematico di PFAS e sono risultati positivi (tra 3,24 e 24,66 µg/L), evidenziando ulteriormente la natura diffusa di questo problema urgente ormai documentato da scandali in tutta l’Ue: Piemonte, Veneto, Francia, Fiandre, Vallonia, Belgio eccetera, dove le Vittime hanno avviato battaglie legali risarcitorie. Iniziative simili di analisi del sangue sono in corso in Germania, Paesi Bassi, Francia e Grecia. I parlamentari italiani, invece, hanno paura di sottoporsi ai test ematici.
Cinque Stati membri hanno proposto il divieto dei PFAS nel gennaio 2023, ma settori industriali, guidati da Solvay, stanno esercitando pressioni aggressive sui governi, in particolare su quello italiano dove giace il disegno di legge (Crucioli) per il bando.
EEB (al quale aderisce anche Legambiente) e Wemove, hanno lanciato una petizione per chiedere ai politici una “Europa libera dalle sostanze tossiche adesso!” e garantire la messa al bando rapida, riformando l’obsoleta legge Ue sul controllo delle sostanze chimiche, REACH (Regolamento per la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche). La petizione ha raggiunto più di 57.000 firme in meno di una settimana.
La Presidenza belga del Consiglio dell’Ue ha dato priorità all’inquinamento chimico e ai PFAS nella sua agenda politica e il primo febbraio ospiterà ad Anversa la conferenza “Tackling PFAS Pollution“.