Abbiamo commentato più volte che oltre 17.000 siti in tutta Europa (in particolare in Italia) sono contaminati dai PFAS, secondo i risultati di un’indagine esclusiva, durata vari mesi e condotta da 18 redazioni europee del Forever Pollution Project, e che le autorità nazionali di Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia avevano presentato all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) una proposta per limitare le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) nell’ambito del regolamento REACH (regolamento dell’Unione europea, adottato per migliorare la protezione della salute umana e dell’ambiente dai rischi che possono derivare dalle sostanze chimiche).
Il motivo della richiesta all’ECHA in sintesi è: “I PFAS sono o si trasformano in sostanze persistenti, con conseguente esposizione e accumulo irreversibili nell’ambiente. A causa della loro solubilità in acqua e della loro mobilità, la contaminazione delle acque superficiali, sotterranee e potabili e del suolo si è verificata sia nell’UE che a livello globale e continuerà. È stato dimostrato che risulta molto difficile ed estremamente costoso rimuovere il PFAS una volta rilasciato nell’ambiente. Inoltre, alcuni PFAS sono stati documentati come sostanze tossiche e/o bioaccumulanti, sia per quanto riguarda la salute umana che l’ambiente. Senza agire, le loro concentrazioni continueranno ad aumentare e i loro effetti tossici e cancerogeni saranno difficili da invertire.”
La proposta ha raccolto 5.642 contributi, all’esame dai comitati tecnici dell’ECHA.